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Autore: needhaz    23/11/2012    0 recensioni
Non si ama con il cuore, ma si ama con la testa, con il cervello, il cuore non centra un bel niente, e tantomeno ha quella forma di culo con un cono in cima.
#larry
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Le cose non finiscono, le cose si traformano, cambiano forma, prima sono in un modo e poi in un altro. E noi dobbiamo essere così bravi da trasformarci insieme alle cose che cambiano".
 
"Quanto ha ragione questa frase", pensa mentre si butta sul letto con un sospiro.

Crede che il buio della stanza sia in grado di nascondere tutti i suoi sentimenti, di farli spegnere per un po' e magari scacciarli o alleggerirli, ma chiunque entrerebbe nella stanza ora, in questo momento, capirebbe che c'è qualcosa che non va, qualcosa che si è spezzato dentro di lui. 

"E' il cuore!" urlerebbe ora, con la voce roca e seccata, ma diciamocelo, il cuore si rompe davvero? Saremmo tutti morti, seriamente; i film ci hanno rimbecilliti tutti, perchè la maggior parte delle persone pensano che si ami con il cuore, ma si ama con la testa, con il cervello, il cuore non centra un bel niente, e tantomeno ha quella forma di culo con un cono in cima, è ridicolo perchè se la gente aprisse gli occhi capirebbe che hanno il cervello pieno di ragnatele e polvere.

"O forse è.. è non lo so allora" si correggerebbe dopo, con uno sbuffo alla fine.

"E comunque, dio mio, sei troppo perfettino" finirebbe il tutto con una linguaccia.

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"Telefono amico, sono Louis, parla pure amico o amica della notte" risponde con la voce assonnata, mentre si gratta una guancia e chiude gli occhi di nuovo.

"C'è qualcosa che non va dentro di me" dice una voce lenta e strascicata.

"E' come se qualcosa mi soffocasse, e ho paura di cadere per terra da un momento all'altro, sento che mi manca qualcosa, qualcosa a cui non facevo caso prima di averla persa, ma non so cosa sia o quando se ne sia andata, prima di perderla sembrava avessi tutto, ora mi sento come.. come non so, vuoto, so che se quella cosa che non è più accanto a me ci fosse ancora, direbbe 'Idiota, come fai a sentirti vuoto? Hai il fegato, i reni, il cuore, le costole, e tutte quelle cagate, io mi sento pieno e vomiterei pure per svuotarmi un po'." Louis sorride, ma rimane in silenzio, perchè sa che il ragazzo ha ancora tanto da dire.

"Quella cosa, era davvero fondamentale, perchè mi riempiva fino all'orlo, mi riempiva tutto, altro che fegato, reni, costole. Non so se conosci questa senzazione di vuoto, ma è orribile, anche se non so come descriverla" dice il ragazzo con un sospiro alla fine.

"E' come vivere con un proiettile conficcato a due millimetri dal cuore, ecco com'è". Dice Louis incerto su proseguire o meno. "Tu sai che lui sta là, e vivi e vai avanti e fai le cose che devi fare. E la vita ti può sembrare bella o brutta, perchè la vita è bella o brutta. Ma sai di avere un proiettile a tanto così dal cuore che un giorno può scoppiare o forse no. E tu aspetti e aspetti. Sai, perchè lo sai, in qualche modo, che è successo qualcosa in qualche momento della tua vita. Sai che a un certo punto qualcosa ti ha colpito proprio lì, nel petto, un po' più a sinistra, un po' più in alto. E la cosa peggiore è che non sai nemmeno quand'è che ti hanno colpito e soprattutto perchè. Quello che sai è che non sei morto, e che se non sei morto in quel momento non morirai mai più. Così vai avanti, anche se quel buio, el buco nero ti vive dentro, ogni giorno di più". finisce la frase e sorride alla fine, capendo che era un suo sfogo personale.

Il ragazzo dall'altra parte della cornetta si passa una mano tra i capelli e respira lentamente con gli occhi chiusi.

"Sono qui che cerco un qualcosa, un post-it con scritto il suo nome, quando se n'è andato, perchè l'ha fatto. Ma di post-it non ce ne sono più, se gli è portati via con sè, come tutte le altre cose che hanno lasciato un vuoto in casa, un freddo che mi fa gelare il naso e le orecchie ogni volta. Pensa che c'è ancora un paio di calzini suoi davanti alla doccia, sono lì da due settimane, e ogni volta che gli guardo e mi siedo sul water e aspetto di veder sbucare la sua faccia sorridente dalla porta e avvicinarsi a me e mettermi un calzino puzzolente davanti al naso, ma rimango anche venti minuti, mezz'ora seduto, senza che niente accada, e i calzini sono lì, non gli smuove nessuno, come la sua tazza rossa nel lavandino, come la sua maglia del Leeds Festival sullo stendino in balcone, come il suo spazzolino sul fondo della pattumiera; ma non so se tu capisci, sono cose fondamentali per me, te lo giuro, mi fanno stare bene, sorrido appena le vedo, ma ho paura di aprire sul serio gli occhi, di scostare quel velo che ha ogniuno di noi, che ci separa dal mondo, e noi ce ne andiamo in giro felici con questi veli che ci pendono davanti al volto. Il mondo è un po' confuso ma a noi piace così. A volte però il nostro velo viene scostato per qualche istante come se un vento ce lo sollevasse per un attimo dal volto. E quando il velo si alza riusciamo a vedere il mondo per come effettivamente è, giusto per quei pochi istanti prima che si abbassi di nuovo. Allora vediamo tutta la bellezza, la crudeltà, la tristezza e l'amore. Ma il più delle volte siamo contenti di non vedere queste cose. Certe persone imparano a sollevare il velo da sole. Allora non devono più dipendere dal vento. Ed è questo che mi preoccupa, questo dannato velo, non voglio vedere la realtà, vivo con la speranza che lui bussi alla porta e mi abbracci mentre sono in lacrime, ma so che quando questo velo sarà alzato dal vento capirò che posso anche buttare i calzini, la tazza, la maglia e lo spazzolino perchè lui non riempie più niente di me, e neanche le sue cose potranno farlo. Ma ora, vivo con questo maldetto velo perchè sono un fifone" 

Louis alza gli occhi verso il soffitto e trattiene il respiro.

"Ma le cose cambiano, quindi devo cambiare anche io, a partire da questo momento" dice il ragazzo, mentre si alza dal letto e prende un sacchetto.

Louis sente che lui si sta muovendo e il rumore di qualcosa che si frantuma gli fa uscire dalle labbra "Non c'è bisogno di cambiare, devi solo imparare a conviverci, non puoi stravolgere tutto per colpa di una persona che se n'è andata per una cazzata, perchè non accettava la realtà, non accettava un amore così grande, che lo spaventava, lo allontanava pian piano"

Dall'altro capo del telefono sente il silenzio, come se quella frase avesse bloccato qualcosa.

Il conversatore di Louis ha un bicchiere di cristallo bloccato nella gola, vuoto e trasparente, può sentirne contro la laringe, ogni singola smerigliatura del disegno.

Quando gli sembra di non poter più prendere aria, sente il bicchiere esplodere in bocca e una pioggia di schegge trasparenti che gli pungono la faccia dall'interno.

E finalmente escono le lacrime.

Un pianto silenzioso, una pausa tremenda e paurosa fa agitare Louis, si alza lentamente dal letto infilandosi un maglione e le superga rovinate, si guarda allo specchio, fa un sorriso
forzato e esce nel buio.

"Io non sono così forte da far finta di niente, quando vedo le sue cose sento una fitta tremenda al petto e gli occhi fanno malissimo, e hai presente quel fastidio al naso e alla gola? Ecco, ma se buttassi tutto è come se una parte di me finisse nella spazzatura, e non posso cancellare tutto, è come avere un post-it attaccato in fronte, con scritto il suo nome e tutte le cose mai dette che vorrebbe dirmi, ma che io non so, perchè io il post-it non posso leggerlo, ma ho una voglia matta di staccarmelo dalla fronte e sapere tutto, tutto quello che vorrebbe dirmi, chiarire, sapere, capire" dice dall'altro capo del telefono in ragazzo, con la voce ridotta ad un sussurro.

"Staccalo quel post-it, smettila di vivere come un animale impaurito, alzati, vai davanti allo specchio e leggi, e le sue cose lasciale dove sono, raccogli quei cocci da terra e prendi l'attack e sistema tutto, insieme al tuo cuore distrutto, perchè le tue guance non meritano di essere bagnate da lacrime bastarde e sporche di tristezza, asciugati quei bellissimi occhi verdi, in cui mi perderei ogni minuto della mia vita, e ti prego, sorridi con quelle labbra rosse, riavviati i capelli e apri la porta per riprendere la tua vita da dove l'hai lasciata due settimane fa" dice Louis salendo le scale due a due.

Harry si avvicina allo specchio e si guarda la fronte, quasi certo che un post-it ci sia sul serio, ma ha capito chi è il post-it e sorride con il cuore, anche se con il cuore non si sorride, ma con la bocca.

Si ricorda del telefono e sussurra prima di aprire la porta "La mia pallottola può aspettare, non credo esploderà ora" 

"Ti amo" dice Louis posando il cellulare nella tasca e guardando Harry che ha già gli occhi lucidi e non può fare a meno di tirare su con il naso anche lui, perchè capisce che Harry ha ritrovato quella cosa che gli mancava ed era andata via per niente e che probabilmente rimarrà attaccata a lui con l'attack fin quando quel velo si alzerà e gli farà capire che è tutto come prima, e quella pallottola rimarrà per sempre inesplosa.
 
 
 
 
 
 
 
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Questa storia è stata resa fantastica dalle frasi dei seguenti libri:
La ricetta del cuore in subbuglio. Viola Ardone.
e
Quando mi troverai. Rebecca Stead.
Mentre tutto il resto è mio, giurin giurello.
 
Alrimenti sarebbe una merdata assurda, perchè la storia della pallottola, del bicchiere che esplode in gola e del velo non sono opera mia, e amo da morire quelle frasi, blblblbl.
Ho pensato alla conversazione, dove potesse svolgersi, e ho pensato tramite il cellulare, ma senza farvi capire che sono loro due il post-it e il povero disperato con la pallottola, e ci sono riuscita, vero? blblblbl.
Spero con tutto il mio cuore che vi sia piaciuta, recensiete, vi prego. cc
Mi farebbe tanto piacere.
 
 
 
  
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