Anime & Manga > Kuroko no Basket
Ricorda la storia  |      
Autore: Rota    16/11/2012    1 recensioni
[Kasamatsu Yukio x Kise Ryota]
Si era accorto di come lo guardava, dal primo momento. Lo aveva trovato piacevole perché era Yukio a farlo e quindi lui non provava alcuna vergogna a farsi vedere interamente. Non era riuscito a comprendere come potesse essere altrimenti, per l'altro, e aveva visto nella sua ritrosia continua una sorta di sfiducia ingiustificabile.
Si era chiesto se davvero fosse per Kasamatsu ciò che Kasamatsu era per lui – e per questo l'aveva ricercato con più ostinazione, nel contatto fisico o in ogni altro caso, perché preso dall'ansia non riusciva a trovare una risposta adeguata.
E la consapevolezza di desiderarlo in ogni sua componente, fisica e spirituale, lo torturava come non mai.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ryouta Kise, Yukio Kasamatsu
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Oh capitano, mio capitano'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

*Autore: margherota

*Titolo: Oh capitano, mio capitano – Kasamatsu

*Personaggi: Kise Ryota, Kasamatsu Yukio

*Generi: Fluff, Romantico

*Avvertimenti: Shonen ai, What if...?, One shot

*Rating: Giallo

*Dedica: A quella santa donna che è la Danna (L)

*Note: Dovevo, per completare la shot precedente, scrivere e pubblicare questa.

Buona lettura (L)

 

 

 

 

Lo aveva capito da tempo – anche se Yukio non glielo aveva spiegato come si conveniva, con tutte le parole di cui un buon senpai era capace, con l'intonazione della voce giusta e tutto il resto – che c'era qualcosa all'interno del suo fidanzato contro cui doveva lottare a ogni costo, per tenere saldo a sé il ragazzo. Non qualcosa come una ferita e neppure la piaga derivante dal tempo, solo l'inclinazione del carattere che, buonista com'era, metteva sempre in gioco se stesso.

Aveva provato a fare i complimenti a Kasamatsu, non si era mai risparmiato dal dirgli continuamente quanto potesse piacergli, non aveva perso occasione per fargli notare le sue qualità. Per questo non capiva come né perché lui si sentisse così a disagio e così in difficoltà nel considerarlo davvero suo pari, all'interno della loro relazione. Anche lui trovava difficile dissuaderlo dall'esercitare un comportamento simile, e non perché lo trovasse riprovevole ma perché non aveva le parole adatte per rimproverare il suo senpai.

Si era accorto di come lo guardava, dal primo momento. Lo aveva trovato piacevole perché era Yukio a farlo e quindi lui non provava alcuna vergogna a farsi vedere interamente. Non era riuscito a comprendere come potesse essere altrimenti, per l'altro, e aveva visto nella sua ritrosia continua una sorta di sfiducia ingiustificabile.

Si era chiesto se davvero fosse per Kasamatsu ciò che Kasamatsu era per lui – e per questo l'aveva ricercato con più ostinazione, nel contatto fisico o in ogni altro caso, perché preso dall'ansia non riusciva a trovare una risposta adeguata.

E la consapevolezza di desiderarlo in ogni sua componente, fisica e spirituale, lo torturava come non mai.

Quel giorno non desiderava altro che una stretta di mano, un contatto dolce e gentile che non aveva causato alcun problema a nessuno dei due prima di allora. Vedersi rifiutato a quel modo l'aveva davvero ferito. Per questo motivo aveva reagito prontamente.

-Senpai, è da qualche tempo che sei strano.-

Kasamatsu era diventato rosso di fronte ai suoi occhi, con ancora la mano alzata in alto e due passi di distanza da lui. Faceva male.

-Cosa intendi?-

Aveva provato ad avvicinarsi ma aveva ricevuto l'ennesimo rifiuto e si era preoccupato, tanto da non riuscire più a nasconderlo. Probabilmente, il tono della sua voce era diventato più patetico di quello che avrebbe mai desiderato.

-Non fai altro che sfuggirmi. Cos'hai?-

-Niente che non va!-

Lo bloccò contro una parete e gli impedì la fuga, con le braccia che gli si affiancarono alla testa per non farlo muovere. Fu difficile per Kise riuscire a fargli alzare lo sguardo da terra.

-Senpai...-

-Lasciami andare!-

-Non ti piaccio più, senpai?-

-Che domande sono? Certo che mi piaci!-

-E allora perché stai sempre così distante?-

Quando finalmente lo guardò, Kise lo vide insicuro, afflitto come sentiva di essere lui stesso, combattuto da chissà quali sentimenti assurdi.

Lo vide alzare una mano al suo viso, in una carezza lenta.

-Tu... sei così bello, Ryota...-

Non aveva neanche pensato in quel momento, così felice che il suo senpai fosse tornato da lui da non badare ad altro: qualunque fosse il problema quello significava che l'avrebbero risolto assieme, come sempre, e non si sarebbero separati. Per quanto facesse male e per quanto doloroso fosse stato.

Ma ecco che mentre era preso da questo genere d'euforia lo percepì chiaramente sulla bocca, lungo tutti i nervi che risposero all'unisono al gesto di Yukio.

Ryota si obbligò a trovare il coraggio, quella volta. La sincerità aveva un peso e lo sapeva perfettamente, ma non per questo poteva permettere a Kasamatsu di allontanarsi a quel modo.

Aspettò solo che l'altro aprisse gli occhi, dopo quel bacio, per parlare – gli tenne le mani nelle proprie e non pensò più.

-Non devi dimostrare nulla, senpai. Non a me. Io ti amo per quello che sei come tu ami me per quello che sono! Non siamo nient'altro che questo! Io ti voglio! Se anche tu mi vuoi, non deve esserci altro!-

Lo baciò ancora e non si staccò, neppure quando lo sentì singhiozzare e poi piangere, contro il suo viso.

Scivolarono in basso fino al suolo e lì rimasero, stretti l'un l'altro.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kuroko no Basket / Vai alla pagina dell'autore: Rota