Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: bluefireworks    16/11/2012    1 recensioni
Io non gli espressi mai il mio amore a parole, ma se gli sguardi hanno un linguaggio, il più grande idiota avrebbe capito che avevo perso la testa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lo guardai negli occhi. Era amore. Amore puro, di quelli platonici ma allo stesso tempo così leggeri da non ingombrare il minimo spazio dentro di te. Non volevo lasciarlo, non volevo che tutto quello che avevamo costruito finora terminasse in un modo così violento, assurdo ed immediato. 
«Non lasciarmi» riuscii a sussurrare.
Semplicemente mi abbracciò, come la prima volta, come non l'aveva mai fatto. Strinsi la sua felpa tra i miei pugni, che automaticamente s'intrise del colore scuro delle mie lacrime a contatto con quel tessuto. 
«E' il mio lavoro e sai gli enormi sacrifici e responsabilità che devo subire e sopportare» pronunciò con un tono calmo e allo stesso tempo dolce. 
Avrebbe voluto proteggermi e stare con me per sempre. Me lo aveva detto la sera prima. Ma non credevo che una sciocca partenza di dieci mesi sarebbe stata così dura. Non tanto per lui, come quanto per me. 
Mi staccai dall'abbraccio.
In fondo, se mi avesse amata davvero, avrebbe rifiutato quell'offerta che aspettava da più di tre anni. Appunto. Era talmente importante per lui che appena glielo comunicarono si dimenticò di tutto e di tutti. Pensava solo a Londra, ormai. E lo capivo. 
Ricominciai a piangere, noncurante della gente intorno a noi che ci guardava con aria interrogativa. La causa di tutto ciò erano i miei singhiozzi sonori. 
«Come si dice? Se si vuole bene davvero a qualcuno, lo si deve lasciar andare» disse, sorridendo e tirandomi su il mento. 
«No, non ha senso... In questo caso devo farlo a prescindere, non ho scelta». Appena si rese conto di ciò che avevo detto, mi guardò con un'aria strana. Aveva l'aria di una persona egoista. Cosa che non era assolutamente.
«Ma tu devi! Sii forte, ti prego. Abbi fiducia. Quando tornerò tutto sarà come prima». 
Non riuscivo a pensarci, o forse non volevo. Era assurdo. Dovevo andarmene all'istante, prima di scoppiare in uno dei miei soliti pianti isterici. 
Lo lasciai lì, accanto a sua madre che non poteva credere ai suoi occhi. 
Era un grido. Un grido liberatorio, di vendetta. Di amore puro.

Days pass - 
Mi buttai sul letto e subito mi avvolsi tra il piumone caldo. Natale era ormai alle porte, e con lui era arrivato anche lo stress tipico di quel periodo. Liberai un po' la mente, restando sdraiata a fissare il soffitto.
La mia vita era cambiata. Continuavo a studiare, avevo trovato un lavoro part-time, iniziavo a frequentare di più i miei amici e i miei genitori. In fondo non rimpiansi molto il fatto di non esser caduta nella depressione (ed automaticamente nel buio) più totale, dopo la sua partenza. Forse perché avevamo continuato a sentirci, seppur tramite uno stupido telefono o un alquanto inutile computer. Ma era ancora lui, ed io continuavo a considerarlo il centro del mio mondo, la risposta ad ogni mia domanda. 
Il campanello suonò. Scesi le scale con la più assoluta tranquillità; mi aspettavo mia madre, carica di pacchi e buste di regali per i familiari. Ma no.
«Buon Natale, piccola mia» un sorriso raggiante mi illuminò completamente. Non riuscivo a crederci. Portai le mani alla bocca, come per non far uscire le parole e gli urli trattenuti in quei dieci mesi. 
Mi buttai tra le sue braccia, e cos'altro potevo desiderare?

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: bluefireworks