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Autore: rainnie    20/11/2012    3 recensioni
[K Project]
[K Project - Saruhiko/Misaki]
Saruhiko non era mai stato un tipo socievole né tanto meno aveva mai voluto esserlo: aveva sempre avuto attorno quell'aria da ragazzo “depresso” che Misaki tanto adorava prendere in giro. Già, peccato che ormai fosse solo un flebile ricordo. Un'ombra che era stata destinata a sparire.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fushimi Saruhiko, Misaki Yata
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: He's not strong enough.

Fandom: K Project.

Personaggi: Saruhiko Fushimi/Misaki Yata.

Rating: Verde.

Genere: Sentimentale, Introspettivo.

Avvertimenti: Shonen-ai (implicito, molto implicito), Flash-fic, Missing Moment.

Note: Credo di aver urlato giusto un pochettino quando ho notato che Efp mi ha fatto la grazia di mettere finalmente il fandom di K project – come se lo stessi aspettando da epoche. u.u
Flash-fic nata dall'impulso di voler scrivere assolutamente qualcosa sul paring SaruMisa che in queste settimane mi sta facendo impazzire. Saruhiko soprattutto. E' più forte di me amare ragazzi con gravi problemi mentali. (?)
N.B: Alcune informazioni sono puramente invetate da me, dato che ancora non abbiamo avuto l'opportunità di capire tutto ciò che è successo tra loro ho voluto scrivere che cosa è successo secondo il mio punto di vista.

Va buoh, enjoy!

Disclaimer: Purtroppo nessuno dei personaggi mi appartiene. *L'autrice mette il broncio.*

 

 

 

 

Non gli era chiaro come mai, quando lo aveva visto a pochi metri di distanza da lui, avesse girato l'angolo come se avesse voluto evitarlo. E di certo lui non aveva mai avuto nessuna intenzione di evitarlo, anzi, ogni scusa era buona per avvicinarglisi – ovviamente gridando prima il suo nome e poi lanciandoglisi contro con il suo immancabile skateboard – e cominciare a combattere come succedeva di norma ogni singola volta.

Eppure quel giorno era diverso: il cielo coperto, il vento autunnale, la polvere che si innalzava e che, inevitabilmente, faceva tossire non stimolavano molto Yata ad essere energico e pronto ad ammazzare quella scimmia una volta per tutte.

Diede un pugno al muro del vicolo in cui aveva svoltato; aveva avuto pietà di una persona a cui la pietà era l'ultima cosa da donare.

Fushimi aveva tradito gli Homra. Aveva tradito Mikoto-san. Ma soprattutto aveva tradito lui.

Misaki Yata in carne ed ossa. L'ultimo che si meritava una cosa simile da colui che, nonostante non ne avesse bisogno, aveva sempre cercato di proteggere – da cose futili come le verdure che la scimmia non aveva mai sopportato a cose più “complicate” come bulli sempre in cerca di rogne.

Yata ne aveva presi – più dati in realtà – tanti di pugni sul viso, di calci nel posto proibito, di gomitate nello stomaco ma non erano stati niente in confronto all'espressione impietosita di Saruhiko mentre ripeteva quelle ultime e dannate parole. “Mi dispiace Misaki, questo gruppo non era ciò che cercavo, se vuoi giocare alla finta famigliola felice dovrai giocarci senza di me.”

Un altro colpo sulla parete.

Che cosa stava cercando? La fama? La gloria? Perché loro, gli Homra, non erano stati abbastanza? Perché nemmeno lui era stato un motivo valido per non abbandonarli?

In quel momento Yata Misaki realizzò due cose mentre lentamente si abbandonava a terra.

Primo: il motivo per cui aveva deciso poco prima di non far incrociare le proprie strade era perché, anche se da lontano, nello sguardo di Fushimi, aveva intravisto lo stesso sguardo che aveva quando ancora non era entrato a far parte dello Scepter 4 affiancando il Re blu.

Saruhiko non era mai stato un tipo socievole né tanto meno aveva mai voluto esserlo: aveva sempre avuto attorno quell'aria da ragazzo “depresso” che Misaki tanto adorava prendere in giro. Già, peccato che ormai fosse solo un flebile ricordo. Un'ombra che era stata destinata a sparire.

Yata respirò profondamente sentendosi sull'orlo di una crisi di nervi. Era ormai chiara quale fosse la seconda constatazione che non aveva mai voluto ammettere né agli altri né, soprattutto, a sé stesso.

Non era ancora abbastanza forte per vincere i suoi ricordi.

Non era ancora abbastanza forte da essere in grado di ucciderlo per davvero. 


 

  
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