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Autore: amy    10/06/2007    20 recensioni
Era una tranquilla mattina alla Tana…
- Ronald non dire scemenze! -
- Io non dico scemenze, Hermione. –
- oh si che le dici...-
OK.Mi correggo, NON era una tranquilla mattina alla tana...
ecco cosa succede quando si fanno troppi perchè...
versione riveduta e modificata, che il finale non vi piaceva....mah sti lettori d'oggi non si accontentano più di nulla...:P
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Era un tranquillo pomeriggio alla Tana…

Era una tranquilla mattina alla Tana…

- Ronald non dire scemenze! -

- Io non dico scemenze, Hermione. –

- oh si che le dici. Eravamo in 3 quando questa storia è cominciata. E in tre rimarremo.

- Innanzitutto non eravamo in 3 quando tutto è cominciato. Era solo lui. –

- si ma poi siamo arrivati noi due… -

- eh no mia cara saputella, poi sono arrivato io. Tu non c’entri nulla in questa storia. –

Avevo esagerato lo so, ma speravo con questa storia di farla zittire.

-Eh no, mio caro, non me la fai stavolta. Sono cresciuta sai? Non me ne andrò via piangendo questa volta. Eravamo in due pochi minuti fa quando parlavamo a Harry! Com’è che ora svoltato l’angolo hai cambiato idea?? Me lo spieghi? Ricordi cosa gli abbiamo detto? Che lo avremmo seguito ovunque andasse; LO. Insieme. Tutti e due. Ricordi? –

Inutile. Nessuno la scampa con Hermione Granger. Soprattutto quando si trova in questo stato: una furia.

- si che me lo ricordo, non sono tanto stupido. Ma semplicemente ho cambiato idea; tu non vieni – sbuffo allora alquanto depresso.

- e sentiamo signor Weasley, da quant’è che tu decidi per me? Credi forse che basti una tua frase ad effetto del tipo : no tu non vieni – disse allora lei cercando in qualche modo di imitare la mia voce, ma risultando solo adorabilmente buffa – e io cambio idea? Te lo sogni caro mio. E LASCIAMI IL POLSO –

Ecco. Cos’è che avevo detto? Che era adorabile? Bene.

Ora non lo è decisamente più.

Soprattutto quando mi urla di lasciarle il polso, che effettivamente non mi ero accorto di trattenerle.

Gliel’ho liberato quel maledetto polso e ora lei sta avanzando come una belva verso l’interno della casa.

Non deve entrare in casa.

Se entra in quel covo di Weasley è la mia fine.

Appena avrà varcato quella soglia la nostra discussione sarà finita, perché se solo ci azzardassimo a continuare in presenza delle orecchie vigili di mia madre, sarebbe la fine.

Per me.

E per quanto debba ammettere che non mi dispiacerebbe finire qui questa nostra ennesima discussione, che mi logora come al solito; non possiamo.

Non almeno fino a quando lei non mi darà retta.

- Hermione, torna qui! Non abbiamo finito di parlare! – dico allora io, pentendomi delle mie stesse parole, so quanto odi questo tono di voce, e devo ammettere che lo odio anche io; mi ricorda mia madre quando si prepara alla strigliata del secolo.

Ma se non altro so che dopo una provocazione del genere non saprà resistere e torneremo a discutere.

Che è il mio obiettivo purtroppo.

Ed effettivamente ho ragione.

Effettivamente quella furia della natura, si è fermata e sta facendo dietro front in pericolose, grandi falcate verso di me.

- Tu! Tu essere mostruoso, come ti permetti di parlarmi in questo modo? Non sei tu che decidi quando una discussione è finita. Cos’è stamattina ti sei svegliato con manie da padre-padrone? Avanti! Dimmi una dannatissima ragione per cui io non debba venire con voi, avanti! -

Mi sta sfidando?

Cos’ha? Crede forse che non abbia una ragione per cui lei debba restare a casa?

Effettivamente in questo momento credo proprio che se al posto mio ci fosse un mangiamorte o Voldemort in persona senza alcun dubbio lei avrebbe la meglio.

Ma ciò non toglie che lei non verrà.

- tu non verrai. – mi limito a dire di nuovo.

- la ragione, Ronald. La ragione –

La ragione. Tsk. Bella lei, cosa pretende? Che le dica che non voglio che viene, che ho paura? Paura di perderla, prima ancora di aver solo potuto sperare di averla?

No questo decisamente non posso dirglielo.

- semplice. Tu non vieni. -

Dico io, arrossendo come al solito in zona orecchie e incamminandomi verso casa a testa bassa.

Lei è rimasta lì ferma, lo so.

Ma datele il tempo.

Infondo è sempre Hermione Granger; e appena avrà realizzato la cosa…sarà la mia fine.

Entro in casa dalla porta sul retro, ed inevitabilmente mi trovo in cucina, con mia madre che mi guarda sospetta.

Richiudo quindi gentilmente la porta, anche se avrei una voglia matta di sbatterla con tutta la forza.

Ma meglio non dare a mia madre altri indizi; la mia faccia incandescente credo sia già abbastanza.

E quando entrerà la furia, alias Hermione, sarà davvero la mia fine.

Mi limito dunque a lanciarmi su per le scale sempre a testa bassa, sperando che mia madre non abbia la geniale idea di fermarmi.

E per fortuna per la prima volta da stamattina qualcosa va come voglio io.

Cerco riparo nella mia camera.

Per godermi gli ultimi istanti di vita che, appena Lei avrà realizzato potrò dire addio a tutto questo.

Faccio cadere un attimo lo sguardo sui poster dei Cannoni che si esibiscono in mirabolanti figure sulle loro scope.

Mi lascio cadere sul letto e prendo un giornale che stava da quelle parti.

Sono fiero di me.

Questo è un tipico atteggiamento da uomo vissuto.

Cioè almeno credo che un vero uomo vissuto passerebbe così i suoi ultimi attimi di vita…anche se un’altra idea ce l’avrei, ma non potendo realizzarla, mi accontento dei giornali.

Purtroppo i miei ultimi istanti di pace stanno giungendo al termine.

Sento la porta sul retro chiudersi.

Non proprio sbattere, so che anche indiavolata com’è non farebbe mai una cosa del genere; è sempre Hermione Granger.

La sua ira la sfoga solo su di me.

- Tutto bene signora Weasley, non si preoccupi -

Ha oltrepassato l’ostacolo mamma.

Tra qualche secondo sarà qui.

Lascio cadere un ultimo sguardo per la stanza, imprimendo nella mente tutto quello che mi circondava, che tanto questa credo sarà davvero l’ultima volta che la rivedrò.

Non sono mai stato molto deciso in vita mia.

Ma di due cose sono assolutamente certo.

Io partirò con Harry.

E lei non lo farà.

Un’altra cosa di cui sono praticamente certo, è che non le dirò mai il perché non deve venire con noi.

Il che però probabilmente farà crollare le mie certezze n°1 e 2… perché molto probabilmente io non sarò più su questa terra.

La mia porta si spalanca e sulla soglia compare un alquanto nervosa Hermione, che mi fissa con aria minacciosa.

Vedo le nocche delle sue mani diventare bianche per quanto sta stringendo i pugni.

Tutto un modo per non saltarmi direttamente al collo e strangolarmi, ne sono sicuro.

Io opto per il fare finta di niente e continuo a fissare l’occhio sulla pagina di giornale, anche se non è che abbia proprio idea di quello che sto leggendo.

Ma forse ignorarla la farà sbollentare un po’.

- Hm. Hm. –

tossicchia per attirare la mia attenzione.

- Che c’è herm? Ti sei ammalata? –

rispondo io con una faccia tosta che non so neanche da dove mi è uscita.

La sento inspirare pesantemente, credo come al solito per evitare di strangolarmi seduta stante.

In questo momento la immagino un po’ come una strana pentola a pressione, vedo già il fumo uscire dalle orecchie.

E su questo pensiero mi scappa un leggero sorrisino.

Altra cosa che credo la mandi in bestia.

E quindi, accortomene, lo ricaccio subito indietro, continuando a fissare il giornale, che proprio non riesco a focalizzare.

- hai il giornale al contrario. –

Dice allora lei.

O meglio borbotta, con una voce talmente strana che sembra quasi che non abbia mosso le labbra.

Guardo finalmente il giornale e capisco perché non riuscivo a focalizzarlo.

Vedi se non devo sempre fare la figura dell’idiota davanti a lei.

Ora è anche saltata tutta la mia copertura di uomo tutto d’un pezzo.

- credi che riusciremo a parlare come persone civili? -

Dice allora lei con una nota di cedimento nella voce.

- Hermione, tu sai che noi non ce la facciamo a parlare da persone civili. Poi non abbiamo niente da dirci.-

E come al solito la rabbia dentro di lei è rimontata con queste mie ultime, stupide parole.

Le sento chiudere la porta, ed allontanarsi leggermente da essa, portandosi un po’ più vicina a me.

- oh si invece che ne abbiamo di cose da dirci. Una almeno. Poi visto che non ti va di avermi tra i piedi potremo smettere di parlare per sempre. Ma prima chiariamo questa faccenda una volta per tutte. -

La sento prendere un respiro e prepararsi a continuare.

- io verrò con te ed Harry, che tu lo voglia o no. Non mi interessano le tue stupide frasi senza senso come : no tu non verrai -

E qui imita di nuovo la mia voce, e io sono molto tentato di buttare all’aria tutto, giornale e rabbia e stringerla a me.

- tu non verrai –

Mi limito a dire come ormai da mezzora, tenendo stavolta gli occhi fissi sul giornale.

Giornale che però scompare dalle mie mani, dato che la furia in persona me lo ha appena, letteralmente, strappato di mano.

Quel caro giornale che era stato il mio scudo fino a qualche minuto fa, ora è diventata un arma con cui lei mi sta minacciando.

Arrotolato nella sua mano è ora una specie di puntatore, fissato sul mio petto.

- tu!! Tu !! Come ti vengono in mente certe frasi? Chi credi di essere? Nessuno può dirmi cosa fare o cosa non fare! Soprattutto tu! E soprattutto senza una ragione! Dimmi questa stramaledettissima ragione!!!! -

Ok. Ora è davvero infuriata.

Tutta l’ira percepita fino ad ora, non era che una pallida ombra di quello in cui si è trasformata adesso.

Ora sta anche urlando, urlando come una Banshee impazzita.

Ma io non posso far altro che…

- tu non verrai. -

So che con queste stupide frasi non sto facendo altro che firmare la mia condanna a morte, ma è l’unica cosa che riesco a dirle in questo momento.

Se iniziassi a dirle il perché lei non deve venire, finirei con il tradirmi e dirle tutto.

Come ogni volta che litighiamo, alla fine riesce sempre a farmi dire quello che vuole.

Ma questa volta decisamente no.

Se i suoi capelli fossero come quelli di Minerva, la divinità Romana(non la cara vice-preside, quella non la imita nessuno) adesso sarebbero tutti aizzati contro di me.

- Ronald Weasley! Smettila di rispondermi sempre con quella stupida frase e dimmi una buona volta la ragione!-

Dice schiacciandomi sul petto il giornale, con rabbia e, credo, esasperazione.

- Hermione, se non vuoi che ti ripeta la stessa frase ancora, tu smetti di chiedermi la ragione. È semplicemente così. Tu non vieni e basta, è troppo pericoloso. -

Ecco che come al solito è riuscita a farmi scappare parte della risposta.

- ah è per questo?! Perché è pericoloso?Lo so che è pericoloso. Come è pericoloso per te e per Harry. È solo per una stupida forma di maschilismo bigotto che dici che non posso venire! Bravo! Ma dovevo aspettarmelo da uno che non permette alla sorella di stare con il ragazzo che ama solo perchè lei è femmina e piccola e quindi è pericoloso! Sono sicura che è un’idea tua! Sei stato tu a inculcare quella stupida idea nella testa di Harry! Harry mi sembrava troppo intelligente per una sparata tanto cretina! Dovevo immaginarmelo che c’eri tu diet…RONALD WEASLEY! Ti sto parlando! Abbi almeno il coraggio di guardarmi in faccia quando ti parlo! -

Effettivamente durante la sua filippica su quanto io sia stupido, maschilista e tutti i “dolci” apprezzamenti che mi ha fatto, io mi sono voltato sul letto fissando un punto sul muro.

Ma non ho neanche il tempo di girarmi che sento uno strano peso sullo stomaco.

Hermione si è fiondata a cavalcioni su di me e ora mi sormonta minacciosa, con i capelli che le scendono ai lati del volto leggermente arrossato.

Ma non è minimamente imbarazzata, piuttosto arrabbiata.

Possibile che non si renda conto di quello che ha fatto? E in che posizione ci troviamo?

Possibile che solo io mi senta terribilmente in imbarazzo?

All’improvviso, come un fulmine a ciel sereno, Hermione alza una mano che teneva ancora stretta a pugno sul mio petto e…

SKIAF!

Mi ha tirato uno schiaffo.

- ahia! Ma sei impazzita? -

Ma dico; è impazzita? Uno schiaffo?

-no. Io non sono impazzita. Tu piuttosto a dire quelle idiozie. Io verrò con voi. -

Dice allora portandosi la mano al petto, spero, rendendosi conto di quello che ha fatto.

- No. –

- si. –

- Hermione, no.

SKIAF.

E siamo a due

- si. –

- Finiscila. No. –

SKIAF.

Un altro schiaffo.

Ci sta prendendo gusto.

- si. –

- No. –

SKIAF.

Ancora.

- si. –

- Hermione, puoi darmi quanti schiaffi vuoi, ma non cambio idea. Tu non vieni. –

E con questa mia ultima frase ad effetto,della quale vado molto fiero, ribalto le posizioni in un attimo, bloccandole i polsi e facendola stare sotto di me questa volta.

Vedo una leggera venatura di rosso sulle sue guance, e avverto un movimento convulso del braccio, che probabilmente voleva partire per darmi un altro schiaffo.

- Hermione sono stanco di discutere. Tu non verrai. Pensa quello che vuoi, che sono un insensibile, un maschilista, un’idiota. Pensa quello che vuoi. Ma non verrai. E non chiedermi più il perché. -

E detto questo mi alzo, malvolentieri.

Malvolentieri si. Perché se fossimo stati in un'altra occasione, di certo non me ne sarei andato.

Mi sto avviando verso l’uscita e appena metto la mano sulla maniglia sento la voce di Hermione raggiungermi da dietro.

- perché Ron? -

Ma questa volta non è più quella voce imperiosa che mi ha gridato addosso fino ad ora.

Questa volta è più una voce stanca, stanca come lo sono io di discutere con lei.

- perché cosa Hermione? –

Rispondo io, sempre fissando la porta davanti a me.

- perché in quello che potrebbe essere l’ultimo giorno che passiamo qui alla tana, dobbiamo litigare come al solito? -

E a questo punto si è alzata, la sento avanzare verso di me, ma tenendosi sempre a una certa distanza.

- E poi, litigare per cosa? Lo sai che io verrò. Dovessi non andare a dormire per evitare che mi scappiate senza dirmi nulla, io verrò. Non ci sarebbe motivo al mondo per cui non vi seguirei. Quindi perché litigare stupidamente per questo? -

Diciamo che aveva calcolato male le distanze.

Perché avendo messo una mano sulla mia spalla, aveva fatto scattare qualcosa in me.

Qualcosa che avevo dovuto reprimere troppe volte in sua presenza.

Quel semplice contatto ha fatto si che io mi voltassi di scatto, e la inchiodassi al muro con il peso del mio corpo.

Sentii un piccolo gemito uscire dalle sue labbra, nel momento in cui si ritrovò a sbattere contro il muro.

Io invece mi sono ritrovato qui, inconsapevole delle mie azioni ad respirare pesantemente cercando di prendere il controllo di me.

Rimanemmo qui per qualche minuto semplicemente a guardare due punti diversi.

Io il pavimento e lei, con il suo sguardo fisso su di me.

- non dire mai più una scemenza del genere! -

Incredibile ma vero, per la prima volta in vita mia i ritrovai, IO a dire a Hermione Granger che aveva detto un’idiozia.

- questo non sarà il tuo ultimo giorno alla tana. Tu rimarrai qui,al sicuro. Visto che sei tanto in vena di perché oggi, perché dovresti venire con noi? E rischiare la vita inutilmente? Senza contare il fatto che se tu venissi con noi non faresti che peggiorare la situazione. -

Notai un movimento del sopracciglio di Hermione e per prevenire un’imminente sfuriata, continuai senza darle il tempo di iniziare.

- si. Peggioreresti la situazione. per noi saperti lì in pericolo sarebbe solo una distrazione e una preoccupazione in più. -

Notai che le mie ultime parole avevano fatto riabbassare immediatamente il minaccioso sopracciglio.

E quindi continuai.

- Per Harry sei come una sorella. –

Minuto di silenzio.

E poi…

- E per te? –

-Beh credimi, per quanto non sia stato io a dire a Harry di lasciare Ginny qui, sono contento. Sapere di avere mia sorella con me, che rischia la vita inutilmente non mi andava proprio a genio.-

-Non intendevo questo. –

Cioè, si può semplicemente dire questo in uno dei nostri discorsi? Che vuol dire non intendevo questo? E perché ha di nuovo quella leggera inclinazione battagliera nella voce?

Mi ritrovai ad alzare finalmente lo sguardo dalla venatura del pavimento che era per me, non si sa come mai, particolarmente interessante, e fissare gli occhi nei suoi.

- allora, per me cosa? -

Era un minimo di sconforto quello che lessi nei suoi occhi?

- per Harry sono come una sorella. E per te? -

Sentii le mie orecchie andare a fuoco.

Ecco che gira e rigira siamo tornati a questo punto.

Abbiamo litigato una mattinata intera per fare in modo che non le dicessi il perché lei non deve partire con noi, ed ecco che siamo tornati al punto di partenza.

Dopo tutto un pomeriggio a scansare la fatidica risposta, ora non posso crollare semplicemente così, solo perché sono irrimediabilmente attratto dai suoi occhi.

Divenni, credo, fosforescente e abbassando lo sguardo, mi limitai a dire…

- beh per me non sei come una sorella. –

Vidi il famoso sopracciglio alzarsi pericolosamente ed Hermione aprire la bocca per iniziare a parlare, ma…

Vi ho mai detto quanto io adori mia sorella?

TOC! TOC!

La porta si aprì lentamente e dall’uscio comparve la piccola testa fulva di Ginny, mia unica sorella e salvatrice.

- Ragazzi siamo a tavola per il pranzo, scendete? -

Oh quanto l’ho adorata in questo momento, lei neanche lo sa.

- si Ginny, arriviamo. -

Mi affrettai a rispondere io.

Ma non avevo calcolato Hermione.

- Ginny grazie, ma cominciate senza di noi. Noi stiamo parlando di una cosa seria. Veniamo più tardi. -

Ginny, sorellina adorata, io ti voglio bene lo stesso, anche se quella furba di Hermione è riuscita a bloccarmi lo stesso.

Le lanciai uno sguardo di intesa, prima di vederla scomparire dietro la porta e sentirla urlare a tutta la famiglia Weasley riunita : - no mamma, non vengono! Stanno litigando, ed Hermione gliele sta facendo vedere di santa ragione! –

Ok . Cosa avevo detto? Che l’adoravo? Beh inizio a cambiare idea.

Credo anche di aver percepito un qualcosa da parte di mia madre del tipo : - e fa bene! Speriamo che almeno a lei dia ascolto. –

Ma torniamo al problema principale che di Ginny me ne occuperò dopo.

Sentivo lo sguardo arrabbiato ma triste di Hermione, sulle mie spalle.

E la cosa mi metteva ancora di più in imbarazzo.

-Ron. Fai l’uomo una volta tanto. Finiamo questo benedetto discorso. Non possiamo trascinarci questa storia per sempre. –

Fai l’uomo? Ma l’avete sentita? Questa ragazza, c’è poco da dire sa colpirmi giusto dove fa più male.

- Herm. Io non sono “Viky” -

- Vicktor? Cosa c’entra Vicktor adesso? -

Effettivamente mi sto chiedendo anche io perché mai mi è saltato in mente di mettere in mezzo il caro Viky.

- Non tirare Vicktor in mezzo, solo perché speri che così abbandonerò il campo troppo infuriata con te. Non possiamo continuare a scappare da questa situazione giusto perché tu non vuoi prenderti le responsabilità di quello che ci succede. Tanto sai che l’ho capito. L’hanno capito tutti. Perfino io ora. Ma ancora non riusciamo a muoverci da questa fase di stallo.

- E ti pareva che non avevi capito tutto tu?! Sentiamo, cos’è che avrebbero capito tutti, anche tu, e che io evidentemente non riesco a fare? –

Mi avvicinai pericolosamente a lei che se ne stava ancora vicina a quel muro dove l’avevo sbattuta prima.

Fissando i miei occhi nei suoi, cercando di mascherare tutto l’imbarazzo e la paura che provavo in questo momento.

Imbarazzo tradito però dalle mie orecchie che, come segnalatori nella notte, risaltavano come non mai.

E ad ogni mio passo indietreggiava un po’ anche lei.

E ammetto che questa cosa un po’ mi piace.

Si vanta tanto di aver capito tutto e che sono IO che non mi prendo le mie responsabilità, ma poi alla fine è lei che indietreggia. O no?

A furia di indietreggiare si è trovata con le spalle di nuovo al muro e ora mi fissa con quei suoi occhioni.

- Allora? -

Arrivati a questo punto meglio farla finita.

Ma da dove mi esce tutta questa spavalderia?

- Lo sai di cosa parlo. -

Mi dice allora lei,con voce tangibilmente tremolante, sempre fissando i suoi occhi nei miei.

- mh, no. Non lo so. Sai visto che qui tutti, tu compresa avete capito tutto, forse dovresti spiegarmi. -

Davvero, ma sono io a parlare? No perché io credo di non essere io.

- oh Ronald non fare l’idiota. Lo sai di che parlo. -

La sto esasperando.

E la cosa, ammettiamolo, mi piace.

Inoltre sento il suo respiro affannoso.

Segno, oltre alle sue guance scarlatte, che anche lei è in imbarazzo.

Cosa che mi tira leggermente su di morale.

Mi limito a farle una faccia sorpresa, facendole intendere che non ho la minima idea di cosa stia parlando. Ma in realtà ce l’ho. Eccome se ce l’ho. E anche lei lo sa. Ma mi piace portarla all’esasperazione.

- oh lo sai a cosa mi riferisco. A questo. Al fatto che litighiamo sempre per le più grandi idiozie, al fatto che ogni volta che litighiamo (e quindi finiamo per non parlarci) rendiamo la vita un inferno a chi ci sta intorno, al fatto che per quanto ogni volta litighiamo e ci feriamo, alla fine torniamo sempre a fare pace, al fatto che hai cercato stupidamente di impedirmi di venire con voi, e ancora non mi dici il perché, al fatto che porti ancora i segni dei canarini che ti ho lanciato addosso per quella, umph, storia con lavanda, al fatto che io non ti sopporto e tu non sopporti me, ma non possiamo stare separati,al fatto che sei gelos… -

Basta.

Ne avevo sentite abbastanza di motivazioni.

Adesso ero io che stavo raggiungendo l’esasperazione e che se non la baciavo, morivo immediatamente.

FINE (?)

Beh che ne pensate?

Io non ero per niente convinta…

E continuo a non esserlo; soprattutto per il titolo.

Però se non pubblico non saprò mai se è solo una fissazione mia o fa davvero schifo.

Quindi a voi l’onere.

Hihihi

J

A presto e un bacione

Amy

p.s. un mega bacione aggiuntivo a tutte quelle anime pie che hanno letto e recensito e mie ultime due one-shot (la belva domata e io non piango) GRAZIE. Grazie veramente.

  
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