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Autore: Iris_R_Chaucer    20/11/2012    1 recensioni
Un viaggio per una destinazione che le cambierà la vita.
Il suo nome è Michelle Duval.
E questa è la sua storia.
Un artista famoso in tutta Italia dal carattere burbero e scontroso.
Una ragazza allegra e spensierata, il cui sogno è dedicare la propria vita all'arte.
Una convivenza non sempre troppo semplice.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Rinascimento
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1502 Parigi.

Le prime luci dell’alba iniziavano ad illuminare Parigi, la capitale francese.
Faceva ancora freddo nonostante fosse ormai primavera inoltrata, il clima ostile di quel duro inverno aveva reso l’aria fin troppo gelida anche in quel periodo.
Il Sole stava sorgendo lento colorando con i suoi raggi dorati la città che iniziava a svegliarsi.
I fabbri iniziavano ad aprire le loro botteghe.
I mercanti preparavano i loro banchi per il consueto mercato mattutino.
Le donne uscivano dalle proprie case, pronte per comprare il cibo, per andare a prendere l’acqua o, per le più fortunate, solamente per poter godere di quel tiepido sole che stava ancora sbocciando nel cielo.
Gli artisti si preparavano a passare la loro giornata a lavorare su quelle tele, su quei manoscritti, su quelle sculture a cui avevano regalato la loro vita.
Anche le Dame e i Signori si stavano preparando per il giorno, tutti profumati e imbellettati in quei vestiti troppo voluminosi e ricchi al confronto dei vestiti umili dei domestici che ogni tanto passavano loro accanto.
In tutto questo, solo una persona ancora poteva permettersi di dormire.
Una ragazza, in una piccola e squallida stanza di una locanda, proprio al centro della città, ancora giaceva tra le braccia di Morfeo e si godeva quegli ultimi istanti di sonno, prima che il Sole decidesse di svegliare anche lei.
Qualche raggio di luce filtrò dalle persiane malandate andando ad illuminare la gracile figura distesa nel letto, che emettendo qualche suono contrariato, si voltò dall’altro lato, sperando di riuscire a fuggire da quella sveglia così fastidiosa, ma ... contro il Sole non si può fare molto.
Con un sospiro contrariato abbandonò quelle coltri calde, sedendosi sul bordo del letto e rabbrividendo per il contatto del pavimento gelido contro i suoi piedi.
La ragazza si alzò, afferrando con una mano la pesante coperta e posandosela sulle spalle in cerca di quel po’ di calore che aveva abbandonato nel letto.
Sbadigliando sonoramente si diresse a passo spedito verso lo specchio –sempre che così si possa definire quel piccolo e sporco pezzo di vetro- appeso poco vicino alla finestra.
Con gesti frettolosi si portò una mano tra i lunghi capelli castani –che parevano quasi arancioni da quanto erano chiari- e li sistemò alla meglio, lasciandoli poi ricadere sulla schiena raccolti in una coda molle, fermata con un nastrino verde perfettamente in tinta con i suoi occhi.
L’ennesimo sbadiglio la colse mentre le mani si immergevano nella piccola bacinella nella quale il giorno prima aveva fatto mettere dell’acqua pulita e che ora avrebbe usato nel tentativo di acquistare un minimo di lucidità dopo il sonno.
L’acqua gelida al contatto con il suo viso la svegliò completamente, e se prima aveva freddo ora poteva allegramente considerarsi un ghiacciolo.
Maledette mezze stagioni.
Cercò a tentoni il piccolo pezzetto di panno e se lo tamponò sul volto, raccogliendo ogni singola goccia dalla pelle chiara e liscia, gettando poi la pezza ormai bagnata sul bordo del secchio.
Ritornò pigramente al letto e vi gettò sopra la coperta che aveva usato per scaldarsi, gettando poi uno sguardo all’intera stanza alla ricerca dei vestiti che erano malamente adagiati su una sedia poco distante.
Non ci impiegò molto ad indossarli, non erano di quei vestiti lunghi e complicati che le donne dell’epoca erano solite indossare.
Erano vestiti maschili, un paio di pantaloni scuri, una camicia bianca, un gilet malandato, un paio di stivali e un lungo e pesante mantello capace di proteggerla dal freddo.
L’aspettava un lungo viaggio, non poteva permettersi di viaggiare con abiti scomodi.
Ripose tutti i suoi effetti personali all’interno della fedele sacca di cuoio, se la caricò sulle spalle e lasciò la piccola camera che l’aveva ospitata per la notte inoltrandosi nel lungo corridoio che l’avrebbe condotta all’uscita.
Si fermò giusto qualche secondo a conversare con il locandiere per poi imboccare la porta e ritrovarsi finalmente all’esterno.
Prese una boccata d’aria.
Un piccolo sorriso si dipinse sulle sue labbra.
Gli occhi puntati davanti a se.
Il sole a vegliare su di lei.
Un viaggio per una destinazione che le cambierà la vita.
Il suo nome è Michelle Duval.
E questa è la sua storia.


Allora, cominciamo con il dire che questa è la prima fanfiction originale che io abbia mai scritto/inventato/ solo pensato di creare, e nonostante l'avessi ormai in mente da anni l'ispirazione per iniziarla mi è venuta solamente poco tempo fa -e spero non mi abbandoni troppo presto- X°°°
Mi scuso per il capitolo terribilmente breve ma mi serviva un po' come introduzione, prometto che i prossimi saranno più lunghi v.v...
Spero davvero che questa storia possa piacere ç7ç
Un ringraziamento a tutti quelli che leggeranno <3
Ame-chan~
  
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