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Autore: A Midsummer Night_s Dream    22/11/2012    10 recensioni
Mar dei Caraibi, 1657
Da anni, un pirata freddo e senza scrupoli solca le acque dei sette mari animato dall’odio e della vendetta verso colui che tempo addietro sterminò la sua famiglia.
William Alexander Spencer.
Una donna nobile dalla rara bellezza, incantatrice per l’aspetto angelico, ma astuta come una volpe e per nulla innocente, ignara si dirige tra le fauci di un destino che cambierà per sempre la sua vita.
Lady Helena Elisabeth Hughes.
Cosa fareste se la donna che più desiderate fosse la stessa che più odiate?
Cosa fareste se l’unico uomo in grado di salvarvi la vita fosse lo stesso che potrebbe uccidervi?
Odio. Amore. Tormento. Passione. Chi vincerà?
«Odio e amo. Per quale motivo io lo faccia, forse ti chiederai.
Non lo so, ma sento che accade, e mi tormento.»
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ringrazio in anticipo tutti/e coloro che mi dedicheranno un po' del loro tempo leggendo questa storia.
Buona lettura, spero gradirete!


Ringra


ODI ET AMO

ILTORMENTO DI UN AMORE







« Odio e amo. Per quale motivo io lo faccia, forse ti chiederai.
Non lo so, ma sento che accade, e mi tormento.

Amo e non amo,
sono pazzo e non sono pazzo.» »





 
Amo e non amo,
sono pazzo e non sono pazzo.
 
“Capitano, abbiamo un regalo per voi!”
La voce roca e gracchiante di un uomo della sua ciurma reclamò la propria attenzione, gemiti di paura s’innalzarono al suono di quelle parole, mentre il resto della ciurma scoppiava in risate sguaiate.

Alexander chiuse gli occhi, alzando il volto verso il manto stellato della notte, ignorando volutamente il richiamo dell’uomo. Forse così avrebbe smesso di disturbarlo.

“Ehi, capitano, parlo con voi! Mi avete ascoltato? La ciurma ha portato sulla nave un regalo per voi!” No, non avrebbe funzionato, pensò irritato stringendo le mani al parapetto della Golden Lady e udendo altri gemiti impauriti accompagnare le ultime parole, mentre i suoi uomini esplodevano per l'ennesima volta in risate divertite ed esclamazioni poco signorili.

In risposta a quel pensiero, un sorriso divertito nacque sulle sue labbra carnose. Ma cosa diavolo pretendeva da uomini come lui? Che un pirata fosse un gentiluomo, forse? Questa volta scoppiò in una sonora risata divertita, non riuscendo più a trattenersi.

Un pirata gentiluomo, mai sentito dire!

Asciugandosi sornione una lacrima sfuggita al suo controllo a causa del forte riso a quel pensiero ridicolo, si voltò verso i suoi uomini, vedendoli scrollare le spalle indifferenti.
Dopo anni passati sulla Golden Lady avevano imparato a non fare più caso al carattere lunatico del loro capitano.

“Ebbene, cosa sarà mai questo regalo?” Incrociò le braccia muscolose al petto, lasciando intravedere così, dalla camicia bianca lasciata quasi del tutto aperta, il guizzo dei muscoli possenti del petto, mentre appoggiava i fianchi sul parapetto della nave con espressione ironica e vagamente incuriosita.

Henry, un corsaro dal volto solcato dalle intemperie del tempo e dalle cicatrici di battaglie passate, si spostò di fianco, rivelando così una fila di donne che veniva spintonata con malagrazia dai pirati alle loro spalle e costrette a sistemarsi in schiera di fronte a lui.
Il capitano alzò un sopracciglio beffardo, passando in rassegna, con sguardo indifferente, tutte le donne che tremanti tenevano il volto abbassato, timorose di incrociare il suo sguardo, per poi posarlo impassibile sull’uomo.

Il pirata si schiarì la voce, agitando con scatti nervosi la mano sinistra verso le prigioniere, iniziando subito dopo a parlare. “Abbiamo trovato queste donne sulla nave inglese appena saccheggiata, capitano.” disse portando poi impacciato la mano sulla nuca, tra i capelli quasi completamente grigi. “ Insomma, è passato molto tempo dalla nostra ultima sosta sulla terraferma e abbiamo pensato che, magari, dopo la battaglia avuta con gli ufficiali inglesi per depredare la loro nave, avreste apprezzato un passatempo con cui divertirvi, ecco.”

Un lampo di comprensione illuminò lo sguardo del capitano a quelle ultime parole, mentre i suoi più bassi istinti si risvegliavano, facendogli bruciare i lombi, al solo pensiero di due calde cosce avvolte intorno ai suoi fianchi mentre affondava in un corpo rovente con sempre più frenesia.
Tornò a posare lo sguardo sulle donne legate dinanzi a lui, questa volta con più attenzione e con occhi scuriti dalla passione, mentre capiva finalmente il perché della loro presenza.

“Credo sarà un regalo molto gradito, sì” annunciò con voce roca e sensuale, scrutando divertito quei corpi tremanti con minuziosa accuratezza. “Chi riceverà l’onore di riscaldare il mio letto durante le notti più gelide, mh?”

Avvicinandosi alle donne, vide i loro vestiti strappati, logori e capì subito che tutte facevano parte dei membri della servitù. Le loro labbra tremavano così come i loro petti, scossi da continui singhiozzi al solo pensiero del triste destino che attendeva una di loro o forse di più, chissà.
Il suono dei suoi passi sulle assi di legno riecheggiò nel silenzio della notte, nessuno dei suoi uomini osava respirare, trattenendo il fiato e aspettando con ansia la donna che il loro capitano avrebbe scelto.
Alexander fissò quei corpi scialbi, avvolti in misere divise, con una smorfia di disgusto, nessuna di loro sembrava attirare la sua attenzione.
Ma ecco che, immenso al grigio di quelle misere stoffe, un luccichio di colore attirò la sua attenzione. Ciò che entrò come prima cosa nel suo campo visivo fu l’ampia gonna di un vestito blu intenso, dalla stoffa pregiata.

Bene, una nobile.

Un sorriso sadico piegò le sue labbra, mentre con cura continuava il suo lento esame, facendo risalire lo sguardo sulla vita snella e armoniosa della donna, per poi proseguire sul corpetto stretto ricamato con intarsi dorati che rivelava l’incavo dei suoi seni, due colline armoniose, alte e piene, che accesero la sua fantasia, facendogli emettere un verso di soddisfazione.

Lascivo passò la lingua sul labbro superiore, immaginando il loro sapore e quello della pelle di un collo sottile e sensuale che avrebbe venerato con baci roventi.

Una bocca rossa come il peccato che avrebbe ammaliato ogni uomo, dannato ogni angelo del paradiso pur di riceverne un breve assaggio e perdersi in quel meandro umido.

Naso piccolo e leggermente all’insù che avrebbe preso a morsi, puntellato da piccole lentiggini dorate, così come i suoi capelli che come un manto le incorniciavano il volto perfetto, scendendo in riccioli ribelli giù, fino alla vita.

Fili d’oro che avrebbe stretto con passione tra le proprie dita, mentre inclinava il suo collo per poi buttarsi sulla sua bocca come un affamato alla ricerca di cibo.
Infine, ammaliato da quella splendida creatura decise di incontrare il suo sguardo e dinanzi a quegli occhi azzurri infuocati un brivido di desiderio corse lungo la sua pelle.

Merda!” sentì i suoi calzoni divenire sempre più stretti, la sua eccitazione crescere mentre incantato osservava lo sguardo delle fanciulla pieno di rabbia e disprezzo.

“Avete finito di spogliarmi con occhi, sudicio animale?!”

Come risvegliato da un sogno, gli occhi di Alexander si dilatarono per lo stupore causato dalle parole infervorate e senza paura della nobile.
Ma il suo stupore durò ben poco, i suoi muscoli si tesero nell’udire quell’insulto, la mascella si serrò e lanciò alla donna un sguardo così minaccioso per cui anche i suoi uomini provarono timore, visto che nessuno osò più fiatare dopo aver commentato con esclamazioni incredule il comportamento della giovane, e anche quest’ultima dovette temerlo visto come la sua pelle si increspò e il suo sguardo abbassò.

Ma il timore della donna durò un breve battito di ciglia, imprudente tornò ad alzare il mento come il più fiero e orgoglioso degli inglesi in un gesto di sfida, puntando di nuovo il proprio sguardo nel suo.

Imprudente o molto, molto sciocca, pensò ironico mentre la rabbia sfumava e un sorriso maligno increspava le sue labbra.

“Gattina, non credo proprio che tua sia nella posizione di parlarmi in questo modo” disse avvicinandosi tanto da sfiorare l’ampia gonna della donna con le proprie gambe. “Come ti chiami?”
La donna sobbalzò turbata a causa di quella vicinanza ardita, le sue guance si tinsero di un delizioso rossore mentre si allontanava da lui di qualche passo. “Io faccio ciò mi sembra più opportuno e non credo di avervi dato il permesso di darmi del tu!” sibilò con voce acuta, riprendendosi velocemente dal turbamento che la sua vicinanza le aveva procurato poco prima.

Interessante.

Con movimenti veloci, Alexander attirò la donna a sé, intrappolandola tra le sue braccia e stringendola al suo corpo, mentre sentiva l’eccitazione crescere di nuovo in lui ai vani tentativi della donna di ribellarsi in tutti i modi, mordendo e graffiando, pur di liberarsi dalla sua presa.

Con una donna del genere nel mio letto credo non riuscirei mai ad annoiarmi!

“Lasciatemi andare, barbaro!”

“Micetta, abbiamo tirato fuori gli artigli, eh?” disse Alexander tra una risata e l’altra, cercando di bloccare i movimenti della donna senza farle del male, ma non riuscendoci portò spazientito una mano attorno la sua nuca, stringendo in una presa ferrea i suoi capelli che subito ricoprirono il suo braccio sinistro come un mantello.
Morbidi, così come aveva pensato.
“Adesso basta, milady!” tuonò, avvicinando con la mano il suo volto al proprio. “ Qui non siete sulla vostra nave e nessuno verrà a soccorrervi, quindi state ben attenta a ciò che dite.”

“Mio padre attraverserà i sette oceani, se sarà necessario, pur di ritrovarmi e allora la vostra testa verrà appesa ad un palo!”

“E di grazia, milady, chi sareste voi di così importante? La furia di quale uomo dovrei mai temere?” disse beffardo, avvicinando maggiormente i loro volti.
Una luce piena d’orgoglio illuminò gli occhi azzurri della fanciulla, scacciando via ogni paura, mentre con voce fiera si annunciava: “Lady Helena Elisabeth Hughes, erede unica di Brandon Hughes, Duca di Suffolk, nonché capo delle forze armate britanniche di Re Carlo II Stuart.”
Brandon Hughes.

Duca di Suffolk.

Capo delle forze armate britanniche di Re Carlo II Stuart.
"Vi basta?"
Alexander non sentì le ultime parole sprezzanti della donna se non il battito furioso del proprio cuore che martellava forte contro la gabbia toracica mentre dolorosi ricordi affioravano nella mente e la sua presa diventava sempre più forte intorno alla donna. Vagamente riuscì a sentire il suo gemito di dolore.
Tra la braccia teneva l’unica figlia del suo acerrimo nemico, l’uomo verso cui covava odio e meditava vendetta da più di dieci anni.

Un sorriso folle piegò le sue labbra, per quell’inaspettata fortuna, sentì la donna tra le sue braccia tremare e un altro gemito di dolore sfuggire dalle sue piccole labbra, mentre i suoi occhi pieni di ira si posavano su di lei. Scoprì le labbra in un ringhio, rivelando una fila di denti bianchi e perfetti, come un felino che stava per attaccare la sua preda.

“Tu. Sei tu la prescelta, la mia preda. E credetemi, mia signora, quando vi dico che rimpiangerete il giorno in cui siete nata.”

Una risata maligna si perse nel silenzio della notte, mentre la giovane fanciulla perdeva i sensi riconoscendo nel volto del suo aguzzino colui che dal mare e dalla terra veniva temuto.
E le parole del padre riaffiorarono nella sua mente, in un lontano ricordo.

“Il diavolo in persona ha forgiato il corpo di quell’assassino. Bello e dannato come il suo creatore, non ha nessun cuore. Del sangue di centinaia di uomini si sono macchiate le sue mani, nessuno è mai sopravvissuto al colpo letale della sua spada. Ricorda bene, bambina mia: sei mai dovessi trovarti dinanzi ad una simile bestia, scappa. Corri più veloce che puoi e non voltarti mai indietro. Ma se egli riuscisse mai a catturarti, prega, Helen. Prega Dio e invoca la morte, bambina, perché nessun tormento potrà mai eguagliare la furia omicida del Lord of the sea.”

















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Dovrei scrivere i nuovi capitoli delle mie storie in corso, ma non ho resistito e ancora una volta mi sono lanciata verso una nuova avventura scrivendo il primo capitolo di questa storia, pubblicandolo! Sono un caso perso, lo so...
Ma tornando a noi, al momento non posso dire nulla che riguardi la storia, penso che il capitolo abbia già tracciato a grandi linee la trama generale della storia e il punto in cui tutto ha avuto inizio. Più avanti, capitolo dopo capitolo, verranno fuori i caratteri dei due protagonisti e il loro passato.

Grazie per avere letto, se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate :)


Storie in corso:

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