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Autore: Cornelia84    06/06/2007    3 recensioni
Ci sono cose nella vita che si possono definire innate: le scelte e i gusti di una persona sono segnati fin dalla nascita e con il tempo non cambiano, ma semplicemente si affinano. Ce ne sono altre che raggiungono la consistenza di “istinti atavici”
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Millicent Bullstrode, Serpeverde
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Istinti Atavici

Capitolo I

 

Ci sono cose nella vita che si possono definire innate: le scelte e i gusti di una persona sono segnati fin dalla nascita e con il tempo non cambiano, ma semplicemente si affinano. Ce ne sono altre che raggiungono la consistenza di “istinti atavici” come ad esempio il metro con cui si scelgono le compagnie.

Per me è sempre stata una questione di alchimia al primo sguardo. Se nei primi minuti di conoscenza scatta la simpatia, sono capace di dare la vita per la persona in questione; se non succede anche passando tutta la vita insieme e anche se fosse la persona migliore del mondo passerò sempre tutto il tempo a cercarne i difetti. Era  così ad 11 anni ed è così ora che ne ho 17, anzi per essere precisi 16 anni e 10 mesi, visto che sono nata a novembre. Non so di preciso perché mi ritrovi ora a fare una considerazione del genere mentre guardo Hogwarts che si estende pigra nella brughiera e il caldo sole settembrino percorre il cielo. Sospiro alla finestra dove mi sono fermata per qualche minuto: maledetta me quando ho accettato di aiutare la Sinister con i piccoli, adesso mi tocca scorazzare tre volte a settimana un numero improponibile di scartoffie in giro per il castello. Ora, non per vantarmi, ma insieme alla zannuta Granger sono sempre stata la migliore del corso di Aritmanzia e così, quando la professoressa ha detto che le serviva qualcuno per dare ripetizioni ai ragazzi del secondo anno, semplicemente non ho saputo resistere, non sapevo che sarei finita a fare da balia ad un nugolo di poppantelli e ormai tutto ciò che mi resta è rifugiarmi al settimo piano dove posso starmene tranquilla.

<< Ma guarda un po’ chi abbiamo qui! >>

O forse no!

Mi giro lentamente verso l’angolo del corridoio e lo vedo lì fermo, elegantemente appoggiato alla parete che mi fissa ghignando sornione. Ricordate la questione degli “istinti atavici”?

Ecco il mio: Blaise Zabini. Semplicemente abbiamo iniziato a litigare il primo settembre del primo anno alla stazione e non abbiamo più smesso.

Ora, sarà da stupido romanzo sentimentale, ma avete idea di come sia Blaise Zabini?  No? Mi sembra giusto, voi siete nei miei pensieri. Allora sarà meglio darvi delle delucidazioni: Blaise Zabini è semplicemente Dio in terra, senza mezzi termini. Ha i capelli neri, più lunghi di come sarebbe conveniente portare, insolitamente lisci; il viso dai tratti spigolosi, la mascella pronunciata; il naso diritto, la fronte ampia e gli occhi blu con sfumature violetto. È alto circa un metro e 90, ha il fisico prestante e la muscolatura deliniata ma non esasperata. Vi sembra strano che io indugi tanto su questi particolari, insomma dovrei odiarlo giusto?

Sbagliato! Perché l’anno scorso, di punto in bianco ho smesso di vederlo come “quello che ti chiama valchiria ma tanto che ti importa!” a “quello che ti chiama valchiria e ti fa stare male”

Un po’ folle come cosa vero? Ma sapete, continuando a parlare di “istinti” e di carattere, ci sono anche delle cose che non apprezzeresti mai in tutta la tua vita ma che poi alla fine diventano un unicum con te. Come dire, la legge dei contrari: ogni sopra hai il suo sotto; ogni Malfoy ha il suo Potter e quindi è destino che io, Millicent Bulstrode sopporti il bellimbusto qui davanti. Ora, se mi trovassi in una situazione migliore lo affronterei a testa alta, ma visto che le disgrazie non vengono mai sole e che, come dicevano i latini, milium abundare quam deficere mi ritrovo nel più squallido corridoio del castello con i capelli scarmigliati e puzzolenti per colpa della lezione di erbologia; la divisa sporca di inchiostro per la lezione con i ragazzi del secondo anno; un malloppo di pergamene in braccio e i miei occhiali da segretaria che mi ricadono leggermente sulla punta del naso. Immagino che chiunque non vedi l’ora di farsi trovare così davanti al proprio sogno proibito!

Infondo io non sogno il principe azzurro col cavallo bianco, ma vedere ammirazione e stupore sulla sua faccia mi farebbe felice. Il punto è che a stento mi consideri un bipede utile solo per spacciare i compiti e da prendere in giro quando non c’è proprio nulla da fare. Troppa grazia essere considerata un essere umano o addirittura una ragazza da lui.

Mi fissa e io vedo chiaramente che sta facendo ogni sorta di violenza su se stesso per non scoppiare a ridermi in faccia ma fallisce miseramente << AHAHAHAH!!!!!! MERLINO BULSTRODE, SEMBRI LA VERSIONE WEASLEY DELLA McGRANITH! >>

Appunto,  è incredibile! Secondo me riesce ad offendere anche quando respira! Mi ha dato della zitella pezzente e inacidita in un colpo solo!

Ok, calma ragazza. RESPIRA LENTAMENTE. Per quanto sia allettante ricordati che ucciderlo e violentarlo (non importa in che ordine) non ti sarà di alcuno giovamento.

….

Beh, forse ti farà stare bene, ma non ti sarà UTILE! Quindi respira, sorridi ed entra in scena << Posso esserti utile? >> cerco di rispondergli con un tono non troppo acido per sentirmi dire con tono malizioso  << Andiamo tesoro, lo sai che sono un tipo all’antica >>.

Andiamo Milly, di qualcosa che lo faccia tacere per sempre!

….

Che lo metta in difficoltà?

….

Almeno un pochino

….

Oh al diavolo! Ma perché me ne sto qui a fissarlo come uno stoccafisso!

<< Bullstrode, capisco di essere sconvolgente, ma se non chiudi la bocca rischi di far scappare i pochi ormoni che ti ritrovi, finirai per trasformarti  nella statua di marmo cui tanto somigli! >>

Dio quanto lo ODIO!

<< A parte offendere, si può sapere che diavolo vuoi? >> ormai ho perso le staffe e lo affronto con il mio solito tono acido accompagnato da un’espressione truce

<< Sempre gentile eh? >> riprende lui staccandosi dal muro e iniziando a scendere le scale dicendo con falsa indifferenza << Dimenticavo la superba gentilezza vichinga >> per poi riprendere quando ormai la rampa ha già iniziato a muoversi << Ero venuto a chiamarti per la lezione di pozioni, ma visto che non ti interessa… >> lascia in sospeso la frase sparendo ormai dalla mia vista. Io rimango gelata in corridoio per poi riprendermi all’improvviso.

DANNAZIONE! Sono in ritardo per pozioni, ho ancora un mucchio di scartoffie da sistemare e quel maledetto è appena andato via con la scala più vicina al laboratorio e mi toccherà fare il giro di mezzo castello per arrivare in classe! Lumacorno mi ucciderà!

   
 
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