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Autore: Starsshine    18/11/2012    1 recensioni
Sarah e Robert. Lei psicologa, lui attore. Si incontrano, o meglio lui va da lei. Lui ha bisogno di lei, come lei di lui. Sullo sfondo una meravigliosa città: Londra.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spostai le tende. Guardai fuori: gente, persone, bambini, uomini, donne, passeggini, ombrelli, scarpe, vestiti. Sorrisi vedendo una coppia giovane tenendosi per mano.

Mi voltai, camminai lentamente verso l'appendiabiti, dove presi il mio camice. Odiavo infilarmi il camice bianco, tipico dei medici, tipico di me, tipico delle uniformi.

Squillò il cellulare, corsi verso la borsa, presi quell'aggeggio infernale che non mi andava a genio,ma, siamo nel ventunesimo secolo e se non hai un cellulare, beh sei fuori.

“Hai visto?” la voce squillante di Christina mi colpì l'orecchio.

“Cosa?” risposi, scendendo dalle nuvole.

“Robert e Kristen si sono lasciati. Lei ha tradito lui.” rispose, mangiandosi le parole.

“Davvero?”

“Sì, ma, non hai letto l'email che ti ho mandato?”

“Tu al lavoro hai tempo di scrivermi un' email?”

“Certo!”. La senti sorridere

“Accendo il computer e poi guardo, va bene?”

“Va bene”

“Usciamo stasera? Andiamo da Joe?”

Respirai a fondo prima di rispondere alla domanda di Christina.

“Non lo so. Dipende.”

“Da cosa dipende? Dalla tua voglia di alzarti dal divano, di farti una doccia e di uscire? Beh, allora si salvi chi può dalla tua profonda e immensa di pigrizia.”

“Grazie. Bella amica che mi ritrovo.”

“Prego”. Rise.

Risi anch'io. Era da tempo che non ridevo.

Senti bussare.

“Ti lascio che tra poco arrivano i primi pazienti”

“Va bene”

“Ah! Usciamo. Contenta?”

“Contentissima”.

“Buona giornata Chris”

“Buona giornata Sarah”

Scossi la testa, ridendo. Presi fiato.

“Avanti”

La persona dall'altra parte della porta aveva bussato troppe volte, disturbando la mia telefonata con un lieve rumore di fondo.

Entrò Eveline, un'altra psicologa più esperta di me nel suo lavoro.

“Oggi non ci sono, stacco alle dodici.” mi disse secca.

“Okey. Quindi dei tuoi pazienti me ne occupo io?”

“Certo” rispose, sorridendo in modo beffardo.

La cascata di capelli lisci e incredibilmente biondi usci dal mio raggio visivo sorridendo ancora una volta.

“Eveline 1 – Sarah 0”.

Sospirai profondamente.

Sfoderai il mio sorriso migliore, avanzai verso la porta e la aprii.

Erano tutti lì, con i loro problemi, ansie, dolori, gioie, preoccupazioni. Io sono qui per loro, per ascoltarli tutti dal primo all'ultimo, nessuno escluso.

Guardai l'orologio. Ore 8:20.

Iniziamo. Sorrisi.

“Bene. Buongiorno. Oggi inizio con le signora Johnson. Entri pure”.

La signora dai capelli neri e corti alzò lo sguardo. I suoi occhi azzurri mi perforarono guardando ogni mio singolo movimento, studiando ogni mia piccola mossa, anche quella più impercettibile.

Si alzò dalla sedia blu di pelle e a lunghi passi venne verso di me.

“Buongiorno dottoressa Cooper”

“Buongiorno” risposi sorridendo.

Richiusi la porta dietro le mie spalle, mentre la signora si tolse la giacca, lasciandola cadere sulla poltrona di fianco.

Raggiunsi il mio posto. Presi carta e penna ed incominciai a scrivere tutto ciò che usciva fuori dalla signora Johnson.

 

La giornata trascorse in fretta ed arrivai all'ultimo paziente.

Aprii la porta.

L'ultimo paziente rimasto, un ragazzo. Indossava dei pantaloni grigi, con una camicia a quadri rossa ed una giacca di pelle nera gli copriva il busto. Un capello con visiera, delle sneakers nere completavano il tutto e dei occhiali da sole scuri completavano la figura davanti a me.

Guardai il foglio che tenevo in mano. L'unico senza spunta era Mr. R.

“Immagino che lei sia Mr. R”

“Già” rispose senza guardarmi.

“Bene, se vuole seguirmi.”

Si alzò di scatto, con passi veloci entrò nel mio studio.

Richiusi la porta dietro di me.

“Mi racconti tutto” dissi togliendomi il camice, ormai diventato inutile.

Mi sedetti, ed incominciò a parlare.

Notai che non si tolse la giacca, nemmeno io capello.

“Bene. Non saprei da dove incominciare”.

“Mi racconti della sua giornata di ieri”.

“Ieri.... ieri, ho portato a spasso Bear, il mio cane. Tornato a casa, ho fatto colazione. Ho letto e suonato tutto il giorno.”

“Cosa ha letto?”

“Shakespeare”

“Bello. Che cosa?”

“Romeo e Giulietta”

“Oh Romeo, Romeo perché sei tu Romeo?”

Lo lasciai proseguire, lasciandomi cullare dal suono della sua voce così calda e struggente, calato perfettamente nella parte del protagonista maschile.

Ritornai coi piedi a terra, quando smise di recitare l'opera.

“Tutto bene?”

“Sì, sì. Mi scusi,ma, la sua voce è bellissima”.

“Grazie”

Vidi le sue guance arrossire alla frase che avevo appena detto.

La nostra chiacchierata durò per molto tempo, fino a che non si accorse delle ore che si erano fatte.

“Oh, mamma. Sono le sei e non ho ancora smesso di parlare”

“Oh, non si preoccupi. Abbiamo tempo.” risposi sorridendo.

“Sono le sei. Adesso lei deve chiudere. La lascio andare, davvero. “

“Va bene”

Mi alzai. Fece la stessa cosa anche lui.

Lo accompagnai verso la porta.

“Allora ci vediamo venerdì prossimo alle cinque?”

“Sì. Va bene alle cinque. Se vuole posso venire anche prima.”

“Io sono qui. “ risposi sorridendo ancora una volta.

“Allora a giovedì”.

“A giovedì”.

Richiusi la porta dietro le mie spalle.

Mi accorsi che il suo profumo era rimasto nella stanza.

Non aprii le finestre, come facevo si solito. anzi rimasi appoggiata alla porta, lasciando che ogni singola nota di quella fragranza si impregnasse ancora di più.

Sorrisi. Stranamente sorrisi.

Chiusi la porta a chiave, spensi le luci ed usci dallo studio.

Sfrecciai per Londra, arrivando in poco tempo davanti a casa mia.

Girai la chiave nella toppa, ed entrai.

Accessi le luci e lasciai che la musica echeggiasse in giro per casa mentre mi sfilavo i vestiti di dosso, fiondandomi in doccia.

Optai per un look semplice. La voglia di uscire era sfumata durante il corso della giornata.

“Chris io sono pronta” le dissi per telefono.

“Pronta pure io” mi rispose.

Uscimmo di casa.

La notte londinese ci stava aspettando.

London Calling!

   
 
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