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Autore: Hachan    05/06/2007    4 recensioni
Per un attimo il cuore gli si fermò poi riprese a battergli più velocemente. Parole di rabbia e disprezzo gli affioravano sulle labbra, ma si trattenne perché aveva imparato a sue spese che il silenzio era l’arma più tagliente..
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kiba Inuzuka, Shino Aburame
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kiba era accucciato a terra, a gambe incrociate. Aprì lentamente gli occhi, ritrovandosi inconsciamente a guardare le lenti scure che ricoprivano gli occhi dell’altro. Sguardi fissi, in un attimo che sembrò non finire mai; poi Kiba lo abbassò, piegando il viso in avanti e lasciando che la frangetta gli ricoprisse gli occhi.

Sentiva crescere dentro di se la rabbia, l’umiliazione di sentirsi continuamente preso in giro. Le labbra gli si serrarono in una smorfia: se avesse provato a parlare ora non ci sarebbe riuscito, scosso da un’ondata mista di caldo e di freddo.

Scacciò le immagini che per un attimo gli erano affiorate alla mente, le parole che Shino gli sussurrava, il modo in cui sillabava il suo nome mandandolo in estasi, il calore della pelle del ragazzo contro la sua…. per un attimo il cuore gli si fermò poi riprese a battergli più velocemente. Parole di rabbia e disprezzo gli affioravano sulle labbra, ma si trattenne perché aveva imparato a sue spese che il silenzio era l’arma più tagliente, l’indifferenza, il mezzo più doloroso per ripagare Shino della magnifica illusione che lo aveva imprigionato per un istante, per poi infrangersi, mentre n’era avvolto e riempirgli il cuore di dolorose spine…

Avevano litigato, ma questa volta non per colpa di Kiba. Era sera e stava ritornando a casa, camminando distrattamente con le mani infilate nelle tasche della giacca. Poi aveva sentito il suo odore, quel profumo inconfondibile, inebriante, quel profumo che tante volte aveva assaporato sfiorando con la punta del naso il suo collo.. che ora qualcun altro stava baciando, sussurrando al suo Shino “Ti amo”.

Tradito due volte; lui, che era sempre stato un tipo libertino e che gli aveva giurato eterna fedeltà, era stato tradito dalla persona che amava e di cui più si fidava.

Una delicata sensazione lo sfiorò, una mano tremante gli scostò dal viso i capelli scuri, sfiorandogli la guancia e distraendolo dai suoi pensieri amari.

Un senso di vuoto divorava l’anima di Shino: sapeva che solo Kiba, con la sua sola rumorosa esistenza, sapeva colmare quell’abisso in cui si era relegato da solo. Eppure aveva avuto un attimo di debolezza quando aveva scoperto che qualcun altro la pensava come quel ragazzino.

Kiba, il suo Kiba, con quell’abitudine di prendere tutta la vita come se fosse un gioco, con quell’aria sempre sprezzante e sicura di se, che nascondeva un profondo bisogno di protezione.

 L’animo di Kiba si protese per un infinitesimo istante verso quel calore, come se i ricordi, prima scacciati, continuassero a formarsi. Lentamente alzò lo sguardo serio per incontrare quello di Shino, che, però lo aveva a sua volta abbassato, sopraffatto dallo sconforto.

Immerso nei propri pensieri Shino aveva lasciato scorrere le dita nei capelli del ragazzino, fino a sfiorargli la pelle liscia delle guance, a disegnare con la punta delle dita i marchi del suo clan.

Il respiro di entrambi era sospeso, come il cielo in attesa di un tuono.

La mano di Shino si ritrasse come ferita. Ora però sapeva cosa avrebbe dovuto fare quella sera, quella maledetta sera, quando, il viso bagnato dalla pioggia incessante ed i capelli appiccicati alla fronte Kiba aveva fissato gli occhi nei suoi urlandogli “Ti avevo giurato amore eterno, stronzo”.

L’espressione dura di Kiba si sciolse per un attimo, le labbra si distesero. Piegò appena la testa di lato, studiando il viso dell’altro, coperto per metà dal bavero alto del cappotto.

Poteva intravedere le sue labbra, quelle labbra che tanto aveva desiderato, da cui si era dissetato, quelle labbra che ancora più volte lo avevano divorato. ora segnate dalla sofferenza ..quegli occhi,in cui solo lui aveva avuto il privilegio di specchiarsi,si stavano ora immergendo in un buio abisso senza ritorno.

Shino si stringeva le mani forte a pugno,fino a renderle bianche,sembrava paralizzato.

Un brivido percorse la schiena di Kiba:Shino soffriva,il rimorso lo stava divorando,e Kiba si sentì soddisfatto,ebbro di quella sensazione di vendetta. Provava vergogna per quella gioia perfida.

Le labbra piegate in un sorriso sarcastico si distesero in una interminabile attesa. Volse ancora lo sguardo altrove, poi chiuse gli occhi “ Se sei venuto fino a qui per commiserarti e restare in silenzio, Shino,puoi anche andartene”disse

“No,rimani..Shino” le parole affiorarono soffocate dentro di se,ma non volle ascoltarle.

Un basso gemito sfiorò le sue orecchie,i suoi sensi tesi a captare ogni più piccolo respiro.Aprì leggermente gli occhi,lacrime solcavano il viso dell’altro,che sembrava incapace di pronunciare quelle uniche parole che avrebbero potuto riavvicinarlo a Kiba.

Il ragazzino si vide riflesso in quella lacrima:qualcuno stava piangendo per lui,qualcuno stava piangendo per quello stupido ragazzino che tutti sempre avevano disprezzato..sentì gli occhi bagnarsi lentamente di lacrime che non desiderava e non capiva. Sentiva rabbia e compassione,rancore e desiderio,odio e amore..no,non amore,lui odiava shino,si sentiva preso in giro,umiliato. Colui che aveva detto di amarlo,che aveva giurato di proteggerlo lo aveva abbandonato,non aveva detto nemmeno una parola per fermarlo quando era fuggito in lacrime. Lacrime che quando aprì gli occhi gli rigarono ancora una volta il viso.

“Kiba..puoi non credermi..ma io ti amo.” Il ragazzo degli Aburame fece una lunga pausa abbassando lo sguardo”dimmi che mi odi e ti lascerò in pace”

Kiba si sentì improvvisamente solo e vuoto,provò un grande freddo al cuore,la paura lo attanagliava.

“Mi dispiace Kiba,ho levato il mio orgoglio contro l’unica persona che per me conti”

Kiba pensava”parole parole e ancora parola..perchè non fermi te stesso ora,qui,come ieri non hai fermato me?”Un’ondata di disperazione lo travolse quando Shino fece per allontanarsi da lui,dopo avere fatto sostare il suo sguardo a lungo in quello di Kiba,che si faceva accarezzare da quello sguardo,immaginando gli occhi dietro le lenti che sondavano il suo corpo ed il suo animo.

Kiba lo afferrò per un polso fermandolo e appoggiò un dito sulle sue labbra”basta,hai parlato troppo “sussurrò

Le labbra di Shino si serrarono dolcemente prendendo quel dito sottile tra di esse.Kiba fece un altro passo verso di lui poi abbandonò il capo sul suo petto,intrecciando con un lungo sospiro le dita con quelle di Shino

“Non lasciarmi più andare via…non permetterlo più”mormorò a bassa voce. Si issò sulla punta dei piedi. Le labbra si cercarono,si strinsero nelle labbra dell’altro poi si dischiusero,permettendo alle loro lingue di incontrarsi,di assaporare con trasporto quel bacio tanto desiderato da entrambi. Kiba portò le mani sulle spalle di Shino,le strinse attorno ad esse,piantandovi gli artigli,morse con prepotenza il suo collo,a marchiarlo come suo. Inumidì con lentezza il lobo del suo orecchio,imprimendo con i canini piccoli segni rossi al suo passaggio.

Shino si lasciò sfuggire un sospiro e lasciò che la testa gli si reclinasse appena di lato quando sentì la pressione del naso del ragazzo sul suo collo e il calore di quella lingua, che ormai conosceva i suoi punti deboli, scendergli lungo di esso. Abbassò lo sguardo a guardare il viso del suo amante: gli occhi socchiusi, le guance arrossate, stava assaporando ogni centimetro della sua pelle, premendosi contro di lui quasi avesse paura di perderlo. Gli cinse la vita con entrambe le braccia, stringendolo forte.

Abbassò il viso sul suo,cercando la lingua del ragazzino,leccandogliela dalla punta fino all’interno,infilandogliela in bocca con prepotenza.

Lo tirò più a se costringendo Kiba ad alzarsi ancora di più sulle punte ed aggrapparsi a lui per non rovinare a terra. Lo baciò con passione senza lasciargli il tempo di respirare,intrecciando la lingua con la sua,senza assecondare i gemiti e il respiro dell’altro che si faceva via via più affannoso. Si staccò infine,leccando con lentezza e malizia il rivolo delle loro salive mischiate,che scendeva dall’angolo della bocca di Kiba.

“Ti amo”gli gemette affannosamente nell’orecchio,sorridendogli

“Anche io”rispose semplicemente l’altro”non andartene mai più”

“No”

 

 

   
 
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