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Autore: CavalierYouth    17/11/2012    1 recensioni
Questa fanfic è dedicata alla mia ragazza, Serena. La mia bussola.
Gee e Frank si innamorano l'uno dell'altro tramite computer e un giorno decidono di scappare per realizzare i loro sogni.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I don't belong here. We gotta move on, dear.


La professoressa di chimica continuava a parlare incessantemente di argomenti che non importavano all'incirca al 99 % della classe, fatta eccezione per Mark, il secchioncello di turno.
Io ero completamente perso nel mio mondo – che novità – e giravo svogliatamente le pagine del libro tanto per far vedere che ero vivo alla prof.
“Insomma, questo è quanto da sapere sugli atomi, domande?”. Nessuno rispose. Come sempre.
La campanella suonò e lasciammo tutti i nostri banchi. Forse io più velocemente degli altri: volevo tornare subito a casa.


 

Buttai la cartella sul divano e salutai mia madre freddamente. Tra me e la mia famiglia non scorreva buon sangue. Non facevano mai scappare l'occasione per etichettarmi. Eppure, non si diceva che un genitore non dovrebbe mai giudicare il figlio? Sarà che sono l'eccezione. Mangiai la pasta velocemente, facendomi quasi andare di traverso lo spaghetto.
“Cos'è questo 2 a matematica, Gerard?” chiese con tono acido mia madre. Quando mai quella assume un tono tenero, puoi portargli anche un 10, troverà sempre qualcosa che non va.
“Mà, te l'ho detto: io e la matematica non siamo mai andate d'accordo. E poi non mi serve a niente quella robaccia, tutta calcoli e cazzi vari. Io farò il fumettista.”
“Ancora con questi sogni irrealizzabili, Gerard? Ma vuoi mandarci per strada?! Come puoi diventare un fumettista? Rovinare così quell'intelligenza che hai, eh?! Mi fai rabbia, sei un disonore per me e per tuo padre. Guarda tuo fratello Mikey, lui è and-”
“BASTA, CRISTO DIO! BASTA CON MIKEY, IO NON SONO MIKEY. SONO GERARD ARTHUR WAY, IL PRIMOGENITO. NON SARO' MAI INTELLIGENTE COME MIO FRATELLO OKAY? MAI”. Presi lo zaino che poco prima quell'essere viscido aveva aperto e scappai in camera, chiudendomi dentro a chiave sotto gli urli di mia madre e di mio padre che, come suo solito, dormiva. Mai che facesse qualcosa quell'uomo.
Tra i singhiozzi, accesi il computer per trovare rifiugio nella persona che mi amava per quello che ero, un ragazzo con troppi sogni in testa e poche possibilità di realizzarli. Fortunatamente, Frank era online.
Ho conosciuto Frank qualche mese fa, circa 3 o 4. Lui abita a New York, mentre io qui a Belleville. Abbiamo stretto amicizia subito: stessi gusti musicali, stessa situazione familiare, stessi problemi a scuola. Perché sì, non bastavano i miei a rovinarmi le giornate, anche i bulli dovevano rompermi il cazzo. Dopo quel pensiero, guardai il mio braccio: avevo aggiunto altre due cicatrici e altri due lividi macchiavano la mia pelle candida.
Il suono della chat mi risvegliò.
“1 messaggio da Frank”. Lo aprii.
“Hey Gee, tutto bene? :)” Sospirai. No, per niente proprio. Ma l'avrei fatto preoccupare. L'ultima cosa che volevo era far star male Frank per i miei fottuti problemi quando lui ne aveva di peggiori.
“Sì.. tutto bene.. credo. E tu?”
“Gerard, non mentirmi. Ti conosco più io che te stesso. Che hai?”
“Niente, Frank, sto bene. Davvero”
“Gee.. parlamene, ti prego..”
Non resistetti. Se doveva stare male perché non mi sfogavo con lui, mi sarei sfogato. Dovevamo salvarci entrambi, non dovevo fare l'eroe. Quelli esistono solo nei miei disegni mai finiti.
Frank mi ascoltò con calma, consigliandomi come sempre cosa fare e cosa non fare.
“Frank.. devo dirti una cosa, puoi chiamarmi al cellulare?”
“Ovvio, tre minuti che lo accendo e sono tuo.”
Aspettai e proprio mentre perdevo le speranze, la suoneria squillò per tutta la stanza.
“Pronto, Frank?”
“Sì, sono io. Scusa, ma il cellulare a volte fa i capricci per la memoria e cazzi vari. Che volevi dirmi?”
“..che mi sono innamorato di te.”
“....allora ho fatto bene ad aspettarti”.
Bene, ho perso un battito. Interessante.

“Frank, vuoi scappare con me?”
“You can run away with me anytime you want”.


La stessa sera, presi il treno per New York e mi precipitai nel luogo dove dovevo incontrare Frank.
“Fatto presto col treno, noto.” Sobbalzai dallo spavento e guardai negli occhi Frank. Quegli occhi che ho desiderato incontrare dal primo giorno in cui ci siamo parlati.
“Beh, non dista moltissimo. 1 oretta, cred-”, non finii la frase che mi ritrovai le labbra del più piccolo sulle mie.
Poco dopo, prendemmo tutte le valigie necessarie, ci baciammo ancora e ancora e ancora, fino a quando ridemmo divertiti e ci avviammo verso il treno per una metà indecisa.
Non mi sarei mai perso con l'uomo che amavo al mio fianco. Lui era la mia bussola.

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è abbastanza corta come storia, ma volevo scrivere qualcosa che riguardasse le relazioni a distanza e, in specifico, cosa sto vivendo io questo periodo in cui sto insieme alla mia ragazza. :3 Ah, Serena, se stai leggendo: sappi che un giorno scapperemo insieme da tutto questo. Perché tu puoi correre via con me ogni volta che vuoi.

  
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