Serie TV > The Vampire Diaries
Ricorda la storia  |      
Autore: I_Cant_be_no_superman    21/11/2012    0 recensioni
Salve a tutti :D questa è la prima ff che pubblico in questo fandom e mi farebbe piacere sapere che ne pensate anche se non è niente di che...
Ambientata dopo la 4x06...
[KLEFAN, WHAT ELSE?]
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Klaus, Stefan Salvatore
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buon pomeriggio a tutti,come già avrete letto questa è la mia prima Klefan *-*
Shippo questi due in modo assurdo ma non è certo colpa mia, visto che si ci mette anche Pual andando in giro a dire che secondo lui Stefan e Klaus dovrebbero essere amanti u.u
Spero non sia cosi pessima come penso ahahah
Vi lascio alla lettura :D


ps. scusate i possibili errori D:







Era ironico come fossimo arrivati a quel punto, lei aveva scelto me eppure le cose erano cambiate tanto rapidamente da fare quasi paura. Avevo sempre sopportato che Damon le girasse intorno, che ci provasse e che cercasse in tutti i modi di mettermela contro e portarmela via, ma, adesso, la transizione di Elena aveva acuito tutti i sentimenti che provava verso mio fratello portandola progressivamente ad allontanarsi da me.

Si fidava di lui più di quanto si fosse mai fidata di me e non potevo sopportare tutto questo, faceva troppo male.

Credevo che Elena fosse diversa ma forse mi ero sbagliato, ancora una volta avevo sbagliato e per quanto avessi provato a resistere a tutto questo, ora, la situazione era insostenibile e la mia voglia di combattere era quasi spenta. Lasciare Elena era stato difficile ma era l’unica cosa che potessi fare in quel momento, lei avrebbe chiarito i suoi sentimenti e io avrei imparato ancora una volta a stare da solo.

Avevo lasciato casa Gilbert e stavo camminando da quelle che a me parvero ore, non volevo tornare a casa perché comprendeva la visione del sorrisino soddisfatto di mio fratello e non ero di certo in vena di litigare con lui. Quando poi mi guardai intorno, cercando di realizzare dove fossi, sorrisi ironicamente pensando che tra tutti i posti in cui sarei potuto andare il mio inconscio mi avesse portato proprio da lui.

Villa Mikealson si ergeva imponente davanti a me.

Da quando Klaus era tornato in città la casa era stata ristrutturata ancora una volta ed ora era quasi perfetta.

Non sapevo per quale motivo il mio stesso corpo mi avesse portato lì ma, forse, quello era davvero l’unico luogo in cui, in quel momento, sarei potuto stare meglio.

Mi avviai verso la porta senza fretta e bussai al campanello, cosa completamente inutile visto che Klaus doveva già essersi accorto del mio arrivo, ma ero pur sempre un tipo educato, io. La porta venne aperta quasi immediatamente da un biondina vestita da cameriera.

“Salve” la salutai cortesemente. Lei sorrise cortese prima di farsi da parte e lasciarmi lo spazio necessario perché entrassi in casa.

“Vado a chiamare il signor Klaus” disse chiudendo la porta e scomparendo in una delle stanza della casa per avvertire Klaus. Mi accomodai in salotto e aspettai che Klaus si facesse vedere. Quando arrivò mi salutò con un cenno del capo.

“Stefan, cosa ti porta qui?” domandò mentre si avviava verso il carello dei liquori per versare qualcosa da bere, dopo che ebbe deciso che cosa bere, riempì due bicchieri e me ne porse gentilmente uno.

“Non può essere una semplice visita di cortesia?”

“Perdona il mio scetticismo, ma non credo!” disse sorridendo tristemente. Tutto quello che era successo tra me e Klaus, in passato, avevo sempre cercato di cancellarlo, di cancellare tutti quei sentimenti e sensazioni che avevo provato e provavo ancora per lui, perché se avessi lascito che queste prendessero il sopravvento avrei sofferti in modo atroce.

“Ok, te la concedo,”- dissi abbassando lo sguardo dispiaciuto- “avevo bisogno di un luogo tranquillo dove pensare e casa mia, al momento, non lo è” confessai guardandolo nei suoi intensi occhi verdi che cominciarono a guardarmi preoccupati.

“Ti va di parlarne?” domandò sedendosi sul divano di fronte al mio.

“A te?” domandai abbastanza poco convinto.

Non lo avrei mai ammesso ma, per quanto provassi a non farlo, mi  fidavo di Klaus, nonostante tutto quello che aveva fatto e il tutto il dolore che avevo provato a causa sua. Mi fidavo lo stesso. Eravamo troppo legati, c’erano troppo cose che erano successe tra noi che mi era impossibile dimenticare. Klaus non era sempre stato il bastardo di quel periodo, una volta era diverso.

Vidi Klaus alzarsi e fare il giro del tavolino per poi sedersi accanto a me lasciando che le nostre ginocchia si sfiorassero. Fui attraversato da un brivido a quel contatto.

“Una volta non avrei dovuto neanche chiedertelo, me lo avresti detto e basta” costatò cominciando a fissarmi intensamente. Mi persi per un attimo nei suoi occhi che, ora, a causa della luce tendevano a uno strano azzurro. Mi mancava parlare con lui come una volta, con la libertà di potergli dire tutto liberamente ed essere completamente sincero.

“Risulterà banale dirlo, ma sono cambiate molte cose” dissi distogliendo lo sguardo dai suoi occhi in cui rischiavo sempre di perdermi.

“Le cose sono cambiate, hai ragione, ma basterebbe poco per farle tornare come prima” concluse portando la sua mano a stringere la mia, che avevo abbandonato sul ginocchio. Appena senti le dita di Klaus stringere la mia mano mi tornarono in mente una valanga di ricordi del nostro periodo a Chicago. Le sue labbra sulle mie, la sua pelle che scivolava sulla mia e le sue mani che mi accarezzavano gentilmente il corpo. Tutti i ricordi che cercavo di combattere stavano tornando a galla.

Mi staccai dalla sua mano alzandomi in piedi e cercando di fare chiarezza nella mia mente.

“Scusa” disse solamente Klaus guardandosi la mano che prima stringeva la mia con nostalgia.  Nei suoi occhi riuscivo a leggere tutto quello che stava provando, era sempre stato cosi. Quando eravamo soli Klaus per me diventava un libro aperto e le sue emozioni erano cosi chiare e intense da spaventarmi, alle volte.

Percepire tutto quello che stava provando in quel momento mi stava uccidendo, non avrei mai voluto che soffrisse per colpa di un mio rifiuto ma ero già stato male una volta per colpa sua e la paura di soffrire di nuovo come all’ora mi spaventava.

“Io..” cercai di dire qualcosa per cercare di far sparire l’imbarazzo ma le parole mi morirono in gola.

“Deve essere successo qualcosa con Elena e tuo fratello” disse tornando al discorso iniziale e cambiando cosi argomento. Abbassai lo sguardo dandogli indirettamente conferma che era effettivamente cosi. Vidi i suoi occhi riempirsi di rabbia e comprensione, forse, a causa di tutto il dolore che sapeva provassi.

“Niente di nuovo” ammisi tornando a fissarlo. Avevo sofferto per cosi tanto tempo nella mia lunga vita che, a volte, mi sembrava di fare solo quello. Lo vidi alzarsi e venirmi incontro. La mia testa diceva di spostarmi, di allontanarmi il più possibile da lui e da tutto quello che provavo in quel momento, mentre, il mio cuore mi stava quasi implorando di buttarmi tra le sue braccia. 

Senti le sue braccia avvolgermi delicatamente, come per vedere se sarei scappato o meno da quel contatto e, quando si rese conto che non l’avrei fatto, mi strinse maggiormente a sé. Avrei tanto voluto tirarmi indietro ma appena Klaus si era alzato da quel divano avevo già deciso che non sarei scappato.

Lo strinsi a mia volta, ormai incapace di rifiutare quel contatto e, in quel momento, dimenticai tutti i miei problemi come se tutto fosse passato in secondo piano, c’erano solo le braccia di Klaus attorno al mio corpo che mi permettevano di non cadere nel dolore. Elena, Damon e tutto quello per cui stavo male sembrò sparire.

Non so neanche quando durò quell’abbraccio ma come risvegliatomi da una trans mi staccai da Klaus e mi allontanai da lui.

“Devo andare” dissi affannato come se avessi corso per chilometri. Gli diedi le spalle dirigendomi alla porta, la vista annebbiata dai ricordi e il corpo ancora assuefatto dal suo odore che avevo respirato fino a due secondi prima.

Stavo per aprire la porta quando sentii afferrarmi un polso e la mia schiena essere poggiata delicatamente contro il muro. Quando mi ripresi dalla sorpresa la prima cosa che percepii fu il corpo di Klaus premuto contro il mio e vidi i suoi occhi guardarmi speranzosi.

“Proviamoci di nuovo” disse cercando di trasmettermi tutta la voglia che aveva di farlo. Annui inconsapevolmente e indipendentemente da quello che mi diceva il cervello. Lo vidi sorridere e di riflesso lo feci anche io, poi senti le sue labbra premere dolcemente sulle mie e tutto il resto perse importanza.





(Ps le gif non c'entrano niente ma le ho messe comunque *-*)


Allora che ne pensate?
So che non è un gran che ma ho deciso di postarla lo stesso *-*
Mi farebbe piacere sapere che ne pensate e ringrazio già da adesso chi arrivarà fino a qui o chi lascerà un segno del suo passaggio, che sia positivo o negativo non importa le critiche cosi come i complimenti aiutano u.u
Ora la smetto di annoiarvi.. Grazie per l'attenzione u.u
I_Cant_be_no_superman
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: I_Cant_be_no_superman