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Autore: ExtragrinDiD    20/11/2012    1 recensioni
Pairing: Dean Winchester/Castiel.
Possibile SPOILER ottava stagione.
"Era così bello, lo era sempre stato, l’unica creatura soprannaturale che avesse mai fatto breccia sul tuo cuore. E i suoi occhi, dio...amavi perdertici. Ti davano sicurezza. E ora, quei occhi, ti stavano regalando solo dubbi. Dubbi e paure."
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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 Dimenticherai tutta questa storia Dean, ti dimenticherai di me, dimenticherai ogni cosa. 









-Ciao Dean.-

Sobbalzai. Vidi l’Angelo sul sedile posteriore, che si prostrava verso di me, con la coda dell’occhio.
-Castiel.-  sbattei le mani sul volante, e digrignai i denti.

-Maledetto. Che ci fai qui? Le tue chiappe piumate non dovrebbero trovarsi su un comodo sedile.-
Guardai la strada, mentre- senza farmi notare- lo scrutai dallo specchietto retrovisore.

L’Angelo abbassò lo sguardo e si morse il labbro inferiore. Mi sfiorò delicatamente la spalla, e guardò nella mia stessa direzione, dove- già da un po’- lo stetti fissando.

-Devo andare Dean.-
-Bhe..allora vai!-
-Devo andare, per sempre.-
 
Incatenai i miei occhi ai suoi. Il buio mi risucchiò.
Frenai spaventosamente.

-Cosa.significa.per sempre?-
Mi girai verso di lui frettolosamente, mentre con una mano tiirai il freno.

-Vuol dire senza limiti di tempo, per l’eter-
-Taglia corto Castiel. So cosa vuol dire.
-Cosa vuoi che ti dica allora?

Ed ecco la sua solita espressione da gattino smarrito. I suoi occhi si riempirono di piccoli diamanti lucenti, mentre io, lentamente, sprofondavo.

Avvicinai di petto il mio viso al suo, l’unica barriera che ci separava erano i sedili, al quale mi appoggia per tenermi in equilibrio.
-Perché? Perché per sempre, Cass?

Dalla mia bocca serrata riuscii a tirar fuori solo poche parole, apparentemente ingenue.

Un cacciatore sa il significato di un per sempre. “Dovremo cacciare quei maledetti figli di puttana per sempre”, “Addio Sammy”- che nel 2014 quel per sempre era durato 5 anni.

Soprattutto Dean lo sapeva. Cacciava giorno e notte, e sapeva quanto fosse faticoso. Sentiva ogni giorno gravarsi sulle spalle. Il tempo si stava persino prendendo un po’ della sua giovinezza, ma mai, mai, la sua voglia di vendetta, di giustizia, di vivere.
E anche se quella non era vita, da quando l’Angelo, che ora lo fissava con aria curiosa, lo catapultò fuori dall’Inferno, aveva deciso che non c’era nome più appropriato.
Ed ora…dopo 4 anni, quell’Angelo, gli stava sussurrando “per sempre”..

-Dean…non sono più il tuo  “Angelo custode”.  Sono salito di “livello”. Ora sono un Arcangelo. E come tale devo vegliare sul mio “protetto”, e--

Da quando conobbe Dean, Castiel, aveva imparato ad essere meno impalato, e ad usare le “virgolette”.
Si fermò, dopo secondi-che gli parvero ore a causa delle sue parole, taglienti come lama- di un discorso senza fine, abbassò nuovamente lo sguardo. Le mani nascondevano i suoi occhi che, per qualche istante, gli sembrava che si stessero per bagnare.
Premeva forte sugli occhi, probabilmente in questo cercava la forza.

-Avanti Castiel! Il tempo non si ferma per noi!-
-Teoricamente, Dean, noi saremmo in grado di--

Lo fulminai con lo sguardo, dopo di che mi voltai, mi poggiai sullo schienale e feci scivolare la testa all’indietro. L’Angelo dopo aver perso la mia attenzione, schioccò le dita, e subito dopo lo trovai sul sedile accanto a me, che mi fissava.

-Il mio protetto si trova dall’altra parte del mondo. Abbiamo grandi piani per lui, Dean.-
Sorrise.
La sua mano calda si fece strada sul mio viso. Tenne compagnia alla mia guancia.
Scrutava, toccava ogni centimetro, per stamparlo in testa, per non dimenticare.
Chiusi gli occhi e sospirai.

-Non mi importa quale bella sorpresa gli preparerete. Avete squadre di baseball di prima categoria lassù, e proprio a te, dovevano dare questo compito?-
-Dean…ho fatto tanti sbagli lo so, ma mi è stata data l’opportunità di rimediare. Sono più forte di quanto immagini.-

Si scostò velocemente, quasi offeso, poi mi guardò ancora una volta, e tornò a riappropriarsi del mio volto.

-Dimenticherai Dean, dimenticherai tutto. Te lo prometto.-

I suoi occhi si velarono di un blu notte cangiante, e mi sorrise.
Ho quegli attimi impressi nella mente, prima che-lentamente- avvicinò le sue dita in direzione della mia fronte.
Sgranai gli occhi, e lo fermai in tempo.
Non potevo credere che quei momenti, i NOSTRI momenti, furono così poco importanti, da provare a farmeli dimenticare.

Castiel scosse la testa. Lui non capiva, lui non poteva comprendere che non è così che noi affrontiamo gli “abbandoni”.

Prese tra le mani il mio viso, e io suoi occhi gridavano “Perché? Perché volete soffrire, stupidi umani?”.
Era così bello, lo era sempre stato, l’unica creatura soprannaturale che avesse mai fatto breccia sul tuo cuore. E i suoi occhi, amavi perdertici. Ti davano sicurezza. E ora, quei occhi, ti stavano regalando solo dubbi. Dubbi e paure.

-Non provarci! Non ho bisogno della tua compassione ok?! Non ho bisogno di sentirmi una merda anche per questo, mi hai capito?
Allontanò le mani da me, e il suo corpo, e i suoi occhi. Abbassò lo sguardo, e prima di riuscire a dare un senso a questo, di Castiel rimase solo i tuoni e il rombo delle sue ali nell’aria.

 
Intravedi la Colt nascosta sul parapetto. Quelle poche stelle che risiedono in cielo riescono ad illuminarla.
Se non fossi così egoista ti affretteresti a prenderla tra le mani, girarla in direzione delle tue tempie, e premere il grilletto.
Ma passerai la notte a fissarla da lontano. Passerai i prossimi giorni a sentire l’odore di quell’Angelo impresso sull’Impala. Ti perseguiterà giorno e notte, per sempre, senza limiti di tempo, per l’eternità.
  
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