Il nastro che avevo in vita mi stringeva e mi dava un fastidio assurdo. Come il vestito che indossavo, del resto: un orribile capo di cotone verde, che secondo i miei genitori mi donava molto, ma secondo me mi faceva sembrare la chioma di un albero in primavera. Avrei voluto partire per il distretto 2 con la mia adorata tenuta da caccia, ma la mamma aveva detto che dovevo essere in buone condizioni per incontrare la famiglia di Gale. E così, eccomi qui, per la prima volta in vita mia su un treno; per la prima volta in vita mia, lontana dal distretto 12.


Ormai sono quasi arrivata, il viaggio non è durato molto. Ma più mi avvicino, più sono agitata. Non ne capisco il motivo; forse perché non so che cosa aspettarmi, o forse per colpa di tutto quello che mi ha raccontato mio padre. Non conosco né Gale, né sua moglie, né i suoi tre figli. Non capisco neanche il motivo di questa visita, anche se mamma me l’ha spiegato decine di volte. Vuole che conosca la famiglia del suo migliore amico, il ragazzo che era come un fratello per lei. Avevano sciolto tutti legami dopo la guerra di Capitol City, ma dopo una decina di anni hanno iniziato a risentirsi, a parlare. E adesso Gale vuole conoscermi e presentarmi alla sua famiglia. non so perché soltanto io e non mio fratello, non so perché solamente adesso, a sedici anni dalla mia nascita.
Il treno si ferma alla stazione del distretto 2, arrestando anche i miei pensieri. Prendo la mia borsa e mi dirigo all’uscita.
Ed eccolo lì. Lo riconosco grazie alla foto che mamma mi ha mostrato. Un uomo di mezz’età, i capelli neri con qualche filo grigio, gli occhi tipici del distretto 12.
Si avvicina a me.


-Primrose. Sei proprio identica a Katniss, lo sai?-