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Autore: Mrs C    17/11/2012    15 recensioni
- John, spero che tu sia andato a comprarla direttamente dalla fabbrica per metterci così tanto tempo a prepararla!
Il Medico ha anche tanta pazienza, per questo non replica, versando finalmente la bevanda nelle due tazze e tornando in soggiorno.
- La prossima volta te la prepari da solo, Mr Brontolone.
Sherlock ghigna, inspirando profondamente l'aroma del cioccolato e mugolando di piacere.
- Non vedo perché dovrei sprecare le mie preziose energie quando ho un compagno che lo fa per me.
John s'irriggidisce appena, e una scarica elettrica gli percorre la schiena.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Can you make me a cup of chocolate Can you make me a cup of chocolate?









- Fa freddo, John.
Il Dottore sospira.
- Vuoi che ti porti un'altra coperta, Sherl?
- No.
- Un thè?
- Una cioccolata.
John annuisce, e si avvia verso la cucina. Non ha mai visto il suo coinquilino bere - né tanto meno prepararsi - una bevanda diversa dal thé. Mentre armeggia con le bustine pre-confezionate, prepara il latte e i tazzoni, lo sguardo gli cade sul suo coinquilino, raggomitolato in soggiorno davanti alla tv con il viso arrossato e sommerso dai plaid.
John si chiede se qualcun altro abbia mai preparato la cioccolata per lui, le altre volte in cui ha avuto la febbre, e una strana fitta allo stomaco lo colpisce prima che se ne renda conto.
- Zucchero?
- Due.
- Ma è dolce già di suo, la cioccolata!
Sherlock sbuffa.
- Due, John.
Il Medico lo sa, è inutile cercare di ragionare con Sherlock quando è in forma, figuriamoci quando sta male. E il fatto che ora loro siano... qualcosa di più che semplici amici non cambierà di certo le cose.
Il latte è quasi pronto, e John si ritrova a pensare al fatto che le cose non sono cambiate poi molto, da prima. Sherlock è riapparso dopo tre anni - riscuotendo in cambio una scarica di cazzotti da parte sua - e sono tornati a vivere insieme nel giro di qualche giorno. Mary - la sua ex - non l'ha presa troppo bene, e l'ha piantato in asso dopo poco. John non l'ha chiamata più né ne ha sentito la mancanza.
Non ha dovuto cercare i perché e le relative risposte troppo lontano: gli occhi di Sherlock gliene avrebbero date quante ne voleva.
E così è successo, in un giorno qualunque di una settimana qualunque. Stavano ispezionando una scena del crimine - duplice omicidio e apparente suicidio, interessante - e nel lasso di tempo in cui erano soli con i cadaveri, John semplicemente si è avvicinato al suo viso e l'ha baciato. Uno sfioramento di labbra, più che altro, e quelle di Sherlock erano piacevolmente fresche e morbide. Il Consulting Detective non gli ha rivolto la parola per quattro giorni e John non ha dormito per tutto il tempo. Poi, un pomeriggio, Sherlock gli ha detto "consideriamo chiusa la faccenda. Suppongo sia stata una scarica di adrenalina eccessiva che ti ha portato a compiere tale gesto, per cui non ne parleremo più" beccandosi un altro pugno da parte sua, più una sfuriata epocale. E altri quattro giorni di sonno interrotto e non rivolgersi la parola.
Un altro pomeriggio, Sherlock si è avvicinato piano al divano e ha detto "mi pare di aver capito che non sia stata l'adrenalina" e John ha annuito. Solo questo, semplicemente annuito.
E Sherlock l'ha baciato. E' stato impacciato, e un po' scoordinato, il loro primo vero bacio. Ma John lo ricorda con un battito accelerato del cuore.
Per cui da quel momento stanno... insieme. Anche se nessuno di loro l'ha mai detto in maniera esplicita. John si chiede se sarebbe tanto un male ammetterlo e dirlo a qualcuno. Un po' come marcare il territorio, insomma.
- John, spero che tu sia andato a comprarla direttamente dalla fabbrica per metterci così tanto tempo a prepararla!
Il Medico ha anche tanta pazienza, per questo non replica, versando finalmente la bevanda nelle due tazze e tornando in soggiorno.
- La prossima volta te la prepari da solo, Mr Brontolone.
Sherlock ghigna, inspirando profondamente l'aroma del cioccolato e mugolando di piacere.
- Non vedo perché dovrei sprecare le mie preziose energie quando ho un compagno che lo fa per me.
John s'irriggidisce appena, e una scarica elettrica gli percorre la schiena.
Compagno. Ha usato proprio questa parola. Non coinquilino, assistente, amico.
- Compagno.
Sherlock lo guarda, inclinando appena la testa.
- Mi pareva che ne avessimo già discusso, John.
Il Dottore ride, un po' nervoso.
- No, Sherlock, non proprio.
- Allora io ne ho discusso, tu dovevi essere fuori.
Borbotta, come se fosse tutta colpa sua.
- Quindi adesso siamo... compagni.
- Mh.
- E alle persone che ce lo chiedono posso dire che sei il mio ragazzo?
Sherlock fa spallucce.
- Se non te ne vergogni. Sì.
John vorrebbe dirgli che non si vergognerebbe di dirlo nemmeno se fosse un serial killer o uno psicopatico ma un fastidioso groppo alla gola gli impedisce di pronunciare troppe parole tutte assieme.
- Dovremmo dormire nella stessa stanza. Da oggi in poi. Se non lo facciamo le persone penseranno che sia una bugia, lo stare insieme.
John sillaba 'stare insieme' senza far uscire alcun suono dalla sua bocca.
- Insomma... se non ti crea problemi.
- No! Non me ne crea, no, assolutamente.
Sherlock ridacchia, avvicinandosi piano a John e avvolgendolo con parte della sua coperta. Il medico sente il calore del suo compagno fin dentro le ossa e si sente rinvigorito e felice come mai in vita sua.
- La cioccolata è buona?
- Troppo poco zucchero, John.
- Ma se è piena di zucchero, Sherlock! Ti verrà il diabete!
Ridono entrambi e John vorrebbe dirgli che questo sarà il miglior Natale della sua vita, e che i suoi capelli che gli solleticano il naso hanno l'odore dell'inverno, e che vorrebbe assaggiare di nuovo la sua pelle e fare l'amore con lui fino alle luci dell'alba. Ma non dice niente, non ancora. Ci sarà tempo per tutto. E John spera di poter preparare la cioccolata a Sherlock per tanti anni ancora.






Ps. I'm a Serial Addicted

Gggià. Ogni tanto capita, per cui godetevi questo fluff perché non so quando ce ne sarà un altro XD brevissima oneshot nata dal fatto che stavo guardando varie FA Johnlock quando sono capitata in immagine stupenda di Reapersun. E diciamo che il mio cervello se n'è andato per conto suo. Per cui prendetela per com'è: un modo per farmi perdonare per tutto l'angst che sto postando ultimamente. Tanto love per tutte le splendide recensioni che mi lasciate (... risponderò, giuro...). Mi fate immensamente felice!


ps. Un grazie speciale a Ermete per l'aiuto con il titolo <3



Jess
   
 
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