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Autore: Frulli    06/06/2007    6 recensioni
Questa one-shot è ispirata al quadro di Francesco Hayez "Il bacio" e parla proprio dell'incontro segreto di due amanti, il cui amore è ostacolato dall'inimicizia delle loro due famiglie....Spero vi piaccia!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Da ore stava camminando su e giù per la sua stanza, illuminata debolmente dalle fiamme del camino

§° Il Bacio °§

Da ore stava camminando su e giù per la sua stanza, illuminata debolmente dalle fiamme del camino. Da molto la notte si era inoltrata e la luna splendeva alta nel cielo, coperta appena da candide nuvole che presagivano un temporale.

Lo scontro era imminente, gli eserciti delle due famiglie si sarebbero scontrati sulle rive del fiume l’indomani mattina.

E Francesco ancora non viene…che gli sia successo qualcosa? Forse l’hanno preso, forse è imprigionato! Oh mon Dieu, perché Josephine ancora non viene ad avvisarmi! Sarebbe dovuto venire già da ore, ma forse ha trovato degli ostacoli anche giungendo dal retro del castello!Forse il passaggio segreto è sorvegliato dagli uomini di mio padre? Oh Dieu, ti prego, salvalo!, pensava la giovane disperatamente, le mani strette al cuore, mentre ancora camminava per tutta la stanza.

Gli occhi celesti scattarono e il cuore le balzò in petto quando la porta si spalancò ed entrò ansante la sua dama di compagnia, Josephine. Le corse incontro e le strinse le spalle.

- Josephine, ti prego…dimmi che è vivo! – sussurrò con tono disperato la giovane. Josephine annuì, mentre riprendeva fiato: - Non è stato scoperto, sta attraversando il passaggio e vi attende ai piedi delle scale che portano alla torre occidentale. Quel ragazzo ha dalla sua il nostro Signore, mademoiselle! – spiegò poi Josephine.

La sua padrona tirò un sospiro di sollievo, quindi uscì fuori dalla sua stanza.

- Fate attenzione, per carità! – fece in tempo a sussurrare, preoccupata, la sua dama di compagnia.

La giovane percosse bui corridoi e lunghe scalinate di pietra in silenzio, diretta verso la torre occidentale. Silenziosa e attenta, raggiunse il luogo d’incontro senza farsi scoprire dalle guardie.

Attese lì, ai piedi delle scale che conducevano alla porta della torre, la schiena contro il muro vicino ad una buia arcata. Non sapeva da dove sarebbe venuto il suo amato, nemico alla sua famiglia, ma sperava solo che stava per giungere.

D’improvviso sentì dei passi veloci ma leggeri giungere dalle scale sottostanti, da cui era giunta. Chi poteva essere? Di certo non una guardia: il loro passo era appesantito dalle gravi armature. Forse Josephine: ma che cosa voleva? Perché correva? Che sia successo qualcosa a Francesco?, pensò ancora la giovane mordendosi un labbro. Avrebbe voluto pensare ottimisticamente, ma in quel momento di paura e dolore non ci riusciva proprio.

Tirò un altro sospiro di sollievo quando vide la figura davanti a lei, ansante per aver percorso velocemente tutte quelle scalinate. Non era né suo padre, né sua madre, né Josephine, né una guardia: era Francesco, era il suo amato.

Si corsero incontro e si abbracciarono, stringendosi forte l’uno all’altro.

- Magdalene…mia dolce Magdalene…- sussurrò il giovane italiano soffocando la sua angoscia tra i castani capelli dell’amata. Sorrise la giovane a quelle parole, ringraziando Dio per averle dato la possibilità di sentire ancora la sua voce, il suo calore, il suo profumo.

A malincuore sciolsero l’abbraccio e Francesco la guardò con i profondi occhi neri, mentre le accarezzava una guancia con una mano tremante.

- Non c’è tempo, mio dolce astro. Posso solo salutarti e sperare che Dio ci aiuti…- sussurrò dolcemente il ragazzo.

Magdalene ingoiò le amare lacrime e affondò le mani e il capo tra le pieghe della morbida casacca, sospirando: - Vedrai, ci aiuterà, amore mio…ma tu ora da dove fuggirai? – rispose osservandolo di nuovo negli occhi.

- Scenderò dalla torre occidentale e di lì verso la foresta che divide i nostri terreni. I miei compagni mi stanno aspettando e domani mattina mi batterò per conquistare la libertà di poterti abbracciare…non ho convinto mio padre con le buone, lo convincerò con le cattive… - spiegò il ragazzo, mentre ogni tanto distoglieva lo sguardo dalla sua amata per osservarsi intorno, assicurandosi che fossero soli.

Magdalene annuì appena ed entrambi rimasero pietrificati nel sentire delle voci e dei passi, nel piano sotto di loro.

Francesco stava per salire i gradini della torre, ma ci ripensò. Rimase con un piede poggiato sul primo gradino e strinse in un dolce bacio la sua amata, portando una mano dietro il suo capo a stringerle dolcemente i morbidi ricci scuri.

Sul viso eburneo di Magdalene scese involontariamente una lacrima, mentre si stringeva all’amato con disperazione, afferrando con le mani le morbide pieghe del manto sopra le spalle.

Si sciolsero da quell’abbraccio e Francesco osservò negli occhi Magdalene. Le sorrise, baciò la sua lacrima, assaporò per l’ultima volta il suo profumo ed il suo respiro, quindi con uno slancio corse lungo la scalinata che portava alla torre.

Magdalene rimase lì in piedi, in lacrime, senza poter dire nulla. Sentiva ancora il profumo del suo amore segreto aleggiare nell’aria; sentiva ancora la pelle tremare per quel bacio.

Un bacio, era solo un bacio, un “addio per sempre”. Eppure quel gesto la sconvolse più degli altri, più della guerra imminente, più del pericolo di morte. Qualcosa che l’attraeva e la impauriva, qualcosa che presagiva la morte certa ed un barlume di speranza.

Sorrise, le lacrime bagnarono appena le labbra.

– Il Bacio della Speranza…- sussurrò tra sé, ripensando alla poesia che Francesco aveva scritto per lei, mesi fa: Bacio della Speranza.

Quel gesto, che riposava sulla sua bocca, non era sconosciuto, ma familiare.

Quel gesto non era stato un bacio…ma il bacio.

  
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