Non posso vederlo così.
Mi giro per lasciare scendere altre lacrime e sento le braccia di suo padre toccarmi la spalla.
- Andrà tutto bene. Harry è un testone, ed è forte. Capito? Non pensare a niente di brutto –
Sorrido, anche se so che non ci riuscirò.
5 ore dopo siamo ancora in un corridoio spoglio di un ospedale, in attesa di notizie.
Io giro su e giù piangendo silenziosamente mentre suo padre è seduto su una sedia di plastica blu, la testa tra le mani.
Non… non so davero come farei senza di lui.
Non può lasciarmi adesso, cosi.
Ripenso al ragazzo che a prima vista, in quell’ascensore, mi sembrava soltanto un galetto presuntuoso e mi viene ancora più da piangere. Sembra un'altra dimensione.
- Harry... – sussurro, non so perché.
- Fa riflettere , non è vero? – dice improvvisamente suo padre.
- Si… - rispondo, lo sguardo perso – si, sicuramente –
Silenzio.
- Signorina Jones? Signor Styles? – il dottor Tomlinson (buffo, la prima volta che l’abbiamo incontrato eravamo in tutt’altra situazione) esce dalla stanza chiudendo piano la porta per non disturbare i pazienti.
- SI! – rispondiamo velocemente e all’unisono io e suo padre.
- … È fuori pericolo – dice dopo averci guardato entrambi negli occhi per qualche istante.
Grazie a dio.
Harry.
Istintivamente, sporgo la testa verso la sua stanza, anche se la porta è chiusa.
- Per il ricovero, consiglierei di tenerlo in osservazione per 3, 4 giorni al massimo. Ho chiesto di metterlo nella stessa stanza di Gemma, va bene? –
- Certo – risponde il padre – Gemma… - continua, immerso nei suoi pensieri.
– Ora potete andare a parlargli adesso. Con calma però, mi raccomando. Ha subito un brutto trauma celebrale. Intesi? –
- Certo! –
- Hope – comincia suo padre – posso entrare prima io? Devo parlargli –
- Si, certo. Prego – dico sorridendo, anche se dentro non vedo l’ora di vedere il mio amore.
- Anzi ora che ci penso – suo padre si ferma sulla porta – entra anche tu –
Non me lo faccio dire due volte.
- Harry! – sussurro, portandomi le mani alla bocca per evitare di fare troppo chiasso o di farmi prendere dall’emozione.
Eccolo li, steso su un misero letto, con un misero lenzuolino azzurro e un miseo bicchiere d’acqua sul comodino.
Gira lentamente la testa, e sorride anche se fiaccamente.
- Hope! – allunga le braccia verso di me e io mi ci fiondo addosso.
- Eccomi calma! Sono qui, ok? – mi accarezza la testa.
- Si, scusa..- dico tra le lacrime.
- CAZZO HARRY! – gli sferro un leggere schiaffo sulla guancia.
- NON FARLO MAI PIU’, MI HAI CAPITO? –
Mi guarda, e sorride.
- Eri li, sdraito a terra, non ti muovevi… - finisco la frase piangendo.
- Ti amo – diciamo insieme, e ci baciamo, fortissimo, come se non ci volessimo più lasciare.
Ecco che suo padre, che è sempre stato in fondo alla stanza, si avvicina al letto, dall’altra parte.
Harry all’inizio non si gira verso di lui, e vedo che una lacrima gli riga il viso.
Lo guardo per fargli capire che è pur sempre suo padre.
Piano piano si gira.
Bastano poche parole a suo padre per far capire come si è sentito.
- Harry. Avevi ragione. Non ho mai capito cos’è importante. Ma mi è bastato quell’istante. Quell’istante in cui quella macchina… e ho capito tutto. Io amo ancora tua madre. Amo te e Gemma. E non riesco a capire comeposso essere stato cosi cieco finora. Tornerò da voi. È ciò che voglio –
Quando finisce di parlare, Harry lo guarda con due occhi vuoti poi si riprende:
- Papà, dovevo farmi proprio investire per fartelo capire? –
Insieme ridono, mi unisco anche io alla risata, fragorosa, cosi fragorosa che un’infermiera deve entrare per dirci di abbassare il tono.
È che è una risata liberatoria. Ci stiamo sfogando.
È tutto finito.
- Hope –
- Si ?-
- Hai mai fatto un incidente? –
- Mmm, no, a dire il vero –
- Bhe questo è un bene. Sai però, si dice che la vita ti scorre davanti se stai per morire, vero? –
- Si, l’ho sentito dire – rispondo ancora tra le lacrime, anche se non so se sono di felicità, commozione o liberatorie.
- Non è vero – mi prende per mano e si tira su a sedere.
- Si vede la persona che si ama. Io ho visto te –
- Harry… - dico, saltandogli praticamente in braccio.
- Aspetta. Con questo non mi stai chiedendo di farmi investire per provarti che ti amo vero? –
Sorride, poi controbatte.
- No, preferirei di no. Mi fido –
HAHAAHHAHAHA AVETE VISTO??
Adesso tutte le sere ve li metto i capitoli per farmi perdonare XD
Anche se faranno cacare le scimmie come questo -.-
Forse è anche un po corto… bhe ma la cosa dell’incidente mi faceva stare troppo male, dovevo concludere subito la cosa!
Vi voglio bene <3
#HOPE
Ps: la storia arriverà fino al capitolo 18 o 19 credo.
Non riesco a farle più lunghe di cosi XD
Comunque tranquille che ne ho già pronte altre ;)
*si crede amata*
Sciao belle :D