Fanfic su artisti musicali > The Wanted
Ricorda la storia  |       
Autore: Starships    18/11/2012    8 recensioni
Io credo che una descrizione di 200 parole non basti per convincervi a leggere la mia storia, ma di sicuro potrà riuscirci il primo capitolo.
Spero che la storia vi piaccia :D
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 1 
 

Appena uscimmo dall’aeroporto trovammo l’autista di zio Hall che ci aspettava. Dopo aver sistemato le valigie in macchina partì a tutto gas. 
Papà aveva perso i lavoro e zio Hall, il fratello di mamma, ricco avvocato londinese, gli aveva chiesto di lavorare insieme. Papà aveva accettato e ora da Dallas, Texas, USA ci stavamo trasferendo nella reggia di zio Hall appena fuori Londra, UK.
Ogni anno lo zio ci veniva a trovare con sua moglie, zia Mary e suo figlio Thomas. Solo che negli ultimi 5 anni avevano smesso di venire a farci visita perché lo zio era sempre impegnato con il lavoro. E grazie ad esso ha potuto comprarsi un enorme reggia appena fuori Londra.
Non ero molto contenta di andare a vivere con loro, un po’ perché a Dallas avevo lasciato il mio ragazzo Trevor e un po’… anzi soprattutto, perché odiavo Thomas.
Lo odiavo perché quando eravamo piccoli mi prendeva sempre in giro, si comportava come un bulletto. Quando ero in seconda media mi costrinse a vedere un film horror e per la paura la note dormi nel letto con mamma e papà e da allora cominciò a chiamarmi “cagasotto.”
Quando finalmente arrivammo di fronte a noi c’era un’imponente struttura in pietra. Era davvero bella. L’autista parcheggiò e aiutò mio padre con le valigie. Avevamo due enormi valigie a testa. Mentre io trascinai le mie verso l’ingresso vidi un uomo vestito da pinguino correre per aiutare mia madre, che a parer mio se la stava cavando abbastanza bene. Quando arrivammo nell’ingresso caddi a terra perché inciampai nelle valigie. Lo zio ci abbracciò tutti e tre e dietro di lui la zia. Di fronte alla porta d’ingresso c’era un enorme scalinata che si divideva in due. Vidi Thomas correre giù dalle scale e saltare addosso a mio padre, poi bacio mia madre e infine mi strinse fortissimo tra le sue braccia.
 
“Kay quanto sei cresciuta!” Esclamò sciogliendo l’abbraccio.
 
La quiete prima della tempesta.Pensai.
 
“Lui è il nostro maggiordomo, si chiama Albert e per qualsiasi problema chiedete pure a lui.” Disse lo zio. “Tom aiuta tua cugina con le valigie.”
 
Tom prese la prima valigia e la sollevò facendo una smorfia. Arrivati al primo piano ci trovammo in un lungo corridoio diviso a metà da un lato le scale e dall’altro una grande vetrata che dava su un loggiato tipo balconcino reale. Mi accompagnò nella mia stanza dove c’era un letto a baldacchino con due comodini. Sulla parete di sinistra c’erano delle mensole e sotto una scrivania in legno. Sulla parete di destra c’era una finestra e una cassettiera in legno antico. Sulla parete di fronte al letto c’era una porta scorrevole, quando la aprii mi trovai un armadio grande quanto la metà della stanza.
 
“Woow!” Riuscii solo  a dire.
 
Tom si avvicinò senza staccarmi gli occhi di dosso.
 
“Perché mi guardi?” Chiesi titubante. Avevo paura della risposta.
“Con il maglione che indossi non si vede, ma le tette ti sono cresciute o sei ancora un maschio?” Chiese ridendo.
 
Gli tirai uno schiaffo in pieno viso e finalmente smise di ridere.
Scesi a prendere l’altra valigia. E Tom mi seguii in silenzio.
 
“Hey ragazzi!” Gridò Thomas.
 
Mentre lui chiacchierava con i suoi amici provai a salire l’altra valigia da sola, ma era pesantissima.
Riuscii a salire quattro scalini ed ero piegata in due per cercare di salire anche il quinto.
 
“Ma che bel panorama!” Esclamò qualcuno che mi stava guardando il sedere, ma non mi voltai per vedere chi fosse.
 
“Ragazzi vi presento la mia cuginetta Kay!” Esclamò Tom.
 
Persi l’equilibrio e mi rotolai giù dalle scale e la valigia per poco non mi cadde addosso.
 
“Hey stai bene?” Chiese il ragazzo con la carnagione scura.
“Sì.” Dissi non molto convinta.
 
Tom me li presentò tutti e poi disse: “Volete vedere il nuovo videogioco che ho comprato?”
E come tanti bisonti iniziarono a salire le scale per raggiungere la camera di Tom. Mi piegai a prendere la valigia e mi sentii toccare la schiena.
 
“Aspetta ti aiuto.” Disse il ragazzo senza capelli.
“Grazie.” Dissi.
“Hey Max stai attento che appena posi la valigia ti prende a schiaffi!” Esclamò Tom da in cima alle scale.
“Ecco perché tu hai 5 dita sulla guancia.” Disse un ragazzo minuto con un cappellino in  testa.
 
Scoppiarono tutti a ridere. Tranne io.
Arrivati in camera Max posò la valigia vicino all’armadio e prima di lasciarla del tutto mi guardò corrugando la fronte.
 
“Non mi prenderai a schiaffi vero?” Chiese.
“No tranquillo.” Dissi facendo un sorriso smorfia.
“Oh bene.” Disse lasciando la valigia e facendo un magnifico sorriso..
 
In quel momento notai che aveva due bellissimi occhi celesti/verdi. Molto probabilmente arrossii perché mi sentii le guance calde. Mi sorrise e se ne andò. Era davvero carino.
 
No Kay! Non ci prendiamo cotte inutili! Il fatto che sia stato gentile con te non vuol dire che sia diverso da Thomas. Pensai.
 
Iniziai a sistemare le mie cose. Il maggiordomo mi portò le scatole che avevamo spedito una settimana prima. Finito di sistemare tutto ero stanchissima. Mandai un messaggio a mia madre dicendole che non sarei scesa per cena. Mi buttai sotto la doccia e ci rimasi per tre quarti d’ora.
Mi misi nel letto per cercare di dormire un po’, ma tra il mal di schiena e il fuso orario non riuscii a prendere sonno.
Uscii dalla stanza e nel corridoio incontrai un amico di Tom, quello con i capelli ricci.
Feci finta di niente e iniziai a mugugnare per il forte dolore alla schiena.
 
“Hey non stai bene?” Chiese il riccio piazzandosi davanti.
“Erm… veramente no. Ho mal di schiena.” Dissi e feci per oltrepassarlo, ma mi fermò.
“Io faccio dei massaggi fantastici. Vuoi che te ne faccia uno?” Chiese.
“Ehm… io, non…” Mi prese per un braccio e mi trascinò in camera mia.
 
Chiuse la porta dietro di se e mi lasciò andare.
 
“Dai sdraiati.” Disse sorridendomi.
 
Feci come disse.
 
“Ti dispiace se metto le mani sotto la maglietta? Così è più facile.” Disse guardandomi.
“Ehm…” Non sapevo che rispondergli.
“Tranquilla non la devi levare, infilo solo le mani e non tocco nulla se non la tua schiena.” Disse e lo lasciai fare.
 
 Era davvero bravo come aveva detto. Mi rilassai talmente tanto che mi addormentai. 

 



- "This is impossible"      

- "Only if you believe it is."

Mad Hatter

Eccomi qui con una nuova storia :D 
Spero vi piaccia. Fatemi sapere che ne pensate con una recensione. 
I consigli e le critiche sono sempre ben accette. 
Un bacio 
Cla'
  
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > The Wanted / Vai alla pagina dell'autore: Starships