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Autore: xhimmelx    18/11/2012    5 recensioni
“La famosissima band degli One Direction, dopo anni di successo senza freni, annuncia di lasciare il podio. ‘Il nostro momento è finito, abbandoniamo il palcoscenico cedendolo alla prossima boyband. Faremo un ultimo concerto a Londra, sperando che la maggior parte dei nostri veri fans possano essere presenti. Ma sarà trasmesso comunque in diretta. E a voi, che ci avete seguito sin dall’ inizio, auguriamo il meglio, ve lo meritate. ’ . Così la band anglo-irlandese lascia le telecamere, senza nessuna spiegazione..”
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-For the last time.

 
 
 
 
 
 
Ero già dentro lo stadio, circondata da migliaia di voci che urlavano e migliaia di anime sognanti.
Le tante ore precedenti erano state molto faticose: avevo sopportato la pioggia, il vento, gli spintoni di alcune persone.
Poi, però, i cancelli si aprirono e, correndo, mi ritrovai dentro.
Tutti i presenti strillavano, quasi fino a rimanere senza voce, compresa me.
Ma quelle grida erano accompagniate da un pianto pieno di amore e dolore allo stesso tempo, che ognuno di noi stava subendo.
Il concerto non era ancora cominciato. C’eravamo solo noi fans lì dentro, e le canzoni di sottofondo che facevano compagnia alle nostre emozioni, ognuna diversa dall’altra.
Mancava poco, mancavano venti minuti, ma l’ansia si era impadronita di tutti noi.
Perché piangevamo? Perché ci disperavamo?
 
 
Tre mesi prima.
Ricordo che quella mattina stavo tutta tranquilla a guardare lo schermo del mio computer, ma senza fare nulla, mentre facevo colazione.
Non dimostravo i miei venti anni, specie quando mangiavo. Ero sempre di fretta e finivo per farmi andare il cibo di traverso, o come minimo sporcarmi il viso.
Gustavo il mio latte caldo, e nel frattempo mi godevo l’aria mattutina del sud Italia.
Ma il mio cervello si disconnesse quando una voce urlò il mio nome.
-Beatrice ! Vieni, corri!-
Mia madre mi chiamava dal salotto, con una voce che mi spinse a fare di fretta.
-Mamma.. che succede?-
-Guarda la tv.. parlano di loro.-
Mia madre se ne andò via, non gli interessava molto l’argomento ‘One Direction’. Mentre io stetti in silenzio, tutta euforica per ascoltare quello che dicevano in quel servizio.
Seguivo quei cinque ragazzi da quando avevo quattordici anni e, dopo sei lunghi anni, strano a dirsi, la mia passione non era ancora andata via.
Alzai il volume della televisione, mettendolo quasi al massimo.
Avevo un sorriso a trentadue denti.
Che scomparì quando il giornalista pronunciò le parole che mi spezzarono il cuore.
“La famosissima band degli One Direction, dopo anni di successo senza freni, annuncia di lasciare il podio. ‘Il nostro momento è finito, abbandoniamo il palcoscenico cedendolo alla prossima boyband. Faremo un ultimo concerto a Londra, sperando che la maggior parte dei nostri veri fans possano essere presenti. Ma sarà trasmesso comunque in diretta. E a voi, che ci avete seguito sin dall’inizio, auguriamo il meglio, ve lo meritate. ’ . Così la band anglo-irlandese lascia le telecamere, senza nessuna spiegazione..”
Non potevo crederci.
Erano passati solo sei anni, solo sei, dall’inizio. Perché volevano lasciarci così?
Non si trattava di abbandonare il palco scenico, ma di abbandonare tutti i loro fans.
Avevo la mente piena di perché, non riuscivo a darmi una spiegazione.
-Cosa hanno detto?-
-Mamma, ci lasciano. Hanno finito..-  Non riuscii a finire la frase che scoppiai in un pianto immenso, senza fine. Dopo mi chiusi in camera.
Piansi tutto il giorno, e anche quelli seguenti, non posso dimenticarlo.
Nel corso delle giornate parlai con mia madre. Volevo raggiungere quel concerto, quello che non avevo mai potuto realizzare. E , almeno prima della loro fine, volevo ringraziarli e vederli.
 
Così, il ventinove aprile, mi trovavo a Londra, dentro quell’arena.
Me lo ero meritato, e mia madre mi aveva capita, come non aveva mai fatto prima.
In parte, desideravo che quel concerto non fosse mai iniziato, così da allontanare sempre di più quella terribile sensazione.
Mancavano solo cinque minuti. Vedevo alcune persone ridere, altre cantare, ma gli occhi di tutti erano colmi di lacrime.
E sapevo che si trattava di lacrime di disperazione.
L’ultima canzone, prima dell’inizio del concerto. Torn.
Allora cedetti, per l’ennesima volta. Quella canzone era troppo, troppo da sopportare per una fragile come me.
Mi ricordai di tutto. Di x-factor, dei vecchi tempi, del loro inizio..
Di quando imparai per la prima volta What makes you beautiful, di quando speravo di vederli cantare in Italia, ma mi fu negato, e così un sogno mi fu strappato via per l’ennesima volta, come polvere spazzata via dal vento.
Quella sera, il palco era allestito con gli accessori di tutti i loro tour, per non dimenticare nulla, per farci ricordare ogni cosa.
 
Tre secondi.
Due secondi.
Un secondo.
 
Partirono le note della canzone che tutti solo i veri fan conoscevano, sapendone il significato: Torn.
Inutile ripetere che, già nel corso della prima canzone, piangevamo tutti quanti.
 
Accompagnammo le voci dei ragazzi in ogni canzone con le nostre che, di certo, non si potevamo mettere a paragone.
Ma tutti cantavano, anche il più timido. Dovevamo goderci per l’ultima volta quel momento.
E io ringraziai Dio per avermelo donato. Per avermi dato loro.
Il concerto fu un ritorno a tutta la loro storia.
Dalle note di Isn’t she lovely, a Let me love you, Cry me a river, So sick, e What you do to me. Mentre nel grande schermo che stava dietro, apparivano le loro immagini a xfactor, e i loro numeri appiccicati nel loro petto.
E ancora le canzoni di tutti i loro album, da quelle più lente a quelle più movimentate.
 
Poi arrivò l’ultima, il loro ultimo singolo. For the last time. Adesso capivo, mi era tutto chiaro.
Guardai i visi delle directioners al mio fianco, sembravano sconfitte, proprio come me. Sconfitte dal dolore, che in quel momento riusciva ad essere più forte di ogni altra cosa, nonostante il nostro amore e la nostra forza nel corso degli anni erano sempre stati immensi.
Tutti, tutti i presenti nello stadio, si tennero le mani. Proprio sotto le note di For the last time.
Ebbe un valore enorme, quel gesto. E i ragazzi lo afferrarono, si vedeva. Anche se in fondo lo avevano sempre saputo.
Tutti i directioners, maschi o femmine che siano, erano riusciti a legare e ad essere come fratelli grazie ad una band. L’amore ci aveva uniti dall’inizio. Il sogno ci aveva uniti dall’inizio. Lo stesso sogno che ci stava separando dai ragazzi.
Noi saremmo stati sempre una famiglia, ce lo sentivamo, come se fosse una cosa più che naturale.
Ma che ne sarebbe stato del rapporto fra fans e idoli? Eh?
Questo mi tormentava. Non volevamo dirgli addio.
La canzone finì. E adesso?
Un attimo di silenzio travolse la sala. Silenzio perché i ragazzi forse non sapevano cosa dire, o come dirlo.
Silenzio perché a noi pubblico non usciva nemmeno un filo di fiato.
 
Harry cominciò a parlare.
“Ragazzi, l’ultima cosa al mondo che vogliamo è vedervi così.
Sappiamo che non vi sono chiari i motivi della nostra resa, se così possiamo chiamarla. Ma crediamo tutti noi sia meglio così.
Ricordatevi delle cose belle. Crediamo, e speriamo, che siano tantissime. I concerti, i meet & greet, i flesh mob che avete organizzato per noi, tutti come una grande famiglia.
Ma aggiungete pure ai vostri ricordi i momenti più tristi. Il vostro Harry che pianse quando scoprii che diverse persone lo odiavano.
Il periodo in cui Louis si ammalò, e tutti eravate li a sostenerlo, ogni giorno. Anche durante la notte, anche all’alba. Voi pensavate alla sua salute.”
Harry passò il microfono a Liam.
“Ricordatevi di noi. E i One Direction faranno la stessa cosa con voi.
Sappiamo benissimo che non vi scorderemo mai. Il nostro destino è già segnato, vi porteremo nelle nostre tombe.
È grazie a voi che siamo riusciti ad essere chi siamo; è grazie a voi che abbiamo portato a termine sei anni di carriera, tutti perfetti; ed è grazie a voi che oggi possiamo essere qui, con chi sa quante persone. Siamo stati felici.”
Toccò a Niall.
“Non sono bravo con le parole. Io voglio sdrammatizzare più che posso la situazione, perché non vogliamo vedervi così, e sappiamo che starete male per i prossimi giorni.
Voglio solamente dire.. Vi ricordate quando qualcuno cominciò a dire in giro che per noi le fans erano solo banconote? Stupidaggini. Di tutto ci importa, quella è l’ultima cosa.
Vi facciamo felici se vi diciamo che siete stati imprtantissimi per noi? Più di tante altre cose, dopo la famiglia..”
Niall non riuscì nemmeno a terminare il suo discorso, perché, come noi, era fin troppo emozionato.
Concluse cercando, per l’ultima volta, di scherzare. Almeno per quello che gli fu possibile.
Ecco, fate stare male anche me..”
Zayn cercò di salvarlo da quella situazione, prendendo parola.
“Scusateci, si è capito che questa è stata la peggior decisione che noi abbiamo mai dovuto prendere. È la cosa più triste che abbiamo mai fatto fino ad adesso.
Tutto quello che avevamo da dire, lo abbiamo comunicato attraverso questo concerto. Almeno ci abbiamo provato.
E qui, adesso, questa notte, vi invitiamo a godervi questo video. Ve lo dedichiamo, con tutto il cuore.”
 
Partì un video alle loro spalle.
Tutte le immagini di loro e delle fan. Partendo da quelle più recenti, a quelle di sei anni fa.
Così tanti abbracci, così tanti autografi firmati, così tanti baci. Tutto spazzato via in una sola notte.
Fino ad arrivare alle loro audizioni.
Quel video era la cosa più masochista del mondo, in quel momento.
Mi sentivo malissimo, ma nel frattempo era un dolore che mi piaceva.
Il video si concluse con quelle frasi che noi conoscevamo alla perfezione.
 
I’m Harry Styles, i’m 16. I’m from Holmes Chapel in Cheshire.”
“I’m Niall Horan, i’m 16. I’m from Mullingar.”
“My name is Zayn”.
“My name is Louis Tomlinson”.
“How are you Simon?”.
 
Poi vidimo Louis con il microfono in mano.
“Ragazzi, questo non è un addio. Anche se non ci vedrete più, noi saremo sempre con voi. Come un cinque angeli custodi.
Vi vogliamo bene. E scusateci, per l’ultima volta.”
In fine, parlarono tutti insieme.
Hey, we’re One Direction.
I’m Harry, I’m Niall, I’m Zayn, I’m Liam, I’m Louis.
We wanna say a massive thank you to all our fans! We love you so much”.
Così, più tristi che mai, gli si leggeva negli occhi, lasciarono quel palco, raccogliendo le lettere che i fan avevano lasciato.
E lasciarono noi.
Applaudimmo. Un caloroso abbraccio di ringraziamento invase l’atmosfera.
 
 
Due settimane dopo..
 
Il telegiornale ormai lo vedevo come una cosa pesante, orribile. Era quello che mi aveva distrutto con le parole di uno stupido uomo, inconsapevole di aver fatto del male a migliaia di persone.
Ma lo guardavo comunque. Mi ricordava loro.
E, infatti, sentii ancora una volta il loro nome.
Non avevo voglia di subirmi l’ennesimo servizio sulla loro fine, ma qualcosa mi impediva di alzarmi e staccarmi da quella televisione.
“Adesso i motivi sono chiari, sappiamo perché la band ha lasciato i riflettori.
Nella notte di ieri, il giovane Louis Tomlinson ci ha lasciati.
È stata una cosa inaspettata per tutti. Si vedono fan disperati in qualsiasi angolo delle città.
L’unica cosa che sappiamo è che si trattava di leucemia. Un tumore al sangue ha colpito il cantante, idolo di miliardi di ragazzi.
Per il resto, gli altri quattro componenti si rifiutano di dire qualsiasi cosa.”
 
 
 
Era chiaro, i One Direction avevano deciso di fermarsi perché Louis, il nostro Louis, non ci sarebbe stato più.
Inutile dire come mi sentii dopo l’ennesima pessima notizia.
Ero “rotta”, nel vero senso della parola.
Il mio cuore era spezzato. Lo lasciavo fare, lo lasciavo sanguinare ogni volta che ne aveva bisogno.
 
Quei ragazzi erano la cosa più bella che io avessi mai visto.
Erano stati la miglior cosa che mi possa essere capitata in tutta la mia vita.
Me li immaginavo ogni giorno nella mia mente, li sognavo ogni notte. Vedevo Harry, Liam, Zayn e Niall che salutavano Louis. Un triste addio colmava il silenzio di quella distesa di prato e terra, dove stava una lapide. La più bella fra tutte, forse.
Louis William Tomlinson.
24 dicembre 1991 / 12 maggio 2016.
Doncaster, Regno Unito.
 
 
Strano come una ragazza, o una donna come me, possa ancora aggrapparsi a degli sconosciuti.
Mai avrei pensato una cosa simile, ma l’amore spesso arriva come un fulmine a ciel sereno.
Rimasi per tutta la vita, fino ad adesso, a sperare vivamente che i ragazzi avessero letto pure la mia di lettera, dopo quel concerto.
 
E, per quel che mi riguarda, l’amore tra idolo e fan è il tipo di amore più bello, più forte e più sincero che possa mai essere esistito.
 
 
 
 

 
 

SPAZIO AUTRICE.
Sooo, bella gente. Spero sia okkey questa os.
Vi prego, recensite e ditemi la verità.
Ci ho messo un po’ a scriverla, e vorrei il vostro parere, sincero.
Su, voglio vedervi piangere. (no, scherzo. Non esageriamo).
@MartiiJD

   
 
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