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Autore: Weird Rock    18/11/2012    6 recensioni
Come ha vissuto Annie la mietitura della 75^ edizione degli Hunger Games?
Questa storia cerca di rispondere a questa domanda, non fate caso alle ripetizioni sono messe appositamente in fondo Annie non ci stava del tutto con la testa no? Ovviamente Annie non era solo matta aveva anche lei le sue emozioni e faceva funzionare il cervello, è solo un'altra vittima di Capitol City e dei suoi sadici Hunger Games.
Buona lettura e recensite in tanti!!!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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NON VOGLIO IMPAZZIRE, ANCORA

Seduta su questa poltrona davanti al camino di casa mia ho paura, paura di entrare di nuovo in quel posto, anche se so che sarà diverso, stavolta. Non voglio ritornare nell’arena. Non voglio impazzire, ancora.

Mi chiedo perché gli strateghi abbiano deciso di scegliere i tributi per la terza Edizione della memoria tra noi vincitori, cosa pensavano di ottenere? Più audience? Impossibile, gli Hunger Games li guardano tutti, sia a Capitol City che nei distretti. Siamo obbligati.

Ricordo bene le parole di Snow: "Nel settantacinquesimo anniversario, affinché i ribelli ricordino che anche il più forte tra loro non può prevalere sulla potenza di Capitol City, i tributi maschio e femmina saranno scelti tra i vincitori ancora in vita." eppure non riesco ancora ad interpretarle.

Ho paura di morire e di non poter confessare a Finnick i miei veri sentimenti. Ho paura che lui venga estratto e che possa morire. Al pensiero mi vien da piangere. Ho paura di impazzire, di nuovo. Non sono pazza come dicono tutti, sono solo una vittima di Capitol City, ma nessuno mi capisce. Nessuno, tranne Finnick.

Al contatto dell'ago con la mia pelle ritorno bambina, la piccola quattordicenne che vinse gli Huger Games e impazzì. Così mi ricordano tutti.

La rappresentante del distretto, Kinder, si avvicina alla boccia delle ragazze, estrae una strisciolina di carta e annuncia con la sua vocina squillante: "Annie Cresta!"

No, no, no, NO!

Non voglio ritornare in quel posto, no! Comincio a urlare tutta la mia disperazione e non mi azzardo nemmeno ad avvicinarmi al palco. Tutti mi fissano, ma non ha importanza... io là dentro non ci voglio tornare. Vedo i pacificatori avvicinarsi a me, sono davvero intenzionati a trascinarmi di peso sul palco? Non voglio!!! A un tratto una voce roca sovrasta i miei urli e i miei pensieri: "Mi offro volontaria! Mi offro volontaria come tributo."

Rimango interdetta qualche secondo, smettendo di urlare, e mi volto per riconoscere la donna che ha parlato. Oh no è Mags, si è sacrificata per me. Era come una nonna per me. Con i suoi settantasette anni è improbabile che ritorni. Non riesco a trattenere le lacrime e non le voglio trattenere. Chiunque tra i maschi verrà estratto sarà un mio vicino di casa, io li conosco tutti.

Appena Mags raggiunge il palco, Kinder si avvicina alla boccia dei maschi ed estrae il nome di Finnick.

No! No! No! Il mio dolore è ancora maggiore, continuo a piangere, sono un fiume in piena. Non vedo l’ora che questa mietitura finisca. Voglio tornare a casa, voglio piangere, perché lui? Perché Finnick?

Voglio piangere…
Sto impazzendo, ancora...





Se hai letto fino qua ti spiace lasciare una piccola recensione? Tengo molto a questa storia e a Annie e vorrei sapere cosa ne pensate.
Ribadisco di non fare caso alle frequenti ripetizioni nel testo, le ho messe apposta per far comprendere meglio i pensieri e i sentimenti di Annie, un'altra vittima degli Hunger Games.                                                   -Millo
  

   
 
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