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Autore: sunshine_S    23/11/2012    7 recensioni
Era passata più di mezz'ora dall'inizio del gioco e raramente era riuscita a distogliere lo sguardo dall'immagine di Zayn seduto proprio di fronte a lei. Era così presa da lui e dai suoi atteggiamenti che non riuscì neanche a rendersi conto che la bottiglia era stata prima rivolta verso di lei e poi anche verso di lui.
-Questo si che è interessante.- commentò divertito Harry fissando entrambi i ragazzi. -Voi due non vi conoscete, vero?- continuò lui. -Beh, credo che mezz'ora nello sgabuzzino potrebbe aiutare la vostra conoscenza, no?-
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spin the bottle.


La musica che proveniva dalla casa di fronte era così forte e potente che Elena poteva avvertirla anche rinchiusa nella sua camera mentre lasciava scorrere l'acqua bollente nella doccia del proprio bagno. L'unico desiderio che possedeva era quello di rilassarsi sotto quel getto d'acqua, ma aveva ben capito che quella possibilità era oramai da accantonare.
Sbuffò scocciata appoggiandosi sul letto ad una piazza e mezzo fissando con aria annoiata l'armadio che aveva di fronte a se, sperando in un'improvvisa illuminazione che l'aiutasse a decidere cosa avrebbe dovuto indossare.
Quella sera Elena era stata invitata da una compagna del corso di Storia dell'Arte ad una tranquilla serata al cinema, seguita da cena in una pizzeria lì vicino e probabilmente alle undici e mezza si sarebbe già ritrovata ronfante nel proprio letto.
Infondo era Venerdì sera e per Elena era d'obbligo uscire, non le piaceva sprecare le serate in quel modo specialmente con il Sabato libero.
La maggior parte dei suoi amici preferiva organizzarsi per andare a ballare o bere, ma Elena aveva sempre preferito riservare quel tipo di serate al Sabato o al massimo alla Domenica, il Venerdì doveva essere la sua serata tranquilla.
Qualche minuto dopo decise di alzarsi e dirigersi in bagno promettendosi di ricercare l'abbigliamento giusto dopo essersi asciugata i capelli.
Solo quando prese il telefono si accorse di una chiamata persa e di un messaggio proprio da parte di Eveline, la sua compagna di corso. Probabilmente col volume della musica così alto non era neanche riuscita ad avvertire la suoneria del proprio telefono.


-Mi dispiace, ma ho appena scoperto di avere l'influenza. Non penso di potercela fare stasera, scusami!

 

Non si sorprese più di tanto nel leggere quel messaggio, un po' se l'aspettava che sarebbe rimasta a casa e ricordava di aver incontrato quella mattina stessa Eveline e di aver notato il pallore del suo viso, evidentemente stava male già da allora.
Dopo l'ennesimo sbuffo pensò che sarebbe stato meglio farsi una doccia veloce e munirsi di pizza, plaid ed una manciata buona di telefilm di ogni genere. Avrebbe cominciato con Friends per poi arrivare a The Vampire Diaries , non avrebbe mai rinunciato alla sua visione giornaliera di Ian Somerhalder.
Proprio quando era pronta ad immergersi sotto la doccia sentì il telefono di casa squillare e pensò fosse stato proprio un miracolo udirlo con tutto quel baccano.

-El, sono Marlene!-

-Ciao tesoro.- La salutò gioiosamente. Marlene era la sua migliore amica dal primo anno di liceo e nonostante avessero due caratteri completamente differenti Elena era sempre più convinta che l'unica persona capace di comprenderla fosse solamente lei.

-Ma dove sei? C'è una confusione assurda.-

-Indovina? Sono a casa Styles!- Urlò più euforica che mai.

Elena cercò di fare mente locale. -Harry Styles? Quello che abita di fronte casa mia?-

-Si, proprio lui!- Rispose ancor più eccitata. -Sono riuscita ad infiltrarmi al suo festino e ora aspetto solo te!-

-Aspetti chi? Me? Ma non lo conosco neanche!-

-E cosa ti importa?- Ridacchiò Marlene. -Neanche io conosco nessuno qui, perciò devi venire a farmi compagnia! Dai, non vorrai mica andare sul serio al cinema quando di fronte casa tua c'è uno dei festini più divertente degli ultimi anni?-
Quella volta fu Elena a ridacchiare divertita. Adorava il modo di esagerare che aveva Marlene solo per convincerla a fare qualcosa, ormai la conosceva così bene proprio come conosceva le sue tattiche di convincimento.
Dopo diversi attimi di tentennamento Elena decise di acconsentire dirigendosi immediatamente sotto il getto dell'acqua calda, dubbiosa ancor di più su quello che avrebbe dovuto indossare per quella dannata festa.

 

*****

Era passata poco meno di un'ora dalla chiamata di Marlene ed Elena era piuttosto sorpresa di non aver ricevuto sue ulteriori chiamate per intimarle di sbrigarsi a raggiungerla.
Aveva organizzato tutto con calma decidendo cosa indossare e come asciugare i capelli e aveva impiegato forse un po' troppo tempo nella loro sistemazione, ma infondo erano appena le dieci e, per le feste di quel tipo, era solo l'inizio.
Uscì di casa piuttosto frettolosamente provando a reprimere un senso di angoscia che le pesava sul petto proprio come un macigno. Infondo si sentiva sempre così quando andava incontro a qualcosa di completamente sconosciuto, sapeva che molto probabilmente si sarebbe sentita a disagio più del dovuto.
Non conosceva nessuno, non conosceva il padrone di casa, non conosceva la gente che aveva preso parte a quella festa, non sapeva neanche che fine avesse fatto Marlene.
Man mano che si avvicinava al cortile di casa Styles riusciva ad avvertire maggiormente l'ansia che aveva rinchiuso dentro di se, specialmente quando le passarono un paio di ragazzi totalmente sconosciuti avvolti da una pesante puzza di alcool, probabilmente mista anche ad erba. Nonostante tutto Elena conosceva le feste di quel tipo ed era perfettamente conscia che alcool ed erba fossero le più grandi protagoniste.
La porta era completamente spalancata e concedeva ad un enorme via vai di gente di intrattenersi fuori, probabilmente la maggior parte dei ragazzi erano diretti proprio verso la piscina sul retro.
La musica era ancora più alta ed anche un po' fastidiosa, ma almeno non fastidiosa quanto quella marea di ragazzi completamente ubriachi.
Elena prese il telefonino dalla borsetta pensando che fosse ormai giunta l'ora di chiamare la migliore amica, ma dopo diversi squilli a vuoto capì che sarebbe davvero stato difficile rintracciarla.
Tra la folla di ragazzi riuscì a riconoscere la chioma folta e riccioluta di Harold Styles, ricordava di averlo intravisto rare volte al corso di teatro a cui avevano partecipato insieme l'anno precedente. Non si erano mai conosciuti approfonditamente, anzi Elena ricordava persino di non averlo mai salutato nei corridoi della scuola.
Il ragazzo puntò per un attimo gli occhi verde brillante in quelli profondamente scuri della ragazza distogliendoli immediatamente per poi concentrarsi su un gruppo di ragazzi intenti a fumare canne nel grande salone di casa.
Se non fosse stata ricoperta da bottiglie vuote, da mozziconi di sigaretta e quant'altro avrebbe sicuramente ammirato la bellezza di casa Styles, ma in quel momento lo spettacolo che aveva davanti non le permetteva neanche di immaginarsela.
Una volta messi da parte quei pensieri Elena partì alla ricerca della sua migliore amica.
Sarebbe potuta essere in qualsiasi angolo della casa, ma sperò vivamente di non ritrovarla in una camera da letto con chissà chi.
Chiamò più volte il suo nome guardandosi con aria distratta intorno tanto da non accorgersi dell'arrivo di un ragazzo di fronte a se, perso proprio come lei a guardarsi distrattamente attorno magari anche lui alla ricerca di qualcuno.
Elena andò a sbattere così violentemente contro di lui che sentì il violento rumore di una bottiglia di vetro infrangersi seguito dalle imprecazioni del ragazzo.
-Mi dispiace!- Si affrettò a scusarsi la mora, ma non appena alzò lo sguardo verso la persona di fronte a se fu convinta di aver totalmente perso l'uso della parola.
Il ragazzo la guardò con aria seria, scrutandola attentamente con i suoi piccoli occhi nocciola. Erano così vicini che Elena credeva quasi di potersi specchiare in quelle iridi.
La incantò completamente il colore di quegli occhi, ma più che altro fu del tutto catturata dallo sguardo. L'aveva incatenata a se semplicemente guardandola negli occhi ed Elena non riusciva a capacitarsene. Non credeva possibile che un ragazzo conosciuto da appena un minuto le avesse fatto perdere il respiro in quel modo, come mai le era capitato in vita sua.
La verità era che quel ragazzo era veramente bellissimo, forse non esistevano altre parole per definirlo.
I capelli scuri erano sistemati in un ciuffo lungo fissato leggermente con del gel, ma quello su cui si concentrò maggiormente Elena era la perfezione del suo viso.
La pelle ambrata, il naso proporzionato perfettamente al viso, le labbra poco carnose sembravano invitarla ad assaggiarle e nonostante il viso pulito e privo di barba riusciva comunque ad apparirle più uomo di quanto sembrasse. Avrà avuto all'incirca diciannove anni, ma Elena era sicura di non avere davanti un semplice ragazzino ma un vero e proprio uomo.
Stranamente l'attraeva anche il modo in cui teneva poggiata la sigaretta dietro l'orecchio, lo rendeva ancor più sensuale di quanto non lo fosse già.
Aveva indosso semplicemente una maglioncino nero abbinato ad un paio di jeans scuri e riusciva a risaltare lo stesso la sua bellezza innata.
Elena si sentì completamente una stupida; era stata ferma a fissare ogni dettaglio del ragazzo sconosciuto per chissà quanto tempo, si sentì così in imbarazzo che non si rese neanche conto che lui aveva fatto lo stesso. L'aveva scrutata con attenzione senza perdersi neanche un piccolo particolare e non aveva saputo trattenere lo sguardo sulle gambe sottili che riusciva ad intravedere grazie alla gonna nera a vita alta e che aveva ricoperto con un semplice collant velato nero. La maglia bianca era fin troppo larga che non gli permetteva di analizzare in particolar modo le sue curve, ma decise di lasciare spazio all'immaginazione.

-Non preoccuparti.- Disse solo dopo un po' mostrandole un sorriso sghembo a cui probabilmente nessuna ragazza avrebbe saputo resistere. -Sei appena arrivata?-

-Si.- Titubò la mora grattandosi nervosamente la testa. -Tu, sei qui da tanto?-

Elena aveva deciso di rivolgergli una domanda solo per riascoltare di nuovo quella voce profonda ed attraente.

Il moro le mostrò di nuovo quel sorriso ed Elena pensò quasi che avesse capito la sua reale intenzione.

-Diciamo di si.-

Addirittura la sua ambiguità l'attraeva. Era lì da soli cinque minuti e già si sentiva terribilmente confusa, non riusciva a rendersi conto di come fosse possibile che un semplice ragazzo appena conosciuto potesse prenderla in quel modo.

-Zayn!- Una voce fuori campo richiamò più volte quel particolare nome e quando Elena vide il moro davanti a se voltarsi capì che evidentemente quel Zayn doveva essere proprio lui.

Un ragazzo poco più basso di lui e dai capelli esageratamente biondi lo trascinò immediatamente senza proferire parola lasciando Elena sola immersa ancora nel nocciola di quelle misteriose iridi.

*****
 

Era passata più di mezz'ora e di Marlene neanche l'ombra.
Elena credeva di aver girato l'intera casa e si sorprese del tutto quando la ritrovò seduta al centro del salone in compagnia di altri ragazzi sconosciuti.
Tutti insieme erano seduti in cerchio e quando si avvicinò si rese conto che al centro era posizionata una bottiglia elettronica che Elena sembrò riconoscere subito.

-Elena, vieni a giocare anche tu!-

La mora si guardò attorno riconoscendo solo la figura di Harold, ma quando improvvisamente si rese conto anche della presenza di Zayn capì che sarebbe stata di certo una buona idea partecipare a quello stupido gioco.
A decidere i così detti “pegni” sarebbe stato il proprietario di casa, forse la persona meno adatta a questo genere di giochi.
La ragazza conosceva indirettamente Harry Styles, così come conosceva la sua fama sessuale e i vari intrighi amorosi con la maggior parte delle ragazze del liceo.
A scuola giravano fin troppi pettegolezzi su di lui che, ovviamente, Marlene non esitava a rivelarle, ma per quanto fosse un bel ragazzo Elena non invidiava nessuna delle sue ex.
Lei era sempre stata coinvolta da un altro genere.
Era passata più di mezz'ora dall'inizio del gioco e raramente era riuscita a distogliere lo sguardo dall'immagine di Zayn seduto proprio di fronte a lei. Era così presa da lui e dai suoi atteggiamenti che non riuscì neanche a rendersi conto che la bottiglia era stata prima rivolta verso di lei e poi anche verso di lui.

-Questo si che è interessante.- commentò divertito Harry fissando entrambi i ragazzi. -Voi due non vi conoscete, vero?- continuò lui.

Entrambi fecero segno di no con la testa. Elena era del tutto presa dall'ansia e aveva lo sguardo fisso su Harry in attesa che le sue labbra si schiudessero e comunicassero la decisione presa.
Zayn invece, dal canto suo, fissava con aria bramosa la ragazza di fronte a se simile ad un leone pronto ad azzannare l' agnello indifeso.

-Beh, credo che mezz'ora nello sgabuzzino potrebbe aiutare la vostra conoscenza, no?-

Lo stato di ansia di Elena divenne una vera e propria crisi di panico. L'unica cosa che avvertiva erano le urla e le incitazioni degli altri ragazzi del cerchio, per non parlare di quelle di Marlene.
Zayn si avvicinò a lei con un sorrisetto tranquillo. Niente malizia, niente divertimento. Non era quel sorriso, ma era semplice, quasi incoraggiante.
Elena si sentì stupida, persa nuovamente in un paio di occhi sconosciuti e a capo di sensazioni a cui non riusciva a trovare nome.
Harry si alzò divertito prendendoli entrambi per i polsi per dirigerli nello sgabuzzino al piano superiore, per giunta anche in fondo al corridoio, poi accese la piccola luce e li chiuse immediatamente dentro e a confermarlo fu lo scatto della chiave e le risate sommesse del riccio.
Restarono in silenzio a guardarsi per chissà quanto tempo, ognuno nella propria posizione, ognuno perso nei propri pensieri.
In realtà Elena non riusciva nemmeno a connetterli quei pensieri, persino il respiro pesante di Zayn la mandava completamente in confusione, la presenza stessa metteva in dubbio la sua sicurezza, la sua esistenza.
Ogni tanto riusciva ad avvertire lo sguardo del moro, ma non appena osava guardarlo Zayn tornava a fissare distrattamente il pavimento tenendo sempre le braccia congiunte sul petto.

-Cosa si aspettano che facciamo?- Chiese improvvisamente Elena non riuscendo più a sopportare quel silenzio snervante.

Zayn fece spallucce puntando finalmente i suoi occhi in quelli della ragazza.

-Vorranno qualcosa di cui parlare, la gente vive di pettegolezzi.-

-Sai quante cose si inventeranno su questo sgabuzzino, su di noi..-

A quelle ultime parole Elena si era bloccata di colpo, forse senza un motivo apparente, ma parlare improvvisamente di un “noi” con quel ragazzo l'aveva fatta rabbrividire.

-Tu cosa vorresti che dicessero?- domandò improvvisamente mettendo entrambe le mani nelle tasche.

Elena si mostrò piuttosto confusa. -In che senso?-

Ed ecco che lo fece di nuovo, ecco che le mostrò quel sorriso.

Si avvicinò quasi minaccioso a lei poggiando entrambe le braccia sul muro quasi come se volesse incastrarla con quella posizione.
Avrebbe dovuto saperlo che Elena non sarebbe mai fuggita da quell'occasione.

-Beh, potrebbero dire tante cose..- Iniziò col dire fissandola con maggiore serietà mentre la voce calda e suadente le aveva provocato un violento brivido lungo la schiena.

-Potrebbero dire che ci siamo solo baciati, che c'è stato solamente qualcosa o, addirittura, potrebbero dire che abbiamo fatto completamente altro..-

L'espressione maliziosa che aveva dipinto sul viso lo rendeva ancor più bello ed attraente, cosa che Elena non credeva neanche fosse possibile.

-Tu cosa vorresti invece?-

Zayn fu colto di sorpresa dalla domanda della giovane. L'aveva vista così fragile ed intimidita dalla sua presenza che non avrebbe mai immaginato una domanda così pungente e diretta e in realtà neanche Elena riusciva a spiegarsi esattamente dove avesse trovato il coraggio.
Il moro si avvicinò pian, piano al suo viso inclinando leggermente il viso.

-Secondo te?-

Il fiato caldo le solleticava le labbra e sembrava invogliarla ancor di più a baciarlo. Probabilmente lo scopo di Zayn era proprio quello. Voleva farle perdere il controllo di se, voleva spingerla tra le sue labbra.

-Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda.- Lo provocò la mora facendo scivolare le iridi scure sulle labbra rosee di Zayn.

Credette quasi di non riuscire a resistere quando lo notò sorridere leggermente sistemando la lingua tra i denti, per poi passarsela con lentezza tra le labbra.

-Potrei risponderti in un altro modo.-

Elena non riusciva neanche a reprimere quella strana stretta allo stomaco e quell'eccitazione che cresceva man, mano dentro di se. Aveva un'improvvisa voglia di lui, di scoprire le sue labbra, di scoprire il suo corpo, di scoprirlo letteralmente.
Zayn cominciò a strofinare quasi con dolcezza il naso contro quello della ragazza, mantenendo sul volto un sorriso divertito, poi aveva fatto scivolare entrambe le mani sui fianchi della ragazza facendola quasi sussultare.
Fu convinta di poter svenire da un momento all'altro quando Zayn cominciò a posarle dei lenti e caldi baci sotto l'orecchio, scorrendo con lentezza lungo il profilo della mascella, salendo un po' più su verso la guancia.
Era totalmente impossibile descrivere la morbidezza ed il calore che le trasmettevano le labbra di Zayn, non aveva mai provato un piacere del genere con dei gesti così puri e semplici.
Talmente presa da lui neanche si era accorta di aver appoggiato le mani sul suo petto, cosa che fece sorridere il moro con divertimento.
Quando arrivò a posarle un lungo e dolce bacio all'angolo della bocca credette quasi di poter impazzire da un momento all'altro.
Il limite di tempo stava terminando, voleva sentirlo su di se, voleva far incastrare le loro labbra, lei lo voleva completamente.
Ad un certo punto fu lei a bloccarlo, forse proprio quando Zayn era deciso a baciarla sul serio.
Lo spinse con leggerezza verso l'altro muro sorridendogli con un sorriso probabilmente malizioso quanto il suo, poi cominciò a baciarlo nello stesso modo in cui l'aveva baciata lui.
Neanche poteva immaginarselo il moro tutto l'impegno che ci stava mettendo per farlo impazzire. Voleva che provasse le sue stesse sensazioni, voleva farlo cedere da un momento all'altro.
Quando aveva attuato il suo stesso percorso di baci Elena aveva deciso di non fermarsi nonostante avvertisse la sua voglia di baciarlo aumentare sempre di più. La stessa scia di baci fu tracciata anche sul collo del ragazzo lasciandogli qualche leggero morso di tanto in tanto.
Elena avvertì il respiro di Zayn farsi più pesante mentre una mano del ragazzo si appoggiò su una sua coscia cominciando ad accarezzarla utilizzando la dolcezza dei polpastrelli.
Non appena arrivò a mordergli anche il lobo dell'orecchio Elena capì veramente che Zayn era arrivato al culmine quando si fece sfuggire un sottilissimo gemito.
Lo guardò nei piccoli occhi scuri e riuscì ad ammirarli, brillanti totalmente d'eccitazione.
E fu in quel momento che Zayn capì che non avrebbe resistito più a lungo in quello stato.
Portò l'altra mano libera dietro la nuca di Elena spingendola finalmente dritta, dritta tra le sue labbra.
Cominciarono a baciarsi con estrema lentezza nonostante l'elevata eccitazione di entrambi, in quello sgabuzzino echeggiavano solamente i rumori dei loro baci prima che Zayn schiudesse appena le labbra premendo la lingua bollente contro sua la bocca carnosa.
A condire il tutto furono le carezze di Zayn lungo le sue cosce, lungo i fianchi, sulle guance. Riusciva a rendere il tutto perfetto, al contrario suo che era rapita così tanto dalle sue labbra che non riusciva a pensare ad altro.
Quel lento gioco tra le loro lingue era pura perfezione, proprio come quell'attimo, proprio come la bellezza di Zayn.
Improvvisamente fu proprio lui a spingerla nuovamente all'altro muro tenendo ferma una mano intrecciata tra i ricci scuri e una posata su un fianco.
Elena non riuscì ad ignorare l'eccitazione di Zayn che premeva proprio contro di lei e dovette ammettere che quel particolare la stava eccitando ancora di più, come si ritrovò ad ammettere che sarebbe andata contro ogni suo principio morale in quel momento tanta era la voglia che aveva di Zayn.
La eccitava ogni cosa di lui; le iridi scure e luminose, le labbra carnose sempre più arrossate, i respiri affannati mentre gli baciava il collo, i morsi sulle labbra, la pelle ambrata e bollente a contatto con la sua.
Avrebbe fermato il tempo se solo ne avesse avuto l'occasione, l'avrebbe fatto suo in quello stesso istante anche in quello squallido sgabuzzino.
Si fermarono entrambi, contemporaneamente, guardandosi ognuno negli occhi degli altri per qualche secondo con i respiri ancora affannati.
Elena era ancora intenta a giocare con i suoi capelli mentre Zayn sembrava stringerla quasi in un abbraccio.

-Potresti farmi impazzire da un momento all'altro, sai?-

La ragazza trattenne una risata divertita che Zayn bloccò immediatamente con un bacio a fior di labbra.
Elena stava per riprendere parola, ma nello stesso istante avvertì delle urla accompagnate a risate provenire proprio dal loro stesso corridoio.
Si ritrovò a sbuffare scocciata costretta a separarsi dalle braccia del moro mentre Zayn ridacchiava divertito.
Neanche un attimo dopo si ritrovarono una forte luce sparata negli occhi ed un Harry divertito che cominciò a porgli domande a raffica su quello che era appena successo.
Elena lasciò i ragazzi indietro decisa a raggiungere il salotto in cui aveva posato il soprabito e la pochette rossa. Non sarebbe rimasta un secondo in più all'interno di quella casa. La situazione era diventata fin troppo critica e non avrebbe sopportato gli sguardi di quei ragazzi un minuto di più.
Senza neanche ricordarsi di Marlene indossò velocemente il cappotto e prese la borsa diretta solo verso l'uscita di casa, ma qualcuno la tirò con violenza a se facendo cadere la pochette con tutto il suo contenuto.
E le mancò di nuovo il fiato quando si ritrovò di nuovo gli occhi scuri di Zayn puntati nei suoi.
Si sentì stranamente imbarazzata in quel momento. Erano entrambi alla luce, non più coinvolti dall'atmosfera tranquilla, non più legati da quel mistero e quella forte eccitazione.
Così scappò velocemente senza dargli neanche l'opportunità di parlare o seguirla e in breve tempo si ritrovò al sicuro dentro casa sua ringraziando mentalmente Dio che quell'Harold Styles si fosse trasferito proprio di fronte casa sua.
Totalmente stremata si lasciò andare sul divano lì vicino perdendosi completamente nei ricordi ancora troppo vivi di quella sera e di quei momenti appena vissuti in compagnia di Zayn, il perfetto ragazzo sconosciuto.
Le sembrava ancora di avvertire le labbra rosse e vogliose contro le sue, come le sembrava di avere ancora addosso quelle mani calde e così esperte.
Fu completamente avvolta da un velo di tristezza quando si rese conto che non avrebbe più rivisto Zayn e che non avrebbe mai più avuta occasione neanche di parlarci, neanche di perdersi ancora una volta nei suoi incantevoli occhi.
All'improvviso però una strana suoneria la fece sobbalzare, una suoneria che sicuramente non le apparteneva.
Si rigirò confusa nel piccolo salotto, ma i suoi genitori non erano ancora in casa di conseguenza non erano presenti ulteriori telefonini.
Capì che quella strana suoneria proveniva dalla sua borsa solo quando la sentì nuovamente più vicina.
La aprì frettolosamente e si ritrovò tra le mani un blackberry nero totalmente sconosciuto a lei, mentre del suo cellulare non c'era neanche traccia.
Prima che potesse imprecare e disperarsi per aver scambiato il proprio cellulare con chissà chi il destinatario del messaggio attirò particolarmente la sua attenzione.
Era il suo numero.

Mi sa che hai ancora qualcosa di mio :)

Z.

Probabilmente Elena avrebbe rivisto Zayn prima di quanto avrebbe immaginato.

   
 
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