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Autore: Serena89    29/06/2004    6 recensioni
Solo riflessioni, che però rappresentano appure un interludio, la fine di un lavoro interiore a cui per Draco è stato molto difficile arrivare.
Genere: Romantico, Malinconico, Fantasy, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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INTERLUDE
Disclaimers: I diritti di Draco, Ginny, Hogwarts ed HP in generale sono di J.K.Rowling, della Warner Bros, e tutto il resto. I Serpeverde nominati invece sono miei, anche se risalgono ad un po’ di tempo fa… Interlude è di Elisa e della Sugar.
Ringraziamenti: A parte Elisa per Interlude, bè, Giulia forse?
Note: Allora, vediamo un po’… questo paragrafetto è stato abozzato ad Ottobre 2003 durante un momento di sconforto, e ripreso poi durante le vacanze di Natale in un momento di sconforto assoluto, ed Interlude ce l’ ho appunto aggiunta in mezzo allora. Cosa fanno i Serpeverde durante il viaggio in treno l’ ho messo sotto richiesta di una mia amica… si vede, è una stupidaggine. Ovviamente questa roba - i complessi, non le parti smielatucce - sa vagamente di autobiografico : ) Ah, un’ altra cosa: questo delirio è squallidissimo e ciò è dovuto in parte anche al fatto che non vado molto bene a scrivere col pov maschile… neanche con quello femminile, se proprio lo volete sapere! ^^ Perdonatemi, di solito non scrivo queste schifezze – cioè, sì, ma almeno sono meno serie.


Cominciarono le vacanze di Natale ed Hogwarts non era mai stata più vuota di così.
Erano così tanti gli studenti che volevano tornare a casa che praticamente l’ Hogwarts Express partiva e tornava quotidianamente: il macchinista Gornbey era costretto a bere pozioni su pozioni di Tienisveglio perché il treno andava a Londra di giorno e ritornava ad Hogsmeade di notte, e doveva fare tutto lui perché, di quei tempi, chi l’ avrebbe sostituito?
Anche se siamo nel mondo magico, i treni non si guidano da soli.
Comunque non aveva alcun senso protestare contro lo sfruttamento dei macchinisti restandosene a casa - la Granger l’ ha fatto, e Weasley con lei - così me ne andai verso il castello di mio padre col treno del martedì – casualmente, quello che prese lei.
Non la vidi, ma, sinceramente, non la cercai neppure.
Mi sarebbe piaciuto, ma già era successa una mezza catastrofe con suo fratello quando ci aveva visti insieme e non volevamo destare altri sospetti; e poi ero un Caposcuola, io, e dovevo prestare attenzione ai ragazzi della mia casa, impresa già di per sé ardua pur avendo tutta l’ attenzione e la presenza di spirito di questo mondo.
Voi che dite, si può prestare attenzione avendo la testa da un’ altra parte?

Wake up
in the morning Sun
Work ‘til I’ m done
Never look at the clock
Living out
of time
In my cocoon
Smooth like water
running down my throat


Comunque il viaggio, bene o male, passò senza eventi particolari, per quanto non possano essere particolari gli eventi con i Serpeverde: Sybyl Karple e Rory Jackson giocavano a battaglia navale quando il treno frenò e le due passarono le successive tre ore a raccogliere piolini dal pavimento; Tiger con una risata improvvisa si fece andare di traverso il succo di zucca che gli uscì dal naso e Goyle si tolse le scarpe, mentre Eric Fleetham e Melody Young commentavano libri babbani. Disgustoso.
Ma in fin dei conti più guardo gli altri e più mi rendo conto che sono io quello pazzo.
Ad ogni modo arrivai al castello senza troppi intoppi ed anche le vacanze passarono senza troppi intoppi.
E’ nel mio cervello che c’ era, l’ intoppo.
I giorni passavano ed il mio umore non migliorava né peggiorava.

Days slide away
Drawing signs

Ovviamente continuavo anche a torturarmi e a pensare a lei, tanto, non avevo null’ altro di carino da fare. E’ un modo come un altro per passare il tempo, diventare autolesionisti, e se la metto così quasi quasi ci credo anche.
Non sembra, ma ero completamente e totalmente perso.
Ero vacuo, ero annoiato.
Ma non annoiato di quella noia di cui uno si annoia quando – momentaneamente – non ha niente da fare. Un altro tipo di noia.
Volevo disperatamente avere qualcosa da ricordare, o in alternativa qualcosa da verificare.

I look ahead
and back behind
To see
if my traces
can make a straight line


Avevo tagliato via qualsiasi tipo di contatto umano, segregato nelle mie stanze per tutto il giorno.
Però uscivo di sera, abbastanza tardi diciamo, quando il viavai di Mangiamorte per i corridoi si bloccava.
Facevo delle lunghe passeggiate nel giardino del castello, così poco curato che non sarei stato sorpreso se un gruppo di gnomi l’ avesse assediato; ad un certo punto cominciai perfino a ricamare a punto croce, per avere qualcosa da fare con le mani e con gli occhi e non stare con lo sguardo fisso nel vuoto, ma smisi quando mi realizzai che già giù a Serpeverde mi chiamavano Brettany a volte, non avevo nessun bisogno di peggiorare la situazione perché loro lo sarebbero venuti a sapere. I Serpeverde ne sanno una più di Voi-Sapete-Chi…
Non volevo isolarmi, davvero, ma pensavo che il resto del mondo attorno al castello fosse davvero attivo ed io certamente non avrei potuto reggere il confronto.

The kids
are laughing outside
No one looks at the sky
But it’s gonna rain and
It’ s getting cold
The wind starts to blow

Una volta la Karple mi aveva chiesto se non mi cadevano i capelli ad usare tutto quel gel.
Io là per là non avevo risposto, anzi avevo risposto ma non molto elegantemente, ma poi ci avevo pensato su.
Magari a lei sarei piaciuto di più senza gel? O senza tanto sfarzo nei vestiti? O senza spirito serpeverdesco, nel bene e nel male?
Forse.
Probabile.
Insomma, esageravo, ne mettevo davvero troppo di gel e lo sapevo, ma era facile il rapporto: Malfoy : gel = Weasley : capelli rossi.
Magari a me sarebbe piaciuta di più con i capelli di un altro colore?
Risposta facile, no. Probabilmente eravamo gli unici due studenti in tutta Hogwarts ad avere un segno distintivo confermato nel carattere e nello spirito… al di là di una stupida cicatrice, ovvio. Quindi decisi, tenni il gel, i miei vestiti da figlio di papà ed il mio amato spirito serpeverdesco. Ma certamente non mi fermai lì.
Tutto questo discorso mentale sul gel e sui capelli rossi mi portò a pensare a quello che cambiamo in noi stessi e a perché lo facciamo.
Perché decidiamo di stravolgere la nostra solita routine mentale per qualcosa o qualcuno. Ma lei, solo lei e senza nemmeno esserne cosciente, era davvero riuscita a cambiarmi? Nooo, mi sa di no, non aveva cambiato proprio nulla, ad eccezione, forse della mia vita intera. Aveva cambiato tutto, cosa molto, molto negativa.
Adesso di cosa mi importava, uh?
I miei genitori e le loro stramaledettissime aspettative. Prendere buoni voti con
raccomandazioni. Odiare i Grifondoro.
Davvero, Draco?
Ma chi volevo prendere in giro?
Su, siamo onesti, no che non era vero.
Cioè, era stato vero, ma l’ anno precedente.
O ancora meglio era ancora vero, ma in minima parte.
E il resto?
Adesso, lei.
Lei e basta.

Something’ s shaking my soul
now
Like a tree


Adesso lei nei miei pensieri era un misto tra mia sorella, mia amica, la mia ragazza e la mia prof.
I ruoli nella mia mente malata li svolgeva tutti contemporaneamente.
Non dovevo stare a lamentarmi come un lattante, perché io ero Draco.
Draco, non un Malfoy qualsiasi, dico!
Io so come recitare, so come fingere, l’ ho fatto per anni. So recitare e so far credere alla gente quello che voglio, come sopravviverei altrimenti in questa gabbia di matti e di Grifondoro?
Ma riprendendo il filo del discorso, il povero Draco ha interpretato quella parte per troppo tempo - mamma, quanto sono melodrammatico – e si è calato un po’ troppo nel personaggio, ma giusto un poco, quel poco che basta per non riuscire più a distinguersi dal personaggio. Ma…

But this time I know

… ma adesso i pezzi invisibili se ne stavano andando pian piano a posto, proprio quello che volevo e aspettavo da tempo.
Non come un puzzle che si completa, come un puzzle che si costruisce autonomamente.

Yeah, this time I know

Ed adesso, anche se non lo sapeva, era tutto sulle sue spalle.
Mi fidavo di lei adesso, e sapevo che se il resto del mondo lo volesse o meno, lei era un pezzo del mio puzzle.

It’ s simply you

E se lei avesse bussato di nuovo alla mia porta, le avrei aperto senza pensarci due volte.

So I’ ll see you soon
I' ll keep waiting


Ma intanto mi chiarivo un altro po’ le idee, ed ero fermo ad aspettare.

I’ ll see you soon
I’ m here waiting

  
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