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Autore: Sigyn    21/11/2012    1 recensioni
Rarity sta male. Sweetie Belle è una brava sorella.
[Friendship is Witchcraft!verse - Human!Rarity, sort-of-human!Sweetie Bot]
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Rarity, Sweetie Belle
Note: AU, Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Like a Rattlesnake


 

At least I don't spend every Veteran's Day sobbing on the floor!


 

 

Le sue dita cigolano fievolmente, mentre le asciuga in fretta con lo straccio. L’acqua non le piace – la fa sentire così strana. Ma sua sorella ama l’igiene, le cose pulite e ordinate.

Non che la ringrazi mai per questi piccoli accorgimenti. Rarity è Rarity, in fondo, e trova sempre qualcosa per cui lamentarsi. Ma lei è Sweetie Belle, quindi sorride e posa lo straccio accanto al lavabo, sperando che sua sorella non trovi tutto troppo disordinato e antiestetico.

Mentre prepara la cioccolata calda, si chiede vagamente come fare per farla assomigliare di più a Lord Smooze. Rarity lo apprezzerebbe, ne è certa, e forse le sorriderebbe e le direbbe che ha fatto un buon lavoro, che per una volta ha svolto bene la sua funzione di sorella e ha raggiunto i suoi obiettivi di attenzione e premura. Ma Sweetie Belle ha già fatto diversi tentativi: la cucina prende sempre fuoco senza che lei capisca nemmeno come, e nella sua testa ci sono così tanti rumori così forti e dolorosi e talvolta, senza sapere perché lo fa, si chiede se assomiglino alle sirene della Robot Police.

Scrolla le spalle, sospira. Dal piano di sopra viene il rumore soffocato di un altro grido.

Sweetie Belle si chiede quando sua sorella comincerà a piangere e a singhiozzare, e affetta  con cura una mela. – Livello di simmetria: ottimale – mormora, confrontando due fette perfettamente uguali, e vorrebbe riuscire a sorridere per questo piccolo successo.

 

Rarity arriva in cucina mezz’ora dopo, e il rumore del secchio d’acqua gettato frettolosamente sul forno riscuote Sweetie Belle da un’intricata riflessione sul senso della vita e sul significato del dolore.

- Rarity! – esclama sorridente, voltandosi e lanciandosi contro di lei per abbracciarla, e quasi perdendo l’equilibrio quando sua sorella si sposta e si dirige con calma verso il tavolo rivolgendole un saluto svogliato. Sweetie Belle non se la prende tanto: Rarity è fatta così.

Però, smette di sorridere mentre la osserva sedersi con un movimento aggraziato. Rarity ha i capelli in disordine, i boccoli viola scuro che in ogni altro giorno dell’anno sarebbe eleganti e lucenti che le ricadono flosci sul viso pallido e sugli occhi. Le sue mani bianche tremano appena mentre si posano sul tavolo come per aiutarla a sorreggersi, le lunghe unghie dalla manicure perfetta che graffiano leggermente il legno chiaro. – Voglio fare un cappello – dice con un esile sorriso forzato: - Un cappello enorme, con le gemme e le piume e ... oh, non so, potrei chiedere alla Leader se ha ancora qualche scaglia di drago ... -.

Sweetie Belle annuisce senza convinzione. L’ha sempre detto che tutti quei corsi di recitazione sono inutili, ma Rarity continua a credersi un’attrice. E poi, sa che i cappelli di sua sorella sono sempre più grandi e più sfarzosi quando è giù di morale.

Quindi, la lascia parlare di cappelli e velette e vestiti e pizzi e nastri, le lascia commentare con poche parole aspre la disposizione rozza di piatti e posate e bicchieri, si volta quando lei riprende a piangere. C’è un tonfo sordo alle sue spalle e sa che sua sorella si è buttata sul pavimento, in una delle sue solite pose da attricetta di melodramma, pronta a sciorinare un nuovo monologo che forse poi riciclerà in una qualche audizione per un ruolo che non otterrà. Come tutti gli anni.

Ma questa volta c’è solo silenzio.

- Grazie, Sweetie – borbotta Rarity dopo pochi istanti che sembrano un’eternità, e non ha bisogno di dire altro.

Sweetie Belle scuote lievemente la testa. Aspetta qualche attimo, per essere sicura che sua sorella non abbia solo rimandato la sua crisi, poi si gira e le tende una mano, anche se Rarity dice sempre che le sue mani sono troppo fredde.

La sua funzione primaria, in fondo, è amare sua sorella.

    

Being sisters is like a rattlesnake. You can have the head of a rattlesnake with its sharp teeth and curious tongue, or the tail of a rattlesnake with its mesmerizing rattle; but only together do you have a whole rattlesnake.

And apart, all we are is a screaming mess and a hollow object.

  
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