Sennar stava seduto sul piccolo ponte, dove le navi si fermavano. Ogni tanto, su una di quelle navi, c'era il suo papà. Era sempre fuori, lui a fare una cosa molto bella: lo scudiero. Il piccolo ammirava il padre, anche se lo vedeva raramente. Guardando il Sole, si rese conto che erano circa le dieci della mattina. L'orario perfetto!
Per essere un bambino di appena sette anni, Sennar era molto intelligente: sapeva orientarsi bene nella suan cittadina e, al contrario degli altri bambini, non si perdeva mai.
Si alzò e, trascinandosi dietro il suo carrellino con gli attrezzi di legno, si avviò verso il suo uliveto. Faceva caldo, ma poco se ne curava, sotto la poca ombra degli alberi si stava meglio.
"Eccoti finalmente."
Il suo amico era mezzo addormentato sotto un ulivo. Alzò lo sguardo e sorrise. Sennar sorrise a sua volta. Sedette vicino a lui e gli chiese come stava.
-Bene, me la cavo- rispondeva come al solito. - Dai, al lavoro! -
Si diedero da fare con gli attrezzi e continuarono la costruzione di quella che loro chiamavano "la loro torre". Torre... tanto per dire... Non era altro che un tronco vuoto all'interno.
Faticarono per due ore buone, poi Sennar si resee conto che era tardi.
- Senti - gli disse - è tardi, devo andare dalla mamma... Sigillo la torre e poi ci vediamo domani -.
- Ah, va bene... -
Sennar recitò una strana formula, in una lingua sconosciuta a tutti... tranne e lui ed il suo miglior amico. Gliel'aveva insegnato lui, l'incantesimo. Solo che dei due poteva farlo solo Sennar... mah! Quando ebbe finito, una barriera azzurra dai riflessi biancastri comparve attorno al tronco, per sparire pochi secondi dopo.
Si salutarono ed il piccolo tornò a casa dalla mamma. La trovò seduta a tavola con un'amica.
- Mi chiedo dove vada tutta la mattina! - disse la madre quando scomparì su per le scale della casetta - Con tutti gli amici immaginari che si inventa! -