“Una canzone…riflette l’animo di chi la
canta
…se sai cantare…hai un’anima”
Envy si allontanò dal covo, mentre il sole al
tramonto macchiava di rosso il lago del quale attraversava le
sponde.
Tirò un sospiro annoiato e il suo viso così pallido
sembrava quasi essere arrossito per un complimento, se si guardavano le sue
guance colpite dalla luce.
Diede un calcio all’acqua che gli bagnava i piedi,
vedendola scintillare.
Ad un certo punto stiracchiò un debole sorriso dopo
che gli venne in mente Ray.
“chissà che fa….?”
Senza pensare ad altro, si diresse verso il quartier
generale in velocità.
Si affacciò alla finestra della stanza di Ray, ma
dentro non ci vide anima viva.
“hum…sarà uscita! Uffa, che noia, e io che ero
venuto per vederla e magari…per punzecchiarla un pochino…” pensò
lui.
Stava per andarsene, ma udì un canto leggerissimo
provenire da poco più in alto di lui.
“Ray….?”
Era una canzone senza parole sussurrata solo con dei
“la” molto armonici della voce della ragazza.
Era stranamente vestita di nero, di solito vestiva
abiti colorati e allegri. Il ragazzo si fermò a guardare i suoi occhi, erano
vacui, spenti, quasi senza vita. Ricordava il viso smorto di chi non aveva nulla
per cui vivere, ma…
…perchè lei?
Ne aveva di cose per cui vivere,
molte.
Camminava sul tetto, proprio nell’angolo dove le due
parti spioventi si incontravano, con le braccia allargate, continuando a cantare
quel ritornello malinconico.
Envy ebbe l’impulso di aiutarla, si sbilanciava
spesso pendendo a destra e a sinistra, ma di sicuro era perché in quel giorno
non era normale.
“che giorno è? Non dovrebbe esserci una ricorrenza
tris…”
Lì si bloccò, aveva capito il perché di quel
comportamento e dei vestiti neri. In quello stesso giorno, ma anni fa, la sua
sorellina moriva, prima di nascere.
-mia madre…-
La ragazza si mise a parlare, l’aveva visto. Non
aveva senso nascondersi, così l’homunculus saltò fuori in
silenzio.
-…mia madre…la cantava sempre alla mia
sorellina!-
Envy rimase un attimo stupito.
-scalciava nel pancione e…solo questa canzone la
calmava. Stavo per tantissimo tempo ad ascoltarla cantare, ma se mi chiedevano
di ripetere la canzone non la ricordavo.-
“perché mi parla della sua vita? Non ha mai voluto
farlo…”
Envy stette in silenzio, per una volta che aveva
l’occasione di avere una sua confidenza, voleva ascoltarne ogni
parola.
-ma….-
-quando lei è morta…
Quando la mia sorellina mi ha
lasciata…
…la ricordavo benissimo, ogni nota! Era stato quasi
automatico!
Per un po’, visto che ero piccola, pensai che
l’averla imparata solo dopo la sua morte…volesse dire che solo la mamma potesse
cantare per lei e che la mia sorellina non mi volesse
bene.-
La ragazza sorrise tristemente ed Envy si sedette.
Ray prese a camminare lentamente verso di lui.
-lei mi rassicurava…e dopo un po’ mi convinsi che
ciò che pensavo, non era vero.-
Si sedette al suo fianco, raccogliendo le gambe
nelle braccia.
-Envy…
-si?...
-tu sai cantare?
Il ragazzo sgranò gli occhi e la guardò
stupito.
-vu…vuoi che mi metta a
cantare??
-no no….chiedevo se sai
cantare!
-si, ma non lo faccio mai! Insomma…mi immagini a
cantare??
Ray sorrise. Il primo vero sorriso della giornata.
Envy si sentì appagato ad esserci riuscito.
-mia madre diceva che una canzone riflette l’animo
di chi la canta….quindi se sai cantare…hai un’anima.
-per me non è così! Sono un homunculus…non ho
un’anima!
-sai cantare??
-s..si…
-e allora un’anima cel’hai anche tu! Non
credi?
Envy stette a pensarci un minuto e poi sorrise. La
baciò su una guancia e si dileguò in un attimo.
La ragazza si portò una mano al punto in cui l’aveva
baciata sorridendo.
“non sorrido mai in questo
giorno!
Però! Mi hai fatta sorridere due volte in dieci
minuti. In questo giorno è quasi impossibile….
…notevole Ecchan.”
Fine!
Spero che vi sia piaciuta e che non sia una
cavolata…recensite!!!!!^^
Envy99
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