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Autore: Il Cavaliere Nero    10/06/2007    8 recensioni
La dolorosa scelta che il Proiettile D'Argento sarà costretto a prendere per difendere le persone alle quali tiene di più...per proteggere e salvare il suo Angelo.
Estratto dal quarto capitolo:
«Megure abbassò il capo e tornò a scribacchiare qualcosa di illegibile su quei documenti, senza però porgere molta attenzione a quello che faceva. Infatti, aveva ben altri pensieri per la testa: Se prima avevo qualche dubbio, ora ne sono sicuro...- pensò, determinato e serio -Michiyo, ormai, ha preso il posto di Shinichi Kudo...»
Genere: Triste, Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Uno

«Temibile Serial-Killer»

Disclaimer: Il caso principale che vede come assassino un serial-killer, e in particolar modo la procedura dei delitti narrati, sono tratti o ispirati dal manga di Detective Conan, files 5-8 del volume 19 e dei corrispondenti episodi (124-125). Tutti i diritti d'autore sono perciò di Gosho Aoyama e i fatti sono ripresi dall'autrice Il Cavaliere Nero non a scopo di lucro ma solo a fini amatoriali.

Il sole splendeva con raggi luminosi e penetranti in quella giornata così afosa di primavera.
Non una nuvola in cielo oscurava il cammino delle persone che velocemente e meccanicamente tornavano al lavoro dopo la pausa pranzo, trascorsa da soli o magari in compagnia di colleghi, amici…innamorati.
In questa comune giornata giapponese un gruppo di ragazzi stava lì lì sul litigare per una sciocchezza.
"Ma «True Love» è un film così melenso…" esclamò Takeshi, sbuffando.
"Non vorrete mica farci vedere qualche film tipo «Monster House*», vero?" starnazzò in modo concitato Kiwako, con le mani appoggiate sui fianchi e il busto sporto in avanti, verso il compagno di classe.
"Avreste qualcosa in contrario?!" chiese Misao, correndo così in soccorso dell'amico.
"Sì, molto in contrario" stavolta era stata Sonoko a parlare...e il suo tono di voce era tutt'altro che pacato.
"Suvvia ragazzi, non litighiamo!" disse Ran, cercando di catturare l'attenzione dei suoi amici.
"Perchè non ci dividiamo in gruppi e ognuno va a vedere il film che vuole?"
"Credo che tu abbia perfettamente ragione! " esclamò una voce dall'equivocabile accetto straniero, inglese.
Tutti si voltarono per vedere chi era stato a parlare e si ritrovarono davanti un bel ragazzo dai capelli molto chiari pettinati con la tipica riga centrale, in modo che la frangia gli ricadesse sopra gli occhi azzurri.
Indossava dei jeans leggermente strappati all'altezza delle ginocchia, a vita bassa. Una maglietta bianca si poteva scorgere dalla camicia a quadretti rossa che portava aperta, a mò di giacchetto. Le scarpe da ginnastica nere e bianche completavano lo stile sportivo che il britannico aveva scelto.
"Richard!" esclamò Ran sorridente "Che piacere vederti!"
"Hi, Mo...ehm, Ra...er..."
Tutti notarono il suo imbarazzo nel non sapere come rivolgersi alla figlia del detective, si convinsero perciò ad aver fatto bene ad invitarlo: aveva decisamente bisogno di socializzare un pò.
La ragazza si sciolse in un dolce sorriso:
"Chiamami pure Ran!!" lo rassicurò strizzandogli un occhio.

§§§

"Un serial-killer che dopo l'omicidio pugnala le sue vittime facendo passare l'arma del delitto per il loro portafoglio?”
chiese Kogoro tutto d'un fiato, alzandosi dal divano di pelle verde e avvicinando il suo viso a quello dell'ispettore Megure, che annuì.
"Esatto. Ha già mietuto tre vittime" affermò con sguardo serio, stringendo le ginocchia con le mani tanto che le nocche gli divennero bianche "Yukiko Nakano, 39 anni, insegnate d’inglese al liceo di Arigawa. E' stata trovata uccisa sul tetto del palazzo dove abitava, l'ha rinvenuta e ha chiamato la polizia un inquilino di un appartamento. Secondo il medico legale, la vittima è morta per soffocamento causato da qualcosa di molto sottile, tipo filo da pesca. Il killer l'ha poi pugnalata facendo passare il coltello per il suo portafoglio”
Kogoro oramai si era risieduto e annuiva serio, molto attento alle informazioni che il suo amico gli stavano fornendo.
"Seconda vittima, Kaneshiro Hayashi, 40 anni, tassista. Il cadavere è stato rinvenuto da un suo collega; il suo corpo senza vita è caduto sopra il cofano di un taxi che stava per iniziare la giornata lavorativa. Morte causata da arma da fuoco, anch'esso aveva un pugnale piantato nel petto, attraversato da un portafoglio”
"E la terza vittima...?" chiese il detective, sempre più interessato.
“Gojo Mifune, 39 anni, orefice. Morto per una coltellata alla pancia, è stato rinvenuto da una coppia che passeggiava per il parco di Haido-Cho, dietro ad alcuni cespugli. E anche lui...”
“...aveva un coltello conficcato in un portafoglio nel petto” esclamò il bambino moro, stringendosi il mento tra pollice e indice.
I due uomini urlarono leggermente per la sorpresa.
Cosa ci faceva quel moccioso lì?
Non era a scuola?
Kogoro guardò l'orologio da polso scostando la manica della giacca grigia e si rese conto che era proprio l'ora nella quale il piccolo terminava le lezioni.
“Vattene in camera tua e non dare fastidio!” ordinò il detective più grande, accompagnando il comando con un cenno della mano.
“Ma io voglio stare qui a sentire questa storiaaaa” piagnucolò Conan, recitando una parte che oramai aveva dovuto per forza imparare a rendere sua: quella del bambino.
“Non è una storia e soprattutto non è adatta a te, moccioso!” scattò Kogoro, alzandosi minacciosamente “E ora fila via!”
“Mhm?” rifletté il liceale nei panni di uno studente delle elementari guardandosi intorno “Dov'è Ran-neechan?”
“E' uscita con degli amici, compagni di scuola, credo...” borbottò guardandolo male “Mi pare andasse al cinema”
“Capisco...” rispose il bimbo, scrutando con occhi innocenti quelli del suo Ojisan.
“Mouri-kun!” invocò Megure attirando l'attenzione dei due detective “Se vieni in centrale ti mostro i rapporti dettagliati del caso...così magari saprai darci una mano!”
L'uomo assentì e fece per incamminarsi verso la porta, quando la voce da lui più odiata, quella di un certo amichetto liceale di sua figlia a parte, si fece notare con un “Vengo anch'io!!!”
“Non se ne parla!” rispose brusco, seccato dalle continue interruzioni che il piccolo procurava.
“Non è roba per bambini, Conan” gli disse l'ispettore, più paziente del suo collega
“In più...” borbottò tra sé.
“Cosa?” chiese il bambino, curioso.
“Nulla, nulla...” rispose gentilmente “Ma tu non verrai, punto”
“Ma ma ma...” ribattè sforzandosi di mantenere gli occhi da cerbiatto malandato “Chi si occuperà di me? Chi mi preparerà la cena?” chiese. Ma la sua era un'evidente domanda retorica.
Kogoro Mouri ghignò. Aveva avuto un'idea geniale. Si avviò verso la porta accompagnato dall'ispettore Megure e dallo sguardo del piccolo Conan-kun.
Aprì la porta dell'agenzia e si voltò, ancora ghignando:
“Ordina una pizza, moccioso!!”

§§§

"Alla fine l'idea di vedere un film che non fosse né horror né romantico ha funzionato" esclamò Sonoko, alzandosi dalla poltrona rossa della sala 13 del cinema.
"Già! " esclamò Kiwako " E poi io adoro i comici!!! " gli occhi le brillavano.
Ad uno ad uno tutti i ragazzi si alzarono, stiracchiando le braccia intorpidite dalla quiete a cui erano state sottoposte.
"Vogliamo andare a prendere qualcos'altro da mangiare?" chiese Takeshi massaggiandosi la pancia. Tutti i ragazzi acconsentirono e si diressero con passo veloce verso il bar dell'edificio: dovevano sbrigarsi o l'intervallo sarebbe finito e il film ricominciato.
Una volta in coda per le bibite e i pop-corn, Richard si divise dagli altri per andare al bagno; Ran si offrì di accompagnarlo, visto che, in fin dei conti, non ci volevano certo tutti per portare qualche snacks!
"Vieni, di qua." disse la ragazza iniziando a scendere delle scale a chiocciola, seguita a ruota dal bel britannico.
"Non è la prima volta che vedi un film qui, suppongo..." disse con accento inglese, scendendo le scale con una mano quasi incollata al corrimano; Ran assentì "Sì, ci sono venuta spesse volte l'anno scorso con Shin..." poi un lampo le passò negli occhi e interrompette fulminea la frase. Abbassò lo sguardo, continuando a scendere le scale.
"Tasto dolente?" chiese con stupore il ragazzo, probabilmente incuriosito dalla sua reazione. La ragazza sorrise dolcemente, persa tra i ricordi "Venivo qui spesso, con un mio...amico" sussurrò triste.
"E ora...non ci vieni più? Il tuo amico non ama i film..." chiese preoccupato, ma fu interrotto prima di riuscire a finire la frase.
"Mph...il mio amico se n'è andato" disse bruscamente. Si rese immediatamente conto di non essere stata molto gentile, così chiese scusa e si giustificò dicendo che era un argomento che non la rallegrava molto.
Richard rise: "Me ne sono accorto! Ma...se posso saperlo...come mai se n'è andato?" chiese.
Poi sul suo volto si dipinse il terrore e portò una mano alla bocca spalancata "Oh my…! Scusami tanto...non dirmi che è morto!?"
Gli occhi di Ran si tramutarono in due minuscoli puntini neri.
"Non intendevo quello..." rise "Se n'è andato...è partito per lavoro. Sai, lui fa il detective ed è anche molto bravo, perciò è fuori città per un caso...forse per più di uno" dedusse, rabbuiandosi ancor di più.
"Non volevo farti ricordare cose tanto spiacevoli" disse abbassando il capo "Sorry... "
La ragazza sventolò la mano davanti al viso e lo incitò a non preoccuparsi. In fin dei conti, si ricordava comunque di lui.
"Ecco il bagno" esclamò saltando l'ultimo gradino della rampa di scale. Il ragazzo la seguì e si ritrovò in una stanza con due porte, una a destra per il bagno degli uomini e una a sinistra, per le donne. Luci blu suffuse, che non permettevano nemmeno di vedere le maniglie delle porte, rischiaravano l’atrio.
"I...io andrei..." balbettò rosso in faccia.
"Certo" sorrise Ran, cercando di apparire calma, felice e tranquilla. Ma la sua espressione cambiò rapidamente, trasformandosi in una smorfia di stupore, quando vide quel che stava per accadere. "Ehi?!" chiamò a voce alta "Richard, ma che fai?"
Il ragazzo si voltò, stupito da quella domanda e la ragazza continuò, perplessa "Quello è il bagno delle donne..."
"Uhm?" mugolò il ragazzo girandosi e osservando per diversi secondi il disegnino rosa in alto, appeso alla porta. Si girò verso la sua compagna di classe e sorrise, strofinandosi la mano dietro la nuca, visibilmente in imbarazzo.
Farfugliò qualcosa tipo "Scusami, non ci avevo fatto caso, in Inghilterra funziona un po’ diversamente…" e si precipitò nel bagno giusto.
Appena entrato Ran rise e si appoggiò alla parete del corridoio delle due toilette.
Sospirò, afflitta.
Shinichi...Shinichi...Come poteva non girarle per la testa?
Come poteva dimenticare una vita insieme? Come?
Era passato davvero moltissimo tempo dall'ultima volta che l'aveva visto...dall'ultima volta che, come al solito, lui l'aveva lasciata sola. Abbandonata.
-Tradita...- pensò, non riuscendo a trattenere una lacrima che le solcò il volto con un cammino veloce e silenzioso. E dopo di lei un'altra e poi un'altra ancora.
-Perché…? Perchè non sei qui, accanto a me? Ti sono davvero così indifferente?Forse è colpa mia, mi ero illusa di piacerti… ma possibile che non ti importi davvero nulla di me? Non riesco a capire come tu abbia potuto abbandonare tutto il tuo passato… ciò che apparteneva al tuo passato...me…-
La tristezza si tramutò in ira.
-Già, abbandonata. - ripetè tra sè e sè -E’ questo il termine giusto. Quando ho bisogno di te non ci sei mai, al massimo telefoni per rifilarmi scuse patetiche, tipo « Il caso mi occupa molto e non posso tornare, mi dispiace»… Sì, me lo immagino quanto ti dispiace!-
Sospirò nuovamente.
-Shinichi, io...-
"Eccomi qui!" esclamò il ragazzo uscendo dalla toilette.
La ragazza sobbalzò, era così sovrappensiero che si era spaventata. Appoggiò la mano sul petto e si girò verso Richard, che si scusò desolato.
"Non...non preoccuparti, colpa mia" lo rassicurò gentilmente "Dai, torniamo su!"

§§§

"E con questo è tutto" affermò seriamente l'ispettore Megure chiudendo il rapporto di Gojo Mifune, ultima vittima del serial killer più temuto in quel periodo.
"Hai già in mente qualcosa, Mouri-kun?" chiese, con un barlume di speranza negli occhi.
Il detective rise, poi si passò una mano dietro la nuca, massaggiandosi i capelli.
"No..."
Juzo quasi cadde dalla sedia, tanta la delusione e lo sconforto.
E forse anche il rancore nei confronti di quell'assassino così spietato.
"Beh...nel caso avesse altre informazioni mi contatti..." fece Kogoro alzandosi dalla sedia metallica.
L'ispettore l'aveva...li aveva portati nella sala riunioni e li aveva fatti accomodare davanti al tavolo rettangolare dove, di solito, si parlava di casi veramente importanti.
E questo era un caso veramente importante.
Aveva mostrato e illustrato loro tutti i fascicoli, tutti i minimi dettagli riguardanti quella storia. Ma nessuno dei due detective aveva avuto idea, ispirazione.
Perchè parlo al plurale?
Perchè ovviamente Conan li aveva seguiti. Si era intrufolato nel portabagagli dell'aiuto grazie ad una forcina rubata dalla camera di Ran e si era fatto notare solo una volta essersi assicurato la libera entrata nella sala riunioni.
Furbo e agile, come al suo solito.
Mentre i due investigatori si avviavano verso la porta, Conan iniziò a rimuginare su quanto appena scoperto, ma una voce lo destò subito dal compiere un qualsiasi ragionamento...o deduzione.
"No, aspetta Mouri-kun!" scattò l'ispettore, anche lui alzandosi dalla sedia.
"Mhm?" Kogoro si girò e si mise in attesa delle spiegazioni che Megure gli doveva.
"Pochi giorni fa è stato trasferito qui un ragazzo...è un agente della sezione investigativa, ed è molto giovane, ma è dotato di grandi capacità deduttive e logiche…e mi farebbe piacere presentarvelo, visto anche che molto probabilmente parteciperà a queste indagini”
“Sì, d’accordo, non c’è nessun problema” acconsentì Kogoro, incuriositosi dalla novità.
- Tanto nessuno potrà mai battere in deduzioni il famosissimo ed abilissimo detective Kogoro Mouri!!!- pensò poi, lasciando che un sorriso abbastanza strano gli comparisse sul volto.
-Ehehe, un altro pollo da spennare...- pensò Conan con gli occhi ridotti a fessure.
Le note di una delle tante belle soavi canzoni di Yoko Okino iniziarono a diffondersi per la stanza: il suono del telefonino di Kogoro attirò l'attenzione degli altri due e fece dimenticare loro, per un attimo, l'agitazione che il serial killer procurava e l'arrivo di questo poliziotto.
"Pronto? Detective Mouri!" esclamò l'uomo seriamente.
"Papà?"
"Ah, Ran...certo dimmi tutto..." affermò.
La conversazione durò qualche minuto buono e in questo frattempo Conan entrò in azione:
-Dunque...un serial killer che dopo aver ucciso accoltella le vittime facendo passare l'arma per un portafogli...i tre deceduti hanno tra i 39 e i 40 anni e a quanto ci risulta non avevano avuto rapporti tra loro, non si erano mai incontrati...perciò non si conoscevano.
Mhm...una professoressa, un orefice e un tassista...cosa possono avere in comune? Forse dietro tutto questo c'è una questione di soldi...sì, magari tutte e tre le vittime dovevano dei soldi all'assassino e questo, stanco delle continue perdite di denaro, li ha uccisi...si spiegherebbe anche il perchè dei portafogli...-

"Ehi, mi hai sentito?" chiese con voce concitata Kogoro rivolgendosi al piccolo detective.
"Dopo il cinema Ran passa di qui e ti viene a prendere, chiaro?"
"Cristallino!" rispose il bambino annuendo fortemente con la testa e mostrando ai presenti uno dei suoi sorrisi più simpatici.

§§§

Una bella bambina dai capelli biondi digitava con frenesia i tasti che il computer le dava a disposizione. Non aveva smesso un minuto da quando era tornata a casa da scuola e ormai era pomeriggio inoltrato. L'unico rumore proveniente dalla stanza era quello della tastiera o del computer mentre leggeva un floppy o un cd. A luce spenta e occhi puntati sullo schermo, la ragazza nelle sembianze di una bambina lavorava sulla formula che le aveva distrutto la vita.
-E che l'ha distrutta anche a lui...- pensò con tristezza.
Poi ripensò alla sagoma di Ran Mouri triste e sofferente per la mancanza del suo amico d'infanzia e non riuscì, per quanto volesse, a cacciare via dal viso quella smorfia...quel sorriso.

§§§

"Mouri, Sin Vey, di qua!!" sussurrò Satomy richiamando i due amici appena tornati dal bagno.
I ragazzi camminarono leggermente chinati in avanti fino ad arrivare ai loro posti.
"AHAHAH"
Una risata risuonò all'interno della sala. Il film era ricominciato da cinque o sei minuti e i compagni di classe dei due ragazzi avevano già iniziato a dedurre il motivo del loro lieve ritardo…e naturalmente arguivano tesi maliziose.
"Scusami..." sussurrò Ran all'inglese "Non avrei dovuto telefonare a mio padre… "
"Ah...don’t worry * " rispose in un sussurro.
Poi si sorrisero e si diressero verso i loro rispettivi posti; Ran si sedette senza problemi, Richard invece trovò la sua poltrona occupata da Misao: il ragazzo era così seduto accanto a Sonoko e le cingeva le spalle con il braccio.
Dal canto suo anche la ragazza approfittava della situazione, appoggiando il capo sulla spalla del compagno di classe.
Richard sospirò. Uscì da quella fila di posti e s’infilò in quella dietro.
"Ran?" chiamò a bassa voce, cercandola al buio.
"Dimmi! " sussurrò una voce al suo fianco.
Il ragazzo si voltò di scatto e notò di trovarsi di fronte alla sua amica.
"Takeshi ha occupato il mio posto per...ottimi motivi " con un cenno del capo le indicò i due ragazzi e lei non riuscì a trattenere una risata "Posso mettermi vicino a te?"
La ragazza assentì con piacere e dopo pochi secondi si ritrovò di fianco al ragazzo che in quel momento la incuriosiva molto.
"Segui il film?" sussurrò.
"Why?"
"Mi piaceva far due chiacchiere..." rispose, con un lampo di imbarazzo negli occhi. In quel momento fu grata al buio… non sapeva che leggere negli occhi per Richard era come un hobby: quante volte gli era stato utile?
"Comincia tu, però” sussurrò "Sono a corto di argomenti...e poi, I wouldn’t like touch other*…ehm… tasti dolenti! ”

"Stupendo! Stupendo! Stupendo!" esclamarono in contemporanea Satomy e Kiwako.
Il secondo tempo del film era terminato e i ragazzi si erano avviati lentamente verso l'uscita; stavano percorrendo il corridoio commentando il programma, anche se c'erano persone che non avevano prestato molta attenzione alla pellicola.
Una volta fuori i giovani si salutarono con cenni delle mani e urla.
"Ciao, bellezza" disse con fare sensuale Takeshi, sfoderando un sorriso sexy a Sonoko, che rispose con gli occhi a forma di cuoricini.
"Goodbye, Ran" salutò invece Richard, passandole affianco ; poi aggiunse sussurrando, in modo che solo lei sentisse "Questo tuo amico dev'essere davvero molto impegnato per aver abbandonato un angelo..."
Mouri sorrise, un sorriso complice, divertito. Con quello straniero poteva nascere una sincera amicizia, ne era sicura. Peccato non aver sentito cos'aveva mormorato dopo quella frase, avviandosi per le strade di Beika:
"Peccato che «abbandonato» non sia il termine giusto…"

Ogni gruppetto prese una strada diversa; Ran e Sonoko si diressero verso la centrale di polizia e quest'ultima non faceva che parlare del suo nuovo “amico”.
"Finalmente un ragazzo come si deve...gentile, romantico, che sa come comportarsi" disse tra le nuvole, con le mani congiunte davanti al viso " Lo adoro, Ran...questo è l'uomo che sposerò, ne sono sicura!!!"
"Non correre ora" la riprese l'amica, seria "E...e poi Kyogoku?"
"Lui è via, lo sento sì e no qualche volta al telefono...ho bisogno di qualcuno che mi stia vicino tutti i giorni, che mi dimostri che a me ci tiene davvero..." disse con aria sognante, non rendendosi conto di aver sganciato la bomba.
"Come se non lo sapessi" sbottò la ragazza, aumentando la velocità del passo.
"Oh, scusami" rispose Sonoko, rendendosi conto dell'errore appena commesso "Però..." da mortificata la sua espressione si trasformò in adirata "anche quello lì...come ha potuto?! Ah, se lo prendo..."
"E' questo il punto, non lo prendi..." borbottò Ran concitatamente.
Sonoko si zittì. Ma perchè non imparava a tenere la bocca chiusa?
"Ascolta, Ran...perchè non ti cerchi qualcuno? Smettila di aspettarlo, rifatti una vita...in fin dei conti non gli si può dir nulla" abbassò la voce, come a non voler farsi sentire "voi non eravate fidanzati..."
"Cambiamo discorso, ti prego" rispose in uno sbuffo la ragazza.
Sonoko assentì, così iniziarono a parlare del più e del meno: di come mancava loro la bella professoressa Jodie, che in realtà insegnante non era, di quante cose erano successe e del ballo che la scuola stava organizzando. Già...alquanto insolito che ci fosse un ballo così, senza alcun motivo; di solito si organizzavano spettacoli. Probabilmente avevano cambiato programma all’ultimo momento dato che una recita l’avevano messa in scena poco tempo prima.
Così discutendo arrivarono presto all'alto edificio con mille finestre, dove entrarono con passo rapido.
Presero l'ascensore e si avviarono nei meandri delle centrale di polizia, alla ricerca della stanza dove Kogoro e Conan si trovavano.
Salite al piano giusto si guardarono intorno.
"Chissà dove saranno…" mormorò Sonoko che, in fin dei conti, era stata lì dentro pochissime volte in confronto della sua miglior amica.
"Agente Takagi...?" chiamò Ran, scorgendo l'uomo da lontano.
Il poliziotto si girò verso di loro, poi congedò con qualche parola l'ispettore Shiratori e si diresse nella direzione delle due ragazze, per salutarle.
"Ciao,Ran...Sonoko!" esclamò con la sua solita aria da bambinone, una tazza di cioccolato in mano per riposarsi dall'arduo e stressante lavoro.
"Buongiorno" risposero all'unisono le due studentesse "Takagi, mi scusi..." cominciò Ran "sa mica dov'è mio padre?"
"Ah...sì!" rispose l'uomo alzando il braccio e puntando un dito verso una sagoma rettangolare di legno chiaro "Guarda, la porta lì infondo, con la macchinetta del caffè di fronte...credo ci sia anche Conan…"
"Lo so" rispose la ragazza con un sorriso "Sono venuta apposta per prenderlo..."
"Bene" rispose altrettanto gentilmente l'uomo "Ora scusami, ma devo finire un rapporto con l'agente Sato" dettò questo si congedò, con i saluti delle ragazze che gli echeggiavano dietro ed uno strano rossore che gli accaldava il volto.
Le due studentesse si avvicinarono alla porta e Ran bussò con leggerezza.
Attese alcuni secondi, prima di sentir un coro che le dava il permesso di entrare.
Appoggiò una mano sulla maniglia e pigiò, riuscendo a fare capolino dalla porta.
“Papà?”
“Oh, Ran!” esclamò Kogoro “Vieni vieni, entra pure!”
Ma la ragazza era rimasta lì imbambolata a fissare il ragazzo accanto all’ispettore, di fronte a suo padre e Conan, che lo guardava con gli occhi ridotti a fessure.
“Oh” dietro di lei Sonoko non potè trattenere un gemito di sorpresa.
Pantaloni di stoffa blu s’intonavano con la giacca dello stesso colore, che si apriva nel mostrare una camicia bianca abbastanza slacciata da rivelare un petto allenato.
Quindi il giovane si girò verso le due ragazze rimaste incantate nel guardarlo.
Una vampata di caldo rischiò di soffocare Ran, non appena lui posò lo sguardo su di lei, sciogliendosi poi in un sorriso caldo e sincero
“Ciao…Ran!” esclamò amichevolmente.

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* Monster House= Mi è piaciuto tanto come film…cosa ci volete fare? ;P
* Arigawa = Nome suggeritomi da Dark del Detective Conan Forum (pubblicità occulta XD).
* Hi = Ciao.
* Ojisan = Zio in giapponese…
* Sorry = Scusami.
* Don’t worry = Non preoccuparti.
* I wouldn’t like other… = Non vorrei toccare altri …

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Note Dell’Autrice: Allora? Cosa ve ne pare? La storia si sta facendo interessante?
Chi credete sia questo nuovo rappresentante della legge? Secondo me avete pensato a lui…sì, sì…chissà se avete ragione, però XDD
Su, vedrò di metterci poco a scrivere il secondo capitolo ^__^
Sto prendendo passione a scrivere, perché mi immedesimo nei personaggi e nelle vicende e mi diverto da morire… a volte scoppiò anche a ridere da sola XDD
E poi io adoro Conan…e Shinichi *___* Perciò adoro anche scrivere di loro e su di loro :P
Spero mi sia spiegata bene e che alcuni passaggi non li abbia capiti solo io XD
Ci tengo molto a ringraziare tutti coloro che hanno letto, in particolar modo chi ha recensito:
@Eneri_Mess: Eheh, visto?XD Capita...ad ogni modo, sono molto contenta ti piaccia il mio stile ed il mio metodo...spero di non deluderti con il proseguire della storia!! Bacioni ^________^
@: Irene Adler: Grazie!^^ Sì, cercherò di aggiornare relativamente presto ^^" XD Sei molto gentile, sono lieta che la mia storia sia di tuo gradimento =) Richard, dici? Chissà...XD
@Charlie : Grazie mille!! Mi impegnerò, contaci ;)
@Pera_11 : Geloso? Sai, mi è sempre piaciuto questo aspetto del carattere di Conan, quindi…ihih, tu cosa dici?XD Grazie mille per aver commentato! :)
@VidelB: Beh, sì: Detective Conan è uno dei miei anime giapponesi preferiti (se non quello che seguo più volentieri in assoluto!); ma credo che questo tu lo sapessi già. Sono contenta di non essere andata oltre il carattere originale dei personaggi e non sai quanto mi faccia piacere il tuo commento: il tuo giudizio, per me, conta molto!! Spero continuerai a leggermi, eheh…bye ^_________^ :****
@viky4forever: Certo che la continuerò ;) Probabilmente un po’ lentamente, ma la continuerò…contaci ;) Grazie mille per la recensione =)
@ginny85: Meno male! Credevo di aver esagerato, con Conan!XD Chiarito un po’ la faccenda del «boy inglese»? Spero di non averti deluso ^^ A “presto”! XP
Cos’altro rimane da dire? Ah, sì: mi raccomando, recensite, commentate e… LEGGETE!
See you later whit the second chapter!
Bye ^__________^

XXX Cavy-Chan XXX

   
 
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