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Autore: RereClan    20/11/2012    0 recensioni
[The Flower di Elison Savoia ]
Una fanfiction sul libro The Flower della sconosciuta autrice Elison Savoia.
Sono tutti umani e la storia tratta di una semplice giornata di pioggia, ma di semplice non vi è nulla nella vita e le sorprese non tardano ad arrivare, anche quando non le si vorrebbe...
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Una giornata di pioggia.

                                                

 

 

 

Sono seduta alla scrivania da ore, il tempo trascorre così lentamente. Ho una pila di documenti da controllare e firmare. Le goccioline di pioggia battono insistentemente sul vetro della finestra dell’ufficio. Dalle stanze accanto si sentono risolini e schiamazzi a dir poco fastidiosi. Cosa c’è da ridere? E’ una giornata orrenda!

Sento bussare alla porta, una figura riccia e con gli occhiali mi si para davanti, è Nick, lo faccio entrare.

< Ciao Nick! > lo saluto, < Ciao Margaret! Tutto bene? > mi chiede osservandomi            < No, per niente! Ho un sacco di lavoro da fare e non ne ho voglia! In più, come se non bastasse, piove! > sbotto.

< Su, non fare la tragica > mi dice, lo fulmino con lo sguardo < Avevi bisogno di qualcosa? >  chiedo  < Ti ho portato dei file da controllare al pc > risponde con un sorriso >.

 < No > sbuffo, irritabile. Mi sta venendo caldo, quindi decido di aprire la finestra, ma poi mi accorgo che la pioggia che entra sta bagnando la mia borsa preferita, così la richiudo immediatamente.  Mi metto subito al lavoro, almeno prima finisco prima lascerò questo maledetto ufficio.

< Margaret, io vado a casa. Buona serata >. Gli rispondo qualcosa a bassa voce. Passa un’ora e mi manca ancora la metà del lavoro. Sto impazzendo! Mi devo occupare dei problemi di tizio e caio, fare un sacco di conti, mettere una quantità infinita di firme… ai miei problemi chi ci pensa?

Finalmente ho finito, guardo l’orologio dell’ufficio: sono le 23.30, bene, ora andrò a casa e mi butterò sul letto, penso soddisfatta.

Mi incammino, la strada è poco illuminata. Perché non possono mettere a posto questi lampioni? Mi domando con stizza, dopo una lunga passeggiata arrivo sotto casa, cerco le chiavi di casa, ma non le trovo. Svuoto tutta la borsa, ma niente da fare. Comincio ad imprecare contro me stessa, contro l’ufficio, contro la gente che ha problemi e contro il mondo intero. Domani penserò alle mie chiavi, adesso ho solo bisogno di riposare, penso esasperata, decido quindi di andare a casa di mia madre, Emma.

Un po’ di tempo fa mi aveva lasciato le chiavi di casa sua e mi aveva detto che per qualsiasi cosa sarei potuta andare da lei.

Arrivo sotto casa sua, apro il portone e salgo le scale, apro la porta di casa ed entro dentro, mi muovo piano, cercando di non fare rumore, penso che a quest’ora stia dormendo.

E’ tutto buio, mi addentro lenta e scopro che la casa è vuota. Sarà uscita con le sue amiche, penso distrattamente.

Mi sistemo, mettendo il pigiama e vado a letto, sono sul punto di addormentarmi, quando sento due persone che sghignazzano sull’uscio della porta di casa e la aprono. Riconosco la risata di mia madre e l’altra mi sembra quasi conosciuta.

Mi alzo e li osservo semi nascosta, per capire chi è l’altra persona, sento che si stanno baciando e si stanno spogliando, un brivido gelido percorre tutta la mia schiena.
Purtroppo o per fortuna , è troppo buio distinguere la figura maschile, vorrei continuare a sbirciare per capire di chi si tratta, ma c’è l’istinto che mi spinge a buttarmi sotto le coperte, accendere l’mp3 e provare a dormire. Che giornata orrenda, perché deve capitare tutto a me? Nessun figlio vorrebbe mai vedere sua madre fare … con qualcuno!

 < Ehi ti va di divertici un po’? > sento chiedere da Emma < Siamo ubriachi fradici , ma… va bene… se proprio insisti > risponde quello senza un minimo di eccitazione.

Ma che razza di uomo direbbe una cosa del genere?
No, un momento, sto partecipando ai loro discorsi, non va bene! Mia madre accende la luce per prendere nel cassetto del mobile dell’entrata una preservativo, almeno credo da quello che riesco a vedere, si volta verso la mia camera e mi vede, sbarra gli occhi e io la imito poco dopo. Rimaniamo senza parole per un secondo e poi lei mi dice preoccupata e imbarazzata: < cosa …ci fai..ehm…qui? >

< Ho… ehm… ho perso le chiavi di casa e ho pensato di venire qui per la notte… > in quel momento ecco arrivare la persona misteriosa nell’entrata, quest’ultima non si accorge minimamente della mia presenza, riesco a vedere che è in boxer e ha i capelli ricci, ma è voltato di spalle.

Ti prego, fa’ che non sia chi dico io, penso disperata mentre quest’ultimo chiede a mia madre con voce divertita < Con chi parli? > , Emma mi fissa senza dire una sola parola, l’uomo si volta e sbarra gli occhi.

< Margaret… oddio…quindi… >

Sposto lo sguardo mentre vedo Nick di fronte a me < Che schifo! Ho le squame! Che giornata di … >

  
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