Quella
mattina mi svegliai sapendo già che sarebbe stata una giornata
diversa dalle altre. Me lo sentivo nell’anima, avevo questa
strana sensazione e nessuno mi levava dalla testa che sarebbe successo
qualcosa di importante. Come ogni giorno mi alzai con pochissima voglia
dal mio letto, feci colazione e mi vestii con mia madre che non mi
perdeva mai di vista. Era molto preoccupata per me, da quasi un mese
ero caduta in una specie di depressione e l’unica persona che mi
permetteva di continuare a vivere era mio figlio. Il mio piccolo angelo
che da nove mesi si trovava al sicuro dentro al mio ventre. La mia vita
da quando lui se
n’era andato non aveva più senso e l’unico motivo
per cui ogni giorno mi alzavo e combattevo era proprio mio figlio. Lo
amavo con tutta l’anima proprio come amo suo padre e desidero
tanto che in questo momento lui sia qui a canto a me, ma dopo la nostra
ultima litigata non si è fatto più sentire. Mia manca
ogni fottuto giorno, ma non ho il coraggio di alzare la cornetta del
telefono e chiamarlo, se lui non lo fa evidentemente non gli
interessiamo ne io ne suo figlio. Non c’è giorno che non
ripeso al nostro litigio e di come mi abbia spezzato il cuore…
Flashback
“Non
c’è la faccio più sono stanca di questa
situazione!” sbottai al limite della sopportazione e del
nervosismo, era una sera di metà dicembre fuori nevicava e i
bambini giocavano per le strade lanciandosi la neve e costruendo
pupazzi di neve. Le coppie di fidanzati passeggiavano mano nella mano
felici, avrei tanto desiderato anche io farlo ma c’era due motivi
per cui non potevo: primo ero all’ottavo mese di gravidanza e il
medico mi aveva proibito di uscire da sola perché avevo avuto un
distacco dalla placenta a causa del troppo stress ed era più
sicuro per il bambino che mi riposassi a casa e lo avrei anche fatto se
non fossi stata da sola. Già, il secondo motivo per cui non
uscivo era perché il mio ragazzo non c’era mai in casa,
sempre impegnato a causa del suo fottuto lavoro di cantante e a me chi
mi pensava? Nessuno. Ero stanca, io mi sentivo sempre messa in
disparte. Non lo vedevo mai e la sera a malapena ci scambiavamo due
parole.
“Amore ti prego calmati, lo sai che se fosse per me resterei
sempre qui con voi ma ho un contratto di lavoro e devo
rispettarlo” alzai lo sguardo fisso sul mio ventre gonfio per
portarlo nei suoi occhi di un verde inumano da fare invidia agli
smeraldi. Ecco una delle caratteristiche che mi avevano fatto
innamorare di Harry Styles cantante dei One Direction, band famosa in
tutto il mondo.
“No Harry io non mi calmo, non c’è la faccio
più io ho bisogno di te ma tu non ci sei. Quando nascerò
il bambino cosa farai? Non ti curerai proprio di lui?” domandai
mentre alcune lacrime mi rigavano il volto, mentre mi avvicinavo
lentamente a lui “Tesoro…io ho capito che usi il lavoro
come una scusa per non ritirarti…leggo i giornali, sai? Vedo che
vai nelle discoteche a bere”
“Avril io…”
“No, Harry dimmi cosa hai, ti prego, confidati con me”
“Non mi sento pronto a diventare padre” sussurrò e
per me fu come una pugnalata al cuore, tutti questi mesi passati a
immaginare il nostro bambino a non fare altro che desiderare altro di
averlo tra le braccia e lui ora mi viene a dire che non si sente
pronto? Lo so che abbiamo solo venti anni, anche io ho un po’ di
paura ma sono felice di diventare madre e non vedo l’ora di
poterlo vedere e prendermene cura.
“Ora capisco tutto” mormorai delusa asciugandomi le lacrime
“Non ti riconosco più Harry, ti vedo distante e non sono
innamorata di questo Harry, ma di quello che appena ci siamo conosciuti
ogni giorno per conquistarmi mi mandava a casa ogni tipo di fiore
diverso, che sa sempre sorprendermi, che quando gli ho detto di
aspettare suo figlio si è messo a piangere e per tutta la notte
non ha fatto altro che accarezzarmi il ventre e parlare del bambino. Tu
non sei più il mio Harry, sei uno sconosciuto per me”
“Senti è colpa di questo maledetto errore se sono
cambiato, dovevamo liberarcene prima ora è troppo tardi”
non ci vidi più e gli mollai uno schiaffo dritto in faccia. Come
poteva dire quelle parole così cattive? Mi faceva schifo! Dovevo
andarmene immediatamente, non potevo vivere sotto lo stesso tetto con
quel mostro.
“Da oggi in poi non esiste nessun noi. Non voglio più
vederti, ti odio” urlai prima di uscire una volta per tutte da
quella maledetta casa.
Fine Flashback
Solo ora penso che tutto quello che abbia detto sia una grande
menzogna, io lo conosco e so che ama nostro figlio solo che mi ha fatto
male sentire quelle parole.
“Avril è arrivato Louis” annunciò mia madre
riportandomi al presente. Louis Tomlinson era il mio migliore amico, la
persona con cui avevo più legato della band e quasi ogni giorno
veniva a trovarmi per assicurarsi che la gravidanza andava bene e per
portarmi notizie di Harry, perché anche se non lo chiamavo
ero ugualmente preoccupata per lui e il mio amico mi raccontava tutto
quello che passava e faceva.
“Ehi Boo Bear come stai?” dissi abbracciandolo goffamente a causa dell’enorme pancione
“Tutto bene tu? Come sta il mio nipotino?” chiese dandomi un bacio sulla guancia
“O nipotina Louis, non sappiamo il sesso e comunque benissimo anche se non fa altro che calciare” dissi
portandomi le mani sul ventre, da quando mi ero svegliata calciava in
continuazione come se qualcosa lo preoccupasse “Sapeva che
sarebbe venuto il suo zio preferito” disse Louis sorridendo,
sospirai e scossi la testa
“Si certo Lou proprio così” dissi assecondandolo
“Si, infatti. Allora cosa stavi facendo prima che io
arrivassi?” chiese buttandosi a peso morto sul divano, lo imitai
sedendomi di fianco a lui
“Niente, allora novità?” domandai curiosa
“Sempre le solite, non parla con nessuno e rimane chiuso in casa
tutto il giorno” rispose Louis sapendo ovviamente a cosa mi
riferivo. Annuii lentamente
“Tesoro visto che c’è Louis vado un attimo a fare la
spesa a dopo ragazzi” disse mia madre salutandoci e uscendo di
casa.
“Che ti va di fare?” domandò il mio migliore amico,
scrollai le spalle e sbuffai non mi andava di fare niente “Vado a
prendere qualcosa da mangiare e vediamo cosa c’è in tv
ok?” non risposi e mentre Louis andava in cucina, mi alzai per
andare a prendere il telecomando sulla poltrona ma appena mi
alzai in piedi sentii un liquido scorrermi lungo le gambe. Mi
pietrificai sul posto. No, non si trattava di pipì. Oh mio dio,
non poteva essere…era troppo presto, io non ero pronta. Il mio
bambino non era pronto. Mancava ancora una settimana al termine del
parto, non poteva nascere ora. Calma Avril, ritorna a respirare
lentamente.
“Avril ma che stai facendo in piedi? Oh ti sei fatta sotto? Tranquilla può capitare, però…”
“Louis” sussurrai puntando lo sguardo nei suoi occhi azzurri “Mi si sono rotte le acque”.
Rimanemmo in silenzio a scrutarci per un paio di minuti, finché
una contrazione non mi fece piegare in due. Cazzo, faceva male eccome
se faceva male
“Louis!!” urlai dal dolore
“Si…stavo pensando a come riparare le acque”. Per favore ditemi che stava scherzando!
“Brutto idiota, che cazzo dici” urlai nervosa mantenendomi
in piedi con l’aiuto del divano, Louis mi guardò confuso
“Sto per partorire Louis, chiama mia madre e portami in
ospedale!” urlai mentre venivo colpita da un’altra
contrazione, il mio amico sembrò riprendersi e cacciò
velocemente il cellulare dalla tasca. Oh finalmente si era deciso a
prendere in mano la situazione.
“Eleanor…sono da Avril e le si sono rotte le acque che
devo fare?” ma perché dico io, dovevano rompersi le acque
proprio mentre c’era lui? Perché si metteva a chiamare la
sua fidanzata? Voglio mia madre, dov’è quando ho bisogno
di lei? “Passami Eleanor” urlai, obbedì in un attimo
“El perché proprio oggi dovevo trovarmi da sola con
Louis?” domandai scoppiando a piangere
“Avril che succede? Louis che sta dicendo?”
“El mi si sono rotte le acqua e ho una paura
tremenda…oddio” ansimai mantenendomi il ventre “El
chiama mia madre e falla venire in ospedale ti prego”
“Avril ci penso io, tu dici a Louis ti portarti in ospedale al resto ci penso io”
“Grazie” sussurrai chiudendo la chiamata “Lou PORTAMI IN OSPEDALE” urlai in lacrime
“Ok andiamo” disse stringendomi i fianchi e conducendomi
lentamente alla sua auto, mi aiutò a salire mentre io sudavo e
piangevo a causa del forte dolore.
“Louis fa presto ti prego” dissi torturandomi le mani, non
volevo partorire in auto e soprattutto volevo il ragazzo che amavo al
mio fianco, ma lui non c’era e forse non avrebbe neanche saputo
che oggi sarebbe nato suo figlio. Perché il destino era
così crudele?
“Carotina stai tranquilla, ora ti porto subito in ospedale”
annuii mentre mi prendeva per mano, la strinsi forte mentre
un’altra contrazione mi colpiva. Avevo una paura tremenda, avevo
solo venti anni e stavo per mettere al mondo mio figlio.
Bianca e fredda.
Ecco com’era la stanza in cui avrei messo al mondo il mio
bambino. Arrivati in ospedale i medici mi avevano subito trasferito in
questa stanza, dove mi spogliai e indossai un camice blu e bianco. Mia
madre era subito corsa da me e ora ci trovavo entrambe in sala parto ad
aspettare che la dilatazione si completasse. Eleanor aveva chiamato
tutti i nostri amici, c’erano proprio tutti: Niall, Zayn, Liam e
la sua ragazza Danielle. Mancava solo lui, El mi aveva detto che lo
aveva chiamato ma ovviamente lui se n’era fregato e non era
venuto qui da me. incominciavo a credere che le sue parole fossero
vere, non se ne fregava niente del bambino e questo mi faceva stare
ancora più male, perché mio figlio non avrebbe mai
conosciuto suo padre.
“Mamma chiama il medico, ti prego…non c’è la
faccio più” urlai mentre un’altra contrazione mi
colpiva, man mano diventavano sempre più vicine e più
lunghe. Mi sentivo di impazzire, giuro che non farò mai
più un altri figlio non ho mai sofferto così tanto!
“Amore adesso arriva tu stai calma, ora vado a chiamarlo”
disse mia madre asciugandomi la fronte piena di sudore e lasciandomi la
mano per poter uscire e lasciarmi sola in quella maledetta stanza.
“Ti prego amore mio, esci subito da lì” mormorai
accarezzandomi il ventre. Strinsi i denti mentre un’altra fitta
mi colpiva, ti prego mamma torna presto non voglio stare da sola!
Pochi minuti dopo sentii la porta aprirsi, sorrisi finalmente la mamma
era ritornata con il medico “Mamma finalmente!” esclamai
quando la sentii prendermi per mano, ma era diversa da quella di mia
madre. Mi girai alla mia destra e incrociai i suoi occhi verdi
“Harry” mormorai sorpresa, che ci faceva lui qui?
“Harry” ripetei iniziando a piangere silenziosamente
“Shh amore mio, ti supplico di perdonarmi non so cosa mi abbia
preso ma io ti amo e amo questo bambino giuro che non vi lascerò
mai più, sono stato un idiota perdonami” disse e nei suoi
occhi leggevo sincerità
“Non fa niente, scusa tu anche io ti amo. Perdonami” dissi
baciandogli le labbra, finalmente era ritornato da me e avevamo
chiarito. Questo giorno diventava sempre più perfetto.
“Scusate se vi interrompo ma dovrei controllare la
dilatazione” disse il medico entrando in sala parto seguito
dall’ostetrica, io ed Harry annuimmo in contemporanea e strinsi
forte la sua mano “Beh otto centimetri, senti il bisogno di
spingere?” chiese
“Si” confessai tesissima
“Bene allora possiamo procedere” annunciò il medico,
il cuore iniziò a battermi velocemente, il bambino stava per
venire al mondo e io avevo una paura tremenda
“Forza amore, c’è la puoi fare” disse Harry
baciandomi la fronte, annui e strinsi più forte la sua mano
“Sta per nascere” sussurrai incredula
“Sta per nascere” confermò baciandomi la fronte. Il dolere era fortissimo ed era aumentato a dismisura.
“Ok adesso devi incominciare a spingere più che
puoi” disse il dottore, annuii e strinsi i denti mentre
incominciavo a spingere
“Fa malee!” urlai stringendo saldamente la mano di Harry
“Lo so ma tu sei forte” disse confortandomi,
continuai a spingere e ad urlare finché non sentii qualcosa di
viscido vicino alle gambe. Non ebbi neanche il tempo di chiedermi
cos’era che ripresi a spingere di nuovo “Non
c’è la faccio” sussurrai scoppiando a piangere
“Sei stata bravissima fino a mo’, amore forza fallo per
nostro figlio che tra poco sarà nelle nostre braccia”
disse Harry sorridendo
“Forza Avril è quasi fuori, spingi di nuovo” disse il dottore incoraggiandomi
“Ahhh giuro che non farò mai più sesso in vita mia
e guai a te se mi tocchi di nuovo!” urlai minacciosa guardando
Harry che poverino era sconvolto. Una vita senza sesso sarebbe stata
difficile per lui. Sentii la dottoressa ridacchiare, ma la ignorai. Non
avrei mai più fatto figli, lo giuro! Uno basta e avanza.
“Avril un ultima spinta forza”
“Certo dite sempre così” dissi stringendo i denti e spingendo di nuovo
“Questa è l’ultima te lo giuro”
“Visto!?” domandai ironica guardando Harry, il quale sorrise
“Sei bellissima” sussurrò baciandomi la guancia
“Bugiardo” urlai spingendo di nuovo, dovevo avere di sicuro un aspetto orribile e mostruoso.
“Eccolo…vai Avril, di nuovo e sarai una mamma”
“Forza amore mio”
“Ahhhhhhhhhh” urlai con tutta l’energia che avevo in
corpo…ed eccolo il pianto del mio bambino. Era nato. Ero una
mamma e il mio Harry un papà.
“Complimenti è una bellissima bambina” disse il
medico avvolgendola in un panno bianco. Era femmina, avevo dato alla
luce una bambina. Guardai Harry, il quale piangeva dalla gioia.
“Ti amo” sussurrai
“Anche io ti amo” sussurrò baciandomi dolcemente le labbra
“Volete tenerla?” chiese l’ostetrica, non attese una
risposta che subito la sistemò tra le mie braccia. Era
piccolissima, non esisteva essere più bello di lei in quel
momento. Avevi pochi capelli biondi e gli occhi erano ancora scuri per
poter definire il colore “Ciao piccolina, io sono la tua mamma e
lui è il tuo papà” sussurrai stringendogli la
piccola manina
“E’ bellissima…come te” disse Harry
“E’ la tua fotocopia” sussurrai emozionata.
“Allora come la chiamiamo?” chiese il medico, per fortuna
io ed Harry avevamo già scelto dei nomi in caso fosse femmina o
maschio.
“Hope Anne Styles” rispose Harry sorridendo
“La nostra piccola principessa” aggiunsi. Noi tre ora, formavamo una famiglia, una meravigliosa famiglia.
Eccoci qui...
Quanto è dolce Harry *_______*
Li amo da morire questa coppia,,, e a voi??
Mi raccomando fatevi sentire nelle recensioni
Baci Nessiecarlalp :D :D :D