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Autore: AAVV    18/11/2012    4 recensioni
La mamma piange, piange sempre quando c'è lui. Ed io ho paura, paura che quell'orco mi faccia del male. Paura che ne faccia alla mia sorellina.
Salve a tutti! Questa mattina mi sono svegliata con questa idea: fare delle One-Shot sulla vita di David Sveinsson- un personaggio a cui sono particolarmente legata- partendo dalla sua infanzia e raccontando in prima persona. Spero che l'idea vi piaccia.
Per chi ha letto Non Lasciarmi / Stringimi.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Serie: Non lasciarmi/ Stringimi'
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Il punto di vista di David. Parte 1.

Sento le loro grida dalla mia camera. Mi tappo le orecchie e all'improvviso non le sento più e mi giro a guardare Ryan che dorme.
Come fa a non sentirle? La mamma grida come una pazza e lui borbotta qualcosa. La sua voce non si sente ma è qualcosa di più... sento il suo odio. Odia la mamma. Perché è ancora qui, al posto di papà?
La mamma piange, piange sempre quando c'è lui. Con papà non piangeva mai. Ed io ho paura, paura che quell'orco mi faccia del male. Paura che ne faccia alla mia sorellina. Cerco di addormentarmi.

Devo fare la pipì. Mi sveglio con questo pensiero e guardo alla finestra. E' ancora buio, Ryan sta dormendo, e fa freddo. Non sento le grida della mamma.
Scosto le coperte e lentamente scendo dal letto. Fa ancora più freddo quando tocco il pavimento.
Cammino lentamente e apro la porta per uscire. Non vedo nulla, ho paura. Lui è qui? Non lo so, non lo so mai con certezza. A volte è seduto in cucina con una bottiglia di wiskey in mano e beve. Anche la mamma beve, e dopo non si ricorda più nulla. Non mi piace quando la mamma beve.
Scendo le scale in fretta e vado in bagno, faccio la pipì velocemente perché lui potrebbe non dormire. Si arrabbia quando mi alza di notte per andare a fare la pipì, dice che i miei passi lo sveglio, ma in realtà so che si era svegliato da molto tempo. Non so perché si arrabbia.
Devo tornare in camera mia. Salgo le scale e sento Susan piangere. La luce della camera di mamma si accende ed esce lui, borbottando. Quando mi vede mi dice che non dovevo essere qui e io mi accascio sulle scale e mi faccio piccolo di fronte alla sua stazza. Di solito questa cosa mi aiuta molto a non avere paura. Non funziona. Adesso vorrei stringere il pupazzetto che mi aveva regalato papà quand'ero più piccolo e che ho fatto buttare da mamma perché sono cresciuto per i pupazzetti. Ma non è vero, sono ancora piccolo, e voglio il mio pupazzetto. Lo voglio adesso che il mio nuovo papà sta prendendo la sua cintura e me la punta contro, minaccioso.
Susan smette di piangere. La mamma arriva e lo ferma prima che mi possa colpire. Discutono un po', ma io non li sento, mi tappo le orecchie con le mani.
Poi lui se ne va e la mamma si avvicina a me. Mi abbraccia forte forte e mi riscalda con il suo calore. Era da tempo che non mi abbracciava così.
'' Tesoro, va tutto bene'' mi dice mentre mi accarezza i capelli. E quando alzo il viso vedo dei lividi sulla sua faccia e sulle braccia.

« No!»
Mi sveglio di soprassalto, sul mio letto, e vorrei che lei fosse qui.
Vorrei che mi facesse sentire di nuovo il suo calore, vorrei immergermi in lei. Mi manca, non posso farci nulla.
Ma io l'ho lasciata, i chilometri ci dividono, lei mi avrà dimenticato e forse, penso, è meglio così...

Salve a tutti!
Come ho già scritto nell'introduzione mi è venuta questa idea di scrivere delle One- Shot che raccontino la vita di David Sveinsson, in prima persona.
Qui vediamo un fatto avvenuto in Islanda, quand'era ancora un bambino, mentre le ultime righe sono i suoi pensieri dopo che ha lasciato Azzurra.
Ditemi che ne pensate, e se l'idea vi piace :)
Baci,
Ale.
   
 
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