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Autore: Jodie Roses    17/11/2012    4 recensioni
La ragazza abbassò lo sguardo. Come poteva spiegarglielo?
Come poteva spiegare a una bambina di soli 5 anni, ignara del significato della morte, che suo padre si era ucciso? Come avrebbe lei potuto sopportare il fatto di vivere senza di lui al suo fianco?
Come avrebbe potuto dirle che doveva vivere senza un papà?
Che l'accompagnava a scuola, il suo primo giorno di elementari.
Che era geloso di lei, che voleva tenerla lontano dai maschi.
Che la sgridava se tornava tardi, la sera, che si preoccupava di dove fosse e cosa facesse.
Che la portava a fare shopping, se era triste, per poi non comprarle i vestiti che tanto desiderava, ma che a lui non piacevano.
Un papà che l'avrebbe sempre, sempre consolata, dopo le litigate con i fidanzati.
Che l'avrebbe accompagnata all'altare il giorno del suo matrimonio, pur restando sempre l'uomo che amava di più.
Come poteva spiegarglielo?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-You can hear it beat 


20 Febbraio 1997 

Quel giorno, Alyson lo sapeva bene, era un giorno molto importante.
Era il compleanno di suo marito..Kurt. Del padre di sua figlia.
Quella figlia, Alicia, con cui stava pranzando. Che le raccontava di com'era andata la giornata all'asilo, di cos'aveva fatto, delle litigate con i compagni maschietti, o di quella maestra tanto buona che le aveva regalato una caramella perchè era stata brava.
Alyson però non stava ascoltando per davvero, in realtà i suoi pensieri erano rivolti a lui..chissà cosa avrebbero fatto se adesso fosse stato ancora vivo. Magari sarebbero usciti fuori tutti insieme.
Come una famiglia normale.
O lei e Alicia avrebbero passato la giornata a cucinare per lui, a fargli una torta o cose così. O avrebbero potuto organizzare una festa, invitando anche Krist e Dave..
-Mammaa? Mi stai ascoltando?- chiese la bambina, un po' offesa, interrompendo i pensieri di Alyson.
La mamma la guardò un po' smarrita.
-Sì, Ali, sì- rispose, cercando di sorridere alla bambina.
La bambina però non era convinta. Così si andò a sedere sulle ginocchia della mamma e le mostrò un disegno che aveva fatto a scuola.
-Che cos'è?- chiese lei, guardandolo incuriosita.
-Siamo io e te- rispose la bambina con un sorriso smagliante. In effetti sul foglio erano disegnate due figure con i capelli lunghi, una grande e una piccola, che si tenevano per mano.
O avrebbe potuto regalargli quel disegno..
Era bello quel disegno. Però Alyson, guardandolo, si sentì un nodo alla gola, e le venne da piangere. Le venne voglia di chiedere perchè non avesse disegnato anche papà.
Ma non glielo chiese; le fece un'altra domanda.
-Ali, sai che giorno è oggi?-
La bambina la guardò stupita, non si aspettava quella domanda.
-Sabato?- tentò.
Alyson sospirò -Sì, è sabato, ma è il 20 febbraio..è il compleanno del tuo papà-
Alicia la guardò sbarrando gli occhi.
Non aveva mai pensato davvero al suo papà, forse il fatto di non vederlo mai, di non sapere com'era fatto, la aiutava. Ma quando vedeva per strada i padri che portavano in braccio le figlie, o che le venivano a riprendere all'asilo, non riusciva a non chiedersi perchè anche lei non era così. Si chiedeva dove fosse il suo papà..se sarebbe mai riuscita a vederlo, a parlarci, a giocarci.
-Mamma..- la chiamò, con voce un po' insicura.
-Dimmi tesoro- disse Alyson, sistemandosela sulle ginocchia.
-Dov'è il papà?-
La ragazza abbassò lo sguardo. Come poteva spiegarglielo?
Come poteva spiegare a una bambina di soli 5 anni, ignara del significato della morte, che suo padre si era ucciso? Come avrebbe lei potuto sopportare il fatto di vivere senza di lui al suo fianco?
Come avrebbe potuto dirle che doveva vivere senza un papà?
Che l'accompagnava a scuola, il suo primo giorno di elementari.
Che era geloso di lei, che voleva tenerla lontano dai maschi.
Che la sgridava se tornava tardi, la sera, che si preoccupava di dove fosse e cosa facesse.
Che la portava a fare shopping, se era triste, per poi non comprarle i vestiti che tanto desiderava, ma che a lui non piacevano.
Un papà che l'avrebbe sempre, sempre consolata, dopo le litigate con i fidanzati.
Che l'avrebbe accompagnata all'altare il giorno del suo matrimonio, pur restando sempre l'uomo che amava di più.
Come poteva spiegarglielo?
-Il papà è non c'è più..-
-E perchè?-
-Perchè..perchè un po' di tempo fa, quando tu eri più piccola, lui stava tanto male, e allora ha deciso di andare in un posto in cui poteva stare meglio...-
-E perchè stava male?-
Alyson cercò di trattenere le lacrime che le stavano pizzicando gli occhi.
-Lui..lui stava male perchè aveva una brutta malattia che gli faceva venire tanto male allo stomaco, come succede a te quando mangi troppo. E poi era molto triste..e..non riusciva a stare bene con il resto della gente...così ha deciso di andare in quel posto, dove tutti sono felici..perchè pensava fosse la cosa migliore..-
Ma come poteva essere la cosa migliore, la scelta che aveva fatto?
A volte Alyson lo odiava, per quello che aveva fatto. Non aveva pensato neanche per un secondo a sua figlia, non aveva pensato a lei.
-E perchè non viene mai a trovarci? Perchè non viene a prendermi a scuola?-
-Perchè non può andarsene dal posto in cui è adesso. Il prezzo della sua felicità è che non può più vedere nessuno, nessuno di noi che viviamo qua...-
La bambina la guardò smarrita.
Alyson allora cercò di spiegarsi un po' meglio -In realtà si, ci può vedere, ma non parlarci, e noi non possiamo vedere lui...-
-Ma dov'è questo posto?- chiese Alicia. Chissà, magari era lì vicino..magari sarebbe potuta andare a cercarlo.
Alyson fece un respiro profondo. Non aveva il coraggio di guardare in faccia sua figlia..gli somigliava troppo.
-Nessuno lo sa, ma non importa dov'è...- disse con voce tremante -non importa dov'è, o cosa sta facendo. Anche se una parte di lui è sempre qua dentro.- disse, mettendo una mano sull'addome della bambina, nel punto in cui c'era il cuore. -Qua..- disse con dolcezza.
-Ma l'importante è che lui adesso ti sta guardando. Ed è sempre con te, ti è sempre vicino. E quando starai male, ricordati che devi sempre sorridere. Fallo per lui, perchè se non lo fai..se non lo fai non sarà felice neanche lui, e tutto quello che ha fatto sarebbe inutile- disse -Devi essere forte, per lui. Perchè lui ti ama più di qualsiasi altra cosa..-
La bambina la guardò, trattenendo il respiro. Anche se non era riuscita a cogliere tutto il senso del discorso, capiva che la madre le aveva appena detto delle cose molto importanti.
Poi le venne un'idea.
Scese dalle gambe della madre, corse a prendere una matita e dei colori dal suo astuccio e tornò. Si risedette sulla madre e prese il disegno. E con le matite che aveva preso cominciò a riempire lo spazio che era rimasto con un'altra figura.
Alyson intanto la osservava, cercando di capire cosa stava disegnando. Quando finì, si spostò per farlo vedere alla madre.
Vicino alle due figure adesso ce n'era anche una terza, molto più alta, che vegliava sopra di loro.
-Ecco- disse, sorridendo -adesso è qui con noi.-

Kurt, intanto, dal posto in cui tutti sono felici, aveva assistito alla scena. E quando vide cosa aveva disegnato la figlia, sorrise anche lui.
Ma non era un semplice sorriso...era forse il sorriso più vero che avesse mai fatto.
E per un attimo sentì come se il suo cuore tornasse a battere.
Tanto che anche Alyson sentì che il anche suo cominciava a battere più forte.
Pum, pum, pum, pum.
Lo potevi sentire battere.

  
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