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Autore: pantarei_pia    21/11/2012    1 recensioni
"Unta di impronte, ora di niente questo è il mio tutto. Una foto e nient'altro.
Macigni di polvere sono i ricordi di due sconosciuti, spilli urticanti."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Denso, l'odore del caffè, che echeggia in mille puntini grigi. Un libro che cade, un violino esposto, naturale perfezione sullo sfondo intatto.
Pallido è il candore del legno bianco, su cui, distratti dal tempo, incisero i loro esili nomi.
Massicci ora, sono illusioni sbiadite, che celebrano il loro sfuggente trionfo.
Divampa il calore dei loro sguardi, socchiusi, taciti,  e l'intramontabile olezzo fresco e regale irradia di verde il cielo incostante.
Una mano ruvida che cinge il suo fianco, un lieve fruscio di capelli. Smarriti si stringono alle spalle, frugati dal vento, timidi e superbi. Cingono la fronte e custodiscono la bellezza, accarezzano le forme, si vestono di un nobile guanto.
Vive le guance di un fervido rosa, scoprono il calore del volto.
Leggeri come piume viaggiano insieme. Bimbi incoscienti, che si abbracciano e mandano baci.
Infantili e stupidi, giovani foglie che cadono.
Così i loro occhi.

Intanto, fluide le sue labbra si fanno veci della sua morsa. Corre il tempo, ma non passa; si stringono senza ammirarsi.
Un passante, due; una bici sul marciapiede.
Il mondo intorno e dentro. L'universo che fuga le vie del respiro e toglie il fiato quando più ne occorre.
Scomodi e rilassati, al sicuro nel loro abbraccio.
Vivi e morti, senza respiri.
E così incostanti, sprofondano i loro baci nella curiosità festiva di voler scoprire e stupire.
Il suolo che trema alla potenza della terra. I loro passi immobili in una stretta suadente.
Piedi saldi, sollevati dal paradiso.
Una brezza disordina le trecce, la gonna al vento.
Nel frattempo un modesto pittore attratto e commosso cattura il paesaggio.
Occhiatacce sconnesse provengono dai negozi malsani.
Occhi indiscreti dalle vetrine, ma c'è chi senza stupore passa.
Un fiore è sospeso. Debole al sicuro nel suo dolce nido.
Nessun rumore, solo inafferrabile musica.
I loro corpi ormai sono note unite, perfette in ogni componimento e i loro sorrisi complici dell'intesa si rallegrano e si perdono lasciando il posto al rifugio più erotico.

Unta di impronte, ora di niente questo è il mio tutto. Una foto e nient'altro.
Macigni di polvere sono i ricordi di due sconosciuti, spilli urticanti.
La mente è colma.
Povero il cuore.





  
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