Luna e Vento
In un'epoca lontana
senza alcuna età né tempo
si narrò di bocca in bocca
la storia di Luna e Vento.
Ogni notte si levava
in quell'angolo di cielo
tutta sola si sentiva
ad osservar sempre quel melo.
Un ruscello vi era al fianco
e ci si specchiava dentro
quando un giorno lì d'incanto
ci si rispecchiò anche Vento.
Ella allora fu rapita
d'improvviso da quell'uomo
dalla pelle come il marmo
occhi chiari come il cielo.
E la pioggia che cadeva
eran lacrime di Luna
la tristezza che incombeva
per l'amar che non poteva.
Vorrei sol per una notte
poter essere un'umana
e toccar con le mie mani
il viso suo fino a domani.
Poi pian piano allontanarmi
e senza fare alcun rumore
osservarlo mentre dorme
fino a che la notte muore.
Anche essere una rosa
basterebbe nel mio intento
per sfiorar sopra ogni cosa
rosse labbra del mio Vento.
Lui mi inspirerebbe a fondo
e si inebrierebbe il senno
finché ormai più senza odore
io morrei di troppo ardore.
Ma la risplendente Luna
col suo volto di cristallo
argentava quelle cime
e soffriva ad ogni raggio.
Una notte buia e oscura
può sì esister senza Luna
è per questo che quaggiù
lei non vi scenderà più.
Se anche oggi guardi il cielo
in una notte come quelle
l'incantesimo d'amore
fa sbocciare fiori e stelle.