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Autore: RoseScorpius    22/11/2012    15 recensioni
Avevo intenzione di iniziare la pubblicazione di questa mini-raccolta dopo aver postato l'epilogo di “Perché sul campanello di casa mia ecc...” (no, seriamente, non potevo trovare un titolo più breve?), ma oggi è il compleanno della Zuz e un tentativo – per quanto patetico – di regalo era d'obbligo.
La raccolta consta di tre OS sul demenziale andante che si collocano cronologicamente nell'arco di tempo tra la fine di “Perché sul campanello-insomma-avete-capito”, giusto perché avevo il bisogno di togliermi lo sfizio di shippare un po' di crack pairings con i personaggi della long. Si accettano scommesse su chi saranno le prossime coppie, ovviamente.
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La vita è un biscotto ma se piove si scioglie'
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UN'OTTIMA RAGIONE PER CUI CERTE COPPIE NON SONO ESISTITE NÉ MAI ESISTERANNO


***



Avevo intenzione di iniziare la pubblicazione di questa mini-raccolta dopo aver postato l'epilogo di “Perché sul campanello di casa mia ecc...” (no, seriamente, non potevo trovare un titolo più breve?), ma oggi è il compleanno della Zuz e un tentativo – per quanto patetico – di regalo era d'obbligo.

La raccolta consta di tre OS sul demenziale andante che si collocano cronologicamente nell'arco di tempo tra la fine di “Perché sul campanello-insomma-avete-capito” e il Natale dello stesso anno, giusto perché avevo il bisogno di togliermi lo sfizio di shippare un po' di crack pairings con i personaggi della long. Si accettano scommesse su chi saranno le prossime coppie, ovviamente. 

 

Oh, quasi dimenticavo.

 

MA TANTI AUGURI ZUZ!!!

(ormai sei vecchia ma ti vogliamo bene lo stesso <3)

 

 

 

 

***

 

 

Capitolo 1:

Un'ottima ragione per cui un uomo felicemente sposato non dovrebbe esagerare con l'alcool alla festa di addio al celibato del proprio nemico di sempre
 

 

Personaggi: Harry Potter, Draco Malfoy, Blaise Zabini, Theodore Nott, James Potter, Albus Potter

Coppia: Draco/Harry

Ambientazione: Festa di addio al celibato di Draco Malfoy

Pov: Harry (3° persona singolare)

Note: Questa è probabilmente la più standard tra le coppie proposte in questa mini-raccolta. Ma non per questo l'ho trovata meno spassosa delle altre. E poi, suvvia, dovevo farlo. 
 

 

***

 

 

Harry Potter si era chiesto più volte cosa ci facesse, di preciso, alla festa di addio al celibato di Draco Malfoy. Il fatto che, in contemporanea, si stesse svolgendo anche la festa di addio al nubilato della sua migliore amica non faceva che rendere quei dubbi più consistenti.

Emise un gemito rassegnato e si lasciò cadere su una panchina di pietra, accanto a Ron e alla sua faccia da funerale. Non dubitava che, trattandosi di una festa in onore di Malfoy, stesse davvero rimpiangendo un funerale. In effetti, nemmeno Harry avrebbe disdegnato troppo l'idea: almeno si sarebbe trovato lì in veste ufficiale, come Capo degli Auror, ed avrebbe potuto arrestare quell'idiota di Montague per il commento che aveva fatto sul lato B di sua moglie. Non che Harry non lo sottoscrivesse pienamente, tra l'altro, ma il lato B (e anche il lato A, se era per quello) della signora Potter non riguardavano nessuno dei presenti ad eccezione del diretto interessato. Peccato che lo stesso non si potesse dire del lato B dell'ex signora Weasley (non che Harry lo avesse fissato, a scanso di equivoci. Né quello né il lato A: era Hermione, per Merlino!): a giudicare dal modo in cui Ron stava tracannando un bicchiere di Champagne dietro l'altro, l'intera situazione non doveva essergli troppo congeniale. Nemmeno a Harry lo era, se si trattava di Malfoy.

« Amico » disse, senza troppa convinzione. « Forse dovresti smetterla di bere ».

Ron grugnì qualcosa d'indecifrabile e si scolò un altro bicchiere di Champagne.

« E con questo cosa vorresti insinuare? » lo accusò con la voce impastata e rissosa di chi è già parecchio alticcio. « Reggo a meraviglia, io. Non come quella femminuccia di Malfoy ».

Harry ritenne più saggio non insistere oltre e piuttosto cominciò a preoccuparsi per i loschi traffici di James e del suo degno compare Fred attorno al tavolo delle bevande. Dovevano essere appena tornati dalla gita in barca e, a giudicare dalle loro espressioni cospiratorie, si erano già messi all'opera per combinarne una delle loro. Sarebbe andato a rimproverarli preventivamente, se non avesse saputo fin troppo bene che era inutile e se – bisognava ammetterlo – non avesse provato un sadico senso di delizia all'idea che la propria progenie rovinasse la festa di Malfoy. In effetti, a ben pensarci, avrebbe quasi potuto complimentarsi con James per una cosa del genere. Non che ci fosse bisogno di farlo sapere a quella gran testa calda che era suo figlio, comunque: Ginny sarebbe stata capace di scannarlo se avesse istigato James a seguire le tracce del suo omonimo malandrino.

Quando a James e Fred si aggiunsero anche Roxanne, Rose e Scorpius, e la cosa prese conseguentemente le dimensioni di un complotto di Stato, Harry decise che era venuto il momento di intervenire, se non altro perché la presenza del figlio dello stesso suggeriva che l'obiettivo primario della cospirazione non fosse di arrecare danno a Malfoy.

Ma dico io, una volta tanto che James avrebbe la possibilità di combinare una bravata socialmente utile...

Si alzò dalla panchina (Ron gli lanciò uno sguardo tradito e, sventolando il sesto bicchiere vuoto, esclamò: « Sì, bravo, vattene anche tu! ») e quindi si diresse verso il tavolo degli alcoolici, costeggiando gli odorosi cespugli di lavanda che crescevano ordinatamente nelle aiuole all'interno della corte. Ginny, quella mattina, aveva dichiarato di adorarli e di voler riempire il loro giardino a Godric's Hollow di lavanda, il che significava più precisamente che il prossimo weekend della famiglia Potter sarebbe stato speso a scavare buche e piantare cespugli. Il che, ancora più precisamente, significava che Harry avrebbe odiato Malfoy più del solito per almeno un mese, il tempo che ci avrebbe messo la sua povera schiena per riprendersi dal giardinaggio. Stava giusto covando il proprio odio per la lavanda e preventivamente anche quello nei confronti di Malfoy quando s'imbatté in una terza ottima ragione per covare il proprio odio represso, che gli andò a sbattere contro sotto le sembianze di Blaise Zabini.

« Potter » disse lui, come se – trovandoselo nel piatto per una sfortunata serie di eventi – stesse sibilando il nome del più basso e disgustoso degli organi animali.

« Zabini » replicò Harry che – un po' per il colore dell'interlocutore ed un po' per l'immagine di budella animali che si era appena fatto – pronunciò il cognome del vecchio compagno di scuola pensando invece al rifiuto organico di alcuni dei suddetti organi.

L'ex Serpeverde probabilmente se ne accorse, ma fu abbastanza assennato da sorvolare sul fatto (Harry si sentiva sempre estremamente orgoglioso di essere il capo degli Auror, quando i suoi ex rivali di Serpeverde erano costretti a mangiarsi la lingua per non finire in manette con l'accusa di oltraggio a pubblico ufficiale). Anche in quel caso, non poté che tenersi strette le proprie opinioni sulle similitudini più adatte a Zabini e gongolare in silenzio. 

« La festa è di tuo gradimento? » chiese Zabini, sorseggiando un bicchiere di Vino Elfico.

Harry sorvolò misericordiosamente sulla pessima compagnia e gli rivolse un cenno affermativo.

« Mh, non è male » concesse.

Il cibo, se non altro, era buono. Zabini vuotò il bicchiere e lo posò sul vassoio di un Elfo Domestico di passaggio, sorridendogli con un'ombra di subdola condiscendenza. 

« Oh beh » osservò. « Detto da un Potter è un gran complimento: mi è stato riferito che la tua progenie è una stirpe di gran festaioli ».

Nonostante si fosse imposto di non mostrarsi stupito o turbato da qualunque cosa avesse insinuato Zabini (perché Zabini era l'insinuazione fatta persona, non era così ingenuo da illudersi del contrario), Harry n on poté che restare a fissarlo come un allocco impagliato, dopo quel commento.

Strizzò gli occhi dietro le lenti degli occhiali e se ne venne fuori con un ben poco onorevole: « Eh? » che corresse subito dopo con un colpetto di tosse ed un più degno: « Prego? »

Non gli sembrava di essere lui quello che al settimo anno bis aveva quasi demolito le fondamenta del castello durante un festino nel sotterraneo di Serpeverde.

Zabini gli rivolse un sorrisino estremamente conciliante (ed irritante in diretta proporzione).

« I miei ragazzi, Melinda e Adam, sono stati in Inghilterra per fare visita a Scorpius due settimane fa e mi hanno raccontato di un giovane Potter ubriaco che si dava alla pazza gioia ballando sopra un tavolo » si bloccò per un istante, appena il tempo di spalancare gli occhi e fingersi sorpreso e rammaricato. « Ma tu ne eri al corrente, vero? »

Teatrale, ma non troppo: alla Zabini. Con quella giusta dose di noncuranza ed accuratezza d'informazione che rendevano il tutto abbastanza verosimile da dover per forza essere preso in considerazione come la verità, almeno fino a successivi accertamenti. 

Harry digrignò i denti.

« Non so di cosa tu stia parlando: non mi risulta che i miei figli conoscano i tuoi. Ora, se vuoi scusarmi... » e senza aggiungere altro puntò verso il tavolo delle bevande.

Un giovane Potter ubriaco fradicio che balla sopra un tavolo, eh?

Lo avrebbero sentito – oh, se lo avrebbero sentito! – quei due imbecilli. A prescindere da chi fosse il colpevole.

Posso sempre punirli entrambi, se rifiutano di confessare. Tanto per essere sicuro...

La cosa bella di essere padre era che le leggi sui diritti degli imputati potevano tranquillamente venir ignorate, in alcuni determinati casi. Come quando uno dei due figli, o tutti e due, o prima uno e dopo l'altro si ubriacavano e ballavano sopra un tavolo, o se non era quello era di sicuro qualche altra bravata – perché non si poteva certo partire dal presupposto che i crimini mai accertati non fossero stati commessi, trattandosi di Albus e James. Specialmente di Albus, in effetti: che James fosse coinvolto in qualunque disastro succedesse nel raggio di un chilometro da casa Potter era matematico, ma con il tempo Harry aveva imparato a diffidare in particolar modo anche del secondogenito. Non che Lily fosse uno stinco di santo, poi.

Ma dico io, le combinazioni genetiche che ho prodotto avrebbero potuto venir predette dalla Cooman...

Quando lo vide arrivare al tavolo delle bevande, James smise immediatamente di parlottare con Roxanne e gli rivolse un gran sorriso. Esattamente il tipo di sorriso che avrebbe confermato tutte le supposizioni di Harry, laddove avesse avuto la clemenza di concedergli il beneficio del dubbio.

« Papà, cosa ci fai tu qua? » chiese James, con l'espressione vagamente sconcertata di chi incontra un vecchio amico d'infanzia in capo al mondo. 

Harry lo fulminò con un'occhiataccia.

« Cosa ci fai tu, qua » replicò. « Non mi sembra che ti abbiano assunto come sommelier ».

A quel punto Roxanne, che era abile a crear guai quanto lo era a tirarsene fuori quando le cose si mettevano male, pensò bene di battersela in ritirata, non senza prima averlo abbracciato e chiamato “zietto”. Harry trattenne a fatica uno sbuffo e tornò a voltarsi verso James.

« E si può sapere cos'è questa storia di un Potter ubriaco che balla sopra un tavolo alla presenza dei figli di Zabini?! » sbottò.

« Oh » fece James, che pareva sollevato dall'improvviso cambio di argomento. « Intendi alla festa che hanno organizzato Rose e Scorpius quando avevano casa libera? »

Tacque di colpo e Harry vide dipingersi sul suo volto la consueta espressione che assumeva quando realizzava di essersi lasciato sfuggire qualche informazione compromettente.

« Ma non dirlo a zia Hermione » aggiunse James, precipitosamente. « E comunque era Al quello che ballava sul tavolo » precisò.

Harry sentì distintamente la propria mascella scricchiolare, mentre cadeva mollemente verso il basso.

« Al? » ripeté.

D'accordo, sapeva che Al era abbastanza sveglio da combinarne di ben peggiori che James, ma era sempre stato convinto che avesse abbastanza amor proprio da evitare, se non proprio di commettere quel genere di idiozie, se non altro di farsi beccare.

« Al » confermò James, visibilmente soddisfatto di essere innocente, per una volta tanto. « E ha anche cercato di baciarmi. Io te l'ho sempre detto che è un coglione. Un drink? » aggiunse poi, porgendogli un bicchiere pieno.

Harry lo accettò con sollievo.

« Sì, credo che ne avrò bisogno. Decisamente ». 

 

***

 

Harry non avrebbe saputo spiegare gli esatti passaggi logici e cronologici mediante i quali, dal tavolo degli alcoolici, era venuto a trovarsi in un angolo infrattato dietro un enorme cespuglio di lavanda. Non aveva nemmeno la più pallida idea del perché si trovasse in compagnia di quello che aveva tutta l'aria di essere Draco Malfoy, o del perché Ron giacesse inerte ai loro piedi. Per un attimo gli sovvenne che poteva essere morto e fu lì lì per cadere nel panico, ma poi lo sentì russare e si tranquillizzò un poco.

Forse è soltanto in coma etilico”. 

Anche se non era sicuro che le persone in coma russassero, in effetti. Meditò per qualche istante di gettargli addosso un Silencio, ma poi cambiò idea e desistette dal proposito. Malfoy, al suo fianco, emise un rutto di potenza inaudita, che lo fece sobbalzare, e si staccò dal collo di una bottiglia di Whisky Incendiario. Harry si voltò verso il festeggiato, moderatamente disgustato.

« Malf... Mafl... Manomen... flo... fol... »

Rinunciò a pronunciare il suo nome e si limitò a rubargli di mano la bottiglia.

« Mia » spiegò solamente, il che gli sembrava una cosa sufficientemente chiara e facile da pronunciare. Si attaccò al collo della bottiglia e finì gli ultimi sorsi con una discreta soddisfazione, accresciuta esponenzialmente dai gemiti di protesta di Malfoy.

Schioccò la lingua e posò a terra la bottiglia vuota, mentre Malfoy grugniva qualcosa a proposito del fatto che gliel'avrebbe fatta pagare per quell'affronto. Harry non aveva davvero la più pallida idea del perché si trovasse acquattato nell'angolo più recondito del parco assieme a lui. Quando Malfoy gli si spalmò addosso per raggiungere la bottiglia e si ritrovò schiacciato tra il muro ed una porzione di carne che poteva essere genericamente identificata con il posteriore del sopraccitato, Harry cominciò a pensare che forse non avrebbe dovuto trovarsi lì.

 

***

 

Non era certo che fosse accaduto prima di ritrovarsi spiaccicato sul muro con Malfoy addosso, ma Harry era moderatamente sicuro che ad un certo punto della serata Zabini e Nott avessero fatto una comparsa. Era anche piuttosto certo che nel breve arco di quella comparsa fosse successo qualcosa di importante, come per esempio il fatto che Zabini avesse proposto di fare una foto a lui e Draco e che Nott li avesse messi in posa. Harry non era troppo convinto che la mano di Malfoy sul proprio sedere facesse parte della posa proposta da Nott, ma in compenso si era assicurato che il deretano del suddetto fosse piacevole al tatto.

Per Hermione, ovviamente”.

Insomma, non voleva mica che la sua migliore amica sposasse un uomo con il sedere flaccido, o no? Anche se, per dirla tutta, forse non era un gran bene che il lato B di Malfoy gli sembrasse così accattivante. 

In seguito, poté solo sperare di non aver esternato quelle considerazioni ad alta voce. Così come sperò di non essersi davvero fatto versare una bottiglia di champagne in bocca alla presenza di una decina di altri invitati, o di non aver devoluto la propria cintura a Malfoy perché la usasse come come frustino (i pantaloni, invece, non sapeva a che uso fossero stati adibiti, ma non li aveva più ritrovati).

Fattostà che, quando Zabini e Nott si allontanarono con un plico di istantanee tra le mani e due identici sorrisi soddisfatti sulle labbra, Harry cominciò a pensare con più insistenza che forse avrebbe dovuto cominciare a preoccuparsi.

In effetti, senza pantaloni, la situazione si era fatta piuttosto pericolosa.

 

***

 

Ginny, in particolare, divenne molto pericolosa, quando, assieme ai pantaloni, si scoprì che era sparita anche la camicia che gli aveva regalato per Natale. Harry tentò di spiegarle come erano andate le cose, ma non ricevette ascolto. Forse perché, in effetti, nemmeno lui sapeva bene come erano andate le cose. 

Gli unici ricordi che aveva della camicia preferì tenerseli per sé, dal momento che era quasi sicuro di averla usata per imbavagliare Malfoy – e no, non voleva sapere altro della faccenda: per quello che lo riguardava, ne sapeva già anche troppo. In condizioni normali si sarebbe complimentato con se stesso per mesi per aver imbavagliato Malfoy, ma d'altronde in condizioni normali avrebbe imbavagliato Malfoy per farlo tacere e possibilmente per soffocarlo, mentre quella notte non era del tutto sicuro di avere avuto delle intenzioni così nobili. 

O così caste”.

Decisamente, per quella volta era molto meglio che gli scopi imperscrutabili dell'uso che avevano fatto dei loro indumenti restassero tali. Anche perché aveva un vago ricordo di essere stato ammanettato e legato ad un albero con la propria cintura mentre Malfoy si improvvisava poliziotto babbano e lo sculacciava.

Questo non lo disse a Ginny, però. In fondo, continuava segretamente a sperare che ci fosse una spiegazione alternativa per essersi svegliato mezzo nudo dentro un cespuglio di lavanda. Anche se il succhiotto che si trovò sul collo sembrava suggerire che invece era proprio come sembrava.

 

***

 

In conclusione di quella travagliata avventura, di cui la vita coniugale – e varie parti del corpo – di Harry risentirono per parecchio tempo, il Bambino-che-è-sopravvissuto-a-tutto-ma-non-all'addio-al-celibato-di-Draco-Malfoy non ebbe il cuore di rimproverare Albus per aver ballato sopra un tavolo da ubriaco. Né ne avrebbe avuta l'autorità, visto che Zabini e Nott non s'impegnarono particolarmente per tenere occulte al grande pubblico le foto incriminanti.

Il che, ancora una volta, andava a dimostrare il teorema che i Serpeverde, in un modo o nell'altro, ti fottono sempre.

[E – NO! –, Harry non aveva la minima intenzione di approfondire le varie valenze semantiche che potevano essere attribuite al verbo fottere].

   
 
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