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Autore: Yumi    11/06/2007    9 recensioni
Ecco una nuova ficcy...ovviamente una RoyEd...what else?.. Roy e Ed vanno in battaglia e il Flame Alchemist rimane ferito..che succederà se Ed si "prendesse cura" di lui?..leggete per scoprirlo.. Dedicata a Pucchyko_Girl, la mia sister...
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang, Un pò tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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:.Wonderwall -Ancora di salvezza-.:  di Yumi.

 

                                                                             :.1.:

 

Desclaimers: i personaggi appartengono all’Arakawa e a tutti gli aventi diretti.

Desclaimers 2: la storia non è scritta a fine di lucro.

Desclaimers 3: gli eventuali cambi di P.O.V sono segnalati dall’avviso scritto. Buona lettura!!E commentate numerosi!!

Desclaimers 4: i colori della storia non sono utilizzati a caso, ovviamente...XDDD!!

Pairing:  RoyEd...What else?(stile pubblicità del Nespresso,con George Clooney!*ç*)

 

P.O.V Roy

 

:.Flashback, un mese prima.:

“...Mustang, lei e gli altri Alchimisti di Stato andrete nel luogo dove sono iniziate le rivolte armate...portatevi anche il maggiore degli Elric...ci sarà utile...partirete tra due giorni, all’alba...tutto chiaro?”

“Sissignore, Comandante Supremo”

Questa volta il discorso era molto lungo, mi fa male la schiena a forza di quanto tempo sono rimasto sull’attenti.

“Ora puoi andare...avverti tu Elric.”

“Certo, sarà fatto.” Mi congedo con il saluto militare ed esco lentamente dal suo ufficio.

Ovviamente, quando c’è una guerra da qualche parte deve mandare noi Alchimisti.

Adesso devo pure andarlo a dire al FullMetal...non è mai venuto in battaglia con noi...chissà come la prenderà il “piccolo” Alphonse.

Mi dirigo a grandi falcate all’ufficio di Edo-kun. Busso una volta e poi entro.

“Buongiorno, FullMetal...”

“Nh...” un mugolio esce dalla sua bocca.

:.Fine flashback, ora.:

 

Il campo di battaglia è una città...tutto brucia...nessuna abitazione si è salvata...tutto brucia...di un colore che mi è così familiare...ma che non sono stato io a provocare...ma le armi da fuoco...poi, tutto a un tratto la confusione: la popolazione che scappa, in massa, investendomi e non riesco a vedere in tempo la raffica di pallottole, scagliata con una mitragliatrice da un militare.

Tutto in torno a me si fa leggermente più scuro, non ho capito quello che è successo, ma istintivamente mi porto una mano alla gamba destra, riuscendo a capire a fatica di cosa si tratta: sangue, color porpora...il mio...sento le forza venirmi meno...cado sul suolo polverose molto lentamente, mentre tutti i suoni che mi circondano diventano dei rumori lontani e ovattati, e un solo nome esce dalle mie labbra:

“FullMetal...” e poi il nulla.

 

Una luce fastidiosamente bianca, filtra in una stanza bianca, da delle tende dello stesso colore...di un colore che non sopporto: bianco, il simbolo dell’innocenza, che io ho perso da molto tempo, ormai.

Non so dove mi trovo e non mi ricordo per quale motivo sono qui. Eppure questa stanza mi ricorda quella di un ospedale, questo bianco, così abbagliante, utilizzato perché sterile...l’odore del disinfettante...il lettino, il comodino al fianco di esso...tutto, qui dentro, sa di ospedale.

Ad un tratto mi torna tutto in mente...la guerra, la gente che fuggiva, e poi quel momento, di cui ricordo po’ che nulla...in cui non ho capito, nulla. Ricordo solo il color cremisi del sangue e una alla gamba e a un braccio.

Porto una mano in quei punti, proprio come molte  ore fa...sì, perché orami siamo in piena notte, la battaglia deve essersi fermata per il momento. In quel punto, dove posso dedurre mi abbiano sparato, c’è una benda, che mi fascia la metà gamba offesa e tutta la vita.

Ricordo di aver detto qualcosa prima di perdere i sensi...ma non ho la più pallida idea di cosa sia...non ho proprio nessun ricordo di quel momento, tranne immagini sfuocate e confuse.

 

 

:.Ospedale di Central City, stanza 96.:

 

“Colonnello, c’è un problema.” Mi informa atono il medico.

“E...di cosa si tratta?”

“Beh...il colpi che ha ricevuto non erano certo causati da una pistola ad aria compressa...e oltretutto sono stati scagliati ad una velocità elevata...e ci sono state delle complicazione durante l’operazione...in parole povere c’è una percentuale, seppur minima, che resti paralizzato alla gamba e al braccio...”.

La verità mi piomba sulla testa come un macigno buttato giù dall’ultimo piano di un grattacielo altissimo.

“...ri...rimanere...paralizzato?”

“Sì...ma se facesse riabilitazione e si facesse aiutare da qualcuno potrebbe anche non verificarsi, questa ipotesi...ma è tutto da vedere...al momento siamo all’oscuro di quello che potrebbe succedere...per il momento riposi...ah, c’è una visita per lei dall’Headquartier...”

“Davvero?” sarà sicuramente il tenente Hawkeye o al massimo Havoc.

Quando vedo la mia visita...ci rimango secco...

 

“Ch...che ci fai tu, qui?” chiedo, stupito.

“Niente...sono venuto a trovarla, Taisa...” dice il FullMetal, completamente rosso in faccia, osservandosi gli stivali neri e lucidi con molto interesse.

“Devo farti così pena...per farti scomodare e venirmi a trovare?”faccio incredulo.

“Non mi fa pena...” risponde il FullMetal, avvicinandosi alla finestra, dandomi le spalle.

“Ne sei sicuro?...”

“Certo...”

“...e la guerra?”

“La guerra...cosa?...” mi chiede, non capendo cosa gli voglio dire.

“E’ finita?...”

“No...ma mi hanno detto che posso tornare perché non c’è più bisogno di noi...hanno la situazione sotto controllo...così mi hanno detto...poi non so se è vero...”

“Ah...meno male...”

“Perché, Taisa, meno male?”

“Almeno non passerai anche tu quello che ho passato io...mi hanno detto che ho dormito per due giorni...che ho avuto un sonno irrequieto a causa della febbre alta...e poi questa ferita...il dottore mi ha detto... – mi si sta incrinando la voce - ...che potrei rimanere paralizzato...” concludo, fissando le lenzuola davanti a me.

Non mi rendo conto che Edward si sposta e si viene a sedersi sul letto.

“Quando gliel’ha detto?...”fa atono.

“Proprio stamattina, poco prima che tu entrassi...”

“Ma...ne sono sicuri?...”

“Non so!!...non sanno niente...però vengono lo stesso a rovinarti la vita...pur non sapendo se continuerai ad averla, una vita...io...non so che fare...che pensare...e se dovessi rimanere paralizzato?...che succederebbe...di certo non potrei rimanere nell’esercito...chi si terrebbe un invalido...e poi, casa mia...tutta su due piani...vivo da solo...non so che farei...io...perderei il lavoro...la mia vita...te, Havoc, tuo fratello, Hawkeye e tutti gli altri...io...io...oddio...” mi porto la testa fra le mani, riuscendo a malapena a soffocare un singhiozzo. Sono un colonnello, non posso farmi vedere in queste condizioni da un mio sottoposto...però...non ce la faccio...

Scoppio in un pianto silenzioso, senza neanche rendermene conto, ma Ed sì e, credo istintivamente, da fratello maggiore, mi abbraccia, mettendomi una mano sulla nuca e l’altra sulla schiena. Appoggio la fronte dell’incavo del suo collo, mettendo la tempia sinistra contro la sua giugulare. Pulsante. Bollente. Familiare. Protettiva. Eccitante.

Siamo rimasti così per molto tempo, mentre Edward continuava ad accarezzarmi dolcemente la testa, con fare abitudinario: deve averlo fatto molte volte con suo fratello, oppure ci ha fatto l’abitudine con la madre, forse per minuti. O per ore. Non saprei dirlo.

Ad un certo punto, a sera inoltrata mi dice:

“Devo andare...è tardi...mio fratello mi sta aspettando...” fa per allentare la stretta, ma io non lo lascio andare.

“Ti prego...rimani qua, per stanotte, ti chiedo solo questo, nient’altro...”

“Ma...ma io...non posso...devo andare...e poi l’orario di visita è finito...io non posso...” cerca di giustificarsi.

“Non importa...se dicono qualcosa prendo io la colpa...ma per favore...non mi lasciare da solo...chiama tuo fratello da qua...gli parlerò io...”

“Va bene, Taisa, ma solo per stanotte...”

Prendo il telefono e lo porgo a Edward, che ci mette poco a convincere il fratellino.

Appena riaggancia, cautamente mi distendo a pancia in su, mentre FullMetal va nel piccolissimo bagno.

Quando torna, è tutto imbarazzato perché indossa solo dei boxer e una canottiera con le spalline larghe piuttosto aderente. Lentamente si avvicina al letto, facendo cigolare i due automail della gamba destra e del braccio sinistro ad ogni lento gesto della camminata calcolata.

Lentamente si stende al mio fianco, raggomitolandosi in posizione fetale sul fianco destro.

Io mi metto su quello sinistro e lo avvicino più che posso al mio corpo, facendogli appoggiare il viso contro il mio petto. Prima di spegnere la luce, sciolgo i capelli a Edward, liberando le sue ciocche di sole da quell’inutile treccia. Lo metto sul comodino e spengo la luce.

“Buona notte, Edward...” e gli do un bacio sui capelli.

“‘Notte, Taisa...” e si raggomitola più vicino a me.

 

 

 

To be Continued...

 

Tao a tutti!!

Eccomi con una nuova ficcy...lo so che ne ho già un’altra in cantiere, ma l’ispirazione non ha limiti...da qua a un mesetto non aggiornerò a causa degli esami, ma poi mi metterò sotto a scrivere, ok??...ora vi lascio, perché vado a fare ninna!!

 

Un baciotto.

 

 

 

   
 
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