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Autore: KeepCalmAndDrarryOn    19/11/2012    1 recensioni
Harry aveva sempre desiderato salire sul primo treno senza sapere dove lo avrebbe portato. Nelle sue fantasie, però, il mezzo di trasporto era semivuoto e sgangherato, mentre il "suo" sembrava di lusso e pieno di gente pronta a lasciarsi andare...
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Harry accellerò per riuscire a salire. Non si era portato dietro borse o valige, sarebbe stato via poche ore, giusto il tempo di andata e ritorno.

Si aggrappò alla maniglia e diede un ultimo sguardo alla strada bagnata di pioggia, appena prima che le porte si chiudessero.

Il treno irradiava profumo di fumo, incenso e legno, che Harry inspirò profondamente chiudendo gli occhi.

Si portò la bottiglia di whisky alle labbra e subito dopo li riaprì.

Mentre si faceva strada tra la gente, non pensava. Non pensava alle persone che si sarebbero preoccupate della sua assenza e non pensava che prendere il primo treno senza sapere dove portava fosse pericoloso.

Harry non pensava a niente, e più non pensava, più si rilassava.

Una signorina scollata e vestita di rosso gli sorrise, ma Harry non riuscì a ricambiare a causa di un uomo dai capelli neri e gli occhi color della pece che posò la sua mano grassa e sudata sul corpo di lei.

Era molto più vecchio e probabilmente non la conosceva, ma lei ridacchiò e tornò ad ignorare Harry.

Il ragazzo adocchiò un tavolo vuoto e, schivando due signore sgargianti e ubriache, si lasciò cadere sulla panca di legno scuro.

A parte L'Hogwarts Express, non aveva mai visto un treno.

Aveva sempre voluto prenderne uno senza sapere dove l'avrebbe portato. Nelle sue fantasie, però, il mezzo di trasporto era semivuoto e sgangherato.

Questo, invece, sembrava lussuoso e pieno di gente pronta a lasciarsi andare.

Dalle finestre Harry poteva vedere la pioggia scendere e il cielo farsi sempre più scuro.

Erano le due del mattino, ma Harry non aveva sonno. Sentiva un formicolio di adrenalina, voleva fantasticare sulla città in cui sarebbe arrivato.

Magari il treno lo avrebbe portato a Parigi, la città dell'amore in cui Harry credeva, ma che non aveva ancora trovato; oppure al Polo Nord, nel villaggio di Babbo Natale.

Si derise di quel pensiero stupido, infantile. Babbo Natale non esisteva e, se esisteva, era uno stronzo: si era dimenticato di Harry per tutta la sua infanzia.

Il ragazzo sorrise amaramente, mentre un anziano signore gli si avvicinava. Aveva le guance ed il naso arrossati, e ricordava un ammaliatore, un indovino ed un ubriacone allo stesso tempo.

Scrutando Harry, gli si sedette davanti. Senza chiedere prese il whisky dalle mani del giovane e ne bevve un sorso. Indugiò un attimo, poi guardò Harry dritto negli occhi, lo indicò ed affermò:" Tu... Tu non sei chi vuoi far credere a questa gente, o a me. Mi intrighi ragazzo. Sembri malinconico, io posso ascoltarti."

Harry si accese una sigaretta. *Certo. Sono un mago, coglione. Devi proprio ricordarmelo?*

Invece disse: "Sa, le persona come lei mi spaventano. Oppure mi annoiano, dipende dai punti di vista. Facciamo una cosa: perchè non mi dice cosa vuole senza tanti giri di parole così che io possa concludere in fretta questa conversazione?"

Harry non era cinico. Si comportava da stronzo solo con le persone che non gli piacevano. Per esempio colui che in quel momento lo fissava così imbarazzato.

L'anziano signore si guardò intorno con fare colpevole, poi alzò le sopracciglia e, arrossendo ancora di più, indicò la ballerina vestita di rosso, scollata, che prima aveva sorriso ad Harry: "Quella ragazza, laggiù... Vuole 100 sterline all'ora. Io sono un poveraccio, sa, non ho neanche pagato il biglietto. Invece lei, giovanotto, mi sembra più che benestante. Mi chiedevo se... Sa, un piccolo prestito..."

Harry schiacciò la cicca nel posacenere davanti a lui, espirò il fumo dalla bocca facendo tossicchiare il vecchio e, lentamente, si alzò.

Superato quel vagone il treno era più tranquillo. L'odore di fumo lasciava spazio per quello dolciastro del legno, che sapeva di casa antica e montagna. Mentre i passi di Harry facevano scricchiolare il pavimento, il ragazzo si guardava intorno, negli scompartimenti, curioso di vedere chi, come lui, era salito su quel treno.

C'erano illusionisti, ballerine, vecchie signore che sfoggiavano i loro migliori gioielli. Tutti si divertivano. O credevano di divertirsi, ma questo per Harry non era importante dal momento che aveva appena notato il ragazzo probabilmente meno ipocrita di quella sera.

I capelli di un biondo sporco, il viso affilato eppure affascinante, sedeva da solo in uno scompartimento vuoto, l'unico che trasportava una sola persona. Harry sapeva chi era, eppure lo intrigava. Voleva dimenticarsi di conoscerlo per poterlo avvicinare e riscoprirlo. Lo affascinava il modo in cui teneva stretta la bottiglia d'acqua tra le mani, quell'espressione triste e concentrata ma allo stesso tempo rilassata rispetto a sette anni prima, l'ultima volta che Harry lo aveva visto.

Il ragazzo biondo si accorse di essere osservato. Alzò lo sguardo verso Harry, ma nei suoi occhi non comparve sorpresa o smarrimento. Solo consapevolezza. Mosse la testa impercettibilmente, in segno di saluto, poi tornò al giornale che stava leggendo.

Harry non voleva interromperlo, ma era curioso. Darco Malfoy su un treno babbano, insolito.

Allora si avvicinò e sfiorò una spalla all'altro, che rialzò la testa passivamente e lo guardò con espressione interrogativa.

Harry non sapeva perchè, ma si sedette davanti a lui e disse: "Cercavo giusto qualcuno con cui parlare. Dove porta questo treno? Dove stai andando, Malfoy?"

Il biondo alzò un sopracciglio: "Porta a Londra. E' il posto in cui speravi andare, Potter?"

 

 

  
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