Fumetti/Cartoni americani > Phineas e Ferb
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Autore: bulmasanzo    17/11/2012    5 recensioni
Tutti noi sappiamo che i nostri due protagonisti sono fratellastri e che quindi non hanno gli stessi genitori. Questa storia non pretende di scoprire la verità, vuole semplicemente indagare su quei due personaggi fantasma che probabilmente nessuno nella serie vedrà mai.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Candace Flynn, Ferb Fletcher , Lawrence Fletcher, Nuovo personaggio, Phineas Flynn
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Aveva aspettato che Candace scendesse di sotto, lasciando incustodito l'accesso alla sua camera.

Vi si era intrufolato furtivamente e, senza nemmeno accendere la luce, aveva tirato via il cuscino dal letto e aveva afferrato la fotografia che vi era celata sotto.

Non la guardò subito, anche perché la penombra non gli avrebbe permesso di scorgere molto. Resistendo alla curiosità che da giorni lo stava divorando, se la nascose nella tasca dei suoi pantaloncini. Poi risistemò accuratamente il cuscino e lisciò le lenzuola. Non voleva lasciare tracce del suo passaggio. Aveva intenzione di rimetterla al suo posto prima ancora che sua sorella potesse accorgersi del furto. Anche se non era un furto.

Quando fu al sicuro, nella sua stanza, al riparo da occhi indiscreti, poté finalmente concentrarsi sull'uomo che vi era ritratto sopra.

Aveva una montagna di capelli tenuti leggermente sul lunghetto, rossi proprio come i suoi, che incorniciavano un viso largo sul quale spiccava un grande naso a punta proprio come il suo. Ma la somiglianza fisica si fermava lì. I lineamenti erano severi, il mento squadrato, gli zigomi un po' sporgenti e gli occhi sottili e arrabbiati, con le iridi di un verde intenso e sovrastati da due sopracciglia folte e scure.

Rimase a fissarlo per qualche minuto, voleva imprimersi nella memoria quella faccia perché non l'aveva mai vista prima. Ed era estremamente probabile che non l'avrebbe mai più rivista.

Linda aveva fatto in modo che qualsiasi immagine di quell'uomo sparisse dalla loro casa. Per evitare che Lawrence si sentisse in qualche modo minacciato dal suo ricordo, aveva detto, ma in realtà, anche se non lo aveva mai ammesso davanti ai suoi figli, lo aveva fatto perché lo odiava.

E non le si poteva dare torto.

Ma lui aveva scoperto che Candace, disobbedendole, ne aveva conservata una in grande segreto.

Era stato un caso, non aveva davvero voluto spiarla.

Aveva pensato di farle una sorpresa. L'idea gliel'aveva data proprio lei quando, al ritorno da una missione nello spazio, si era lamentata che una misteriosa forza aveva indotto il suo cellulare ad autodistruggersi per impedirle di beccarlo con la prova tangibile del filmino amatoriale che aveva fatto... Come se fosse stato veramente possibile.

Aveva così realizzato per lei un telefonino che avrebbe dovuto essere pressoché indistruttibile, ricreandone ogni minimo componente con un materiale ignifugo e impermeabile simile alla gomma. Una delle sue idee più pratiche, come amava definirla.

Aveva spalancato la porta, incurante del divieto che lei aveva imposto, sorprendendola così mentre la stava rimettendo al suo posto.

Lei si era arrabbiata e lo aveva cacciato via in malo modo, borbottando qualcosa sul bussare prima di entrare. Non le aveva nemmeno potuto consegnare il regalo, salvo poi farglielo trovare in un pacchetto accompagnato da una letterina di scuse, alla quale Candace aveva reagito con una crassa risata e un rassicurante abbraccio.

Dapprima, aveva pensato che quella che nascondeva non fosse altro che una foto di Jèremy alla quale doveva tenere più delle altre. Ma Ferb gli aveva fatto notare, con un'osservazione quasi oziosa, che Candace non avrebbe avuto nessun motivo per nasconderla, anzi lei le foto del suo ragazzo le metteva ben in mostra, perché era fiera di lui.

Allora di chi sarebbe potuta essere?

Per qualche assurda ragione, si era ritrovato a rimurginarci sopra fino a ottenere l'illuminazione. Non poteva trattarsi di nessun altro se non del loro padre biologico.

Perché quello era un argomento tabù.

Quando si era azzardato a chiederle qualcosa di lui, Linda aveva sempre cercato di evitare il discorso. Tutto ciò che era riuscito a tirarle fuori era che se n'era andato di casa senza una parola di spiegazione poco dopo la sua nascita, senza nemmeno regalare a suo figlio il più piccolo ricordo di lui. Quando aveva deciso di rinunciare completamente a loro, lui non aveva nemmeno compiuto il suo primo anno di vita. E adesso, era morto. Come, non lo aveva potuto scoprire.

Più lo guardava, più si convinceva che non voleva assomigliargli.

Non riusciva a concepire come avesse potuto abbandonarli, e continuava a chiedersi quale potesse essere il motivo per cui lo aveva fatto, senza mai venirne a capo.

Una cosa era certa, quando lui sarebbe stato abbastanza grande da sposarsi, non avrebbe mai e poi mai, per nessuna ragione, seguito il suo esempio.

Seppur profondamente delusa da quel suo atroce comportamento, Linda non si era rassegnata a essere una mamma single.

Si ricordava che usciva spesso con le sue amiche, ma a volte anche da sola. Non si faceva problemi a chiamare i nonni perché badassero a loro. Loro stessi l'avevano incoraggiata in quel senso.

Si truccava così attentamente.

Nonostante le sue responsabilità di madre, cui comunque non mancava mai, voleva ancora godersi la sua giovinezza. Anche a costo di incappare in un altro bastardo.

Per fortuna, durante uno dei concerti ai quali non poteva rinunciare, aveva incontrato Lawrence.

Phineas non aveva mai avuto nessun problema a identificarlo come il suo unico padre, così come gli era venuto naturale vedere in Ferb suo fratello.

Però per Candace non doveva essere stato altrettanto semplice. Lei, infatti, aveva già avuto una figura paterna. Cambiarla doveva essere stato un trauma, da cui doveva essere scaturito il bisogno di tenere quella foto. Ricordava che, all'inizio, lei piangeva, c'era voluto del tempo prima che riuscisse ad accettare quei due estranei dall'accento bizzarro come due effettivi nuovi membri della famiglia.

Improvvisamente, Phineas ebbe l'idea di scannerizzarsela, quella foto, per poterla stampare e conservare anche lui. Non vedeva niente di sbagliato in questo.

Se la ficcò nuovamente in tasca e si infiltrò nello studio di Lawrence, dove c'era il computer.

La stampante lavorò in un attimo, replicando alla perfezione l'immagine desiderata.

A quel punto, gli restava solo da rimettere a posto l'originale. Dovette sbrigarsi. Candace era ancora di sotto, ignara di tutto, che chiacchierava con la sua amica Stacy che era venuta a trovarla.

Ma non ci sarebbe voluto molto prima che la lasciasse e incominciasse a interessarsi di quello che stava combinando lui.

Lo faceva sempre.

Aveva appena pensato di averla fatta franca quando Candace gli ricomparve alle spalle.

“Cosa diavolo stai facendo nella mia stanza?” chiese prendendo il suo solito cipiglio rosso.

Phineas sfoderò la sua arma migliore, il suo sorriso, e cercò di fare finta di niente.

“Cercavo un...” iniziò, senza sapere come continuare.

“Un che?” fece la quindicenne, iniziando ad arrabbiarsi. Era così facile farla infuriare. Doveva decisamente inventare qualcosa per farla rilassare.

“Un puntale!” aveva detto la prima cosa che gli era venuta in mente e si era subito sentito stupido, ma oramai che l'aveva detto doveva continuare quella farsa “I miei si sono tutti sbrindellati.”

“Esci immediatamente!” gridò la ragazza “O te lo tiro in testa con tutta la scarpa dietro!”.

Ne era capace. Phineas decise che sarebbe stato meglio non sfidarla.

“Ciao, Phineas.” lo salutò Stacy con un mezzo sorriso imbarazzato mentre lui correva a rifugiarsi nella sua stanza.

Mesi dopo, quando l'estate era ormai finita e si avvicinava l'inverno, Ferb aveva trovato la fotografia scannerizzata nel mezzo delle pagine di un libro che Phineas non aveva mai letto.

Gli era bastato mezzo sguardo per intuire di chi si doveva trattare.

Aveva avuto voglia di chiedergli spiegazioni, perché l'avesse messa lì e soprattutto perché non gli avesse detto niente. Ma si era subito sentito un ipocrita.

Nemmeno lui gli aveva mai parlato di sua madre. Anzi, non ne aveva mai parlato con nessuno, neanche con suo padre. Anche se, in realtà, non aveva molto da dire a riguardo.

Non conservava che vaghissimi ricordi di lei, che non erano affatto piacevoli.

Chiuse di scatto il libro quando sentì Phineas entrare nella stanza dietro di lui.

Non voleva che credesse che si stesse impicciando dei fatti suoi.

 

 

 

 

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Spazio autrice:

questa storia mi frullava nella testa da un po'. Magari, il primo capitolo non dice molto ma, se vi siete incuriositi, vi invito ad aspettare il secondo. E a recensire, tanto per dirmi che cosa ne pensate.

 

  
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