Delirio ansiogeno su Song to Say Goodbye.
In un’intervista di quest’estate a Radio2, Brian racconta come questa canzone sia nata fondamentalmente come un biglietto d’addio rivolto a quella parte di sé che faceva tutto ciò che si poteva riassumere con la parola autodistruzione. Alcool, droga e così via. E’ uno dei primi tentativi dichiarati di smettere, di fronte al fatto che c’è un limite fisico oltre il quale non si può tornare indietro.
Questa parte però, questo altro Brian, non se ne è mai andato del tutto e ora ritorna a farsi sentire.
Ah, già, Brian non è mio, non ho idea di cosa gli passi effettivamente per la testa e non ci ricavo un bel niente da tutto ciò.