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Autore: Fantasy is relative    23/11/2012    1 recensioni
PROLOGO
Essere genitori comporta delle responsabilità.
Essere genitori significa dare amore, affetto ai propri figli e non scappare davanti ai minimi problemi.
Dare al mondo un bambino è la cosa più bella che ci possa essere nella vita.
Ovviamente è ancora più bello quando si sa che il proprio figlio cresce con l'affetto e l'appoggio di tutti e due i genitori.
Ma se non è cosi, la vita può riservare parecchie sorprese per il futuro.
Mi chiamo Hope, ho ventun'anni e vengo dalla Spagna.
I miei genitori sono morti all’età di 10 anni, ero ancora una bambina. Indifesa e disorientata.
Se ancora non avete capito, sono un genitore.. si.
Mi sono ritrovata incinta a diciassette anni per colpa di uno stupido ragazzo di cui ero follemente innamorata.
Ma purtroppo prima che glielo dicessi di essere incinta, è andato via.
Lasciandomi sola, con in grembo una bambina e tutta una vita da poter ancora vivere.
La mia bambina adesso ha quattro anni.
Ha i capelli biondi dorato, e gli occhi color celeste cielo. Proprio come il padre.
Ha un carattere dolcissimo, e molto affettuoso.
Penso che Melody sia la cosa più bella che mi si capitata nella vita.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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1° CAPITOLO


Un giorno qualunque.
Il sole splende e i bambini giocano negli immensi prati della Spagna.
Non c'è tanto freddo per essere a Febbraio, quindi decido di portare Melody al parco a fare una passeggiata.
Gli faccio un bel bagnetto e la vesto, la metto nel divano a guardarsi i cartoni e mi vado a preparare anche io.
Metto un jeans blu scuro con sopra una maglia bianca con la bandiera dell'Irlanda. Dovete sapere che io amo Londra,  ma più di tutte amo l'Irlanda.
Già.. l'Irlanda.. qualunque cosa mi collega a lui.
Sono passati quattro fottuti anni, ma lo penso ancora.
Chissà se lo rivedrò un giorno.
Scaccio via i pensieri brutti e finisco di prepararmi.
Scendo al piano di sotto prendo per mano Melody, e usciamo.
Il parco era a soli due isolati da casa mia, quindi camminiamo con tutta calma.
C'è stamattina c'era un sole che splendeva e adesso si sta buttando vento.
Che cazzo di tempo.
Melody mi tira la mano come per dire che sente freddo, quindi la prendo in braccio e gli metto il cappottino che mi sono portata dietro. Sta incominciando a fare piuttosto freddo.
Arriviamo al parco dopo quasi dieci minuti e lascio a terra Melody, cosicché può essere libera per giocare a quello che vuole
Mentre io mi siedo su una panchina a guardarla.
Ha sempre il sorriso in faccia, non la vedi mai triste.
Infondo come compatirla, è ancora una bambina. Per lei tutto è un gioco.
Mi metto a pensare a L’Irlanda, alla Gran Bretagna e ai miei quattro amici di lì.
Quanto mi mancavano.
Allora vi racconto tutto dall'inizio. Credo che siate un po confusi.


  
  
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