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Autore: Wiwa    20/11/2012    2 recensioni
Le dimensioni sono moltissime , come i milioni di riflessi che due specchi creano affacciandosi l'uno sull'altro. Uguali, innumerevoli e statici, ma sopratutto separati. Sono specchi che non si sfioreranno mai. Ma il problema è proprio questo, realtà diverse non dovrebbero sfiorarsi ma lo fanno sempre poiché c'è qualcuno che preme affinchè si avvicinino, si scontrino. C'è sempre qualche idiota che viola la legge, che forza il piatto sulla bilancia e che spinge uno specchio sull'altro. Ed i vetri riflettenti si scontrano, s'incrinano ed esplodono come due cuori pulsanti e le immagini scompaiono, s'infrangono...
Non manca mai un'idiota che stravolge gli equilibri , pensando di aumentare il suo potere e conquistare un mondo che crede sia indifeso e facile da vincere. Non manca mai. Neanche stavolta.
Perchè in questa storia di cavalieri, dame eroi e maghi, nessuno è come dovrebbe essere, ma si limita solo ed esplodere sul foglio bianco in un'esaltante dimostrazione di coraggio. Perchè non è facile essere se stessi nonostante tutte le conseguenze. Per tutti i fan di Terry pratchett, personaggi OCC, alto tasso di risate ( si spera):
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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La nostra storia si svolge in un universo parallelo, com'è facile intendere. In effetti storie di questo genere se si svolgessero nel mondo reale sarebbero parecchio noiose, visto che implicherebbero da parte del/la protagonista la scoperta di una realtà differente e le seguenti inevitabili pippe mentali che si fa. La più diffusa è del genere Oh-mio-Dio-tutto-questo-non-è-possibile, per passare al massimo dell'originalità che potrebbe essere devo-smettere-di-mangiare-pesante che sarebbero ripetute per i primi cinque capitoli all'infinito. Sai che noia. La verità è che i personaggi di questo tipo di storie dovrebbero avere un po' di più di elasticità mentale. Dovrebbero sapere che realtà sono numerose, molteplici e sfumate come le miriadi di foglie su un albero. È un po' egocentrico pensare di essere l'unica dimensione possibile no? Ed è invece così che noi pensiamo di essere, un'unica stella protagonista del nostro sipario blu notte. Le dimensioni sono moltissime invece, come i milioni di riflessi che due specchi creano affacciandosi l'uno sull'altro. Uguali, innumerevoli e statici, ma sopratutto separati. Sono specchi che non si sfioreranno mai. Ma il problema è proprio questo, realtà diverse non dovrebbero sfiorarsi ma lo fanno sempre poiché c'è qualcuno che preme affinchè si avvicinino, si scontrino. C'è sempre qualche idiota che viola la legge, che forza il piatto sulla bilancia e che spinge uno specchio sull'altro. Ed i vetri riflettenti si scontrano, s'incrinano ed esplodono come due cuori pulsanti e le immagini scompaiono, s'infrangono...

Non manca mai un'idiota che stravolge gli equilibri , pensando di aumentare il suo potere e conquistare un mondo che crede sia indifeso e facile da conquistare. Non manca mai. Neanche stavolta.

 

 

C'è un posto magico, (bhè, più magico di altri) all'interno di un piccolo paesino sulla costa. Non che sia niente di speciale eh, intendiamoci, ma ha qualcosa che lo rende diverso da ogni altro... è una piccola piazzetta sul bordo del mare che mugghia ed urla in tempesta. Ha solo qualche torcia spenta, una ringhiera in legno che la circonda tutta e delle piccole mattonelle un tempo bianche che la vecchiaia ha reso giallastre. Ma nel suo centro, c'è qualcosa di speciale. Proprio nel suo cuore, c'è una piccola rosa dei venti incastonata fra le altre mattonelle che indica la direzione dei quattro venti sfruttati dai marinai per navigare. Nel chiaro di luna una figurina ingobbita si fa avanti, poggiandosi ad un bastone di legno decorato da conchiglie ticchettanti. Presi alcuni oggetti dalla sacca che portava appesa a tracolla, versò intorno all'effige oli profumati ed accese torce per i grandi rituali, ponendole tutte intorno ad essa. Si gettò a terra, cantando a squarciagola dei canti propiziatori, inchinandosi a ripetizione. La sua litania andò avanti per una buona mezz'ora mentre continuava a piegarsi, insensibile al dolore. Poi però, ci fu un cambiamento, una nota stridente nella calma della sera: Si alzò una brezza leggera che scosse leggermente i capelli argentei della donna ed i suoi vestiti bianchi di tela grezza. Ben presto il vento aumentò, diventando talmente forte da scuotere le conchiglie fino a farle risuonare come campane in un giorno tempesta. La realtà stessa tremò, il mare sembrò rallentare ed il cielo notturno si riempì di crepe biancastre. Ma sulla nota lugubre e profonda di questa apocalisse che stava nascendo, qualcosa s'interruppe, qualcosa andò storto. Qualsiasi cosa stesse per accadere, tornò indietro e si nascose da qualche altra parte, aspettando il momento giusto. Ma i venti prima di cessare , costretti da forze arcane, fecero qualcosa di così assurdo e contro natura da non essere neanche lontanamente fattibile: I quattro fratelli corsero l'uno contro l'altro, scontrandosi proprio al centro della rosa istoriata e creando una sfera d'aria compressa luminescente. Esplose, vorticando e stridendo sotto forma di colonna d'aria, attorniata dalle fiammelle delle torce che si alzarono così luminose da sovrastare gli edifici. Quando tutto questo finì e la vecchia poté aprire gli occhi, si ritrovò davanti una giovane donna sorridente. Era all'interno dal cerchio da lei disegnato, ma sorrideva vittoriosa.

-La crepa si sta ampliando. Presto entreremo.

Disse, ridendo carica di gloria e di felicità. L'anziana signora non replicò: Era troppo intenta a scolarsi il contenuto della sacca che portava al collo, odorosa di alcool come una vecchia raffineria. La ragazza nel cerchio si accigliò: Non era questa la reazione che si aspettava.

-Le nostre forze si riverseranno implacabili nel vostro mondo, dando il via ad una guerra che non riuscirete neanche a sopportare! Rose di sangue macchieranno la terra scura e stuoli di nemici vi affliggeranno! Le vostre lacrime bagneranno i Nostri piedi, i vostri lamenti carezzeranno le Nostre orecchie! Chi sopravviverà, vivrà una vita di schiavitù mentre la Nostra razza suprema governerà il vostro misero popolo!

Un fulmine rieccheggiò in lontananza, squarciando l'oscurità della notte.

-Ma non sei ancora entrata.

Le fece notare gentilmente la vecchia, con un sorriso di perplesso compatimento che sfociava nella pietà. Ci fu un secondo di silenzio, mentre la regina aveva ancora le braccia alzate nel suo monologo di gloria.

-Non ancora è vero. Ma lo faremo presto. I limiti stanno cedendo, i vetri scricchiolano, le immagini si fanno sfocate.

Continuò soddisfatta, riabbassandole.

-Mmmm...

Commentò la vecchia, troppo occupata a pulirsi un orecchio per dargli veramente ascolto. Le sopracciglia della ragazze si offuscarono, assomigliando molto ad uno stuolo di nubi nere che si addensano nel panorama. Si avvicinò al viso della vecchia, abbassandosi per poterla guardare negli occhi ed avanzando fin dove il limite delle torce glielo permetteva.

-Hai perso, Romita Hellow.

Scrollò le spalle.

-Capita a tutti, prima o poi.

Sorrise furbescamente.

-Anche a te.

La regina nel cerchio rise, con il palmo della mano rivolto verso l'esterno.

-Contro chi? Voi? Quei piccoli e patetici umani? Ho osservato a lungo la vostra dimensione donna, siete solo una massa di vili essere senza magia! Siete solamente piccole figurine disegnate sul fango che chissà per quale motivo hanno preso vita! I più forti dei vostri eserciti sono paragonabili al più pigro e debole dei nostri soldati e le vostre armi sono semplicemente ridicole! In cosa un popolo come il tuo potrebbe tenerci testa donna?

E rise ancora, quel suono argentino che si confondeva con i suoni cupi del mare in tempesta. L'anziana signora gli voltò le spalle, mentre raccoglieva le sue cose per ritornarsene a casa.

-Potrei darti al risposta sai? Ma non servirebbe a molto, visto che lo scoprirai da sola e parlare sarebbe solo fatica sprecata.

La regina nel cerchio sorrise sfacciata, portandosi le mani ai fianchi.

-Sei molto brava a fingerti superiore ed indifferente donna, ma sprechi il tuo fiato.

Un'espressione feroce sfigurò il suo bel volto.

-La verità è che qui ci siamo solo noi due.

La vecchia si voltò, sorridente e serena.

-Eh no, mia cara, qualcuno mi sente.

 

Non seppe bene come successe. Non lo capì bene neanche in seguito, ma in realtà non si mise neanche ad analizzare il come o il perchè, si svegliò e basta. Non appena riuscì a distinguere i dettagli della sua camera e superò il normale esame di coscienza post risveglio ( dove mi trovo chi sono e perché indosso quest'orribile pigiama?) fece una cosa al di fuori della sua natura: Gridò come una pazza, saltando fuori dal letto.

-Ci sono riuscita ci sono riuscita ci sono riuscita!

Urlava a squarciagola, danzando con un ritmo frenetico all'interno della stanza, riuscendo ad evitare per chissà quale fenomeno fisico tutto il ciarpame accatastato per il suo disordine.

-Mister Pwigghils!

Gridò allegra. Come un essere potesse restare addormentato dopo il suo grido d'aquila era un mistero, sta di fatto che l'obeso gatto violaceo quando lo prese in braccio si svegliò bruscamente.

-Ci sono riuscita!

Disse, stringendolo al petto con forza sovrumana.

-Accidenti Nami fai piano! Sono un gatto, mica un peluche! Di che parli?

Ignorandolo, continuava a danzare euforica per la stanza, ballando un immaginario valzer reggendo la coda del gatto come se fosse la mano del suo accompagnatore.

-Ho avuto una visione! Una visione vera!

-Una visione? Ne sei sicura?

La ragazza si fermò, per poterlo guardare negli occhi giallo acceso, raggiante.

-Sì! C'era una donna anziana ed una giovane ed il mare ed il fuoco!

-Una donna anziana ed una giovane?

Cercò di articolare il gatto, nel vano tentativo di capire di cosa stesse blaterando.

-Accidenti! C'è un pericolo in arrivo! Devo avvisare il signor Barbabianca!

E mollatolo malamente, corse fuori dalla stanza, così com'era vestita. Ignorò gli stuoli di studenti che la fissavano sconvolti e si diresse verso le logore scale di legno, salendo otto piani senza neanche fermarsi. Giunta davanti ad una porta di rame, bussò tre volte.

-Apra signor Barbabianca! Apra!

Non il varco fu abbastanza grande da farla passare, ci si fiondò dentro.

-Sognor Barbabianca, ho appena avuto una visione ! Una visione in camera da letto!

-Signorina Wathermary, che ci fa qui?

Perfino nel vortice d'eccitazione in cui si trovava, Nami sapeva riconoscere un tono di allarme massimo. Smise di saltellare,guardò dentro la stanza ed i suoi occhi divennero grandi come delle palline da bowling. Il consiglio dei docenti. E lei indossava solo una camicia da notte.

 

Angolo dell'autrice: Ed eeeeeeeeeccoci qui signori e signore! Bentornati all'angolo dell'autrice! Che non ha assolutamente nulla d'intelligente ed interessante da dire, quindi ci vediamo al prossimo capitolo!!!

  
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