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Autore: spongy    03/06/2007    5 recensioni
Capitolo 3:

Sento qualcuno molto vicino a me che alza un lembo del cappotto e si mette in trincea assieme a me. E’ sempre Simone.
Una mano mi alza il mento e degli occhi scuri, dalle pupille dilatate, si puntano nei miei. E’ sempre Simone. Poi una bocca fantasticamente calda che sa di birra, mi trasporta in un bacio lento e dolce e divertente e buono. Sì. E’ sempre Simone.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non so se avete mai provato la sensazione di essere le uniche povere martiri su questa terra, costrette a subirvi le urla da iena di vostra madre, le scenate delle vostre amiche e i ragazzi che non vi si filano. Beh, io sì.
Ora, va bene, saranno pure tre ore che sto al computer invece di fare latino, sarà pur vero che i jeans che porto sono quelli che mia sorella ha cercato per duecentoottantasette ore, a suo dire, e okay, vi concedo anche che questa canzone sia un po’ troppo movimentata e le casse del pc in generale troppo alte o che il rap sia un genere musicale che proprio non si confà ad un quartiere di vecchi come questo.
Ma santo cielo, perchè devono urlare in questo modo osceno? Vi giuro, quando ci si mettono, mia madre e mia sorella insieme creano tipo una grande cappa nebulosa che si va ad infrangere contro le barriere normalmente raggiunte da un urlo di una persona sana. Glielo dico sempre, che l’inquinamento acustico è un problema serio.
Proprio mentre sto per esordire tra le loro urla con il mio migliore sorriso da ‘piantiamola di fare le isteriche&godiamoci la vita per quello che è... e soprattutto W NESLI(*)’, il mio cellulare comunica al mondo che mi è appena arrivato un messaggio. Ai due mostri dalle facce deformate che ho davanti, evidentemente, poco importa, quindi sono costretta a leggere il messaggio di Gianluca senza concentrarmi.
Poco male, mai che scrivesse qualcosa di intelligente infondo. Quando leggo, a momenti ho un crollo morale. Credo che abbia qualche deformazione mentale questo ragazzo, o forse, più semplicemente non ha frequentato le elementari.
Vi riporto le esatte parole:

“Pischèèè... che hai fatto oggi? Io sto a guarda Amici(***), ciè m’hai contaggiato... qua n’se po’ annà avanti così, mo te passo a prenne così se famo na passeggiata...(**)”

Ma perchè la vita è così crudele? Glielo ho chiesto di passarmi a prendere? Mh? GLIELO HO PER CASO CHIESTO?
Dopo mezz’ora di piastra spastica (sono particolarmente nervosa quando mi chiama quel cerebroleso di Gianluca) e soprattutto dopo averlo fatto aspettare una buona ventina di minuti, scendo. Okay, si crede molto figo, appoggiato al suo motorino-che-non-ho-la-più-pallida-idea-di-che-marca-sia-ma-comunque-è-nero-e-stupendo-però-non-glielo-dirò-mai-sul-serio. Beh, in realtà è molto figo. Ma io non gli dirò mai neanche questo.

“Ciao pischè...”

“Gianlù ti giuro che se mi chiami di nuovo ‘pischè’ ti faccio diventare donna.”

Lui prima sbianca, poi sorride in un modo che farebbe sciogliere anche un ghiacciolo (e soprattutto anche me), mi abbraccia e fa:

“Sì e poi come fai...”

Cazzo, ma deve sempre rovinare tutto questo troglodita? Gli do una ginocchiata in mezzo alle gambe e per un momento, dalla sua faccia, penso che sia seriamente diventato donna.

“Ehi, amichetta!” dice rialzandosi improvvisamente, con la voce in falsetto. Io rido e gli do uno scappellotto, mentre mi metto il casco. Okay, amico, ti seguirò.

Non so dove mi stia portando, rimango solo abbracciata a lui a sentire questo cavolo di profumo magnifico che ha. Sento il vento che si ferma intorno a me, i capelli mi si riafflosciano sulle spalle. Lui approfitta della mia insolita docilità per girarsi e darmi un bacio. Di solito mi tocca le tette, quindi posso ritenermi soddisfatta di questa dimostrazione di dolcezza.
Rimaniamo a baciarci sul motorino finchè uno non passa e fischia e io riesco a trattenere Gianluca solo tappandogli la bocca con la mia.
Okay, beh, io non so spiegare il mio rapporto con Gianluca. Se qualcuno mi chiede se sono fidanzata io rispondo “No” con estrema facilità. E dico anche a Federica con estrema facilità che “Già-già sta diventando un forte, pesantissimo accollo”. Però con lui sto bene e lo chiamo Già-già. Quando non mi può sentire, ovvio.

Sapete dove mi ha portato ‘l’amore mio’? A villa Panfili. Sapete dove ci siamo rincontrati per la prima volta io e ‘l’amore mio’? A villa Panfili. Sì, beh, non siete i soli a sostenere che sia un uomo banale.
Parlando del nostro primo ‘reincontro’, non c’è molto da dire. Io passavo una fase della mia inquieta adolescenza che mi diceva ‘trova il modo di dimagrire, ti prego, perchè sembri proprio un maiale a cui hanno insegnato con molta fatica a camminare e senza nemmeno grandi risultati’ perciò trascorrevo i miei pomeriggi a correre a villa Panfili. Cioè, a far finta di fare corse estenuanti a villa Panfili.
Un giorno però, nel pieno dello stato tuta-pigiama + cappelletto di mio fratello + capelli-cespuglio in stato più che terrificante ma almeno legati + hipod nelle orecchie + faccia molto simile a un grosso pomodoro, sempre durante una di quelle mie corsette a villa Panfili, mi sono sentita chiamare in lontananza. E mi sono ritrovata davanti una delle mie più grande cotte infantili, con cui facevo pallavolo e non riuscivo a spiccicare neanche una parola: Gianluca. Il resto ve lo lascio immaginare.

Tornando al presente, continuiamo a passeggiare. Non voglio annoiarvi con i discorsi sorprendentemente idioti che questo individuo sta facendo adesso, vi faccio solo presente che ora come ora preferirei di gran lunga che si limitasse a baciarmi.


***




“Fede dovresti sostenermi moralmente, non guardare quel cretino.”

Federica si gira con sguardo altamente offeso verso di me. Poi, mordendosi un labbro, accosta la finestra.

“Non è cretino.”

“Lo è. E passa le sue giornate a farsi su un muretto davanti casa mia con quella banda di buzzurri. Lo è.”

Lei si guarda semplicemente le unghie, sospirando. Le piace Matteo da circa due mesi e mezzo. Sta a scuola nostra, ma è come se così non fosse, data la quantità di tempo che ci passa. Ed è un cretino.

“Fedeeeee. E’ basso, basso, basso. Ti ricordi, vero? Niente tipi sotto il metro e ottanta. Che ci dobbiamo fare se madre natura ci ha fatto a immagine e somiglianza del Grande Gigante Gentile?”

Lei fa uno sbuffo, ma lo vedo che vuole sorridere. Mi guarda con i suoi occhi chiari, che ama definire ‘verdini tendenti all’ambrato che si scuriscono verso l’interno e quando piove sono più grigetti verso i contorni’. Come si fa a non amare una che descrive così i propri occhi?

Mia madre irrompe nella mia stanza, senza bussare, con fare alquanto irritante e mi comunica che se stasera ho da fare, posso anche recarmi a piedi in quel qualunque posto in cui abbia deciso di andare. E se ne va, non so se per fortuna o sfortuna, mentre gli grido inutilmente dietro che è proprio per questo che reclamo una macchinetta da dodici miliardi di anni.

“Io mi faccio venire a prendere da Michele...” urla la mia sedicente migliore amica, che presto ucciderò, con aria tutt’altro che innocente.

Michele è il suo ex ed è anche un nostro compagno di classe che le sta troppo sotto e non si capacita del fatto che lei lo abbia mollato e che ha un motorino. La vita a volte è crudele.
La sto guardando molto trucemente, ve lo giuro, ma quel sorrisino proprio non se ne va dalla sua faccia.

“Michele NO. Povero cristo, e lascialo perdere una volta tanto, no?”

“Non ci penso proprio... e poi, solo perchè a te non va di chiamare Gianluca, io dovrei andare fino a via della Balduina a piedi?!”

Ecco, sì, questa sera abbiamo la festa di una nostra compagna. Casa di Sara potrebbe essere potenzialmente lontana da raggiungere a piedi.

“Ma che cazzo chiamo Gianluca, è la festa di Sara... che c’entra lui?”

Federica alza le spalle e so che sta per dire che lei si farà venire a prendere da Michele.
Quindi le faccio presente che la odio e mi metto a cercare il vestitino marrone di cui ho estremo bisogno.


***




“Stai ferma, santo cielo?”

Ho l’eye-liner in mano e sto china sul viso di Federica e il suddetto eye-liner potrebbe anche andare a conficcarsi nel suo occhio, ma lei non sembra dar peso alla cosa perchè continua a parlare e a muoversi.

“... oh, e mi ha sorriso e mi saluta. Matteo mi saluta! Non è emozionante? Un altare, ecco il luogo del nostro prossimo appuntamento!”

“Prossimo?”

Ormai ho rinunciato a farla stare ferma, e tento solo di beccare i momenti di tranquillità per disegnare quel piccolissimo tratto nero che mi è possibile fare prima che lei abbia deciso di aver preso abbastanza fiato e ricominci a parlare.

“Oh vabbè... sarà anche il nostro primo appuntamento, d’accordo. Ma sai che bello, dritti al punto! Se due si amano, possono farlo, no?”

Sorrido, dall’alto della mia postazione, mentre lei allunga una mano, presumo per togliermi un residuo di trucco fuori posto. Infatti, ci resto molto di merda quando mi arriva una schiaffo. E’ decisamente leggero e scherzoso ma non me lo aspettavo.

“Ehi, ma che sei scema?”

Lei scrolla le spalle, ridendo.

“Te l’ha mai detto nessuno che ispiri violenza? Ma proprio violenza fisica...”

La fisso, fingendomi preoccupata.

“Jude Law ispira violenza carnale, non io.”

Ci penso un po’ e proprio mentre finisco il suo occhio destro, dico:

“Anche Simone ispira molto.”

Federica spalanca gli occhi e li fa roteare di qua e di là.

“Ale, parla di Simone un’altra volta e io vomiterò.”

Bene, Simone invece, è il tizio che piace a me. Mi ‘ispira’ alquanto. E’ sempre a scuola con noi, più piccolo di Matteo, con cui non ha proprio niente a che fare eccetto il numero di canne che si fanno, forse. La sua classe è di fronte alla nostra, quindi lo vedo sempre, ma soprattutto siamo andati in gita (5 giorni a Madrid... i 5 giorni più belli da non so quanto tempo) con la sua classe e l’ho conosciuto lì.
Cioè, in realtà ho conosciuto tutti ma non lui, ho parlato con tutti tranne che con lui, ho persino baciato un tizio che non era lui. Ma vabbè, eravamo imbottiti di rum e pera, mi dico sempre. Solo che non poteva capitare con lui, no?

Federica sta alzando un sopracciglio fatto decisamente bene. E’ opera mia.

“Sai... che Sara ha invitato anche lui vero?”

Spalanco gli occhi che fino ad ora ho accuratamente tenuto mezzi chiusi, impegnata com’ero a figurarmi me e Simone in pose poco romantiche, e deglutisco.
In realtà non penso di aver sentito proprio bene. In ogni caso, la mia vista si sta offuscando e il mio stomaco è momentaneamente bloccato. Riprovo a deglutire ma è come se non avessi saliva.

“C... che?”

“Oh, andiamo. Te l’ho detto ieri.”

“No che non me l’hai detto.”

“Uh. Beh, ora lo sai.”

Lei si alza, prende il mio lucidalabbra rosa e se lo passa sulle labbra. Poi dà uno sguardo fuori dalla finestra e mi bacia sulla guancia, lasciandomi appiccicaticcia e con la voglia di saltarle al collo.

“C’è Michele qui sotto, ciccia. Io scendo, tu chiami Gianlu. E’ abbastanza semplice? Ah, forse ringrazierò l’idiota che sta qui sotto,” dice maliziosa, “te lo faccio presente ora perchè sennò poi mi dici che non ti rendo partecipe della mia vita.”

Mentre apre la porta grida:

“Ciao Camilla, ciao Vero, ciao Nico! Ale sei fighissima, non fare quella faccia da ebete... e scordati di Simone.”

I saluti di mia madre, sorella e fratello, giungono da lontano, galleggiando per il corridoio.

Poi, Federica scompare tra le porte dell’ascensore, e io ho la fortissima tentazione di tirarle appresso una scarpa.















Hola, my dear! Giungo tra voi con una nuova storia, che rappresenta un po’ la mia vita in questi ultimi 5 mesi. Ho ristretto il tutto, aggiunto particolari per il bene della mia trama e omesso degli altri, ovviamente.

Spero che quanto stia per scrivere sia chiaro a tutti, ma non voglio strane incomprensioni, quindi ecco uno... ‘schemino’:


Alessandra: la protagonista nonchè l’io parlante.

Federica: la migliore amica di Alessandra.

Gianluca: il ragazzo di Alessandra (una sorta di pseudo-fidanzato. Il loro è un accordo che dice più o meno questo: ‘Noi non siamo fidanzati, possiamo fare quello che ci pare, ma se ci va vediamoci da piccioncini carini’)

Matteo: il ragazzo che piace a Federica

Simone: il ragazzo che piace ad Alessandra

Michele: lo pseudo-ex ragazzo di Federica

Camilla: la mamma di Alessandra

Veronica: la sorella più grande di Alessandra

Niccolò: il fratello più piccolo di Alessandra

Sara: una compagna di classe di Alessandra e Federica che dà una festa

Okay, per il momento sono citati loro. Spero che la storia vi piaccia... e se così non fosse, pazienza!






(*) Nesli è un rapper marchigiano, fratello di Fabri Fibra, di nome Francesco Tarducci.

(**) “Ragazzììì... che hai fatto oggi? Io sto guardando Amici, cioè mi hai contagiato... Qua non si può andare avanti così, ora ti vengo a prendere così ci facciamo una passeggiata.”

(***) ‘Amici’ è un programma televisivo di Maria De Filippi che andava in onda su Canale 5 questo inverno.


Come avrete capito, il tutto è ambientato a Roma, la mia città.
Grazie a tutti per l’attenzione, ora vi lascio... commentino?
Bacini
  
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