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Autore: mila96    22/11/2012    4 recensioni
Emma è inglese ed ha i capelli rosso fuoco.
Quando parte per una vacanza studio in America scoprirà che la famiglia che la ospita custodisce un piccolo segreto.
Ma perchè Louis, il figlio di Tom e Jerry non la degna di uno sguardo?
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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-          Em! Ehi Em! Non sei emozionata? Eh? Io non sto nella pelle!
Alice, la mia migliore amica, mi saltella attorno mentre sono seduta sulla mia nuova valigia rosso fiammante. La guardo mentre sorride contenta, è fatta così, un metro e cinquanta di pura felicità.
-          Em mi stai ascoltando? – si ferma e si piazza davanti a me, le mani piantate sui fianchi.
Le rivolgo uno sguardo assonnato prima di calarmi il cappello di lana sugli occhi.
-          Lasciami dormire Al, sono le quattro del mattino – in realtà non ho sonno ma preferirei che la piantasse di urlare attirando le attenzione di tutti i passeggeri che a quest’ora attraversano l’aeroporto.
-          Come fai a non essere contenta? Stiamo andando in America! – esclama.
Mi libero del cappello e lascio che i capelli mi ricadano lungo le spalle. Fisso i miei occhi grigi in quelli verde prato di lei.
-          Non tutti siamo stati fortunati come te, io andrò nell’Iowa mentre tu sarai comodamente sdraiata su una spiaggia californiana! – esclamo senza però arrabbiarmi, non è possibile arrabbiarsi con Alice.
-          Dettagli – mormora allontanandosi alla ricerca di qualcun altro da importunare.
Lo sguardo mi cade su Nelly, la mia compagna di laboratorio dell’anno scorso. Lei si che è stata sfortunata, dovrà passare un anno in Alaska. Mi ritrovo ad essere contenta dei campi di grano che mi aspettano paragonati ai diversi gradi sotto zero che aspettano Nelly. Si dondola in un voluminoso piumino azzurro e si gira verso di me, mi sorride appena, stirando le labbra. Ricambio con un gesto della mano mentre sento la chiamata per l’imbarco del mio volo.
Alice si getta addosso a me e appoggia la testa al mio petto - si io sono alta almeno venti centimetri più di lei - e mi stritola in un super abbraccio.
-          Non far innamorare troppi Americani in questo anno, mi raccomando – bisbiglia dandomi una pacca sul sedere mentre mi allontano.
-          Non succederà - urlo in risposta prima di essere trascinata sull’aereo.
 
Voglio uscire da qui, mi ripeto come in trance. Sono arrivata da almeno tre ore e mi hanno lasciato in questa palestra puzzolente ad aspettare la mia host family. Tutti gli altri ragazzi dello scambio culturale se ne sono andati già da un pezzo. Rimango solo io, con una signora dall’accento russo che si dovrebbe occupare del rapporto tra ragazzi e famiglie.
-          Non è possibile, dev’esserci un errore – sbraita forse per la centesima volta stringendo con la grassa mano il telefono contro il cranio.
Finalmente, per la prima volta da quando siamo arrivati mi degna di uno sguardo.
-          Tesorino – la sua voce mi fa venire voglia di vomitare – non sei omofobica vero?
Sbatto più volte le palpebre. Che razza di domanda è mai questa?
 
Il signore che mi tende la mano deve avere all’incirca quarant’anni. Ha un largo sorriso e profuma di buono, caratteristiche essenziali per essere di mio gradimento.
-          Piacere, io sono Tom – esclama – scusa il ritardo ma sono stato avvertito solo adesso del tuo arrivo.
Sorride a mo’ di scusa e rivolge uno sguardo colpevole alla mia accompagnatrice.
-          C’è stato un disguido – borbotta lei di rimando – la famiglia che doveva ospitarti ha disdetto all’ultimo minuto e la famiglia Tomlinson era l’ unica disponibile ad accoglierti con così poco preavviso.
-          Ti chiami Tom Tomlinson? – ridacchio. So che è scortese, ma è davvero buffo.
Con mia grande sorpresa Tom scoppia a ridere e mi da una pacca sulla spalla, facendomi quasi cadere in avanti.
-          Andiamo a casa Emma – prende la mia valigia e si avvia a grandi passi verso la sua familiare.
Salgo in macchina e allaccio le cinture. Gli interni profumano di pino.
-          Io e Jerry abbiamo un figlio che ha più o meno la tua età, ti piacerà, vedrai.
Sono ansiosa di conoscere questo Jerry ed Alice sarà contenta di sapere che abiterò per un anno con un ragazzo. Immagino già i commenti osceni.
La casa è vicino alla palestra dove mi hanno lasciata a marcire. È una semplice villetta a due piani, con un piccolo giardino sul davanti. Sulla porta un uomo appena più giovane di Tom di sorride e mi fa segno di entrare. Appena mi avvicino mi serra in un abbraccio stritolante e mi spettina i capelli.
-          Mi sono sempre piaciute le ragazze rosse! – esclama lasciandomi andare.
-          Dai Jerry, lasciale almeno il tempo di entrare – lo rimprovera il marito.
Entro e mi viene ordinato di sedermi sul divano.
-          Purtroppo la tua camera non è ancora pronta, dovrai accontentarti della camera di Louis per qualche giorno, non c’è problema vero? – chiede Jerry gentilmente.
-          A proposito di Louis, quel maleducato non è ancora venuto a presentarsi – continua Tom.
-          LOUISSSSS! Razza di maleducato che non sei altro, è questo che ti abbiamo insegnato tuo padre ed io? Scendi subito! – sbraita Jerry anticipando di un secondo Tom.
Adoro già questi due tipi, si completano alla perfezione.
Dalle scale appare un ragazzo. Rimango per un attimo immobile cercando di metterlo a fuoco. Castano, fisico asciutto, addirittura più alto di me. Il lato più nascosto di me gongola per la felicità. Si ferma davanti a me e mi fissa con degli occhi azzurro ghiaccio.
Salto in piedi e gli allungo la mano.
-          Piacere di conoscerti, sono Emma – esclamo con troppa enfasi.
Lui mi studia per un millesimo di secondo.
-          Ehi.
Non ho mai sentito un Ehi più scazzato in vita mia. Prima che possa aggiungere qualcosa si gira e se ne va.
il mio istinto, che di solito seguo istantaneamente, mi dice di corrergli dietro e di dirgliene quattro, ma la mia parte razionale dice che non porterebbe a nulla di buono, ragion per cui rimango immobile a guardarlo ancheggiare via senza neanche degnarmi di uno sguardo.

Holaaaa questa storia mi è venuta in mente
venti minuti fa mentre facevo la doccia.
AHAHA capite quindi che ho scritto velocemente e non so cosa sia venuto fuori.
è la mia prima FF su di loro, che personalmente AMO.
Anche se il mio preferito è Liam non chiedetemi perchè ho scelto di scrivere di Louis.
Spero vi sia piaciuto, a prestooo.

  
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