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Autore: Rota    16/11/2012    3 recensioni
[Kasamatsu Yukio x Kise Ryota]
Alla lunga, non poteva certo nascondere di averci ponderato e pensato spesso, specialmente tutte quelle volte che l'altro gli era saltato addosso alla ricerca di un abbraccio dolce o di qualche coccola della medesima natura. Sentire il suo fisico vicino, il profumo della pelle e le labbra contro le proprie non erano sensazioni completamente innocenti, per quanto lui provasse a reprimere con tutte le forze immagini indecenti circa situazioni improponibili e fuori luogo.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ryouta Kise, Yukio Kasamatsu
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Oh capitano, mio capitano'
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*Autore: margherota

*Titolo: Oh capitano, mio capitano – Kise

*Personaggi: Kise Ryota, Kasamatsu Yukio

*Generi: Fluff, Romantico

*Avvertimenti: Shonen ai, What if...?, One shot

*Rating: Giallo

*Dedica: A quella santa donna che è la Danna (L)

*Note: Come dire, ho atteso a lungo prima di introdurre l'argomento. Ma credo davvero che sia giunta l'ora.

Signore, l'arrivo della lemon è sempre più vicino (L)

E ovviamente questa, oltre a essere appena più lunga delle altre, è strettamente collegata a quella che seguirà (L)

 








 

 

Alla lunga, non poteva certo nascondere di averci ponderato e pensato spesso, specialmente tutte quelle volte che l'altro gli era saltato addosso alla ricerca di un abbraccio dolce o di qualche coccola della medesima natura. Sentire il suo fisico vicino, il profumo della pelle e le labbra contro le proprie non erano sensazioni completamente innocenti, per quanto lui provasse a reprimere con tutte le forze immagini indecenti circa situazioni improponibili e fuori luogo.

Non riusciva neppure più a guardarlo quando si toglieva i vestiti a fine allenamento, nello spogliatoio che vedeva tutta la squadra riunita, provando quella sottile vergogna sempre presente che gli colorava il viso. Se si fosse reso conto che adocchiare i muscoli del suo petto, le spalle larghe e la schiena ampia con quello sguardo colpevole era anche peggio che farlo senza nascondersi, probabilmente si sarebbe cavato gli occhi senza pensarci due volte e piuttosto che affrontare un solo secondo ancora la vergogna avrebbe vagato per il resto della vita nel tunnel nero della cecità.

Kasamatsu diventava consapevole ogni giorno di più di desiderare Kise anche sessualmente.

Che fosse colpa dell'emotività di quello sciocco così palese e contagiosa o solo la naturale conseguenza della stretta vicinanza che avevano, Yukio non lo sapeva davvero dire. Non aveva fatto nulla di diverso dal solito per approdare a quelle conclusioni e l'impossibilità di spiegarsi un tale fenomeno lo metteva a disagio, in specie quando l'altro era nei dintorni.

Aveva dapprima cercato di evitare d'affrontare la situazione, di nasconderla come si fa con le cose scabrose o la polvere sotto i tappeti: Kise era già abbastanza per lui senza dover pretendere anche altro e quel sentimento di mista inferiorità e apprensione nei suoi confronti lo teneva a bada dal resto. Non poteva evitare, però, di trovare fastidioso ogni contatto fisico eccessivo, come se Ryota stesse cercando di provocarlo in tutti i modi senza rendersene conto – e Yukio sapeva che un comportamento simile era isterico e senza senso, ma non era tuttavia capace di fermarsi.

Un giorno, lo rifiutò persino quando gli prese la mano, mentre stavano passeggiando tranquillamente. E a quel punto Kise decise di affrontarlo di petto.

-Senpai, è da qualche tempo che sei strano.-

Kasamatsu lo guardò senza poter evitare di diventare rosso sul volto e usare un tono del tutto balbettante per rispondergli.

-Cosa intendi?-

Kise provò ad avvicinarsi ma come reazione Yukio si scansò velocemente e volse lo sguardo altrove per qualche secondo, prima di tornare da lui: già abbastanza per rafforzare le convinzioni di Kise.

-Non fai altro che sfuggirmi. Cos'hai?-

-Niente che non va!-

All'ennesima frase violenta, Kise lo bloccò contro una parete e gli impedì la fuga. Fu difficile riuscire a fargli alzare lo sguardo da terra.

-Senpai...-

-Lasciami andare!-

-Non ti piaccio più, senpai?-

-Che domande sono? Certo che mi piaci!-

-E allora perché stai sempre così distante?-

Yukio lo guardò, alzando finalmente gli occhi dal suolo. Kise era preoccupato davvero e sembrava quasi un cucciolo ferito che non trovava spiegazioni nel comportamento strano degli adulti che aveva attorno. Sentì di non volere quello, in alcun modo – la paura di fargli del male era la causa di quel comportamento forsennato, dopotutto.

Alzò una mano al suo viso, in una carezza lenta.

-Tu... sei così bello, Ryota...-

Gli prese la nuca e lo abbassò appena, in modo tale da poterlo baciare senza difficoltà.

Kise lo abbracciò di slancio, contento che l'altro l'avesse cercato di propria sponte, eppure lo percepì sulle labbra che qualcosa era diverso, nell'intensità e nel modo. Capì a poco a poco, quando Yukio lo strinse a sé tanto forte che quasi gli fece male, la natura di quel desiderio terribile.

   
 
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