I miei nipotini stavano giocando davanti al fuoco mentre io e mio figlio, ovvero loro padre, rimettevamo tutto in ordine e ci preparavamo per aprire i regali di Natale.
Presi Marie e la feci sedere sulle mie gambe per scartare la sua nuova Barbie, Nathan invece aveva ricevuto l’ultimo modello in miniatura della Ferrari, erano felice con i loro doni e tutto sembrava perfetto.
«Perché tu non hai i capelli bianchi come tutti i nonni?» Chiese Marie.
«Perché tuo nonno è un uomo giovane, tesoro. Ed io un padre altrettanto giovane.»Le rispose mio figlio Dan.
«Papà, so che non volevi sorprese per Natale, ma…»mi porse un piccolo pacchetto rettangolare e lo aprii.
Eccola lì, anche tramite una foto il suo sorriso era riuscito ad illuminare tutta la stanza, erano passati ormai quindici anni ma il dolore della sua probabile perdita era ancora grande.
Sentii lo stesso nodo alla gola che provai l’ultima volta che ci salutammo, se così si può definire.
«L’ho ritrovata in soffitta qualche giorno fa, pensavo ti potesse far piacere in qualche modo.»
«Sì figliolo, grazie mille.»
«Nonno, sei tu da giovane, ma quella ragazza non è nonna, chi è?»chiese Nathan. Marie gli prese la foto dalle mani ed iniziò a guardarla con adorazione. «Com'era bella, voglio diventare proprio come lei quando sarò grande. Come si chiama?» 
«Katherine, questo era il suo nome. Era la ragazza più incredibile, solare, bella, complicata e piena di misteri che abbia mai incontrato... E che abbia mai amato veramente.»
«Molto più di nonna?»
«Vostra nonna è stata una grande donna, purtroppo non c'era già più, e per quanto le volessi bene, di Katherine ne ero follemenente innamorato, ma lei era troppo occupata a mantenere i suoi segreti invece che lasciarsi andare all'amore.» 
«E ora dov'è?» «E' andata via da un giorno all'altro, non ho più sue notizie da troppi anni, non so nemmeno se è ancora viva» e a quelle mie stesse parole mi si spezzà il fiato solo al pensiero che le potesse essere successo qualcosa di brutto. 
«Quanti anni dovrebbe avere ora?» 
«Poco più di una trentina» e forse si era creata una famiglia e si era dimenticata di me.


«Ragazzi sedetevi comodi sul divano, penso proprio che vostro nonno stia per raccontarvi una parte molto importante della sua vita.» disse Dan, posizionandosi comodo per ascoltare una storia già vissuta.