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Autore: Amy1DLover    17/11/2012    4 recensioni
Forse lui non è quello giusto. Forse ha ragione mamma: il principe azzurro non esiste e io mi sono illusa fosse lui.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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32 giorni senza vederlo, 1920 ore senza accarezzarlo,  115200 minuti senza guardarlo negli occhi e  6912000 secondi senza risate insieme a lui che ora è  in piedi di fronte a me con un sorriso stampato sul volto. Ancora una stupida staccionata di legno bianca mi impedisce di toccarlo e dirgli che mi è mancato da morire.
L’ultima vola che è tornato a Mullingar, è rimasto solo per pochi giorni e ci siamo visti solo per alcune ore di nascosto: siamo rimasti a casa mia, come al solito, a scherzare e ridere. Io e lui siamo solo due amici molto stretti che, quando sono insieme, amano esplorarsi, scoprire cose nuove su di loro e divertirsi.
 
Ed ora eccolo qui, davanti a me. Non c’è nulla che mi impedisca di abbracciarlo o toccarlo, ma sono pietrificata. Vorrei dire tantissime cose, ma l’unica cosa che riesco a fare è fissarlo nei suoi occhi azzurro mare e sorridere. Sento la bocca seccarsi, i battiti del cuore accelerare e le mani farsi umide; i piedi mi sembrano inchiodati al terreno e le braccia paralizzate.
 
“Helloooo!” sento la sua voce cristallina rimbombarmi nelle orecchie. “Hey” sussurro abbassando lo sguardo fissando la punta delle sue scarpe. “Allora, come va?” mi chiede chinandosi per vedere il mio volto nascosto dietro ai miei capelli castani. “Si…tutto bene…tu?” domando imbarazzata portando una ciocca di capelli dietro l’orecchio e guardandolo di sfuggita negli occhi. “Io benissimo! Ora che però sono finalmente  a casa, va ancora meglio! Mi era mancata l’aria Irlandese e anche…va beh..” mi risponde lui con aria nostalgica, varcando il cancelletto che ci divideva. “Andiamo?” mi domanda, infine poggiando il suo braccio intorno alla mia vita. Arrossisco e inizio ad arricciare una ciocca di capelli intorno all’indice. Dopo alcuni secondi annuisco e comincio a camminare in direzione del centro di Mullingar ma, dopo pochi passi, mi accorgo che accanto a me non c’è nessuno. Mi volto e vedo Niall circondato da una decina di ragazze.
 
“Una foto, solo una foto, ti prego!”; “Oddio, Niall, sei bellissimo!”; “Posso abbracciarti? Oddio!” ; “Ti amo, Niall! Sei bellissimo!”; “Ora posso morire felice. Niall sei perfetto!” urlavano, piangevano e scattavano foto. – Impossibile resistere al fascino dell’irlandese dal sorriso luminoso – penso tra me e me, fermandomi a fissare la scenetta. Rimango per alcuni minuti ad aspettare che Niall finisca di chiacchierare con le fan e, quando  finalmente mi raggiunge, continuiamo la nostra passeggiata.
 

“Allora, come procede la vita a Londra?” domando girandomi verso di lui. Sospira allontanandosi leggermente dal mio corpo e liberando la mia vita dalla sua stretta: “Bene…facciamo mille interviste, promozioni e comparsate in tv…tutto bellissimo...” “Ma…?” gli domando dopo aver notato una vena di malinconia nel suo tono di voce. “Nulla.” Mi risponde lapidario. Mi fermo di colpo: “Non è < nulla >, Niall!” insisto. Sospira nuovamente: “E’ solo che vorrei fermarmi per 5 minuti e non pensare a nulla; vorrei poter camminare senza i paparazzi alle calcagna e vorrei poter fare quello che voglio io, senza che nessuno mi dica come comportarmi” esclama tutto d’un fiato guardandosi intorno. Non so che dire; punto i miei occhi sul suo petto e sorrido amaramente. Vorrei abbracciarlo; vorrei stringerlo e digli che può rimanere con me e non preoccuparsi degli altri; vorrei baciarlo ed accarezzarlo ma Niall Horan mi blocca. Sono pietrificata: da quando è diventato < famoso > ho paura ad avvicinarmi a lui ed innamorarmi ancora del suo profumo e della sua risata. Ho paura di lui.
 
“Immagino.” affermo. “No, non posso nemmeno immaginare cosa provi, era solo una stupida frase di circostanza! Scusa…” continuo gesticolando nervosamente. Ride. “Sei sempre la solita!” esclama lui afferrandomi il braccio per intimarmi di continuare a camminare. “Si, sempre la solita deficiente! Sempre quella che si incasina quando parla e fa pessime figure in ogni situazione! Sono  un caso senza speranza!” concludo facendo finta di piangere. “Dai, non sei senza speranze! Almeno sei divertente e con te non ci si stanca mai! Sei una delle poche amiche che riesce a farmi ridere sempre, sempre!” esclama lui convinto.
 
Amica. Ecco cosa sono per lui: una semplice amica. Una ragazza con cui ridere, scherzare ma niente di più. Un’amica. Ma perché lui per me è sempre stato più di un semplice amico, perché? Perché la sua goffaggine mi ha sempre affascinato, il suo sorriso mi ha sempre incantata e la sua spontaneità mi ha sempre attratta? Perché? Perché ogni volta che mi è vicino sento la temperatura del mio corpo alzarsi? Perché quando le sue mani sfiorano anche solo accidentalmente il mio corpo, le mie guance si colorano di rosso e brividi di freddo percorrono la ma schiena?
 
“Vuoi qualcosa da bere?” le parole di Niall mi distolgono dai miei pensieri. “Che?” domando guardandolo spaesata. “Ti ho chiesto se vuoi qualcosa da bere…” ripete lei guardandomi divertito. “Oh, si!” esclamo sorridente. Entriamo in un bar e ci accomodiamo ad un tavolo posizionato accanto ad una grande vetrata antistante la strada. “Sai che qui ti vedono tutti, vero?” domando indicando con un dito la parete di vetro. Niall fa spallucce e richiama l’attenzione della cameriera alzando un braccio ed agitandolo in aria.
 

“Ecco a voi le vostre birre: una liscia e l’altra con red currant” annuncia la cameriera poggiando le pinte sul tavolo. “Grazie!” esclamiamo all’unisono. Ridiamo. “E tu?” dice improvvisamente Niall dopo che la cameriera si è allontanata dal tavolo “Come stai qui a Mullingar?”. “ Bene…la solita vita: casa, scuola, compiti, amici, casa, scuola, compiti.” rispondo un po’ annoiata. “Non sai quanto pagherei io per fare tutti i giorni questa routine! Mi manca la scuola!” Lo guardo spalancando occhi e bocca. “Potrà sembrare strano ma si, a Niall Horan manca la scuola!” dice alzando le braccia al cielo. Scuoto la testa: “La Kennedy sarebbe contentissima se ti sentisse dire un cosa del genere! Forse non ti crederebbe nemmeno!”. “Hai ragione, non riuscirebb…” Niall viene interrotto dallo squillo del suo cellulare. “Scusa…” mi sussurra alzandosi ed allontanandosi dal tavolo.
 
Perché è diventato così maledettamente bello? Perché io sono una stupida codarda? Perché non mi metto mai in gioco? Perché devo sempre, sempre vergognarmi e non sentirmi mai all’altezza? Vorrei solo ritornare indietro di due anni, due semplicissimi anni, e dire a Niall quello che provo. Ma non si può. La vita è veloce e se le tue gambe non sono abbastanza allenate, questa rischia di superarti e tagliare il traguardo prima di te. Forse sarebbe meglio non vederlo più, forse dovrei parlargli o forse dovrei far finta di niente. Non saprei. Appena parte mi manca; dopo un po’ mi “dimentico” di lui ma quando lo rivedo tutto rincomincia: l’agitazione, il caldo, il cuore che batte a mille, le mani sudate e le risate isteriche ad ogni sua battuta, anche le più idiota. Pensare che viva lontano da me mi rattrista, ma rivederlo è bellissimo.
Sei anni. Sei anni a pensare ad uno stupido ragazzo che ride senza motivo e due anni ad immaginarlo a Londra, con i suoi amici, lontano da me.

 
“Brianna, scusami ma devo scappare. Mi dispiace tantissimo” è Niall che si avvicina al tavolo estraendo il portafogli dalla tasca posteriore dei pantaloni. “So che è un gesto poco cavalleresco, ma ti lascio i soldi, così offro io. Ti prego scusami! Ci sentiamo poi…” conclude aprendo la porta d’uscita. “Ok, Niall…ci sentiamo…” sussurro quando lui ha già abbandonato il locale.
 
Perché non lo odio? Mi ha abbandonata in un bar da sola! Perché nonostante non mi abbia dato nessuna spiegazione, continuo  a sorridere rigirando tra le dita la banconota che mi ha dato? Forse non ti scriverà nemmeno, ma perché tu ci speri con tutto il tuo cuore? Stupida, sono solo una stupida! Anna, sveglia! Lui vive lontano; non ti calcola più. Perché tu continui a considerarlo il centro del tuo mondo?
 
Mi alzo svogliatamente dal tavolo e vado a pagare, inserendo distrattamente il resto datomi dalla cassiera nella tasca dei pantaloni. Esco e cammino lentamente verso casa.
 

“Sono a casaaa!” urlo varcando la porta di ingresso. “Brianna! Vieni qui!” la voce di mia mamma mi chiama dalla cucina. “Dimmi…” esclamo timorosa affacciandomi nel locale. “Ha chiamato Niall, ti cercava. Mi ha detto di dirti che ti deve dire…aspetta…devo dirti che mi ha detto di dirti che…senti, chiamalo!” dice tagliano corto. “Mamma ma che problemi hai? Non sai più parlare?” esclamo ridendo. “Smettila! Sono un po’ fusa oggi: papà non c’è, io devo andare in palestra e devo prima prepararti la cena! Sto delirando!” conclude lanciando un cucchiaio nel lavello. “Lascia, faccio io” affermo avvicinandomi a lei e poggiandole una mano sulla spalla. “Grazie, vado a prepararmi!” dice prima di schioccarmi un bacio sulla guancia e dileguarsi nell’altra stanza.
 

- Ah, finalmente mi hai chiamato! – squilla la voce di Niall dall’altro capo del telefono. “Ciao Niall, che bello quando le gente ti saluta cortesemente al telefono” ironizzo girando la bistecca sulla piastra. – Scusa… - dice abbassando il tono di voce. “Comunque dimmi tutto, capo!” dico imitando la voce di un uomo. Ride ed istintivamente sorrido anche io. – Scusa se prima sono scappato via ma avevo una cosa importantissima da fare- dice. “Tranquillo, non ci sono problemi!” dico comprensiva. – Senti, devo dirti una cosa… - mi dice con tono serio. “E’ successo qualcosa?” chiedo preoccupata. – No. O meglio…prima quando mi hanno chiamato, ecco… - si interrompe e io spengo il fornello . Mi poggio al piano della cucina e aggrotto le sopracciglia. – Erano i manager e…praticamente mi hanno detto che devo…devo…- continua. “James, taglia corto!” dico fredda. – Devo tornare a Londra! – mi dice velocemente. Trattengo il respiro, spalanco la bocca  sento gli occhi pizzicare. Mi si arrossa la punta del naso e incomincio a battere ritmicamente il piede sul pavimento. Non rispondo: non voglio che senta la mia voce tremare. – Brianna, senti, mi dispiace. So che ti avevo promesso che avremmo passato del tempo insieme, ma non posso fermarmi. Mi dispiace tantissimo, ti giuro che la prossima volta ti porto davvero a Dublino, promesso! – lui dall’altro capo del telefono parla, ma io non lo ascolto più: sono pietrificata e senza parole.

Se ne deve andare? Come? Non può. Già la volta scorsa mi aveva promesso che mi avrebbe portato a Dublino, ma non l’ha fatto. Mi aveva promesso che sarebbe rimasto un po’ di tempo, e invece? Se ne va e ancora una volta non mantiene le promesse. Sono una povera illusa. Avevo veramente pensato che lui sarebbe rimasto con me? Illusa, povera illusa. Perché ci rimani male? Sai perfettamente che ora la sua vita è diversa, che non è più il 15enne che passava le giornate nel parco di Mullingar a dire stupidaggini e ridere. Sai benissimo che tu per lui non sei più nulla. Sai che non ti scriverà mai più tutte le sere per darti la buonanotte e che non ti aspetterà mai più fuori da scuola come 6 anni fa; ma perché tu continui sempre a sperare che tutto questo accada di nuovo? Perché? Perché non riesci a dimenticarti di lui e considerarlo solo un amico? Perché sto piangendo? Perché credo ancora a tutte le cose che mi dice?

La voce di Niall mi fa tornare alla realtà – Annie? Ci sei? Brianna! -. “Ok. Ciao.” rispondo fredda cercando di non far trapelare le mie emozioni. Attacco il telefono, mi asciugo le lacrime e torno a prepararmi la cena facendo finta che nulla sia successo.


Il cellulare continua a squillare e sempre lo stesso nome si fa strada sullo schermo: < Horan >.  Giro il telefono con lo schermo che guarda il tavolo e torno a sedermi sul divano.

Cosa vuole adesso? Perché mi chiama? Non ha ancora capito che non voglio parlargli? Per due volte non ha mantenuto la promessa e mi ha delusa. Perché non capisce che io voglio solo stare con lui? Perché in 6 anni non ha capito che mi piace da impazzire? Perché continua ad illudermi per poi lasciarmi sola? Perché non capisce che quando parte il mio cuore si spezza? Perché non si accorge delle lacrime che solcano il mio volto ogni volta che lo accompagno all’aeroporto? Perché non ho parlato prima? Perché non la smette di chiamarmi? Basta.


Un altro squillo. Mi alzo di getto dal divano, afferro il telefono, apro la cover ed estraggo la SIM. La rigiro tra le mani e la fisso. Sospiro. Mi faccio coraggio e la spezzo in due.

Basta. Basta. Non voglio più sentirlo. Non voglio più parlargli e non voglio più vederlo. Non voglio più Niall James Horan, non voglio più pensare a lui. Non voglio più sentire la mani sudate, la bocca secca e il cuore battere a mille: non voglio più amarlo. Basta. Basta. Voglio dimenticarmi di tutto: delle giornate passate insieme, delle risate, dei sorrisi, delle partenze, degli arrivi, delle carezze e delle litigate. Voglio dimenticarmi di lui.

Mi risiedo sul divano, accendo il pc ed entro su Facebook. < Niall Horan > digito velocemente sulla tastiera. < Elimina dagli amici > schiaccio titubante il pulsante e tiro un sospiro di sollievo mentre goccioline salate incominciano a scorrere copiose dai miei occhi. Sento un senso di oppressione sullo stomaco ed un macigno posizionarsi sul mio petto. Sospiro e cerco di non pensare al fatto di aver appena eliminato la persona più importante della mia vita. Chiudo il computer e lo poggio sul tavolino davanti a me. Porto le gambe al petto e poggio la testa sulle ginocchia. Piango rumorosamente: singhiozzo e respiro a fatica.

Sento la serratura della porta aprirsi e cerco con le manche della felpa di asciugarmi le lacrime che non hanno smesso di scorrermi lungo le guance. Sento mia madre entrare, poggiare la borsa su di una sedia ed avvicinarsi al sofà; si siede accano a me, mi cinge le spalle con un braccio e dice: “Lui…”. Annuisco debolmente. “Piccola mia, non piangere, si sistemerà tutto. So che ora è difficile da accettare, ma è la scelta migliore; non puoi sempre starci male. Fidati di mamma: avrai anche tu la tua favola, avrai anche tu il tuo lieto fine. Sappi però che il principe azzurro non esiste e quando si è innamorati spesso si deve soffrire. Però non piangere, sei giovane, e sicuramente riuscirai a superarla e ti innamorerai altre volte. Tranquilla.” conclude prima di darmi un bacio tra i capelli e cullarmi tra e sue braccia.

Forse lui non è quello giusto. Forse ha ragione mamma: il principe azzurro non esiste e io mi sono illusa fosse lui. Forse lui è troppo distante da me e viviamo in due mondi completamente diversi. Forse non siamo fatti per stare insieme, ma accettarlo è difficile. E’ difficile per un’adolescente non credere nell’amore ed è difficile scordarsi della persona che è stata la ragione del tuo sorriso per 6 anni.
 





Let’s say some bullshits!
Hello ladies! Incominciamo con il ringraziarvi per aver letto e successivamente vi IMPLORO-SUPPLICO-SCONGIURO-VI DO 5 EURO-VI FACCIO I COMPITI PER TUTTO L’ANNO- FACCIO I LAVORI IN CASA ma lasciate una recensione! Non costa nulla, vi prego! Voglio veramente sapere cosa ne pensate. Vi chiedo umilmente perdono per eventuali errori e, nel caso ci fossero, vi prego di farmeli notare! Grazie mille ancora! xx 
Amy
 
  
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