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Autore: AlleyCat    22/11/2012    2 recensioni
Come Starsky e Hutch trascorsero il Ringraziamento del 1979 e ciò che lo rese un giorno molto speciale.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Note: Questa è una traduzione. L'autrice della storia è AlleyCat. La fic in lingua originale si trova qui.

Dedica dell'autrice: Questo è dedicato a Flamingo e Kath, per tutto quello che hanno fatto per me quest' anno.


 

A THANKSGIVING STORY
by
AlleyCat


 

Mezzogiorno, Giorno del Ringraziamento, 1979.

Starsky e Hutch avevano accettato volentieri quando Huggy aveva chiesto loro, qualche settimana prima, se volevano aiutare a servire il pranzo del Ringraziamento alla Missione della Fede, Speranza e Carità. Come avevano fatto spesso prima, i due agenti si erano offerti volontari per lavorare nel giorno di festa, così che gli agenti con famiglia potessero trascorrere la giornata con i loro bambini. Non dovevano prendere servizio fino alle quattro del pomeriggio, comunque, e nessuno dei due aveva fatto ancora alcun piano per la prima parte della giornata. Il volontariato in un rifugio per aiutare chi aveva più bisogno sembrava una buona idea.

Così erano lì, con le maniche della camicia arrotolate, a impiattare il cibo al carrello scaldavivande. Erano arrivati presto per aiutare con i preparativi e ora stavano accogliendo le prime persone di una lunga fila che si era formata fuori, gli affamati senzatetto e altri, abbastanza fortunati da avere una sorta di rifugio, ma poco altro.

"Felice Ringraziamento!" augurò Hutch ad un'anziana donna che era la prima della fila. Mise il tacchino in un piatto e lo passò a Starsky che vi aggiunse patate dolci e piselli. Poi Starsky lo passò ad Huggy, che aggiunse il ripieno del tacchino e del sugo di carne.

"Felice Ringraziamento! Dio ti benedica!" rispose la donna ad Hutch. "Dio ti benedica!" disse a ciascuno degli uomini che le metteva il cibo nel piatto.

Accadde lo stesso con il vecchio dietro di lei. Anche lui sembrava grato per il pasto e li ringraziò calorosamente. In realtà, la maggior parte delle persone nella lunghissima fila era educata e sembrava felice di ricevere un buon pasto caldo, anche se l'usuale tristezza e stanchezza erano ancora visibili negli occhi dei più.

Poco dopo le tre, quando tutti coloro che avevano aspettato in fila furono stati serviti, un uomo anziano si avvicinò esitante al carrello scaldavivande. "Per favore, potrei averne ancora un po'?" chiese con evidente imbarazzo.

"Certo," rispose Hutch. "Ne è avanzato un sacco."

"É solo che... non mangio da Martedì, e ho ancora fame. Odio chiedere più della mia porzione," disse tristemente.

"Va tutto bene. Non preoccuparti. La tua porzione è tutta quella di cui hai bisogno. Non ne stai ricevendo più di quanta ti spetta," disse Starsky, aggiungendo le verdure al piatto.

"Dio vi benedica, ragazzi. Dio ripagherà la vostra gentilezza," disse il vecchio a tutti loro, prendendo il piatto da Huggy con un sorriso.

"Felice Ringraziamento," disse Huggy, mentre tutti loro sorridevano al vecchio e l'un l'altro.

Hutch diede una piccola scrollata di spalle e si tolse il grembiule. "Penso che abbiamo quasi finito qui. Prendiamo un po' di questa roba per noi e poi è meglio che ci diamo una ripulita e ci prepariamo per andare a lavoro."

"Sì, giusto," rispose Starsky, sbattendo rapidamente le palpebre, come risvegliandosi da un sogno. Anche lui si tolse il grembiule e lui, Hutch e Huggy si riempirono i piatti di cibo, poi si unirono ad alcune delle persone che avevano appena servito.


 

Mezzanotte, Venerdì del Ringraziamento, 1979.

Era stata una serata per lo più tranquilla alla stazione di polizia, come lo erano la maggior parte dei Ringraziamenti. Perfino ai criminali piaceva trascorrere le feste con le loro famiglie. Ora Starsky stava guidando per portare a casa Hutch, come faceva spesso, ma, diversamente dal solito, stavano parlando molto poco.

Alla fine, a pochi isolati dal suo appartamento, Hutch si girò verso Starsky. "Che c'è che non va, Starsk?" chiese, appoggiando leggermente la sua mano sul collo del partner. "Sei così silenzioso."

"Hmm?... Oh, niente," rispose Starsky. Dopo una pausa, come in risposta ad Hutch che aveva cominciato a massaggiargli il collo, chiese, "Ricordi quel vecchio, oggi?"

"L'ultimo, che è tornato per la seconda porzione?" chiese Hutch.

"Sì, lui. Non riesco a togliermelo dalla testa."

"Perché, amico?"

"Non lo lo so. Immagino perché era così grato per un pasto. Per qualcosa che noi diamo per scontato ogni volta," replicò Starsky, dopo qualche momento di riflessione, mentre fermava l'auto sul marciapiede di fronte al condominio di Hutch. La strada era deserta.

"Sì, è triste che alcune persone abbiano così poco," commentò Hutch mestamente.

"É vero, ma non è questo che mi disturba." Starsky si girò verso il biondo. "Stavo pensando a quanto dovrei essere grato per tutto quello che ho. Forse non ci penso più abbastanza. Ci ho pensato, dopo la spartoria, ma dopo un po' che sono tornato al lavoro... beh, mi sono riabituato alla vecchia routine, e ho provato a togliermi l'intero orribile episodio dalla testa."

Hutch guardò il suo partner con sorpresa. Starsky non aveva più fatto riferimento alla sparatoria con Gunther; quel vecchio doveva averlo davvero scosso. "Certo che l'hai fatto! Questo è ciò che dovresti fare. Devi andare avanti con la tua vita. La cosa per cui sono più grato oggi, è che tu hai ancora tutta una vita da vivere! Sono grato di avere ancora il mio partner e il mio miglior amico." La voce di Hutch si incrinò leggermente mentre finiva di parlare.

"Stavo pensando proprio a questo!" esclamò Starsky. "Che sono così grato di averti. Ti sei preso così tanta cura di me mentre mi stavo riprendendo. Ci sei sempre stato per me. Non avrei voluto andare avanti, se non ti avessi avuto." Impulsivamente si sporse e accarezzò la guancia di Hutch con una mano.

Hutch prese la mano e la tenne contro il suo cuore. Una lacrima scivolò lungo la sua guancia.

Starsky allungò l'altra mano e spazzò via la lacrima. "Ti amo," disse piano, mentre si faceva più vicino.

"Ti amo anch'io," sussurrò Hutch, a mala pena udibile, spalancando gli occhi.

Starsky si chinò e baciò Hutch sulle labbra, timidamente.

Hutch posò le mani sulle spalle di Starsky, poi ricambiò il bacio.

Starsky strinse Hutch tra le braccia e baciò il suo partner con tutto l'amore che aveva finalmente imparato a riconoscere.

"Vieni dentro," lo invitò Hutch quando infine si separarono.

"Non così in fretta," disse Starsky, con il respiro affannato. "Forse non dovremmo precipitare le cose. Non vogliamo fare qualcosa di cui potremmo pentirci più tardi." Tutto ciò era quasi troppo scovolgente per lui, eppure così meraviglioso, come un sogno.

"Ti amo, Starsk. E tu hai detto che mi ami," ricordò Hutch al suo amico.

"É così. Tu per me significhi più di qualsiasi altra cosa al mondo."

"Allora vieni dentro. Se non lo fai, te ne pentirai. Forse non oggi, e forse non domani, ma presto e per il resto della tua vita." Il biondo ghignò.(1)

"Ehi! Sono io quello che fa Bogie!" gridò Starsky. "Ma hai ragione, partner. Andiamo su," disse nella sua miglior imitazione di Bogart, poi baciò rapidamente le labbra di Hutch.

Scesero dalla Torino e Starsky seguì Hutch su per le scale del suo appartamento, e verso l'inizio di una nuova fase della loro bella amicizia.(2)

 

 

FINE

 

 

Note della traduttrice:

  1. Citazione tratta da "Casablanca", quando Rick (Humphrey Bogart) si congeda da Ilsa (Ingrid Bergman), che parte con il marito Victor Laszlo (Paul Henreid), capo della resistenza antinazista.

  2. Altra citazione di "Casablanca", quando alla fine del film Rick dice a Louie "Luie, penso che questo sia l'inizio di una bella amicizia."

 

 

Angolino (sempre della traduttrice): colgo l'occasione per ringraziare anch'io Flamingo, che mi ha dato il permesso di tradurre questa storia, e tutte le persone che sono giunte fin qua e che- spero- lasceranno un segno del loro passaggio.

 

Happy Thanksgiving Day a tutti!

  
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