Storie originali > Thriller
Ricorda la storia  |      
Autore: DawnRose    23/11/2012    2 recensioni
Fino a che punto possono essere pericolose le nostre passioni? Fino a che punto possiamo desiderare qualcosa che non abbiamo? Anders Berger vuole vedere il rosso... e farà di tutto per realizzare il suo obiettivo.
Le mie tele non sono mai bianche: appena il mio pennello ne sfiora la superficie si riempiono di disegni, ghirigori e schizzi. E i colori non mancano... Fuorché uno. Non un colore, ma il colore. La mia passione, la mia ossessione.
Il colore rosso.
Genere: Horror, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

A PICCOLE PENNELLATE DI ROSSO…

 
 
Sono io il folle?
Alcuni diranno di sì, altri di no. Per quanto mi riguarda non mi definirei mai pazzo. La pazzia non ha colore: essa non ha i toni caotici dei giardini di Giverny ritratti da Monet, non ha la sublime lucentezza delle tavole duecentesche, la tormentata pennellata di Van Gogh. La pazzia è il vuoto, ed è la tela bianca. Le mie tele non sono mai bianche: appena il mio pennello ne sfiora la superficie si riempiono di disegni, ghirigori e schizzi. E i colori non mancano... Fuorché uno. Non un colore, ma il colore. La mia passione, la mia ossessione.
Il colore rosso.
 

Le fotografie sono appese l'una accanto all'altra. Tre persone, tutte scomparse, tutte ritrovate prive di vita. Tre vite senza alcun punto in comune, tre sconosciuti. Cosa potrebbe legare un rinomato oculista, un’aspirante modella e un senzatetto? Accarezzo le foto una ad una. I loro volti così sereni, i loro occhi così luminosi... avrebbero mai immaginato quel che è accaduto loro? No, nessuno può pensare a una fine tanto orribile. È compito mio arrestare il loro carnefice. Niente mi ha dato più orrore che ritrovare i loro cadaveri seviziati, così orribilmente... torturati. L'assassino ha infierito su di loro, questo è certo.
-Jeanette- Il mio capo mi fissa intensamente, il suo sguardo è comprensivo.
-Non devi perderci il sonno...- mi sussurra con voce paterna. Ma io non posso smettere: né per le vittime, né per la mia posizione.
-Non mi fermerò finché non avremo qualcosa. Un indizio, un nome, un prigioniero, un cadavere...-
La caccia è aperta.

 
Protanopia.
Variante del daltonismo, incapacità di distinguere il colore rosso. I miei occhi non possono vedere quale carica vibrante, quale calda sfumatura il mio pennello distribuisca su quella tela così vuota. Percepiscono solo un'anonima scia ocra, senza senso, senza... capacità di esprimere qualcosa. L'ocra, il marroncino sciatto, il sabbia non sono degni di essere definiti colori. Non hanno quella carica passionale che solo il rosso trasmette, non fanno venire i brividi come il cremisi, il bordeaux, e il vermiglio, non sono il colore per eccellenza, la bellezza suprema.
Ma la mia vista non può percepire questo, né, di conseguenza, io posso provare angoscia di fronte all'Urlo, o commuovermi vedendo l'aurora rosseggiare in "Impressione-Sole Nascente". Per un pittore corrisponde quasi all'essere amputati alla mano che regge il pennello. Non ho voluto rassegnarmi: sebbene non lo abbia mai visto direttamente, ho la mia idea di "rosso" e fortunatamente ho trovato la maniera che mi avrebbe permesso di riportarla sulla tela.
 
-È incredibile-
È raro vedere un medico legale rimanere di sasso, abituato com’è ad analizzare qualsiasi tipo di cadavere. Eppure, in questo caso, il medico è rimasto a bocca aperta, indicandomi con il bisturi le ferite riportate dal corpo dell’ uomo ucciso.
-Osservi attentamente- abbassa totalmente la sacca che contiene il cadavere -il corpo presenta numerose ferite da arma da taglio, qua- mi indica l'arteria carotide; -qua- i polsi -anche qui-    e mi mostra i tagli al ventre.
-Si sono accaniti contro di lui-
-Esattamente- la sua voce è fredda come l’obitorio –si nota la presenza di numerose emorragie, sia interne che, soprattutto, venose; inoltre, il cadavere è stato ritrovato quasi completamente dissanguato-
Completamente dissanguato? Ma come? Che gli abbiano succhiato il sangue?
-Un vampiro?- azzardo, una semplice battuta che cerca di sdrammatizzare la situazione.
-Redgrën- il suo sguardo mi fulmina. Mai provare a scherzare con un medico legale che affronta un'autopsia! -Allora di cosa può trattarsi?-
Lui sospira: sa qualcosa, è certo.
-Sul bordo di alcune abbiamo ritrovato questo- si allontana per afferrare un sacchetto trasparente contenente un... pelo?
-Un capello dell'assassino?- chiedo speranzosa.
-No, una setola di un pennello-
-Pennello?-
-Pare di sì. Ha presente quello dei pittori?- certo, come no. Un pennello sulla scena del crimine: la perfetta arma del delitto.
-A cosa gli è servito?-
-Sta a lei scoprirlo, commissario Redgrën-
 
Non c'è cura.
Così mi aveva gelato il medico. Di fronte alla protanopia non c'è cura. I miei occhi non sarebbero mai stati capaci di percepire il rosso e i quadri, per me, sarebbero sempre stati incompleti.  Mai avrei visto i papaveri fiorire in Monet, e mai le pareti del Café nella piazza Lamartine di Arles mi avrebbero abbagliato con il loro colore carminio.
Avrei vissuto sempre con questa consapevolezza, e forse in futuro mi sarei anche arreso, se non avessi ricevuto un'illuminazione.
 
Ho visto il rosso.

 
Ricordo che mi ero ferito lievemente, solo un graffietto. Eppure la rotonda goccia di sangue fuoriuscita da quel taglio rimase impressa nella mia memoria. Rotonda, piccola.

E rossa.
 
Setola di un pennello.
      Numerose ferite da taglio.
              Una grande perdita di sangue.
                  Pennello. Ferite. Sangue.
                          O mio Dio. Non è possibile
 
Allora capii. Cos'altro se non il sangue poteva riaccendere nei miei occhi la scintilla cremisi? Cos’altro se non l'inchiostro naturale dell'essere umano poteva ridare una sfumatura vermiglia alle mie tele? Sapevo cosa dovevo fare: avrei dipinto usando il sangue.
Finalmente i miei quadri avrebbero conosciuto il rosso.
 
Che l'assassino usi il sangue per dipingere? Mi sembra un'idea da film horror... Eppure come potrei giustificare il numero eccessivo delle ferite, quelle emorragie venose e tutto quel sangue perso...
Una setola di un pennello
Possibile risalire all'animale usato? Alla marca? Ma soprattutto: si può arrivare al nome di un indagato?
 
Cominciai ad uccidere quando compresi che non sarei mai stato in grado di dipingere usando solo il mio sangue.
La mia prima vittima era un clochard, un senza tetto. Allettato dall'opportunità di poter passare la notte al caldo si è lasciato avvicinare senza problemi. Non ho neanche faticato... Aveva il sangue molto scuro, un bordeaux cupo. Un rosso angosciante, freddo, sfondo adatto per il mio primo quadro...Eppure non era il colore che volevo. Non faceva ardere gli occhi dello spettatore, non trasmetteva tutte quelle passioni, vibrazioni, sensazioni che solo il rosso più puro sa trasmettere. E fu così decisi di proseguire la mia ricerca… Volevo trovare il rosso perfetto…
 
C'è solo un pittore che abita in questa cittadina... Sono fortunata. Andiamo a sentire cosa ha da dirci. Tra le dita stringo il suo biglietto da visita.
      

  Atelier di A. Berger, Slettveien, Røsvik

 
Seguì una giovane modella, una ragazza che occasionalmente posava per i miei dipinti. Non sapeva che questo sarebbe stato il suo ultimo quadro... Di lei ricordo la sua strenua difesa, le sue grida disperate, le sue unghie che penetravano nella mia carne fino a farne uscire il prezioso inchiostro... Ma alla fine riuscii a domarla. Aveva una così bella sfumatura calda, un color corallo intenso...
Ma nemmeno lei aveva il sangue del rosso perfetto…
 
31 ottobre. La notte di Halloween. Fra neanche un mese calerà la notte polare e allora, fino a primavera, il sole non illuminerà la città. Ma l'atmosfera che incontro per le strade è comunque lugubre. La tiepida luce della luna illumina il freddo strato di neve, di un bianco abbacinante, che ricopre ogni cosa: gli edifici, le auto, i prati. I brividi mi corrono lungo la schiena... Freddo o suggestione?  Sento un rumore improvviso, mi volto, ho il fiatone ed istintivamente la mano si appoggia alla fondina della pistola. Ma non è nulla: solo il gelido vento invernale che spazza con violenza le strade, scatenando forti raffiche di neve. Røsvik, 67º latitudine nord, 200 abitanti e un ospedale psichiatrico... Probabilmente paese di un serial killer che ha già mietuto tre vittime. Meraviglioso. Arrivo al cancello della villa che ospita l'atelier: una magione sinistra arroccata in una strada solitaria, con i muri di legno scuro che contrastano con il pallore della neve, e le finestre bianche, attraverso le quali filtra una luce aranciata. Prendo un respiro profondo e, guardandomi ossessivamente attorno, suono il campanello.
 
Il mio dottore… Mi aveva detto che mai avrei conosciuto quel colore, ma si sbagliava. Gli mostrai i miei capolavori ma diceva che erano solo pazzie… Mi chiamò “Folle, assassino, pazzo…” ma io non ero pazzo, io ero l’artista e quella era la mia innovativa arte… Neanche questo era riuscito a convincerlo, mi voleva denunciare alla polizia, rinchiudere al manicomio... Fu così che anche diventò un mio colore… Era rosso, rosso e basta, senza particolari sfumature o perché. E anche lui non era il rosso perfetto, non che avessi molti dubbi…
 
Nessuno mi risponde. “Bene, non c’è nessuno…” Non so spiegare il perché, ma mi sento completamente a disagio. Sarà le terribili circostanze che mi spingono a incontrare quest’uomo, sarà la cupa atmosfera, sarà che questo è proprio il giorno di Halloween, ma non riesco a calmare i battiti ritmati del mio cuore. Eppure devo pensare alle vittime e se quest’uomo è veramente l’assassino, gliela devo far pagare… Ma il cuore non sente la razionalità della ragione. E batte…
 
Tum
  Devo sparire. Voglio sparire.
    Tum
      Lo vorrei tanto… Ma non posso: io sono la polizia, la legge, la giustizia.
        Tum
          Suono il campanello per la seconda volta… -Mi apra, signor Berger!-
               Tum
                   Aspetto per attimi interminabili… Il mio cuore è un cavallo impazzito…
                     Tum
                          D’improvviso il cancello si apre…
 
Guardo con sospetto la donna suonare al campanello. C’è qualcosa che mi attira in lei… I capelli. Ricci di un colore indefinito, marroncino… Ma immagino che agli occhi normali essi appaiono rossi. Che sia il suo, il rosso perfetto? Appena entrata mi si para davanti, e mi costringe a guardarla negli occhi.
-Jeanette Redgrën, polizia di Røsvik. Posso farle alcune domande?-
“Jeanette… non sai da quanto ti aspettavo…”
 
 L’atelier di Berger è una stanza singolare. La parete frontale è tinta completamente di rosso, i pennelli sono disordinatamente buttati per terra, i mobili ricoperti di schizzi di colore, mentre le tele sono invece appese ad un muro completamente bianco. Ma proprio in quella stanza così caotica Anders Berger mi appare come una creatura dannatamente pericolosa. Se ne sta di fronte al cavalletto e mi osserva con aria concentrata. I suoi occhi sono quasi trasparenti, regge il pennello con la mano sinistra, è immobile. Ma sulla sua tavolozza non vi è nessun colore. Allora mi volto: il colore rosso sulle tele è completamente secco e grumoso.  Non è né tempera, né olio.
Solo guardandolo con attenzione si capisce: quello è sangue.
-Anders Berger, io la dichiaro in arresto-
Ed allora Anders Berger alza il volto dal quadro e posa il pennello. Mi avvicino a lui fino a sentire il suo fiato, voglio arrestarlo a tutti i costi. E voglio che marcisca il carcere, che soffra le pene dell’inferno, che si penta dei suoi crimini…
Ma lui mi sorprende: da chissà dove estrae un coltello da cucina… La lama è ancora sporca di sangue…
“Il corpo presenta numerose ferite da arma da taglio”
L’arma del delitto. Gli punto la pistola contro.
 
Il suo grilletto puntato contro di me

-Abbassi quell’arma!-

Ma io devo dipingere
 

Il mio lavoro è la mia vita
Senza io non esisto

 

-Signor Berger, abbassi-quell’arma!-

Il rosso, il rosso… Sei tu, il rosso perfetto?

-ABBASSI QUELL’ARMA!-

Mi slancio

Carico

Per colpire

 
Punto la vittima

Questione di attimi…

La trafiggerò

Devo farcela

 
Un lungo istante

E premo il grilletto

 
 
 

Vedo il rosso
 


Angolo autrice: one-shot scritta per l'"Halloween contest" di eragonitalia.it http://www.eragonitalia.it/article525.html , classificatasi al primo posto ex-aequo. L'ho inserita nel genere thriller poiché propriamente non è un horror, ma spero vi piaccia lo stesso ;) Non sono abituata a scrivere questo genere, ma spero vi piaccia lo stesso.
Un bacione,

DawnRose/Daenerys

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Thriller / Vai alla pagina dell'autore: DawnRose