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Autore: giny04    21/11/2012    0 recensioni
[Poesie di Pablo Neruda]
«Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.»
One shot dedicata alla poesia “Lentamente muore” di Pablo Neruda.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa One-shot è una sorta di commento alla meravigliosa poesia di Pablo Neruda. E' una poesia che apre gli occhi e fa riflettere, è una delle mie poesie preferite e vorrei condividerla con voi. Fatemi sapere cosa ne pensate! Baci Giny04




"Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine,

ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,

chi non cambia la marcia o colore dei vestiti,

chi non rischia,

chi non parla a chi non conosce.

Lentamente muore chi evita una passione,

chi vuole solo nero su bianco e i puntini sulle i

piuttosto che un insieme di emozioni;

emozioni che fanno brillare gli occhi,

quelle che fanno di uno sbaglio un sorriso,

quelle che fanno battere il cuore

davanti agli errori ed ai sentimenti!

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,

chi è infelice sul lavoro,

chi non rischia la certezza per l’incertezza,

chi rinuncia ad inseguire un sogno,

chi non si permette almeno una volta di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,

chi non legge,

chi non ascolta musica,

chi non trova grazia e pace in sè stesso.

Lentamente muore chi distrugge l’amor proprio,

chi non si lascia aiutare,

chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,

chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,

chi non risponde quando gli si chiede qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,

ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di

gran lunga  maggiore

del semplice fatto di respirare!

Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di

una splendida felicità."

("Pablo Neruda")










Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo.

Lentamente muore chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno.

Queste sono le tematiche centrali della poesia di Neruda.

La morte si impossessa del monotono, la morte esala il suo respiro sull'ignavo, la morte colpisce il codardo e lo annienta.

Il vigliacco sceglie di vivere nel torpore della sicurezza, si riguarda dallo spingersi oltre.

Il pusillanime percorre per sempre la stessa strada, ritenuta da lui la luce della certezza, ignorando i risvolti che quella gli offre; ha la vista oscurata dal timore di sbagliare, di imboccare il sentiero sbagliato. Il sentiero che lo potrebbe condurre alla felicità eterna o farlo precipitare nel più profondo degli abissi.

Perchè la vita non è altro che una strada. Si apre con la più ripida delle salite, in cui l'uomo deve dare il massimo per non perdere l'equilibrio e cadere.

Poi c'è un momento in cui il viaggio si riassesta e la via ritorna piana, dando l'illusione di protezione. E mano a mano che uno cresce la vita prende le pieghe più bizzarre, ponendo degli ostacoli nei punti più impensabili, attaccando le spalle di chi ha appena abbassato le difese.

Da questo momento in poi la strada principale, quella che ti aveva sempre guidato, quella che ti aveva infuso così tanta sicurezza, si fa sempre più indistinguibile, i suoi contorni diventano più sfuocati, arrecandoti un'insicurezza che poco tempo prima avevi schernito.

In questo preciso punto della tua esistenza devi ricorrere a tutta la forza di volontà che avevi conservato, devi avvicinarti alle persone che ti vogliono bene e che ti aiuteranno a oltrepassare l'ostacolo che tanto temi, imboccando un'altra direzione.

E' proprio qui che devi mettere nella proverbiale scatola dei ricordi la paura e la codardia, poichè "Lentamente muore chi ogni giorno è schiavo degli stessi percorsi e chi non cambia mai marcia".

Scavalcato lo scoglio ti si prospetta davanti un sentiero relativamente tranquillo, in cui puoi tirare un sospiro di sollievo e volgerti indietro a riguardare il viaggio che fino allora hai percorso, riconoscendo i tuoi errori e i bivi che probabilmente hai mancato.

Prosegui fino a quando non incorri nella fase più problematica ma più bella della tua vita.

E' costituita da un labirinto intricato in cui ti perderai sicuramente, ma ogni mancato sbocco ti regalerà un'emozione incredibile, anzi, ti regalerà "un'insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti."

Inizierai a ragionare con la tua testa, diventeri sordo alle parole di quelle persone che poco prima ti avevano aiutato, percorrerai il labirinto con i paraocchi, e non ti renderai conto degli errori in cui invece stai incorrendo, perchè proprio quegli sbagli ti daranno la forza per non commetterne più.

E' proprio qui che inizia la formazione di una persona, questa è la fase in cui più spesso ti lasci andare, ti perdi d'animo e non completi un progetto

lasciando morire lentamente la tua anima.

Infine crescendo ritrovi la direzione giusta, le difficoltà incontrate verranno superate con una certa facilità rispetto a prima e il tuo pensiero si fa più razionale.

Proverai però nostalgia del tempo passato ma, come dice Neruda, non devi lasciarti abbattere, perchè "Morte lenta attende chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna".

Evitiamo la morte interiore, scappiamo dalla monotonia e pensiamo come se ogni giorno fosse l'ultimo; perchè "Vivere richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice respirare".

Solo così potrai giungere alla fine della tua strada, potrai conquistare il tuo obiettivo, riscuotere il successo per cui hai tanto faticato e finalmente sederti, ripercorrendo con la memoria tutto il tuo lungo viaggio, aggrappandoti alla vita e impedendole di scivolare via.

  
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