Run, run, run away..



La pioggia picchia violenta contro le finestre della stanza dei forni, appannando ancora di più i vetri sporchi, rendendo sfuocato il piccolo cortile allagato. Le tue mani lavorano rapide ed abili, impastando le pagnotte con movimenti meccanici e abituali. Accanto a te senti tuo figlio lavorare, silenzioso e rapido quanto te. Alzi lo sguardo distrattamente, persa nei tuoi pensieri. E una figura ranicchiata nel tuo cortile attira subito il tuo sguardo. Gli occhi grigi e distanti della ragazza Everdeen ti stanno fissando.
 
Il freddo vento invernale ulula contro le persiane, facendole scricchiolare in modo sinistro. I bambini dormono, Peeta abbracciato a Richard ¹ ed Henry ² a bocca spalancata, russando come un orso. Tuo marito è in salotto, davanti al caminetto, le grandi mani ricoperte di cicatrici stese in cerca di calore. I suoi occhi azzurri, di quella tonalità che prende il cielo d’estate, sono vacui e irraggiungibili, persi nel loro mondo personale. Brillano di una luce irreale, quasi come se il fuoco che li illumina sia penetrato al loro interno e arda nelle iridi, irradiando la sua luce intorno a se.
Sai che quello sguardo significa solo una cosa: i suoi pensieri sono diretti ad April Everdeen, la moglie del cacciatore.
 
Senza rendertene conto ti ritrovi sotto la pioggia scrosciante, ad urlare contro la povera ragazza sofferente, calunnie escono dalla tua bocca, parole che avresti voluto dire a sua madre, per aver rubato il cuore di colui che ha rubato il tuo. In preda alla furia, senti la tua mano picchiare tuo figlio, quando cogli il suo sguardo fisso sulla ragazza, colmo dello stesso ardore che riempiva gli occhi di tuo marito.
Ti allontani, pentita, delusa da te stessa, distrutta dal dolore. E girandoti, vedi tuo figlio lanciare del pane bruciato alla ragazzina.
E capisci, dentro te stessa, che anche il suo cuore è stato catturato da quella ragazza, così come quello di tuo marito è schiavo della madre.
E capisci, colma di dolore, che quella ragazza lo farà soffrire, perché gli Everdeen e i Mellark non potranno mai creare una famiglia insieme.
E piangi, consapevole che tuo figlio è stato catturato da quegli occhi color del ghiaccio, cosciente che il suo cuore, ora, appartiene a quella ragazza morente che sfugge correndo dal tuo sguardo cattivo.
E sorridi, con gli occhi gonfi, perchè bisogna sempre fingere i propri sentimenti. 
Anche se dentro stai morendo, il tuo volto non mostrerà alcuna emozione. 
Solo la tua mente va alla deriva, sommersa dal dolore.

Possa tu essere maledetta, piccola Everdeen.
 
 
¹&^2: I fratelli di Peeta, nomi inventati da me
 
 
_Angolo autrice___
 
 
*Lumos*
Buondì popolo di EFP!♥
Dovrei essere a studiare filosofia, e in teoria ho anche il libro aperto davanti, che mi ha donato l’ispirazione per questa FF, quindi ringraziamo tutti insieme il caro Epicuro :D
Seriamente, grazie a chiunque sia arrivato/a a leggere questo grandissimo sclero fin qui, avete tutta la mia gratitudine.
Per concludere, se vi va fatemi sapere la vostra opinione/critica/insulti, so accettare di tutto xD
Un bacio,
Mad
 
 
*Nox*