Teresa guardava fuori della porta del suo ufficio preoccupata. Il suo consulente faceva avanti e indietro tracciando lunghi solchi immaginari sul pavimento.
La donna provava ad ignorarlo, davvero, ma era difficile con quella testolina bionda che entrava ed usciva da suo campo visivo con l'aria di aver combinato qualcosa per cui si sentiva veramente e profondamente colpevole.
Finalmente la porta a vetro si aprì e Patrick Jane fece il suo ingresso, o meglio, il busto di Patrick Jane fece il suo ingresso, visto e considerato che l'uomo si era solamente affacciato dalla porta.
-Lisbon? Potresti venire un secondo con me? Dobbiamo parlare.
Gli occhi verdi di Teresa occuparono gran parte del suo volto per quanto li aveva sgranati, sempre più certa che, qualsiasi cosa le avesse detto, non le sarebbe piaciuta.
Titubante, si alzò dalla sedia, per uscire dall'ufficio e seguire il suo consulente fino all'attico.
L'uomo la precedeva di qualche passo e Teresa non poté pensare ad altro se non che Patrick volesse togliere rapidamente quel cerotto.
-Patrick?
Lui non rispose ma si limitò a far scorrere lo sportello che chiudeva la stanza in cui era solito rifugiarsi. Ultimamente con lei.
Il tramonto colorava di rosa e arancione i tetti di Sacramento, in lontananza si vedevano a malapena le cime delle colline che nascondevano il mare troppo distante dalla città.
-Beh?
Patrick si era seduto sulla branda e Teresa, nonostante l'ansia per ciò che avrebbe dovuto ascoltare di lì a pochi secondi volesse farla camminare come poco prima stava facendo Patrick, si sedette al suo fianco, prendendo la mano dell'uomo tra le sue.
-Che cosa hai combinato, Patrick? Sto rischiando il posto di lavoro, forse?
L'uomo la guardò sorridendo di un sorriso triste.
-Non più di quanto tu non faccia ogni giorno. Erika Flynn è scappata.
Teresa si alzò di scatto da quella specie di letto. Non era arrabbiata. Era infuriata. Attraversò una decina di volte la stanza a grandi falcate, fermandosi di tanto in tanto per fissare Patrick, scuotere il capo, imprecare e ricominciare di nuovo la sua marcia.
-Come ha fatto? Accidenti! Come ha fatto? - D'improvviso si blocca, come colta da un'ispirazione divina – Sei stato tu! Ecco perché ti senti in colpa! Sei stato tu!
-No, giuro che non sono stato io. Ha organizzato tutto con cura ma io non c'entro nulla. Te lo giuro.
I suoi occhi sono preoccupati ma sinceri. Blu scuro, come quando ha qualcosa da nascondere, ma con quella punta di luce che le fa capire che non la sta prendendo in giro.
-Allora cosa hai combinato?
-Potrei averla baciata.
Un colpo al cuore. Ecco quello che prova in quel momento. Un dolorosissimo colpo al cuore. Non riusciva a credere a quello che l'uomo aveva appena detto.
-Potresti?
-Dipende... se intendiamo “baciare qualcuno” con rispondere ad un bacio allora l'ho baciata, se invece ricevere un bacio non per propria scelta può salvarmi, allora non l'ho baciata.
-Hai baciato Erika Flynn.
-Ecco... sì.
-Hai baciato Erika Flynn.
-Sì.
-Hai baciato Erika Flynn.
-Teresa? Tutto bene?
-No, cazzo!
-Che linguaggio volgare, Rees.
-Vaffanculo, Patrick. Stai zitto solo un momento, vuoi? Ne va della tua vita, fidati.
-Va bene, mi amor.
-Ah! Non osare. Non osare chiamarmi così ora. Ti rendi conto di quello che hai fatto, vero?
-Amore mio, se non me ne rendessi conto non mi sentirei un verme della peggior specie.
-Hai risposto al suo bacio, maledizione. Potevi dirle di smettere, dirle che non era il caso.
-Con quale scusa? Che non è professionale? Io potrei mai dire una cosa del genere, secondo te? Sai bene che non possiamo dire di noi. Non potevo dirle “Scusa Erika, ma sono già felicemente fidanzato con la donna della mia vita, Teresa Lisbon, ma non lo diciamo a nessuno perché è contro le regole e perché se lo facessimo lei rischierebbe la morte per via di Red John”. Non potevo proprio. E se fosse una di quelle persone di cui non ci si può assolutamente fidare? Tu lo capisci, vero che John può uccidere chiunque su questa Terra e non avrei problemi, ma se uccidesse te la mia vita finirebbe all'istante?
Lei annuisce, lo capisce eccome. Anche lei prova le stesse paure ogni giorno, ma questo non lo giustifica, non ci riesce proprio.
-Lei è bellissima.
-E tu sei perfetta.
-Lei è alta, ha la pelle color miele, gli occhi scuri, è intrigante, sensuale. Io...
Patrick si alza e la abbraccia, stringendola forte a sé.
-La tua altezza è perfetta, puoi sentire il mio cuore battere quando ti stringo come ora e puoi sapere che batte così forte quando sono al tuo fianco. La tua carnagione è quella del latte ed è bellissima perché adoro vederti arrossire e il tuo colore quando ti imbarazzi è quello delle fragole ed io, lo sai, adoro le fragole. I tuoi occhi sono del colore della natura, freschi e luminosi, sono sinceri e curiosi ed amo perdermi nel tuo sguardo. E sì, Erika è sensuale ed intrigante, ma oltre a questo aspetto da Femme Fatale non ha altro e non è nulla. Tu, invece, sei il mio tutto.
Ti basta per perdonarmi?
Un velocissimo bacio ed un sorriso.
-Certo che mi basta.



Spazietto autrice: che dire? Mi scuso per il ritardo nella pubblicazione dei capitoli delle long fiction (blablabla lo dici sempre) ma, questa volta, ho un valido motivo. Non dico nulla per scaramanzia ma è un progetto che porto avanti da un po' e che forse andrà in porto.
Parlando della storia... è vecchia, è sciocca, non mi piace più di tanto... però ho una mole di file che sono sull'hard disk e che non ho pubblicato qui e, vista la mia abilità con gli hard disk esterni, credo sia ora di pubblicarle perché ne ho già fritti due di dispositivi.
Quindi niente, non stupitevi se nei prossimi giorni troverete one shot sparse (oppure stupitevi perché probabilmente non lo farò tanto presto, mi conosco) o, ancora meglio, qualche aggiornamento (ecco, questo sarebbe un vero miracolo!).
A presto! ♥
Aoko