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Autore: vivianacenerelli    17/11/2012    0 recensioni
Lilli è una ragazza particolare, ha sofferto molto e questo ha forgiato il suo carattere, ma la vita la metterà di nuovo alla prova e si troverà ad affrontare cose che non aveva mai pensato che potessero accadere.VORREI CHIEDERE SCUSA A CHI HA LETTO LA MIA STORIA E PER UN MIO ERRORE DI TESTO NON NE HA CAPITO IL SENSO . ORA HO CORRETTO LA SCRITTURA E IL TESTO è COMPLETO COME IO L'AVEVO IDEATO .SONO NUOVA E NON MOLTO PRATITA SCUSATEMI
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                          CAPITOLO I
 
                                                           LILLI
 
I primi raggi del sole entrarono nella stanza creando dei giochi di luce sulla parete spoglia.
Lilli era già sveglia, da qualche notte strani sogni la tormentavano facendola destare prima che la sveglia suonasse. Si stiracchio e cercò di ricordarsi  cosa aveva sognato, ma per quanto si sforzasse l’unica cosa che gli tornava alla mente era quel tunnel e un ombra che lo varcava. Fece spallucce e si alzò. Era questo il momento che amava di più della giornata, nella casa regnava il silenzio, tutti ancora dormivano. Andò alla finestra e l’aprì,l’aria frizzantina di una bella giornata di ottobre profumava di nuovo, la strada era deserta, da lontano giungevano i primi rumori segnale che la città si stava svegliando. Lilli rimase ancora un po’ affacciata a guardare i passerotti che cinguettavano allegri, prese dalla tasca della sua giacca appoggiata vicino a lei un sacchettino e versò un po’ di molliche sul davanzale, chissà se il suo amico sarebbe arrivato anche oggi? Si  allontanò e guardò la sveglia,erano già le sei e trenta era ora di prepararsi. Si avviò silenziosamente verso il bagno, si lavò il viso e si guardò allo specchio. I suoi capelli castani e lunghi incorniciavano un viso ovale illuminato da due grandi occhi da cerbiatta di un particolare colore verde, aveva un naso un po’ alla francese, quel tanto che bastava per dargli quell’aria sbarazzina e una bocca carnosa. Nell’insieme era molto gradevole anzi per diversi ragazzi era veramente bella. Era molto alta per la sua età e questo la faceva notare, non che le desse noia, ma in classe  era costretta a sedersi sempre all’ultimo banco. Certo mostrava più dei suoi tredici anni anche perche il suo corpo stava sbocciando dando i primi segnali della bellezza che sarebbe diventata. Lilli non si trovava cosi bella come dicevano, ma si piaceva, soprattutto il colore dei suoi occhi che erano capaci di mutare con il suo umore, se era triste diventavano grigi mentre quando era particolarmente felice diventavano di un verde brillante. Si pettino i capelli poi si fece una treccia e usci dal bagno. Entro nella sua camera, sul davanzale c’era un passerotto intento a beccare le briciole che Lilli aveva poco prima lasciato, il suo amico era arrivato. La ragazza si avvicino piano piano per non spaventarlo, l’animaletto per niente intimorito la guardò per un po’inclinando la testa di lato, fece due saltelli e continuò a beccare le briciole. Lilli sorrise, aveva una passione per i volatili soprattutto i passeracei,per la loro semplicità, per la loro laboriosità ma soprattutto per la libertà di potersene volare via. Era questo il motivo per cui li amava, anche lei avrebbe voluto andare via lontano dal quel posto. Gli mancava la sua casa, ma soprattutto sua madre. Non che Nadia fosse cattiva con lei,ma non era certo la stessa cosa << mamma dove sei ….? >> . un lieve bussare alla porta la distrasse dai suoi pensieri.<< Lilli sei pronta? È ora di andare a scuola.. >> , la ragazza si asciugò una lacrima<< si Nadia scendo subito >> . rimise in ordine la camera e scese in cucina dove una tazza fumante di latte la attendeva con una bella fetta di pane con burro e marmellata. La ragazza si sedette a tavola e incominciò a mangiare con gusto,Nadia si sedette accanto a lei con una tazza di caffè in mano fissandola con aria preoccupata,fece un sospiro e sgrullò la testa.<< Che cosa c’è, non hai dormito neanche questa notte vero? Forse è il caso che ne parliamo con un dottore. Ormai sono diverse notti che sento agitarti e la cosa mi preoccupa. Dimmi Lilli, non ti trovi bene qui con me? Lo so che non sono tua madre ma pensavo che avevamo trovato un certo accordo, che c’era una certa simpatia tra di noi… >>. La donna fece una pausa attendendo la risposta della ragazza che non tardò,<< si certo che mi trovo bene qui, soprattutto se penso alla precedente casa….non dipende da te Nadia, ma non dipende neanche da me. Sono varie notti che faccio lo stesso sogno e mi sveglio con la stessa sensazione di paura di quando sono venuti a prendermi quelli dell’assistenza sociale e mi hanno portato in istituto… >>. La ragazza si interruppe con un singhiozzo e compienti lacrime scesero sul suo bel viso. Nadia si alzo dalla sedia e le si avvicinò abbracciandola.<< piangi pure, lascia che la tua rabbia e il tuo dolore escano, non lasciarli mai accumulare, non permettere mai alle avversità di abbatterti. Sei una ragazza coraggiosa, vedrai che un giorno o l’altro avrai notizie di tua madre. Anche se oramai sono passati sette anni io credo che lei tornerà perché non si può lasciare una figlia come te..su lavati il viso e preparati altrimenti farai tardi a scuola. >> dicendo questo le stampò un sonoro bacio sulla fronte e la guardo. Lilli abbozzò un sorriso. << sono stata fortunata ad essere affidata a te. La precedente “mamma”mi picchiava di continuo,se non mi fossi rotta il braccio per causa delle sue continue botte non ti avrei mai incontrato. > >. Si abbracciarono forte. Le robuste braccia della donna facevano sentire la ragazza protetta, era una sensazione gradevole,Lilli, sentiva che le voleva veramente bene.
<< Su forza altrimenti farai tardi,Emanuele si sarà infreddolito ad aspettarti li fuori…. >>. la donna le fece un sorrisetto malizioso, la ragazza arrossi e scappò di corsa<< lo sai che solo un amico e poi io sono troppo piccola per lui >> . Nadia rise, aveva capito che tra i due ragazzi c’era del tenero, ma erano entrambi troppo timidi per confessarselo. Conosceva bene il ragazzo e la sua famiglia,quindi era tranquilla quando la sua Lilli era con lui.
La ragazza scese le scale,le diede un bacio << ciao ci vediamo a pranzo o sei di turno in ospedale? >>
<< No sono a casa,oggi ritorna Gianni e voglio preparargli un bel pranzetto >> disse la donna accendendo una sigaretta,la ragazza fece una smorfia a quel gesto< < si lo so solo cinque promesso >> rispose Nadia al rimprovero silenzioso<< ci vediamo oggi, buona giornata. >>
La ragazza uscì in strada ad attenderla appoggiato al cancello c’era Emanuele che vedendola le sorrise<< buongiorno principessa, pensavo che non saresti più uscita >> Lilli gli sorrise e si incamminò con lui accanto<< scusami è che ho parlato con Nadia, è preoccupata per me perché mi ha sentito anche questa notte e vorrebbe portarmi dal dottore. Ti immagini,che gli dico io al medico, che tutte le notti faccio sempre lo stesso sogno e che mi sveglio con una grande voglia di urlare, di piangere e con la sensazione che una persona sia in pericolo, mi prenderebbe per pazza o visionaria. No, non posso certo farlo, spero solo che mi passi anche perché ogni volta è sempre più intenso e forte come se stesse per accadere qualcosa di veramente tremendo. Mi sento come quando mi hanno portato via da mia madre, la stessa sensazione di paura,non so nemmeno io come spiegartelo >>. La ragazza fece un profondo respiro cercando di controllare la voglia di piangere che aveva, alzo gli occhi verso il suo amico che la guardava con tenerezza e abbozzo un sorriso. Il giovane l’abbraccio forte<< lo sai principessa che ci sarò sempre io a proteggerti,anche se ero piccolo quando l’ho promesso è sempre valido. Da quando ti ho visto la prima volta ho avuto questa sensazione. Mi ha colpito molto il tuo sguardo. Sentivo che dovevo prendermi cura di te >>. La giovane lo guardò grata di quel conforto che le dava sapeva che poteva contare su di lui era già successo altre volte
<< Ei piccioncini oggi non andate a scuola? >>. Giovanni si avvicinò con la sua bicicletta ai ragazzi che si sciolsero velocemente dall’abbraccio arrossendo entrambi.<< certo,certo. Io scappo, ci vediamo all’uscita? >> chiese la ragazza correndo verso l’entrata della scuola < < si, io esco prima ma ti aspetto, a dopo >> cosi dicendo il ragazzo si avvio insieme al suo amico verso il liceo classico poco distante da li.<< quando ti deciderai a confessargli che sei innamorato di lei? Ci conosciamo da piccoli e non ti ho mai visto perso come per Lilli, anche se hai avuto altre storielle la cotta che hai per lei non ti è mai passata. Ha solo due anni meno di te non è poi cosi piccola e se fossi in te mi sbrigherei visto la bellezza che sta diventando. Non hai notato in quanti si girano a guardarla quando passa? Ogni giorno si fa sempre più bella. Sai che ti dico, se non ti decidi arriverà qualche bamboccione e te la porterà via. Sempre che non lo faccia io per primo è proprio un bel bocconcino >>. Emanuele diede una spinta al amico che rideva divertito.<< lo so hai ragione. Ho cercato sempre di mentirmi dicendo che era solo una forte simpatia per lei, affetto,ma ogni volta che uscivo con un'altra passavo il tempo a paragonarla a lei, ma come faccio, non voglio rischiare di perdere la sua amicizia. Preferisco non rischiare, non ancora. Voglio capire se anche lei prova qualcosa per me e spero di riuscirci presto altrimenti questo trimestre se ne va all’ortiche non riesco più a concentrarmi e anche se siamo all’inizio dell’anno sento che finirà male se continuo così. Forza entriamo altrimenti il prof di greco si incavola >>.cosi dicendo accelerarono il passo ed entrarono nel edificio.
La mattinata passo veloce per i ragazzi tanto che si ritrovarono di nuovo in strada ad aspettare che la loro amica uscisse di scuola.
< < Questa sera ci sei agli allenamenti? >> chiese Giovanni all’amico << io non so se ci riesco visto la traduzione di greco che ci aspetta, penso che mi ci vorrà tutto il pomeriggio. Ma a che serve il greco è una lingua morta e lasciamola morire perché deve tormentare me? > > Il ragazzo fece una smorfia di dolore che fece ridere l’amico << Giovi che scemo che sei! Non eri tu quello che voleva diventare medico, beh mio caro credo proprio che ti tocchi. Comunque possiamo studiare insieme e poi andare all’ allenamento ad un patto; tieni il cellulare spento,non sopporto tutti quei bip ogni volta che ti arriva un messaggio. Ma quante ragazze hai? >> Giovi si passò una mano tra i capelli e si alzò il colletto del giubbotto << mio caro il fascino che sprigiono fa attirare tante pollastrelle e io non posso certo deluderle,ma se è questo il prezzo che dovrò pagare per il greco vada per cel spento >>. Emanuele guardo l’amico,non aveva dubbi che dicesse la verità, alto e biondo con stupendi occhi azzurri e un fisico da atleta non c’era ragazza che non gli sorridesse,ma lui che lo conosceva bene sapeva che era un ragazzo serio, senza troppi grilli per la testa,determinato nelle sue scelte,non che non gli piacesse divertirsi ma lo studio e lo sport erano al primo posto poi veniva tutto il resto. Per questo che erano così amici avevano gli stessi interessi. Giovi gli diede una sgomitata per attirare la sua attenzione.<< guarda che stanno uscendo, io me ne vado,non ho nessuna voglia di tornare a casa con quella lagnosa di mia sorella Marisa. Ci vediamo dopo pranzo a casa tua,ciao >> cosi dicendo sali sulla sua bicicletta e si allontano.
Emanuele attese indifferente agli sguardi che riceveva dalle ragazzine e ai commenti che sentiva. Sapeva benissimo che molti lo consideravano il ragazzo di Lilli ma non importava se lei era contenta di tornare a casa con lui. Aveva ragione  Giovi,era proprio innamorato e non poteva essere diversamente visto che il cuore gli salì in gola appena la vide scendere le scale insieme alla sua amica, Lilli lo vide e lo saluto con la mano.
Il ragazzo attese che le due amiche lo raggiungessero e si incamminarono verso casa.
<< Come è andata la verifica di matematica? So che tu Marisa eri molto preoccupata, tuo fratello ha detto che l’hai tormentato per tutto il pomeriggio per fargli controllare i tuoi esercizi. >> La ragazza lo guardo mettendo il broncio << il solito esagerato, guai disturbare il principino. Infondo è lui il genio di casa no? Avrò chiesto un paio di volte di correggermi i compiti, lo sa benissimo che io e la matematica non siamo compatibili e poi che sorella minore sarei se non gli rompessi un po’ le scatole? Bando alle ciance, questo pomeriggio dove andiamo visto che non c’è tanto da studiare? >>
Lilli alzò le spalle << non so. Oggi torna Gianni e avrà sicuramente tanto da raccontare del suo viaggio, sai quanto gli piace parlare. Ti chiamo io più tardi e vediamo che fare, tu Manu sei dei nostri? >> Il ragazzo sorrise << mi dispiace ma tra il greco e l’allenamento ho il pomeriggio pieno, perche non venite a vederci. Incominciamo alle cinque e mezzo, c’è sempre una marea di ragazze che vengono a vedere tuo fratello con grande gioia dell’allenatore due di più non farà certo la differenza. >>Marisa fece una boccaccia<< tutte le fortune quello. Non solo è bravo negli studi è pure bello come il sole. Non sembro proprio sua sorella io. Comunque non è una cattiva idea ci sono un paio di ragazzi niente male, che ne dici Lilli ci andiamo? Dai ti prego,ti prego, ti prego >><< va bene,va bene. Se Nadia mi da il permesso di uscire per me va bene e poi sono curiosa di vedere questi allenamenti. Ora vado a dopo. >> Cosi dicendo la ragazza saluto gli amici e sali in casa.
<< ciao sono tornata. Hum che profumino ho una fame. >> la ragazza lascio lo zaino sulla panca e appese il giubbetto.
<< bambolina ben arrivata. >> disse Gianni sorridendole. La ragazza corse verso di lui e lo abbraccio
<< che bello rivederti come è andato il viaggio? Questa volta sei stato fuori più a lungo mi sei mancato. >> cosi dicendo si alzo sulle punte e stampo un sonoro bacio sulla guancia ruvida dell’uomo.<< si è vero, purtroppo ho dovuto sostituire un collega che aveva dei danni al motore e completare io al suo posto le consegne, per questo che ho tardato ma ora mi dovrai sopportare per un po’ sono in ferie,ne parliamo dopo ora andiamo a mangiare. Nadia ha preparato un pranzo degno di un re, fu forza, che sono settimane che non faccio un pasto decente. >> cosi dicendo i due si avviarono in cucina. Durante il pranzo l’uomo racconto alle due donne i più svariati aneddoti del suo viaggio facendole ridere, aveva la capacita di trasformare nel racconto tutte le difficoltà del suo lavoro in storielle buffe. Sia Lilli che Nadia sapevano perfettamente che fare il camionista per tutta l’Europa non era uno scherzo come lui voleva far credere, ma gli erano grate perche riusciva a cancellare con i suoi racconti tutta la tensione che avevano accumulato con la sua assenza. Lilli si era subito fidata di lui fin dalla prima volta che lo aveva conosciuto. Aveva appena sette anni quando gli assistenti sociali la accompagnarono in quella casa e Lilli era molto spaventata soprattutto visto come era andata con la prima famiglia, ma quando incontrò lo sguardo di quell’uomo capi che nonostante fosse un gigante poteva fidarsi di lui. Infatti Gianni era un uomo che incuteva timore al primo impatto, alto su i due metri e con una muscolatura possente mascherava perfettamente il suo animo buono e gentile, ma la bambina senti immediatamente che da lui non doveva temere niente e per la prima volta, dopo tre anni, si senti come a casa sua.  Nadia la conosceva già perché era stata lei che in ospedale aveva capito che la donna, a cui la bambina era stata affidata, aveva dei problemi anche perché era la terza volta che la piccola in un mese veniva portata li. La  prima volta la portarono per un profondo taglio sotto il mento dovuto, a detta della donna, di una caduta accidentale per le scale, la seconda aveva un taglio sopra l’occhio perché correndo non aveva visto il tavolino e la terza una frattura al braccio. La dottoressa non  credendo al racconto della donna aveva denunciato l’accaduto. Infatti venne fuori dalle indagini degli assistenti che la donna aveva incominciato a bere e di conseguenza maltrattava la bambina che gli era stata affidata. Nadia si era subito innamorata di quella bambina cosi fragile dagli occhi grigi e dallo sguardo cosi triste e spaventato e quando venne a sapere che era stata tolta alla famiglia affidataria fece di tutto per averla in affidamento visto che erano anni che lei e il marito cercavano da adottare un bambino. Quindi segui tutti i corsi che il programma prevedeva, non sempre con suo marito spesso lontano per lavoro e questo gli procuro  vari problemi ma avendo buone referenze riuscii ad ottenere il primo incontro assistito con la bambina. In quell’occasione l’assistente sociale le racconto la particolare storia di Elisa,venne cosi a sapere che fu tolta alla madre all’età di quattro anni perché la donna, a causa di una seria depressione, presentava dei problemi psicologici. Aveva costretto la bambina a vivere isolata da tutti, non le permetteva di parlare con nessuno  ne di giocare con i suoi coetanei nel parco. Infatti la piccola viveva sempre chiusa in casa e le poche volte che usciva nel piccolo giardino condominiale era sempre controllata a vista dalla nonna,molto premurosa verso la nipotina ma, a detta dei vicini, intimorita dalla figlia che aveva contini sbalzi d’umore. Le sentivano spesso litigare,la nonna accusava la figlia di essere pazza che nessuno la perseguitava ma se continuava così le avrebbero portato veramente via la piccola. dopo ogni litigio, Claudia,questo era il nome della mamma della bambina, spariva per qualche giorno, per poi ritornare calma e ogni volta con un dono per la piccina. Quando, purtroppo, venne a mancare la nonna, le cose precipitarono. Claudia si senti persa, non aveva più nessuno che poteva accudire la bambina quando lei andava al lavoro, fu quindi costretta a lasciare la piccola sola in casa, ma questo non funziono perche Lilli, cosi chiamava sua figlia, piangeva disperata e alle minacce di una vicina di chiamare le autorità se la lasciava sola un’altra volta,la donna fu costretta ad abbandonare il lavoro. Per i primi tempi tutto andò bene, la sentivano cantare e giocare con la figlia, ma man mano che il tempo passava il suo stato d’animo cambiava. Le poche volte che scendeva in giardino con la figlia borbottava sempre sottovoce e come arrivava qualche condomino si precipitava ad abbracciare la piccola come per proteggerla. Pian piano smise di uscire. Si faceva portare la spesa a casa costringendo il commesso a lasciare tutto davanti alla porta dove aveva precedentemente lasciato i soldi in una busta che nascondeva ogni volta in un luogo diverso del corridoio condominiale. Erano passati diversi mesi dalla morte della nonna quando una notte sentirono piangere la bambina incessantemente. All’alba un vicino, temendo una disgrazia, decise di far intervenire le autorità. Ciò che trovarono quando entrarono li lascio interdetti. Oltre al cattivissimo odore  regnava il caos totale, dovettero aprire tutte le finestre e rovistare tra tutto quel disordine pazzesco, sacchi di immondizia ammucchiati ovunque, panni sporchi, ma della donna e della bambina nessuna traccia. Stavano quasi per arrendersi e interrompere le ricerche quando sentirono singhiozzare. Trovarono la piccola rannicchiata infondo all’armadio,che cercava di nascondersi coprendosi con dei panni e stringendo al petto un orso. Quando vide tutte quelle persone incomincio a chiamare la sua mamma e non ci fu verso di convincerla ad uscire dal suo nascondiglio era terrorizzata. Impiegarono parecchio tempo per calmarla, la piccola vinta dalla stanchezza infine si fece prendere in braccio da una poliziotta che vagamente assomigliava alla sua mamma. Venne  portata in un istituto di accoglienza dove la visitarono,non presentava segni di violenza o malnutrizione, era solamente sporca e terrorizzata. Ci volle molto tempo e un duro lavoro degli psicologi per riuscire a togliere dallo sguardo di Lilli la paura, non era abituata a tutti quei estranei e continuava a chiamare  la sua mamma. Della donna non si ebbe più notizie, qualche vicino disse di averla vista girare intorno casa pochi giorni dopo che la bambina era stata portata via dalle autorità, ma poi più niente. Passo cosi un anno prima di essere affidata alla prima famiglia, ma disgraziatamente non ebbe fortuna ora aspettava a     Nadia riuscire nell’ impresa di far tornare il sorriso su quel volto.
Fu cosi che Lilli incomincio a vivere con Nadia, i primi tempi non fu facile ma l’amore della donna e di suo marito, riuscirono a spezzare il muro di diffidenza che la piccola aveva creato. Più passava il tempo e sempre più Lilli si lasciava coinvolgere da loro. Una mattina la donna guardo la bambina e rimase stupita, aveva qualcosa di diverso ma lì per lì non riuscì a capire poi si accorse, il colore degli occhi di Lilli era mutato, erano di un verde stupendo illuminati da un sorriso che la piccola le rivolgeva,la donna la prese imbraccio e la bacio << benvenuta a casa! > >
                                                           
   
 
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